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Autore: CanwefallOnemoretime    22/09/2013    0 recensioni
Sammer è una comune sedicenne, piena di dubbi, paure e voglia di vivere, carina e solare quanto basta. Ha conosciuto il suo ragazzo, Seth, tramite un social network e la loro storia va a gonfie vele fino a quando Sam è costretta ad rincontrare il suo primo, tormentato e mai ricambiato grande amore, che di certo non la lascia indifferente.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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“Non ci posso credere, è in ritardo al vostro primo appuntamento!”
“Ali, non è un appuntamento.”
“Ah no, davvero? Perché sei agitata allora?”
“Non l’ho mai visto, Alice. Potrebbe essere un maniaco! Ma non lo ascolti il telegiornale!? E’ per questo che ti ho chiesto di accompagnarmi. Non mi va di essere sola con lui, non so nemmeno com’è il suono della sua voce… oh, non dovevo farlo. Dannazione! Ma come mi salta in mente? Incontrare un ragazzo conosciuto su internet stupida, stupida… adiamo vi…”
“Summer, summer! Ti calmi? Cazzo. Smettila.” 
Faccio un respiro profondo e decido di ascoltarla. Non sono il tipo di ragazza che fa queste cose, mi mettono in agitazione. 
“Hey, Sam!” 
Io e Seth ci sentiamo da un paio di mesi, ma non è lo stesso ritrovarselo di fronte all’improvviso. Tramite una chat mi risulta decisamente più facile cominciare una conversazione. Beh, perlomeno non è un maniaco. 
“S…Seth! Come…va?” riesco a dire, in modo impacciato. 
Alice ride e si presenta con disinvoltura. Quanto la invidiavo in questi casi. 
“Sei decisamente più carina dal vivo, Sam. Mi aspettavo che fossimo soli, però… senza offesa per Alice, ovviamente.” 
“Oh, stavo per andare via, tranquillo! Vi lascio subito soli. E’ stato un piacere, Seth. Ciao Sam!”
La fulmino con lo sguardo, che diventa subito supplicante.  Ti prego non andare via. Ma lei scrolla le spalle e con un sorrisetto si allontana da noi. 
Perfetto, sono nella merda. 
“Allora… ehm, come va?” ci ho provato. 
“Viaggetto lungo, ma ne è valsa la pena. Sto bene. Hai fame?” 
Guardo il cellulare. “Ma sono solo le 12... Ah, dimenticavo. A quell’ora ti disconnetti sempre per ‘andare a mangiare’, pensavo scherzassi, wow. Mangi sul serio cosi presto? I miei nonni hanno abituato i miei genitori a mangiare tardi, verso le quindici anche, e così i miei genitori hanno abituato anche me così, non è assurdo come cose così banali si tramandano da generazione in generaz…” vedendo la sua faccia divertita, mi fermo e poi aggiungo “sto parlando troppo, vero?” lui a questo punto scoppia in una fragorosa risata. “Sei esattamente come immaginavo.” E, inaspettatamente, mi avvolge in abbraccio che mi scalda in questa gelida giornata di febbraio.

Quella fu una delle giornate più belle della mia vita. Pian piano mi sciolsi e tra me e Seth si creò subito quel feeling che si riusciva a cogliere anche tramite una chat. Diventammo subito ottimi amici, non più virtuali. Riuscivamo a vederci almeno una volta alla settimana, facendo alcuni sacrifici per via della distanza, ma infondo un paio d’ore di treno non hanno mai ucciso nessuno.

Arrivò la primavera e io e Seth ci vedevamo sempre più frequentemente. Ci incontravamo sempre negli stessi posti, come centri commerciali, grandi piazze e famose gelaterie, luoghi comuni che non erano troppo distanti né per me né per lui. In qualche modo era diventato il mio migliore amico, era come se lo conoscessi da sempre. 


“Summer. Devo parlarti, è urgente.”
“Cos’è successo, Seth? Mi fai preoccupare.” 
“No tranquilla, niente di grave. Scendi.”
“Scendi? Dove?”
“Sono sotto casa tua, dai fai in fretta, voglio vederti.”

Sotto casa mia? Gli avevo dato il mio indirizzo, ma non pensavo l’avrebbe usato né tanto meno che lo ricordasse. Quante ore di viaggio ha fatto per venire fin qui?! Mi sento improvvisamente emozionata. Seth è sotto casa mia. Cominciano a saltarmi mille pensieri in testa, perché era venuto? Dev’essere una cosa seria. 

“Sam, sei morta? Ti sto aspettando.” 
“Arrivo.” 
Getto istintivamente il cellulare sul letto e mi precipito fuori. 

Lo vedo di spalle, sul marciapiede di fronte al mio palazzo. Non riesco a smettere di sorridere. Si volta verso di me e mi accorgo di essere rimasta immobile. Ma cosa stavo facendo? Mi sentivo bloccata.
“Che fai, vieni?” mi urla, e anche da lontano riesco a scorgere il suo perfetto sorriso. E' decisamente felice di vedermi, si vede. Più del solito. 












Ciao! :) E' la prima volta che pubblico una storia, mi servono consigli quindi se leggi recensisci, mi aiuterebbe molto. So accettare anche le critiche, ci conto! Baci.
  
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