Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: September_39    23/09/2013    2 recensioni
"Blaine.
Potresti spiegarmi, di grazia, cosa diavolo sia questo assegno da undici dollari e novantacinque centesimi intestato a tuo nome?"
Seblaine Events! Seblaine Sundays! Seblaine Challenge!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Seblaine Sundays'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa Fanfiction è in risposta alla sfida lanciata da Medea00 sul gruppo Seblaine Events.

'Blaine.'

Ecco. Blaine lo sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Sebastian entrò nella stanza con un'espressione allibita, mentre teneva in mano un foglio di carta rettangolare.

'Potresti spiegarmi, di grazia, cosa diavolo sia questo assegno da undici dollari e novantacinque intestato a tuo nome?'

 

Dovete inserire questa frase nella fanfiction. Ovviamente, rendendola coerente con la trama xD Cos'è quell'assegno? Un acquisto nascosto a Sebastian? Uno stipendio detratto di tutte le tasse?

 

Divertitevi :D”

 

 



 

‘Blaine.’

Ecco. 

Blaine lo sapeva che prima o poi quel momento sarebbe arrivato. Sebastian entrò nella stanza con un'espressione allibita, mentre teneva in mano un foglio di carta rettangolare.

'Potresti spiegarmi, di grazia, cosa diavolo sia questo assegno da undici dollari e novantacinque intestato a tuo nome?'

 

Maledizione.

Perché era sempre così disordinato?

Aveva passato tutta la mattina a cercare quello stupido pezzo di carta senza risultati e a Sebastian era bastato semplicemente rientrare in casa per trovarselo tra le mani.

‘Era tra i giochi di Tubby... Tu e il mio gatto siete soci in affari di cui non so nulla per caso?’ continuò l’altro senza smettere di sventolare l’assegno di fronte al suo fidanzato. 

Doveva ammettere di essere piuttosto divertito da quella curiosa faccenda Sebastian; dopo una lunga giornata in ufficio farsi una risata per l’ennesima trovata folle di Blaine era la soluzione migliore per riprendersi. Eppure quella volta qualcosa era diverso.

Blaine era diverso.

Da quando gli aveva mostrato quel misterioso oggetto incriminante si era zittito e continuava a fissarlo sbigottito, gli occhi sbarrati e la bocca semiaperta alla ricerca di parole che sembrava proprio non riuscire a trovare.

‘I-I-Io... Ecco... N-Non sono affari tuoi Sebastian ridammelo.’

Blaine si allungò per cercare di afferrare quell’assegno ma a Sebastian bastò semplicemente alzare un braccio per allontanarlo definitivamente dalla sua portata.

‘Non così in fretta tigre.’

‘E’ mio ti ho detto di darmelo Sebastian! Per favore.’ piagnucolò Blaine tentando ancora invano di recuperare quel foglietto, saltellando inutilmente.

Non era insolito che Blaine cercasse di sembrare estraneo ai fatti quando ne combinava una delle sue; era consuetudine che alle domande in cerca di spiegazioni di Sebastian rispondesse con un’alzata di spalle e poi facesse di tutto per distrarlo, per farlo pensare ad altro. 

Cosa che funzionava per qualche minuto, questioni di un’ora al massimo in cui quei riccioli ribelli e quelle labbra riuscivano a distrarre Sebastian e la sua curiosità per poi però ovviamente tornare all’attacco.

Quella volta invece Blaine sembrava solo voler far sparire le prove, senza nemmeno tentare di negare che ci fosse qualcosa da nascondere.

Non si era comportato così nemmeno quando aveva quasi bruciato la coda del gatto. 

Accidentalmente. 

O almeno così diceva lui.

‘Blaine.’

Sebastian lo chiamò di nuovo cercando il suo sguardo e prendendogli il mento fra le dita per impedire che gli sfuggisse di nuovo. Gli accarezzò dolcemente la guancia con le nocche della mano che ancora stringeva l’assegno e sorrise dolcemente.

‘Qualsiasi cosa tu abbia combinato questa volta non sono arrabbiato. Dimmi solo chi o cosa devo portare ad aggiustare ok?’

‘Lo vedi come sei? Qualsiasi cosa succeda deve per forza essere qualcosa di brutto! Ovviamente... Cos’altro potrei fare io se non fare qualche stupidaggine?!’ sbottò Blaine allontanandosi dal suo ragazzo e gesticolando arrabbiato.

‘Se sono tanto pasticcione o-o.. o imbranato, perché perdi ancora tempo con me Sebastian?’

‘Ehi ehi calmati adesso! Non ti sto accusando di niente... Voglio solo sapere perché qualcuno ti ha dovuto fare un assegno per una cifra così insignificante’ continuò il più alto cercando ancora di abbracciare il suo ragazzo ma Blaine continuava a divincolarsi, evidentemente furioso per qualcosa.

‘Insignificante. Certo! Cosa vuoi che siano undici miseri dollari per il signor Smythe? Sai una cosa, non tutti possono permettersi di spendere centinaia di dollari in vestiti firmati e serate a teatro Sebastian! C’è chi fatica a sopravvivere... Gente che non riesce ad arrivare a fine mese con uno stipendio, che non sa come sfamare i figli o-...’

