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Autore: Road_sama    22/09/2013    4 recensioni
[Fanfic sospesa fino a che non mi tornerà l'ispirazione giusta. Chiedo scusa a tutti i lettori che aspettano un aggiornamento da un bel po' di mesi, ma ho troppe cose per la testa in questo periodo. Spero di riprendere in mano la fic presto.]
Questa è la prima long fic in questo fandom quindi fatemi sapere cosa mettere a posto!
I Perfect Maker sono una piccola band europea, arrivata in California da poco per fare una serie di concerti. Non sanno ancora cosa vuol dire essere delle star e non sanno nemmeno cosa possono diventare i Paparazzi per loro. Sarà proprio questa piccola avventura ad insegnarglielo e a cambiarli per sempre.
Buona Lettura!
/UsUk//GerIta//Spamano//Franada//PruHun//accenni AusHun/InghilterraxIrlanda/
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Buonasera a tutte quelle che in questa domenica sera sono sveglie a leggere storie su efp e casualmente troveranno dopo anni luce il mio aggiornamento a Paparazzi. Ehehe perdono, ma tra fine vacanze, compiti di un’intera estate da fare in tre giorni e inizio scuola T.T mi sono trovata abbastanza in alto mare!
Quindi, dopo essermi fatta una maratona di due giorni per scrivere questo capitolo ho deciso di pubblicarlo subito senza esitazione yay! *aura sbrillucicante e musichetta di sottofondo*
Buona Lettura fedeli lettrici! Vi lovvo (
?) tutte! (scusate la frase tremendamente truzza, ma quando si parla di love…si parla di love!)
 


Il bene e il male
 
 
-Stupido yankee muoviti a prepararmi quel te.-
-Scusami se non sono pratico della vostra robaccia inglese.-
-Robaccia inglese? Bada a come parli ragazetto.-
-Non sembravi triste, sta mattina, quando eri beatamente accoccolato su di me!- ghignò l’americano.
L’inglese arrossì violentemente.
-Quello che faccio quando dormo non lo faccio consciamente.- disse con una finta noncuranza mentre incrociava le braccia al petto.
-Si, si ovvio, my lord.-
-Smettila di chiamarmi co-
-Buon giorno!- dalla porta principale i due fratelli Vargas fecero la loro entrata.
-Ragazzi! Mi sembrate contenti sta mattina!- urlò di rimando l’americano.
-Vee!- Feliciano si avvicinò ad Alfred –Ho passato la notte con Lud!- disse ammiccando.
-Hai capito Feliciano!- disse accarezzandogli i capelli.
-Tsk, ma per favore! Questi teatrini sono orrendi.- intervenne acido Arthur.
-Scusatelo, non ha ancora preso la sua dose mattutina di teina è ancora un po’ intrattabile.- ridacchiò Alfred procurandosi un’occhiataccia da parte dell’inglese.
-Ma dimmi, te Lovino…com’è andata con Antonio?-
-Chi ve lo dice che fossi con Antonio?!-
I presenti ignorarono la risposta dell’italiano e rimasero ugualmente in attesa.
Lovino sbuffò.
-Sono fatti miei e non ho voglia di dirvi nulla.- incrociò le braccia.
Grande errore.
-Fratellone! Ma quello…!- disse Feliciano.
-Quello è…- proseguì Arthur.
-Un anello!- concluse Alfred.
L’italiano divenne rosso come un pomodoro.
-No, non è affatto com-
Feliciano era in lacrime e nel frattempo si era appiccicato a Lovino.
-Vee! Il mio fratellone si sposa, vee!-
-No, non è com-
Alfred gli era andato vicino e ora gli stava depositando delle pacche amichevoli sulla schiena.
-Congratulazioni  Lovino! Pronto a fare il grande passo con uno caliente come Antonio, bravo!-
-Ma..?! Non è com-
-Spero almeno che tu ci abbia invitato!-
Ora anche Arthur si era girato a parlargli.
-Cazzo volete smetterla?!- ringhiò il meridionale zittendo gli altri.
-Vee! Dobbiamo dirlo a Matt e ad Eliza!- disse Feliciano al settimo cielo.
-Ehm…ho sentito tutto, congratulazioni Lovi- una voce timida si fece largo da un angolino impreciso della cucina.
-Ma da quanto sei qua?!- chiese Arthur sconvolto.
-Da prima di voi.- sorrise il canadese.
-Uhm…-
-Vee! Vi preparerò una buonissima colazione! Sedetevi, forza!-
 
