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Autore: Amrita    23/09/2013    1 recensioni
"«Dean? Dean, credo di aver trovato qualcosa» chiamò Sam, accovacciandosi tra gli alberi. Le ricerche svolte li avevano portati in quella foresta, silenziosa al punto che persino lo scricchiolio delle foglie sotto alle scarpe giungeva ovattato e lontano alle loro orecchie. Silenziosa da far gelare il sangue."
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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«Dean? Dean, credo di aver trovato qualcosa» chiamò Sam, accovacciandosi tra gli alberi. Le ricerche svolte li avevano portati in quella foresta, silenziosa al punto che persino lo scricchiolio delle foglie sotto alle scarpe giungeva ovattato e lontano alle loro orecchie. Silenziosa da far gelare il sangue.
«Cos'è, la tana del Bianconiglio?» chiese Dean sarcastico, indicando l'enorme buca nel terreno davanti a loro. Sam afferrò un lungo ramo da terra, iniziando a punzecchiare le pareti della fossa «Deve aver messo su qualche chiletto» disse, mentre accendeva la torcia per illuminare l'interno «E' profondo, non riesco a vedere la fine.»
Dean strizzò gli occhi per un momento, poi girò le spalle al fratello «Va bene, tu cerca di capire cos'è, io mi faccio un giro per vedere se c'è altro» disse, allontanandosi. Camminò per qualche momento, rigirando la pistola tra le mani. Poi si bloccò.
Nella quiete, si poteva sentire un rumore, l'eco di un battito. Dean si concentrò sul suono e, seguendolo, si trovò davanti ad un'altra buca, simile a quella trovata da Sam. Questa, però, non si trovava a terra, bensì in alto, su una collinetta di cui non si riusciva a vedere la vetta nemmeno alzando la testa e puntando gli occhi al cielo. Dean vi si avvicinò nel tentativo di scoprire l'origine del battito ritmico che riecheggiava leggero.
«Sammy, credo di aver trovato qualcosa anch'io!» disse, osservando la voragine. D'un tratto, una forza lo strattonò verso l'interno della buca senza via di scampo.

Sam batté ancora un paio di volte il bastone nella fossa, prima di bloccarsi.
«Dean? Tutto bene?» urlò, notando il silenzio estremo che aleggiava con incombenza.
«Dean?» chiamò ancora, stringendo con fermezza il legno e portando una mano alla pistola, lo sguardo che guizzava veloce e attento tra gli alberi. Poi, un suono sordo, e il bastone si fece più pesante. Sam abbassò lo sguardo e tese i muscoli delle braccia. Lentamente iniziarono ad emergere una giacca familiare, una camicia conosciuta, dei jeans già visti.
E poi, sangue. Sangue sul legno e sui vestiti, sulle mani, il collo e il viso. Il viso di Dean.
L'espressione vigile di Sam si tramutò in una smorfia d'orrore, non appena si rese conto che era il corpo ormai inerme del fratello quello che aveva punzecchiato con insistenza e che ora stava sollevando con forza, mentre una risata profonda iniziava a propagarsi nell'ambiente. O forse era solo nella sua testa?
Lentamente, il cielo sparì, seguito dagli alberi, le foglie e il cadavere accasciato in una posa innaturale.

Sam aprì piano gli occhi e venne investito dalle luci bianche della stanza d'ospedale. Ma la risata risuonava ancora limpida. Girò la testa con un sospiro.
«Sam, Sammy, tranquillo» canticchiò Lucifero, poggiando le spalle e la testa al muro dietro di lui con un ghigno «Era solo un brutto sogno.»
   
 
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