È sera. Anzi,
notte. Precisamente mezzanotte e 7 minuti. Tony è fermo
davanti a quella cornetta, immobile, indeciso sul da farsi. La chiama
o no? Forse è tardi.. o forse no. Lei va a letto dopo, di
solito. Non può credere che sia successo. E non sa se
rimproverarselo o esserne felice. In fondo, è una sua collega.
Ma lui la ama, e non sa se lei prova lo stesso. Ma sì,
chiamerà. Prima o poi. D'altra parte domani non può
tornare al lavoro, incrociare il suo sguardo e cominciare a lavorare
facendo finta di niente. Anche se, forse, ieri sera erano ubriachi.
Erano alla festa di compleanno di McGee. Forse avevano bevuto troppo.
No, non è possibile, Gibbs non li avrebbe fatti guidare fino a
casa se non fossero stati totalmente sobri. Ma allora perché
non si ricorda niente della sera prima? Sa solo che stamattina si è
svegliato nel letto di Ziva, abbracciato a lei, si è vestito
ed è tornato a casa di corsa, facendo in modo di non
svegliarla. Ma perché è fuggito? Insomma, sono adulti e
vaccinati, non è successo nulla di strano. O forse, quello che
tormenta Tony è un dubbio, un atroce dubbio. È stata
solo un’avventura o c’è qualcosa di più?
Certamente lui prova qualcosa di forte per Ziva, ma non sa cosa è
significato per lei. Sì, la chiamerà. E le chiederà
scusa per essere scappato, per averla lasciata sola. E, soprattutto,
le chiederà cos’è significato.
Tony alza la cornetta,
digita il numero di Ziva e aspetta che lei risponda.
Squilla il telefono.
Oh no, e se è Tony? No, è troppo vigliacco per
chiamarla.
Ziva alza la cornetta,
e resta sorpresa sentendo la voce di Tony.
Tony: Ziva? Ti
disturbo?
Ziva: no, stavo... Stavo
guardando la tv.
Tony: ascolta, volevo... Chiederti scusa. Per stamattina..
Ziva: no, non ti
preoccupare.
Tony: e poi volevo
chiederti una cosa.. Vedi.. Ecco, insomma, per te cos’è
significato quello che è successo tra noi? Voglio dire..
Ziva: Tony..
Tony: aspetta, fammi
parlare. Dicevo, per me..
Ziva: Tony! Sì,
per me ha significato molto.
C’è un
attimo di silenzio, tra i due c’è una tensione che passa
persino dal filo del telefono.
Ziva: Sì, insomma.. Sono innamorata di te. E non so se per te è lo stesso, ma
quello che è successo ieri sera è stato speciale, e non
ne sono pentita.
Tony: Ziva..
Ziva sente Tony
riattaccare la cornetta, e si sente come trafitta da migliaia di
pugnali. Si siede sul divano e comincia a pensare, cercando di capire
se quello che ha fatto è stato giusto. Respira profondamente e
cerca di dimenticare quello che è successo, ma il suo cuore
batte troppo velocemente per essere ignorato.
Passano tre quarti
d’ora, quando sente suonare il campanello. Ziva è
sorpresa, e non sa chi abbia la sfacciataggine di suonare a casa di
qualcuno all’una di notte. Poi sbircia dallo spioncino, si gira
e si siede per terra, contro la porta. È Tony. Decide di
aprire, in fondo è solo un suo collega. Più o meno.
Tony vede aprire la
porta, e ha un sussulto. Vede Ziva e la bacia, senza dire niente. Lei
si lascia andare, gli mette le mani intorno al collo e chiude la
porta con la schiena. Tony le sussurra qualcosa nell’orecchio,
e lei sorride. E le sembra di essere in quella missione sotto
copertura, ma stavolta non c’è nessuno a spiarli dal palazzo di fronte. E si lasciano andare, si baciano. E quella sarà
la notte più bella che abbiano mai passato. E per chiunque li
vedrà i giorni seguenti camminare per strada, parlare o
semplicemente guardarsi, non potranno pensare altro che “quei
ragazzi sono proprio innamorati”. E Tony e Ziva si baciano. E
sarà un bacio morbido, lungo, salato. Come il mare.