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Autore: Edelvais    23/09/2013    3 recensioni
[ Jareth/Sarah | One shot | post-Labyrinth ]
« Vuoi andartene così presto? Eppure credevo avessi desiderato questo momento con tutta te stessa » continuò lui, in tono carezzevole. « Rinunci così facilmente ai tuoi sogni, Sarah? »
« Non venirmi a raccontare che tu sei venuto fin qui soltanto perché l'ho desiderato io » lo rimbeccò lei.
« No, infatti. Sono venuto qui perché lo desideravo anch'io ».
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jareth, Sarah
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Underground'
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Dancing Queen



 
 
Terzo anno di liceo, ballo scolastico. Tutte le ragazze della scuola erano letteralmente in fibrillazione e Sarah avrebbe scommesso la testa che avevano cominciato a cercare l'abito perfetto due mesi prima di quella fatidica sera.
Lei proprio non riusciva a capirle. Sarà che le feste scolastiche non l'avevano mai entusiasmata più di tanto, sarà che, da quel giorno di due anni prima, non aveva più voluto mettere piede in pista da ballo... In ogni caso, Sarah Williams avrebbe tanto voluto zittire tutte quelle oche che camminavano - o meglio, saltellavano - per i corridoi della scuola, discutendo con voce stridula ed emozionata su chi sarebbe stata la coppia di Re e Reginetta del ballo di quell'anno.
No, non le capiva e mai le avrebbe capite. L'unica certezza che aveva in quel momento, mentre varcava la soglia della classe di filosofia, era che non avrebbe mai ballato con nessuno. Nessuno che non fosse lui.
Inaspettatamente, una voce familiare la destò da quei pensieri nostalgici. « Sarah, vieni qui! » la richiamò da un banco in fondo alla classe una ragazza minuta, dai capelli corti e neri.
Sarah si diresse verso di lei e si accomodò al suo fianco, cominciando a tirare fuori i libri dalla borsa.
« Ciao, Amy. Allora, pronta per il grande giorno? » domandò Sarah, sorridendo distrattamente.
Gli occhi di Amy si illuminarono di colpo. « Oh, non sai quanto ho aspettato questo giorno! » rispose eccitata. « Non vedo l'ora che Mike mi passi a prendere! E tu con chi andrai al ballo? »
Sarah s'incupì. « Nessuno mi ha invitata ».
Amy aggrottò le sopracciglia, perplessa. « Ma come? Guarda che non me la racconti giusta; l'altro giorno ho visto Rory infilare un biglietto d'invito nel tuo armadietto ».
Beccata, pensò Sarah, amareggiata.
« D'accordo, d'accordo. Ho ricevuto quattro inviti ma li ho rifiutati tutti » confessò a testa bassa. Sperò con tutto il cuore di non dover spiegare a Amy il motivo di questa sua ostinazione, perché era sicura che non le avrebbe creduto nemmeno per un secondo.
Inoltre si sentiva in colpa per quei poveretti che, una volta al ballo, l'avrebbero vista tutta la sera a chiacchierare con un gruppo di amici, nonostante avesse detto loro che aveva già un accompagnatore.
« Perché? » Ecco, appunto.   
Sarah sbuffò. « Non mi va di andare al ballo in coppia. Ci andrò da sola ».
« Da sola? Ma sei impazzita? È una cosa insensata andare al ballo di fine anno da sola; te ne starai tutto il tempo seduta? » la rimbeccò l'altra.
« Sai cosa ti dico? Hai ragione, credo proprio che non ci verrò » replicò Sarah, stizzita. Semplicemente non aveva voglia di ballare con qualsiasi altro ragazzo che non fosse Jareth. Non l'aveva dimenticato e non voleva farlo.
Amy le sorrise, mortificata. « Scusa, ho esagerato. È solo che mi sembra triste che tu non voglia venire con qualcuno; e poi non puoi perderti il ballo del terzo anno! »
Sarah fece per rispondere ma in quel momento entrò il professore, richiamando a sé l'attenzione della classe.


***


Friday night and the lights are low
Looking out for the place to go
Where they play the right music, getting in the swing
You come in to look for a King


