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Autore: Edward_Son 2    22/09/2013    9 recensioni
Vinnie, dietro la sua spericolatezza, nasconde ben altro. Un topo e la sua maschera.
Genere: Angst, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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  • CICATRICI -
Era passata una settimana, tanto da quando erano tornati da Marte per la loro ultiima missione sul suolo rosso.
Al “Last Chance” regnava il silenzio, nonostante fosse mattino inoltrato.  

Charlene sarebbe stata via tutto il giorno;  era andata, con Throttle, che aveva maggiore cultura di meccanica dei tre, ad acquistare dei pezzi di ricambio in una città vicina e prima di sera non si sarebbero visti.
Modo  invece era da qualche parte del garage, intento a revisionare la sua adorata moto.
Vinnie  si era alzato presto quella mattina. Gli era bastato scoccare un’occhiata al calendario perché l’umore peggiorasse di colpo.

Era quel giorno.

Ogni tre mesi, arrivava il giorno della manutenzione, se così si può chiamare ed era maggiormente turbato perché avrebbe dovuto fare da solo.
Solitamente, da quando era avvenuta la disgrazia, era Throttle ad occuparsi di curare il volto martoriato del topo bianco.
Avendo vissuto praticamente un’esistenza in mezzo a guerriglie di ogni genere, si era fatto le spalle larghe, aveva visto feriti di ogni genere e forse, lo sfregio sulla parte destra del volto era il “meno”. 
E cosi, senza mostrarsi turbato ai suoi occhi, si prendeva cura di quello sfregio che non sarebbe mai guarito.

Poi, una volta arrivati sulla Terra, se ne era occupata anche Charlene. Vinnie più volte si era opposto, non voleva turbare cosi tanto la loro amica, ma lei insistì, testarda e caparbia com’era. Non era certo rimasta indifferente a quell’orrore ma anche in quel frangente si era dimostrata per la donna forte che era.

Il topo grigio, invece, per quanto volesse bene al fratello, non era mai riuscito ad occuparsi delle ferite di Vincent, troppo sensibile per reggerne la vista. Ma nessuno lo avrebbe mai biasimato per questo.

Con passo rassegnato si recò in bagno, prendendo l’occorrente: bende e disinfettante.
Non era togliere quella maschera che lo disturbava, no. Quella parte era anche sin troppo semplice.

Il peggio arrivava dopo: quando bisognava levare le bende. Le tolse il più lentamente possibile, per evitare di venire a contatto cosi presto con l’orrore.
Aveva sempre avuto un’alta considerazione di sé, anche dopo l’incidente.
Ma quando si guardava in viso…no non ce la faceva a mantenere quell’aria spocchiosa, quasi arrogante.

L’insicurezza e la paura lo assalivano, bloccandolo. Sospirando tolse anche l’ultimo strato e soffocò un gemito di paura. Sfiorò con delicatezza quella pelle che mai sarebbe tornata come prima.
Vi spalmò un unguento, comprato da Charlene, che avrebbe migliorato, anche se non di molto l’aspetto di quella parte del viso.

Lui intanto…non riusciva ancora a credere di star facendo da solo una cosa che, per diverso tempo addietro, non  si sarebbe azzardato a fare.
Più volte Throttle l’aveva incoraggiato, spronandolo a prendersi cura di quel viso, asserendo che cosi forse la sua paura si sarebbe lenita un po’.

Non che il topo dal pelo fulvo pensasse fosse semplice, ma prima si veniva a contatto con le proprie fobie e prima era probabile che ci fosse un superamento dello shock.
Finita l’operazione si guardò, per la prima volta, serrando la presa sul lavandino. Non sembrava cosi male dopotutto…dopo che ci si faceva l’abitudine.

Prese la maschera in acciaio, e la disinfettò con cura, soffermandosi sui bordi, poi riposta su un telo, l’asciugò.  Afferrò la garza e, stando attento a non stringere troppo, l’avvolse intorno a  quella area martoriata,  andando anche dietro l’orecchio, sempre ben attento a ricoprire le cicatrici.

Una volta finito, e finalmente riuscì a guardarsi allo specchio senza sussultare, prese la maschera e la indossò. Ora che era tutto finito, si sentiva meglio.  Persino il suo umore era migliorato, e dopo  aver sistemato l’occorente per la manutenzione uscì dal bagno. 
Uscendo incontrò Modo.

“Vinnie! Proprio te cercavo”
“Si?” disse con un sorrisetto sarcastico l’altro.
“Mi spiace ricordartelo ma oggi….devi si insomma…”
L’altro sorrise sornione.
“Oh intendi quello Big Fella…bè ho già sistemato tutto!”

L’altro lo guardò boccheggiando.

“Come…sistemato tutto?...cioè..”
“Bè prima o poi doveva capitare no? Pensavo fosse peggio…” Ammise.
“Ne sono contento…oh il mio fratellino è diventato grande!”

E lo abbracciò in una morsa di acciaio.  
Era contento che finalmente l’altro avesse superato le sue paure.

“Ehm…starei soffocando….”
“Ops…” lo mollò all’istante.

Poi lo vide dirigersi verso l’uscita.

“Hei…dove stai andando?”
“A prendere un regalo per la mia sweetheart…no? Domani è il suo compleanno…”
Modo sorrise. Era tornato il solito, e ciò era un bene.

Riapparve davanti all’entrata, poco dopo, già in sella alla sua moto.
“Bhè?...che hai da guardare? Prendi la tua moto che mi aiuti a scegliere il regalo!”
“Eh…ah si scusa. Arrivo subito!” E cosi dicendo, dopo aver chiuso il garage, si avviarono per il centro di Chicago.
 
Che ve ne pare? E la mia prima Fanfiction in questo fandom e spero d aver fatto un buon lavoro.

Alla prossima! Ciao!!!
  
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