Vegeta non era abituato ad essere respinto. Lui era un sayan, lui era il principe della razza più feroce dell'universo e una misera donna umana si era permessa di respingerlo. Lui aveva poggiato le labbra sulle sue e lei per tutta risposta non solo si era allontanata ma gli aveva anche piazzato una cinquina sulla guancia destra.

Stupida donna, non sapeva davvero a cosa andava incontro, stupida davvero, adesso avrebbe saggiato tutta la sua ira. Lui era il principe dei sayan e tutti dovevano ubbidirgli.

Lui l'avrebbe cercata, l'avrebbe sicuramente trovata in laboratorio, immersa tra quegli odiosissimi marchingegni di sua invenzione, sì, l'avrebbe trovata e l'avrebbe fatta fuori. La morte era senza dubbio la punizione ideale per un simile affronto.

Vegeta camminò per i corridoi della Capsule Corpration fino ad arrivare alle porte dei laboratori della scienziata.

Entrò senza bussare, spazzando via la porta. La vide voltarsi verso di lui, serena, impassibile, non un fremito di paura nei suoi gesti, non un minimo sentore di terrore, non un attimo di titubanza.

Lei camminva fiera verso di lui e sulle sue labbra si leggeva chiaramete un ghigno soddisfatto.

"Cosa c'è Vegeta, sei forse venuto qui per riprovarci?" Chiese lei sprezzante del pericolo che stava sfidando.

"Tu stupida donna, vieni immediatamente qui ed inginocchiati ai piedi del padrone dell'universo!" Vegeta pronunciò la frase d'impeto, senza pensarci molto, se solo si fosse fermato un attimo a riflettere non avrebbe mai pronunciato quelle parole, quello era un gergo tipico di Freezer, non suo.

La bella scienziata scoppiò a ridere, sembrava sinceramente divertita in quel mometo.

Lui si fermò un attimo a pensare che mai come in quel momento l'aveva vista tanto bella e suadente.

Lei non parlava e continuava la sua lenta avanzata verso di lui.

" Ho detto inginocchiati donna!" proruppe lui ai limiti del crollo nervoso, non sapeva davvero come fronteggiare quella donna, voleva ucciderla, fino a pochi minuti prima avrebbe voluto ucciderla ma adesso, adesso era diverso, la sua spavalderia e la sua sprezzanza lo eccitavano da morire.

Bulma arrivò di fronte a lui, gli era talmente vicino che i suoi seni sfioravano il petto scolpito di lui. Lei lo guardava fisso negli occhi, l'espressione era quella di un guerriero abituato a non perdere mai. Lui si perse per un attimo in quello sguardo turchino poi il suo esser uomo prese il sopravvento e le prese il viso tra le mani intrappolandola in un bacio violento e passionale.

Vegeta la baciava in modo selvaggio, animale quasi, cercava la sua lingua, ci giocava, faceva aderire i loro corpi in un modo che mai prima di allora avevano provato.

Quel bacio era strano, era diverso da quelli entrambi avevano precedentemente dato. In quel bacio c'era la soddisfazione di una sfida appena comiciata e di dubbio esito, in quel bacio c'era la passione che solo due come loro avrebbero saputo riversare.