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Autore: chiarassi    22/09/2013    2 recensioni
{Pairing principali: 2min;Jongkey}
Il compito a loro assegnato sembrava semplice: trovare il traditore sarebbe stato un giochetto da ragazzi, lo avrebbero consegnato al loro capo e sarebbero tornati a svolgere i lavori che erano soliti portare a termine. O almeno così pensavano.
 
Dal capitolo terzo:
«Se questo è tutto quello che hai, sei davvero un bravo ragazzo dalle mie parti».
«Tu invece sei un vero tipaccio» lo canzonò il ragazzo caramella.
Il moro decise di sfruttare al meglio questa occasione.
«Beh, così si dice in giro. Se vuoi posso darti io la roba»
«Come ti chiami, pivello?»
«Kim Jonghyun»
«Beh, Kim Jonghyun, hai ufficialmente attirato la mia attenzione».
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Taemin era conscio della sua cattiva reputazione all'interno della sua scuola. Del resto che ci si poteva aspettare da un tipo così? Cresciuto e vissuto per stenti in una topaia, raccolto da uno sconosciuto ed obbligato a lavorare per quell'uomo. 
Anche oggi si aggirava per i corridoi ringhiando ad ogni persona che gli lanciava occhiate intimorite. Non gli piaceva quella situazione a cui però era ormai abituato, ed in qualunque caso tra pochi giorni si sarebbe trasferito a Seoul, lontano da quel posto. Fortunatamente (o sfortunatamente?) il suo 'benefattore' aveva combinato un guaio con qualcuno del posto e doveva cambiare giro, quindi anche Taemin si sarebbe spostato insieme a lui.
Tutta questa situazione non gli faceva nè caldo nè freddo. L'unica persona che gli dispiaceva lasciare era Lee Jinki: erano diventati amici dopo che Taemin lo aveva salvato da un gruppo di bulli che volevano attaccar briga. Da quel momento il più grande non si era più staccato da Taemin e quest'ultimo, dopo vani tentavini, aveva rinunciato a levarselo dai piedi. Aveva imparato ad apprezzarlo e iniziò a considerarlo alla stregua di un amico. Jinki era la sola persona ad essere rimasta vicina a Taemin anche dopo aver scoperto del suo passato, e anche per questo motivo il più grande era apprezzato non poco dal biondo. Le persone che si erano avvicinate a Taemin, conoscendolo più a fondo, si erano allontanate classificandolo come una persona da cui rimanere alla larga. Tuttavia, lui non sapeva niente di Jinki, sia per scarso interesse sia a causa del misterioso passato dell'altro, sconosciuto apparentemente a chiunque. 