-Quindi, quando vi sposerete?- disse Arthur con finta noncuranza
-Che cazzo ne so..!- borbottò sempre più rosso Lovino.
L'inglese sbuffò.
-Pensavamo quando finisco il tour in America!- urlò alla fine bevendo il succo di mele che Feliciano aveva poggiato sul tavolo.
-E ci inviti vero?- sorrise Feliciano.
-Ma che ne so… non so niente! Chiedetelo a lui e lasciatemi in pace, cazzo.-
Feliciano sospirò. -E va bene, ho capito...cambiando discorso…Matt?-
-Sono qui.- all’improvviso al fianco di Alfred apparve Matthew.
-Ah eccoti! A te com’è andata.-
Il canadese arrossì lievemente.
-Beh, penso di stare insieme a Francis anche se non abbiamo ancora fatto nulla di particolare..- disse con noncuranza.
Arthur ed Alfred rimasero a bocca aperta.
-Hai fegato, amico!- disse l’americano sorseggiando il suo caffè.
-Con quella rana! Che schifo.- sibilò l’inglese.
-Vee, Matthew…sai che assomigli molto ad Alfred.-
Tutti i presenti presero ad osservare i due interessati.
-In effetti l’avevo notato anche io il primo giorno che vi ho visto suonare..- disse l’americano azzannando un muffin.
-Però abbiamo un carattere molto diverso- sorrise il canadese.
-E poi è impossibile un legame visto che sono nato in America e poi i miei genitori si sono trasferiti in Canada.-
Dopo qualche secondo si accorse di quello che aveva detto.
-I-Io…-
-Qual’era il cognome di tua madre?- chiese ad Arthur ad Alfred.
-I-Io non mi ricordo…lei è emigrata in Italia moltissimo tempo fa…ero molto piccolo.- l’americano prese a fissare Matthew.
-Io non mi ricordo…solo di essere cresciuto con mia madre fino alla sua morte. Non ho mai conosciuto mio padre…-
-Io sono vissuto con mio padre!- urlò Alfred.
I due ragazzi si guardarono, poi l’americano prese l’altro con le dita per le guance. Cominciò a strattonare le due estremità.
-Come fai ad essere mie fratello…?-
-Lascia-ami- protestò il più giovane.
-Io non mi ricordo nulla!-
-C’è solo una cosa da fare.- Arthur sbatté le mani sul tavolino. –Andare in biblioteca a consultare gli alberi genealogici.-
-Niente test del DNA?- chiese speranzoso Alfred.
-No.-
 
-Antonio! Mon ami!-
-Francis! Come va?- chiese allegro lo spagnolo.
-Direi molto bene, sai riuscirò ad ammaliare Matthew! Quel ragazzo è veramente un osso duro ma si sa che i francesi hanno un fascino tutto lor-
-Certo Francis, hai ragione.- ridacchiò Antonio.
-Piuttosto…-cominciò il biondo ammiccante –Lovino?-
-Ha detto di si!- urlò lo spagnolo.
Antonio si portò le mani alla bocca.
-Forza pecorelle, non succede proprio niente tornate a lavorare..!- Francis tornò a guardarlo.
-Gli è piaciuto l’anello?-
-Mucho- sussurrò lo spagnolo.
-Bien! Sono contento per te! Anche se quel ragazzo è piuttosto intrattabile.-
-Francis, cosa devo fare?-
Il francese rimase temporaneamente stupito, poi lo osservò furbo.
-Mi hai pagato l’anello perché non ho molti soldi. Cosa vuoi, ora, in cambio?-
Il francese sospirò.
-Voglio che tu faccia quello per cui ti pago…il paparazzo.-
-M-Ma…non è giusto…-
-Cosa?- rise debolmente.
-Francis non posso fargli questo. Sono miei amici, li conosco da un sacco di tempo e…e non ci credo che tu stia facendo il doppiogiochista in questo modo!-
-Dimmi, che cosa penderebbe Lovino se sapesse che ti sei fatto pagare l’anello? Cosa penserebbe quando dei miei “amici” venissero a riprendersi il suo bell’anello?-
Antonio strinse i denti.
-Penserebbe che non mi sono abbassato ai tuoi livelli. Accidenti non pensavo fossi così. Il mio trio non è formato da uno come te.- gli rivolse un’occhiata di sdegno, poi si voltò e uscì da quel dannato e corrotto ufficio.
 
-Yo Antonio!-
Il moro si voltò verso la voce che l’aveva chiamato. A qualche metro di distanza c’era una parte dei Perfect Maker. Tutti a parte il suo Lovino che come al solito avrà fatto l’asociale chiudendosi in camera.
-Hola ragazzi! Che ci fate da queste parti?-
-Vee, abbiamo appena scoperto che Matthew e Alfred sono fratelli gemelli separati da piccoli!-
-Mi sembravate stranamente uguali!- rise lo spagnolo.
-Che ne dici di venire a pranzo da noi?- domandò Matt sorridendo timidamente.
-Così ci dici i dettagli sulla tua proposta!- Eliza fece l’occhiolino maliziosa.
Antonio annuì.
-Volentieri! Andiamo.-
  
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