Le nove di sera; ormai il ballo è cominciato da mezz'ora, constatò Sarah, seduta sul divano in dolce compagnia di un libro e una tazza di thè. Inutile dire che, nonostante la lettura fosse la sua attività preferita, in quel momento non riusciva a concentrarsi sulle righe del tomo, lanciando continuamente occhiate fugaci all'orologio.
Forse dovrei andare, anche solo per stare un po' con i miei amici... pensò. Poi potrei andare via anche subito, in caso mi annoiassi.
Senza esitare oltre, Sarah si alzò dal divano e si diresse in camera sua, alla ricerca di un vestito decente. Alla fine, riuscì a rimediare soltanto un abitino verde chiaro, che riprendeva il colore delle sue iridi e che le arrivava al ginocchio.
Finita di prepararsi, uscì di casa  e imboccò la via a destra. Dopo aver camminato per due isolati arrivò alla scuola, dalle cui finestre al primo piano s'intravedevano le luci colorate diffondersi nella palestra.
Una volta dentro, cercò con gli occhi Amy e la trovò in mezzo alle altre coppie, che ballava aggrappata al suo ragazzo, Mike.
La vide salutarla con la mano e ricambiò sorridendo, prima di sedersi sulla panchina addossata al muro. Intravide con lo sguardo anche Logan e Finn, due dei ragazzi che aveva rifiutato e sperò con tutto il cuore che non la notassero.
Per il momento, non vedeva traccia dei suoi amici e si sentì sola, esclusa da quel gruppo di adolescenti che si divertivano come dei normali ragazzi ad un normalissimo ballo scolastico. E pensò che lei non sarebbe mai stata come loro; non era mai riuscita a riprendersi completamente dall'episodio nel Labirinto e ancora i suoi compagni di avventura tornavano a trovarla, contribuendo - seppur involontariamente - ad allontanarla dal mondo in cui lei avrebbe dovuto vivere da normale ragazza di diciassette anni.
Ma la verità era che non avrebbe trovato pace finché non avrebbe rivisto lui. Due anni prima l'aveva respinto per salvare suo fratello, ma solo in quei momenti comprendeva l'errore che aveva commesso; non aveva capito che Jareth incarnava tutti i suoi sogni e che insieme a lui - lontana da quel mondo che non le apparteneva - sarebbe stata felice.
Improvvisamente il lento che scivolava fuori dalle casse fu sostituito con una canzone che Sarah riconobbe subito: Dancing Queen degli Abba, una delle sue canzoni preferite.
Emozionata, si alzò in piedi quasi senza pensarci e chiuse gli occhi, immergendosi in quella melodia che tanto amava. Le piaceva perché le ricordava Jareth e il suo primo e ultimo ballo con lui.
Si lasciò cullare da quelle note, navigando tra i ricordi che ormai avevano preso il sopravvento sulla sua mente, e dopo poco sentì gli occhi pizzicare, colmi di lacrime nostalgiche.
« Non sarei dovuta venire qui » sussurrò mentre si asciugava le guance con il dorso della mano.
« Non dirmi che avresti preferito stare chiusa in casa a recitare » proruppe una voce fin troppo familiare alle sue spalle.
Sarah si voltò di scatto e sgranò gli occhi, riconoscendo la figura asciutta e slanciata del Re di Goblin.
« T-tu... Cosa diamine... » biascicò Sarah, tentando di esplicitare a parole la sorpresa - anche se, effettivamente, la sua espressione basita bastava a fargli capire quanto la sua presenza fosse inattesa.
Jareth sorrise sornione, porgendole la mano. « Mi faresti l'onore di ballare una seconda volta con me, Sarah Williams? »
La ragazza avvertì un tuffo al cuore. Sto sognando, vero?
Ma quando le dita della sua mano si intrecciarono a quelle del Re di Goblin mentre la sua mano la stringeva a sé, Sarah riconobbe che quella doveva essere per forza la realtà. Si spostarono lentamente verso la pista da ballo e s'immersero della mischia di coppie che già danzavano sopra le note della canzone.

Anybody could be that guy
Night is young and the music's high
With a bit of rock music, everything is fine
You're in the mood for a dance
And when you get the chance...


Sarah aveva gli occhi puntati su quelli spaiati di Jareth, che ricambiava lo sguardo con divertimento.
« Perché sei tornato? » domandò.
Il Re di Goblin sorrise. « Non potevo lasciarti ballare con qualcun altro ».
« Non avrei mai ballato con nessun altro... » confessò Sarah, lasciando la frase incompiuta.
« ... Che non fossi io? » terminò Jareth, accostando la sua fronte a quella di lei. « Che pensiero carino ».
Sarah provò ad allontanarsi da lui, stizzita da quelle parole, ma le braccia di Jareth la tenevano imprigionata a sé, senza lasciarle alcuna possibilità di fuga.
« Vuoi andartene così presto? Eppure credevo avessi desiderato questo momento con tutta te stessa » continuò lui, in tono carezzevole. « Rinunci così facilmente ai tuoi sogni, Sarah? »
« Non venirmi a raccontare che tu sei venuto fin qui soltanto perché l'ho desiderato io » lo rimbeccò lei.
« No, infatti. Sono venuto qui perché lo desideravo anch'io ».
Non appena il significato di quelle parole raggiunse la mente di Sarah, ecco che testa le cominciò a girare e il cuore a battere furiosamente nella cassa toracica, minacciando di esplodere. Jareth desiderava rivederla.
Cosa c'era di eclatante? Tutto.
Sarah no si sarebbe mai aspettata di rivederlo un'altra volta, ed eccolo che spunta al ballo scolastico, confessandole il suo desiderio di tornare da lei.
Senza dire nulla, Jareth avvicinò il viso a quello di lei e le loro labbra si incontrarono a metà strada, simbolo di quell'anelito di possesso che entrambi provavano.
Quando, dopo un tempo che a loro parve infinito, si allontanarono, Sarah appoggiò il capo sulla spalla di Jareth e si lasciò trasportare in quel ballo dalle sue braccia, sulle ultime note della canzone.
E in quel momento si sentì davvero una Regina, la sua Regina. 


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Okay, credo che prima o poi mi caccerete a pedate perché non mi sopportate più. In ogni caso, spero che questa one shot vi sia piaciuta ^^


P.s. La canzone da cui mi sono ispirata è Dancing Queen, degli Abba, di cui consiglio caldamente l'ascolto.

 
   
 
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