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Autore: EkiDra    22/09/2013    9 recensioni
Tratto dal primo capitolo.
-Ma dove hai la testa?-Dissi in tono molto sgarbato.
-Dove l'hai messa tu!- Ma come osa, e pensare che è lui ad avere torto.
Ecco l'atteso capitolo di "Tu che mi attiri".
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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L'incontro




Fin dalla mia nascita, non sono stata una ragazza molto fortunta.
La mia casa si trovava su una piccola collina.
Circondata da alberi.
La casa della mia famiglia non era una delle più prestigiose, contando che da quando è morto mio padre, mia madre non ha fatto altro che lavorare presso lussuose case come cameriera.
Il lavoro non è quello che mi preoccupa, è del proprietario.
Un lurido e maligno uomo.
Che non fa altro che chiedere la mia mano.
Ma che io prontamente rifiuto.
Non sposerò dicerto un uomo senza cuore, malvagio e spietato che uccide anche i suoi inservienti.
Per fortuna a mia madre non le nuoce, perché sa che se anche la tocca, può dire addio a me e a quello che io posso offrigli, cioè una mucca.
Vi state chiedendo in che epoca io mi trovi?
Beh, nell'antica Grecia.
Dove si credeva nell'ugualianza tra cittadini, ma soprattutto tra uomini e donne.
Cosa che non è mai successa.
Almeno è quello che mi racconta mio nonno.
Già, parlando di lui, sapete, abbiamo anche un tempio, è anche con quello che ricaviamo un po' di soldi.
Si trova su una collina a picco sul mare.
Dedicato al Dio della Guerra, Ares o almeno è così che lo chiamiamo noi.
La mia famiglia è composta da quattro componenti: mia madre, mio nonno, il mio caro fratellino Sota e io, Kagome Higurashi.
Nussuno di noi, a parte il nonno, ha mai avuto un'istruzione.
Dicono che la scuola è una cosa per le persone più colte.
Ma quello che penso io è che la scuola sia per le persone che hanno i soldi.
Un'altra cosa che non vi ho detto è che qui tutto ha un prezzo.
Anche le persone, che vengono vendute come schiavi.
Ogni giorno vado a pregare al tempio.
Spero sempre che non ci succeda nulla di tutto questo.
Alle volte, quando sono a pregare, sento delle voci.
Parlano di come poteva essere il mondo senza gli uomini.
Che il loro fratello ha fatto uno sbaglio a crearli.
Un giorno ho perfino sentito una presenza.
Mi sono girata di scatto, ma non ho visto nulla.
Da quel giorno smetto di interessarmi a quelle discussioni "Divine" o come le chiamo io.
E ora sono qui al tempio, che osservo il sole scomparire dietro il mare.
So-Sorellina! Sorellina!- Mi sentii chiamare.
K-Sota, cosa c'è?- Chiesi continuando a guardare il mare.
S-La mamma, non è ancora tornata!- Mi disse preoccupato.
K-COSA?!- Gridai girandomi verso di lui con un viso che dava segno della mia più completa preoccupazione.
S-Il nonno pensa che le sia successo qualcosa di brutto, sta andando a controllare.- Mi rivelò.
K-Corri dal nonno e digli che andrò io.- Gli ordinai cominciando a correre in direzione del centro cittadino.
Non avrei fatto in tempo a tornare a casa, convincere il nonno a lasciarmi andare e prendere un cavallo.
Decisi quindi di prendere una scorciatoia, che mi avrebbe portata in piazza molto prima.


