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Autore: JhonSokew    24/09/2013    5 recensioni
Signore e Signori questo è un Prologo. Ovvero l'inizio di qualcosa. Ecco questo qualcosa non lo troverete qui. Ma più avanti. E sarà qualcosa di grande. Concepito da due menti con idee radicalmente opposte su come scrivere di Hetalia. Ma che incredibilmente hanno saputo cooperare. Perchè? Come? Lo scoprirete.
Come dissi, questo è un Prologo, una raccolta di idee, visioni che gli autori qui presenti hanno di Hetalia e che nel migliore dei casi daranno vita a storie, nel peggiore, beh, resteranno qui, ad attendere la buona occasione.
Cari lettori e care lettrici, porgetemi orecchio... avete mai sentito parlare di Universi Paralleli?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: 2p!Hetalia, Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Osserva molteplici realtà'
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Molto piacere sono JhonSavor.
Si lo so l'autore è JhonSokew ma è perchè io e la mia collega, Sokew86, abbiamo un account condiviso per quando vogliamo scrivere qualcosa che non vada bene con i nostri temi soliti. Oppure perchè vogliamo pubblicare una storia a cui abbiamo dedicato entrambi particolare attenzione.
Almeno io l'ho intesa così (XD)
In ogni caso non vi stupite se lo stile di scrittura o l'impostazione del capitolo stesso è differente da un capitolo all'altro. Il fatto è che ognuno ha le sue tecniche. Ci mettiamo d'accordo sui cosa?, dove?, quando?, chi? (e alle volte anche sui perchè? se ci capita) ma il come?, ovvero come scrivere il capitolo che ci siamo assegnati, quello è un altro paio di maniche; ovviamente ci confrontiamo e altro.
Non partiamo in quarta a testa bassa. Non vi preoccupate. Vi rispettiamo abbastanza (XD).

Cosa stavo dicendo? Ah sì.

Scommetto che qualcuno saprà chi sono (almeno spero XD) e saprà come scrivo di Hetalia. Si, è quello che fa il puntiglioso... ma stavolta sarà diverso, almeno in parte.
Se avrete letto l'introduzione della fan avrete letto "Universi Paralleli".
Penserete che mi sia fumato il cervello. Purtroppo per voi non fumo. Però da qualche tempo a questa parte mi ha affascinato un concetto.
Il Multiverso.
Per un amante del fumetto e per uno scrittore in erba è una cosa ghiotta.
Penso che non vi sia ignoto il termine Universi Paralleli, no? Bene perchè in questa one-shot introduttiva troverete qualche spunto, qualche idea, qualche frizzo e qualche lazzo.
Non semplici What if…? anche se potrebbero essercene. Potremmo incontrare Adattamenti, Versioni Alternative, Mondi Differenti e Apocalittici… chi lo sa?
Questo è pur sempre un mondo letterario, ma è il mondo dei nostri amici di Hetalia.
Chissà che cosa gli è accaduto su certe terre? Volete scoprirlo con me?
Si?
Allora iniziamo la nostra lettura.




 
Ogni mondo è una storia a sé
 
 
 
