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Autore: BlackJack__    22/09/2013    2 recensioni
-Peccato, hai un bel sorriso, non sanno cosa si sono persi- portò una mano alla bocca, non si era reso conto di vosa avesse detto, oddio.
Fu un attimo. Lo baciò.
Gerard lo baciò, un bacio casto a fior di labbra.
Frank ne rimase turbato, non che gli fosse dispiaciuto, anzi ma, perchè?
-Grazie-
-G-grazie?- chiese Frank turbato
-Sei il primo che si interessa realmente a me, okay neanche ci conosciamo ma, si grazie- gli sorrise, di nuovo.
Frank non potè resistere, lo baciò, ma il bacio fu più profondo stavolta. Gerard non lo respinse, anzi, partecipò con piacere a quel gioco di lingue.
Si staccarono e Gerard lo guardò, sembrando dispiaciuto da quellp che avrebbe detto da li a poco -È meglio che te ne vada ora, prima che qualche guardia ti scopra-
Frank gli sposto dei ciuffi che gli erano ricaduti sul viso durante il bacio -Potrò ritornare?-
-Quando vuoi, devi ritornare, te ne prego- gli strinse la mano, in tutta risposta Frank lo baciò.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passava le giornate dietro il solito albero a guardare il giardino della reggia da fuori i cancelli, Frank. Fin da quando era bambino e passava li davanti per mano con sua madre la osservava affascinato, ma come biasimarlo, tutti guardavano affascinati la reggia del duca in quel modo. E ora, a 19 anni, si ritrovava ad ammirare quella costruzione dall'esterno, il giardino era immenso e ben curato, pieno di spazi verdi con alti alberi imponenti ad incorniciare il tutto, c'era una stradina cementata su cui camminare per non calpestare l'erba che si espandeva in lunghezza fino ad arrivare alle porte della reggia. Stava tornando dal suo lavoro come falegname e, come ogni giorno quasi fosse un rito giornaliero, si fermò a contemplare quel paradiso. Si posizionò dietro il solito albero fuori i cancelli, da lì riusciva ad osservare tutto. Pensò che gli sarebbe piaciuto vivere in quella costruzione ma era solo uno dei poveri paesani che svolgeva un pesante lavoro manuale, seppur avendo solo 19 anni, aiutava la sua famiglia, o meglio sua madre. Il padre ormai in guerra da quando Frank era solo un bambino, ricordava poco e niente di lui, lo immaginava fantasticando sui racconti della madre che spesso si fermava a parlare di lui sperando, un giorno, del suo ritorno sano e salvo. Come avrebbe potuto luo vivere in un luogo del genere? Non si soffermava lì solo per il giardino, le fontane e gli alberi di verie forme, c'era qualcos'altro. Qualcuno. Lo guardava passeggiare per i giardini, talvolta lo guardava affascinato mentre svolgeva la sua sessione pomeridiana con il suo maestro allenarsi con la spada, era agile, bello. In paese aveva sentito dai pettegolezzi delle donne del mercato il suo nome, il figlio del duca, Gerard. Quel nome gli si addiceva perfettamente, elegante come lui. Si era ritrovato spesso a fantasticare su quel nome e anche sul proprietario del nome, insomma, era pur sempre un ragazzino! Il corpo di Gerard era in completa armonia con quel luogo, il fisico asciutto, capeli neri fino le spalle, naso all'insù, anche le sue movenze. Avrebbe tanto voluto poter ammirare i suoi occhi per scoprirne il colore, oh, sicuramente erano fantastici. Anche ora Frank lo stava fissando. Tanto. Era lì, stava parlando con il duca o meglio con suo padre. -Dovrai essere impeccabile figlio mio, sai quanto ci tengo che ti appaia in modo regale, devi essere all'altezza. Ci saranno anche altre famiglie alquanto importanti- spiegò al ragazzo, che sembrava non poco annoiato -Certo padre come vuole, cercherò di prepararmi come desidera- L'uomo gli diede una pacca sulla spalla, in segno di apprezzamento alla sia risposta e con un cenno del capo se ne andò lasciando il ragazzo da solo. Ci sarebbe stata una festa di corte nei prossimi giorni, Frank lo sapeva. Ovviamente i paesani non erano invitati, di conseguenza nemmeno lui. Peccato, pensò. Ma cosa stava succedendo, uno stupido uccello si era posato sulla testa di Frank, cazzo quanto li odiava. Nel momento esatto in cui volò via il ragazzo cadde a terra per lo spavento, creando un tonfo che solo un sordo non avrebbe sentito. E ovviamente Gedard non era sordo. Si girò in quel preciso istante