‘Va bene va bene, il mondo è un posto brutto e triste, lo sappiamo. Ma mi spieghi adesso questo cosa c’entra? E poi scusa ma da che pulpito... Chi è qui che si fa mantenere da papà?’ lo interruppe Sebastian, mordendosi subito la lingua pentendosi per quelle ultime parole.

Sapeva bene quanto fosse un tasto dolente quello per il suo fidanzato.

Erano più di sette anni ormai che vivevano insieme a Chicago, si erano trasferiti per l’università; Sebastian aveva frequentato legge e Blaine l’accademia di arte e spettacolo.

Nessuno si aspettava che due matricole potessero provvedere autonomamente a tutte le spese, per quello all’inizio non era pesato per nulla essere mantenuti dai rispettivi genitori fuori casa; però ora che si erano laureati e avevano iniziato a lavorare Blaine odiava il fatto di dover dipendere ancora in gran parte dalla famiglia per poter pagare la sua parte di affitto.

Il praticantato da insegnate di musica era appagante, certo, amava quel lavoro, ma a differenza del prestigioso studio in cui lavorava Sebastian che gli faceva sommare al suo fondo fiduciario un bel gruzzoletto, lui doveva accontentarsi di uno squallido rimborso spese e di qualche buono pasto.

‘Blaine. Aspetta, scusa sai che non intendevo...’

Troppo tardi.

Blaine si era già rintanato in camera da letto, sbattendosi la porta alle spalle e con gli occhi già arrossati per le lacrime contro cui stava lottando.

‘Idiota’ mormorò fra sé e sé Sebastian, dando un calcio al tavolo preso dalla rabbia.

Lui e la sua boccaccia, certe volte avrebbe solo voluto tagliarsi la lingua!

‘Tesoro ti prego... Blaine aprimi’

Bussò alla porta più e più volte, mormorando scuse di ogni genere per diversi minuti ma senza ottenere risposta.

‘Amore mio ti prego perdonami, sai che non volevo dire quello che ho detto. Per favore... Apri questa porta’

Sebastian si lasciò scivolare a terra con la schiena contro quella barricata e si passò esausto una mano fra i capelli, sospirando sonoramente.

Poi finalmente sentì la serratura scattare e la porta aprirsi lentamente dietro di lui.

Non esitò un istante prima di entrare nella stanza.

Blaine si era di nuovo seduto sul letto a gambe incrociate, le labbra imbronciate e il viso tutto rosso come ogni volta che aveva pianto.

Questa volta quando il suo fidanzato lo abbracciò non si tirò indietro; al contrario si accoccolò contro il petto di Sebastian lasciando che lo stringesse a sé e gli accarezzasse dolcemente la schiena.

‘Sei subdolo. Sai che non resisto quando mi chiami amore...’ mormorò contro la stoffa del maglione di Sebastian, gli occhi socchiusi mentre respirava il suo profumo

Eccolo il suo Blaine.

Un peso enorme si sollevò dal cuore di Sebastian che strinse ancora più forte il ragazzo a sé; odiava litigare, era come se un pezzo del suo cuore si staccasse ogni volta che vedeva Blaine piangere.

‘Scusami sono un idiota. Sai che straparlo a volte. E’ solo che... Sono curioso’ spiegò prima di posare un bacio fra quei morbidi ricci scuri.

‘Lo so. E’ per questo che avevo cercato di nascondere quello stupido assegno.’

Se ne era quasi dimenticato Sebastian; quel pezzetto di carta che aveva scatenato tutto giaceva ora a terra stropicciato sulla soglia della camera.

E come lo vide, qualcosa scattò di nuovo in lui: doveva sapere.

‘Però l’ho trovato ormai. Non sarebbe più semplice se mi raccontassi tutto e la finissimo qui?’ continuò senza smettere di coccolarlo, ben consapevole di rendere il suo fidanzato molto più vulnerabile e accondiscendente mentre distratto da tutte quelle attenzioni.

Come a dimostrazione, Blaine si rilassò completamente fra le sue braccia sospirando beato e mettendosi comodo in quell’abbraccio.

‘Prometti di non ridere?’ mormorò continuando a nascondere il suo viso.

‘Prometto di fare il possibile, sì.’

Blaine sapeva bene che non poteva pretendere di più da Sebastian, quindi si decise a parlare.

‘Sai che tra una settimana è il nostro anniversario no?’ iniziò il moro mettendosi seduto per poter fronteggiare l’altro, giocherellando con le loro dita intrecciate.

Non attese una risposta, fortunatamente non notò nemmeno lo sguardo sorpreso di Sebastian a quella rivelazione, e proseguì.

‘Ecco io... Volevo comprarti una cosa. Ma non volevo usare i soldi del mio conto, non volevo che fosse mio padre a pagarti il regalo questa volta... Volevo che fosse qualcosa che venisse direttamente da me, ecco. Con quel poco che ho messo da parte non sarei riuscito a comprarti nemmeno un paio di calzini da Gap quindi... Ho cercato una fonte di reddito alternativa.’