Il ragazzo si fermò, guardando fuori dalla finestra e scrutando da lontano le ragazze più grandi giocare a pallavolo. Decise di scendere per guardarle, come era diventato suo solito fare per ammazzare il tempo. Non che gli interessasse la pallavolo o le ragazze che ci giocavano, gli piaceva l'ambiente che si creava nel cortile a quell'ora. Erano momenti di tranquillità che non riusciva a negarsi; erano così rari!
Uscì dalla scuola, puntò una panchina e si sedette. Era una giornata normalissima, c'era il sole e le foglie degli alberi frusciavano creando la stessa monotona ninnananna di sempre.
"Hey" esordì il ragazzo seduto accanto a lui.
"Jonghyun" sorrise Taemin ammiccando con lo sguardo.
"Si parte domani, è stato deciso" disse il moro, girandosi a guardare il profilo dell'altro, il cui sguardo vagava nel vuoto, in un punto indistinto davanti a lui "ma che te lo dico a fare, tanto so che non te ne importa niente".
Il biondo si fece scappare un risolino che confermò la risposta di Jonghyun.
Seguì il silenzio. Jonghyun era più grande ed era stato anche lui pescato dalla strada e messo al servizio del loro vecchio. Taemin invece era arrivato circa un anno dopo e Jonghyun era stato incaricato di far ambientare il nuovo arrivato, ma la loro relazione era strettamente professionale e non si potevano definire niente di più che colleghi.
Andare a scuola era un privilegio che avevano solo pochi giovani dell'organizzazione, come i pupilli del loro capo, tra cui loro, oppure i giovani mandati in missione nelle scuole.
L'organizzazione si occupava di scambi illegali di droghe, armi e bambini. Di quest'ultimi i più sfortunati venivano comprati da uomini viscidi e senza scrupoli  mentre quelli che avevano la fortuna a proprio favore riuscivano a lavorare lì oppure a scappare. Taemin e Jonghyun erano entrati nell'organizzazione come vittime ed erano riusciti a diventare parte di essa, perciò per loro l'opzione della fuga non era neppure da prendere in considerazione. L'uomo che chiamavano padre aveva sempre avuto un occhio di riguardo per i due, rifiutando cospicue somme di denaro pur di tenerli con sè. All'inizio pensarono che l'essere stati presi sotto l'ala protettrice dell'uomo più importante della loro sede sarebbe stata una cosa positiva; almeno sarebbero sfuggiti alla viscide mani di uomini adulti interessati ai loro corpi e non avrebbero rischiato neanche di essere uccisi a causa di un fallimento di una missione. Però non avevano pensato alle sue viscide mani e alle sue punizioni. Non immaginavano neanche quello che avrebbero dovuto fare durante i loro incarichi. Si erano sporcati le mani e avevano macchiato la loro coscienza. Con il tempo avevano capito che quello in cui vivevano non era un mondo in cui potersi fare degli scrupoli. Da questo dipendeva infatti l'esito delle missioni affidate, poiché il loro fallimento poteva causare la loro scomparsa: nell'organizzazione, chi si rivelava troppo poco produttivo e inutile, alla fine di ogni mese veniva convocato in una stanza su cui circolavano strane voci. Si diceva che ogni qualvolta un ragazzo venisse chiamato in essa non tornasse ed i più grandi si divertivano ad azzardare ipotesi sulla loro scomparsa per spaventare i più ingenui. Si sospettava che venissero uccisi per la compravendita illegale di organi o venissero venduti a qualcuno di molto importante.  Come tutti gli altri, anche Taemin e Jonghyun con l'avvicinarsi della fine del mese cercavano di dare il meglio di loro stessi in ogni cosa pur di non condividere la sorte dei precedenti malcapitati. 
Taemin fece per parlare ma si ritrovò sommerso da un'orda di ragazze urlanti. Si erano tutte catapultate addosso al più grande, facendogli complimenti e accarezzandogli il viso e le braccia. Mentre il biondo si irritava l'altro sembrava godersi tutte quelle attenzioni, distribuendo sorrisi alle povere fanciulle che cercavano di coccolarlo. Taemin sbuffò attirando l'attenzione di una di esse. Gli occhi di lei guizzarono dal volto di uno a quello dell'altro, evidentemente non si era accorta di lui prima.
"Su, Jjong, presentaci il tuo amico!" disse suscitando gli urletti concitati delle altre.
"Oh, lui?" esclamò Jonghyun sgranando gli occhi e cingendo le spalle dell'amico con il braccio "lui è Lee Taemin ed è lieto di fare la vostra conoscenza".
"Estasiato" sussurrò Taemin con fine sarcasmo.
A quanto pare la ragazza non lo colse e gli allungò la mano. 
"Io sono Da Heun" urlacchiò saltellando insieme alle amiche. La guardò di sfuggita in viso non potendo fare a meno di pensare che era frivola e uguale a tutte le altre ragazze che le stavano intorno. Voltò la testa dall'altra parte ignorandola e non afferandole la mano, rimasta appesa nell'aria.
Da Heun, che nome banale. Decisamente non degno della sua attenzione.

 
*   *   * 



 
Note: 
Salve a tutti. Premetto, per giustificarmi, che è una delle prima fanfiction che pubblico. Ero molto indecisa sul farlo o no (sono infatti passati almeno 8 mesi), ma grazie alla mia cara cugina mi sono convinta. Siate clementi, rispetto a questi primi capitoli ho cambiato molto il mio stile, immagino che (sempre se qualcuno inizierà a seguire la storia) ve ne accorgerete con l'avanzare dei capitoli. Sto scrivendo questa fanfiction da molto tempo, quindi se ci fosse qualche errore, sia rispetto alla trama o qualsiasi altra cosa, fatemelo notare, HAHAHAAH. 
Quindi, grazie per aver letto il primo capitolo (LO AVETE FATTO, GIUSTO?) e spero continuate a seguire la storia. E naturalmente recensite! E poi, qualche buona anima, sa per caso come mai non il sito non riesce a prendere le '<<' ed elimina i dialoghi all'interno di esse? Che pizza. Ciao ciao :) 
  
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