*************


Non ne potevo più di tutta questa puzza di umano.
Non capisco perché mio padre abbia creato questi cosidetti animali o come si definiscono loro "Umani".
Ho appena finito una guerra, che si è conclusa con una pregiata e bellissima sanguinosa morte da entrambi i regni.
Solo due vincitori, Ecos, un uomo qualuncue, pregiato dagli Dei e io, Inuyasha, il Dio della guerra, o come mi chiamano loro, Ares.
Il poveretto non sa nemmeno che sono stato io a dargli la forza, la carica, ma soprattutto la fortuna, per vincere questa guerra.
Decisi che prima di ritornare all'Olimpo mi sarei fatto una piccola camminato per il centro cittadino di Atene e perché no, sarei andato anche a visitare il mio tempio.
Non ricordo chi lo custodisce...un certo Higurashi.
E ora mi ritrovo a camminare nel buio.
Ma non ho di certo paura.
Mi sono perfino camuffato da un ragazzo qualunque per non dare troppo nell'occhio.
Le persone non farebbero di certo caso a una persona con un mantello e un capuccio in testa.
Se scoprissero il mio vero aspetto credo che mi farebbero camminare sull'oro colato.
Con questi pensieri giro un vicolo, ma immediatamente mi ritrovo con il sedere sulla dura pietra che ricopre la strada.
?- Ma si può sapere dove hai la testa?- Mi disse la persona difronte a me.
I-Dove l'hai messa tu stupida!- Dissi in tono molto sgarbato alla ragazza in questione.
Ma faccio appena in tempo ad alzare lo sguardo su di lei, che il mio cuore si placa.
Era mai possibile una bellezza del genere?
Nemmeno Kikyo, la Dea della bellezza e dell'amore, era così bella.
Capelli neri come le piume di corvo.
Pelle così chiara che poteva essere paragonate a un nobile romano.
Corpo esile, così esile che verebbe voglia di proteggere.
Il viso, contratto in un espressione di pura furia, le colorava le guancie di un tenue rosso, le labbra carnose ricurvate verso il basso e gli occhi...cioccolato puro; così caldi che potrebbero fare sciogliere la morte stessa.
Non avevo mai visto nulla del genere.
Di tutte le donne che mi sono fatto, nulla mi aveva attratto tanto.


************


Ero quasi arrivata alla piazza che mi avrebbe condotta a palazzo Sengoku.
Mi sarebbe bastato girare l'angolo.
Ma una figura incappucciata mi viene contro, procurandomi così un gran male alle natiche per colpa della caduta e un gran ritardo dei piani.
K-Ma si può sapere dove hai la testa?- Chiesi in modo molto sgarbato, sperando che almeno mi chiedesse scusa.
Ma evidentemente gli Dei hanno qualcosa contro di me.
?-Dove l'hai messa tu stupida!-Mi urla lui.
Ma come si permette di darmi della stupida, se quello ad aver trorto è lui.
Ma appena alza il viso, mi blocco.
La sua bellezza era paragonabile a un Dio.
Corpo robusto, nascosto sotto il mantello.
Il viso aveva dei lineamenti duri, ma che conservano ancora quelli di un ragazzino.
Labbra carnose.
Gli occhi potevano essere neri, ma con le luci delle locande vicine, parevano con sfumature violacee.
E i capelli lunghi, che arrivavano oltre la schiena, di un intenso nero.
Penso che ci saremmo guardati per interminabili minuti.
Il suo sguardo perso nel mio, come il mio nel suo.
Come una saetta mi risordai della scomparsa di mia madre.
K-Scusami.- Gli dissi porgendogli la mano, che lui accettò.
K-Mi dispiace, ora devo andare. Arrivederci.- Dissi superandolo.
?-Aspetta!- Mi disse.
?-Come ti chiami?- Mi chiese.
K-Kagome, Kagome Higurashi.- Gli risposi.
?-Arrivederci signorina Kagome- Mi disse inchinandosi leggermente, come si fa con i nobili.
E così come era apparso, scomparve nell'ombra.


Ciao a tutti.
Rieccomi qui con l'atteso primo capitolo di "Tu che mi attiri".
Non sono molto convinta di questa ff e spero che nelle recensioni mi scriviate il vostro parere.
Detto questo vi lascio
Baci Rachy_Chan

  
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