Si interruppe mordendosi il labbro per qualche istante, destando sempre più la curiosità di Sebastian che si stava già immaginando gli scenari più bizzarri.

‘E quindi? Ti sei messo a vedere Hot Dog al parco?’ domandò con un certo trasporto sarcastico.

‘Avevi promesso di non ridere!’

Subito Blaine lo ammonì, ma lui addolcì lo sguardo e sorrise.

‘Stavo solo chiedendo. Avanti... continua’

‘Io... Ho venduto delle cose mie. Cose che non uso più, ecco. Pensavo mi avrebbero fruttato qualche soldo in più invece ci ho guadagnato solo quella miseria’ sospirò Blaine sconsolato, lanciando un triste sguardo al suo bottino.

Nemmeno dodici miseri dollari per quei suoi preziosi averi, che per lui avevano un valore inestimabile.

Sebastian ci mise qualche istante per ricapitolare tutto quanto ma ben presto il quadro fu ben chiaro nella sua testa.

‘Quindi... Hai fatto tutto questo solo per me?’ mormorò catturando il viso di Blaine fra le mani per poterlo finalmente guardare negli occhi.

‘Sì ma alla fine ho fatto tutto per niente, cosa vuoi che ti compri con undici dollari?’

‘Testone. Lo sai che non mi importa quanto spendi per me, anzi... Non dovresti proprio spendere soldi per me! Il regalo più grande me lo hai già fatto dieci anni fa accettando di uscire con me quella sera al festival natalizio di Westerville’

Come ogni volta in cui Sebastian faceva il tenero, il che capitava davvero raramente, Blaine si sciolse a quelle parole.

‘Lo so ma... Tu mi regali sempre tante cose e io...’ 

‘E tu mi rendi ogni giorno più felice, niente conta di più. Amore mio.’ 

‘Dio quanto ti amo Sebastian’

 

_____________________

 

Circa un’ora dopo e molti baci, coccole ed effusioni più tardi, Sebastian e Blaine se ne stavano stretti l’uno all’altro sotto le coperte ad accarezzarsi pigramente nel dormiveglia.

‘Blaine.’ domandò Sebastian, incerto o no sul trovare il suo fidanzato ancora sveglio.

‘Mmmh?’

‘Mi dici che cosa hai venuto per undici dollari e novantacinque centesimi?’

Ci volle qualche istante ma poi finalmente l'agognata risposta arrivò alle sue orecchie.

‘La mia collezione di papillon. Tanto tu non me li fai mai mettere, li detesti’ spiegò Blaine, sollevandosi appena per incrociare lo sguardo di Sebastian.

‘Non è vero che li detesto. E’ solo che ti preferisco con altro... Oppure con nient’altro’ mormorò facendo scorrere il suo sguardo lungo il corpo nudo dell’uomo al suo fianco.

Blaine arrossì ridacchiando divertito, colpendolo scherzosamente sulla spalla.

‘Non ti basta mai vero?’

‘Oh no. Tu non mi basti mai Anderson. E... Anzi, ora che ci penso. Credo di aver appena trovato un modo in cui i tuoi papillon potrebbero piacermi. Ne hai ancora uno da qualche parte?’

Divertito ma anche un po’ preoccupato come ogni volta in cui Sebastian aveva quello sguardo affamato, Blaine si sporse verso il comodino estraendo l’unico sopravvissuto: un papillon semplice nero a pois verdi e grigi.

‘E’ quello del nostro primo appuntamento. Mi avrebbe fatto superare i dodici dollari, ma non ce l’ho fatta a venderlo’ spiegò giocherellandoci qualche istante prima che Sebastian glielo portasse via dalle mani per legarglielo al collo.

Poi si mise a cavalcioni su di lui, scoprendo completamente il corpo di entrambi e godendosi lo spettacolo dato dal suo fidanzato completamente nudo fra le sue braccia, se non per quel cravattino.

‘Oh sì. Decisamente sì’ mormorò fra sé e sé Sebastian, decisamente soddisfatto del risultato.

Si fece un appunto mentale prima di avventarsi su Blaine e riprenderlo a baciarlo: prima cosa da fare domani mattina, ricomprare quei papillon. 

Il miglior regalo di sempre.








*toc toc*
Dopo luuunghi mesi di ritiro, ahimé, per nulla programmato e voluto, eccomi tornata.
E' veramente tanto che non scrivo quindi vi prego perdonate gli strafalcioni ed eventuali erroracci che sicuramente ci saranno .-.

Grazie a Medea per la spledida sfida, impossibile non coglierla al volo :D

A presto genteeeee!


P.S. Sì, Sebastian ha un gatto che si chiama Tubby, ovvero il diminutivo di "Tubbington", perché chi ha già letto qualcosa di mio sa quanto io sia malata di questa stravagante coppia <3
E boh.... non so perché ho dovuto specificarlo... Ma ormai è tardi! Pazienza!

baci baci :*

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: September_39