ma Frank era ancora coperto dall'albero e le varie piante. "Adesso verrò scoperto e mi farà arrestare merdamerdamerda" pensò Frank cercando di stare fermo per non farsi sentire ulteriormente, ma Gerard già si staba avvicinando al diretto interessato. Camminava piano, con cautela, quasi avesse paura, fino ad arrivare al alle inferriate del cancello e avvicinarci il viso -Chi c'è la? Non sono stupido ti ho sentito- Gerard stava parlando a lui, solo questo riusciva a pensare Frank. Ormai era inutile nascondersi, alzò la mano in segno di resa e si mise lentamente inpiedi sotto lo sguardo attento dell'altro. Era anche più basso, bella merda, imbarazzate. -Allora?- -Mh?!- rispose Frank, facendo finta di nulla -Cosa vuoi? Parlare con mio padre e lamentarti di qualcosa? Entrare a palazzo e rubare un quadro o un ritratto per fare soldi vendendolo?- Frank lo guardò senza dire nulla, pensava solo al bellissimo colore dei suoi occhi, poi si risvegliò -Io..no!- non aveva nessuna intenzione di essere preso per un ladro -Dovrei crederti?- -Bhè, non vedo perchè non debba credermi- Una risatina uscì dalle sue labbra -Non parlarmi con il voi, sono pure sempre un ragazzo, non voglio essere chiamato con titoli importanti- Solo un flebile "oh uscì dalle labbra di Frank e Gerard gli fece segno di entrare..cosa? -Ovviamente non qui, vieni all'altro cancello, quellp dall'altra parte della reggia, qui ti vedrebbero tutti- sussurrò e si avviò Wow, cioè, era confuso, sconvolto forse, ma andò lo stesso, forse voleva farlo arrestare, aiuto no, non poteva essere. Gerard già lo stava aspettando, prese delle chiavi dai pantaloni neri di raso che indossava e lo fece entrare, gli prese la mano per non farlo inciampare. La mano. Contatto fisico. Addio cervello do Frank. -Tu sei?- sussurrò -F-Frank- -Seguimi e non farti vedere, ah e penso sia inutile dirti il mio nome, lo conosci già- gli raccomandò sorridendolo. Che sorriso gente. Lo portò in una parte de giardino che non aveva mai visto, era, se possibile, più bello dell'altro. C'era anche una fontana da questa parte. Erano al retro della reggia, quasi sicutamente nessuno li avrebbe visti, non c'erano neanche le guardie. Ok forse non voleva farlo.arrestare come aveva pensato. Lo fece sedere sotto un albero e lo guardò -Cosa ci facevi lì fuori?- chiese Gerard facendogli prendere un quasi-infarto -Io..io..mi piace tanto qui, non è la prima volta che fisso l'interno- confessò Frank abbassando il capo -Non è poi così bello sai? C'è un prezzo da pagare per tutto questo e sai, essere il figlio di un duca non ti da molta li libertà- aveva un sorriso amaro sul volto -Sono sotto il controllo di mio madre, vuole che sia perfetto, che abbia un comportamento non da meno e sento troppe pressioni- -Solite cose da principessine in crisi insomma- scherzò Frank, cercando di non farlo rattristare su quell'argomento e ci riuscì -Insomma, si, ci hai beccato in pieno!- rispose con una risata -Felice di averti fatto sorridere- Si bloccò, spense la sua risata cristallina e lo guardò -Nessuno ci ha mai provato, a farmi sorridere intendo- -Peccato, hai un bel sorriso, non sanno cosa si sono persi- portò una mano alla bocca, non si era reso conto di vosa avesse detto, oddio. Fu un attimo. Lo baciò. Gerard lo baciò, un bacio casto a fior di labbra. Frank ne rimase turbato, non che gli fosse dispiaciuto, anzi ma, perchè? -Grazie- -G-grazie?- chiese Frank turbato -Sei il primo che si interessa realmente a me, okay neanche ci conosciamo ma, si grazie- gli sorrise, di nuovo. Frank non potè resistere, lo baciò, ma il bacio fu più profondo stavolta. Gerard non lo respinse, anzi, partecipò con piacere a quel gioco di lingue. Si staccarono e Gerard lo guardò, sembrando dispiaciuto da quellp che avrebbe detto da li a poco -È meglio che te ne vada ora, prima che qualche guardia ti scopra- Frank gli sposto dei ciuffi che gli erano ricaduti sul viso durante il bacio -Potrò ritornare?- -Quando vuoi, devi ritornare, te ne prego- gli strinse la mano, in tutta risposta Frank lo baciò. Sempre per mano Gerard lo accompagnò al cancello dal quale era entrato, prima di salutarlo si scambiarono un ultimo bacio e se andò. Quando si voltò indietro Gerard era già scomparso.
  
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