Terra-1
 

Anno Domini 1963, 22 novembre
 
Washington D.C. Casa Bianca. Ore 13:20

 
-Signore, pensa che andrà bene?-
-A che cosa ti riferisci, Janet?-
Alfred F. Jones si trovava nel suo ufficio della Casa Bianca, proprio quello accanto alla Stanza Ovale, ed era tutto concentrato nel tentativo di trovare le parole giuste per un certo discorso che aveva in mente di esporre al Congresso.
Aveva chiesto alla sua segretaria Janet di tenersi pronta a battere a macchina non appena gli venisse l’ispirazione. Poiché sapeva che sarebbe arrivata. Lo sentiva.
E anche se fosse andata male, avrebbe sempre avuto la scusa per invitarla a pranzo.
-Potrei iniziare con qualcosa di classico come “Amici, Americani, compatrioti, prestatemi orecchio…” si potrebbe andare, no?-
Janet lo guardò stranita, battendo le lunga ciglia.
-Stavo scherzando, Janet-
La donna gli sorrise –Beh citare Shakespeare le permetterebbe di attirare l’attenzione, questo è poco ma sicuro*-
-Credi?-
America però si accorse che un ombra era scesa sul suo viso e preoccupato decise di chiederle che stesse accadendo.
-Che ti prende, sugar? Un penny per i tuoi pensieri-
-È che non avete risposto alla mia domanda, signore-
Alzò un sopracciglio –Beh più che altro ti ho risposto con un'altra domanda. Spiegami che intendevi dire-
Janet abbassò gli occhi –Mi riferivo al viaggio del presidente… Dallas… andrà tutto bene?-
America per un secondo rimase basito.
Ma reagì prontamente come aveva imparato a fare quando qualcuno cercava di prenderlo in contro-piede –Spero di si. Prego che sia così, Janet. Io… se mi passi il termine, ho ancora bisogno di lui-
La battuta strappò un sorriso alla donna –Però ho sentito che l’atmosfera non è delle migliori… il presidente Kennedy non è molto apprezzato da quelle parti-
-Il presidente è andato apposta in Texas proprio per attirare a sé più consensi possibili. Anche sua moglie è andata con lui per dar maggior risalto alla visita. Al massimo ci sarà qualche imbecille che fischierà durante il discorso. Non hai niente di cui preoccuparti.
Si sorrisero reciprocamente. Poi America schioccò le dita e parlò con un finto tono autoritario
-Orsù, ora non distraiamoci che questo discorso lo voglio portare a termine il prima possibile-
-Io sono pronta, mi dica solo quando-
America iniziò a girare per la stanza.
Era riuscito a tranquillizzare Janet ma sinceramente anche lui era preoccupato.
Jack* gli aveva detto che sarebbe andato da solo, con un piccolo seguito. Che lui invece sarebbe dovuto rimanere al campo base per gestire la situazione da lì.
E nessuna delle sue parole gli aveva fatto cambiare idea.
Ma se c’era una cosa su cui la sua segretaria aveva fatto c’entro ed era l’atmosfera che avrebbe accolto Kennedy a Dallas.
America lo sapeva bene. I suoi uomini gli avevano inviato un resoconto piuttosto deplorevole della capitale del Texas.
Bandiere issate alla rovescia, cartelloni di protesta e infamanti su Kennedy.
Per non parlare della presa a sputi con cui Stevenson* e Lady Johnson* erano stati ricevuti non molto tempo prima.
No, non era per niente una bella situazione.
Ma forse era solo un’impressione. Una brutta impressione.
Che diamine.
Erano gli Stati Uniti, non uno di quei poveri paesi sbandati in mano a dittatori e despoti, ignoranti, rozzi e guerrafondai, no?
Sarebbe andata. E JFK avrebbe vinto le elezioni.
Sarebbe andato tutto bene.
-Allora Janet, senti questa…-
 
 

Dallas. Parata presidenziale. Ore 12:30
 

La Lincoln Continental attraversava la Dealey Plaza, passando proprio di fronte al Texas Book School Depository.
Degli spari rimbombano nell'aria.

-JACK!!!-
-Signor presidente!-
 
 
 
Washington D.C. Casa Bianca. Ore 13.30.
 
 
Il tonfo sordo e gli improvvisi rantolii fecero alzare la testa a Janet.
La donna sbiancò di colpo. E le sue urla si fecero sentire in tutto l’edificio.
-Signor Jones!!!-
America era bocconi sul tappeto e respirava a fatica.
La donna gli fu subito vicino, giusto in tempo per vedergli sputare del sangue.
Cosa che la fece gridare ancora di più.
-Signor… Alfred che ti succede? Qualcuno ci aiuti!!-
Alfred si sentiva male come poche altre volte in vita sua. Era come quelle volte in cui era stato ferito sul campo di battaglia.
Sentiva come se un proittile… più di un proiettile, gli avessero attraversato le carni.
-Alfred, andrà tutto bene… andrà…-
-Che succede qui?-
Gli uomini della sicurezza piombarono nella stanza, richiamati dalle urla e non appena videro la propria Nazione in quelle condizioni ebbero un moto di sgomento.
-Che è successo? Un attentato? Un incidente?-
Janet cercò di sillabare una risposta in preda al panico
-N-non lo so! A-all’improvviso si è sentito male e… e…-
Una delle guardie si voltò verso un suo collega -Jim va a chiamare un medico presto!-
-F-fermi!-
Sotto lo sguardo atterrito dei presenti, America si rimise in piedi a fatica.
Sembrava essersi ripreso, il respirò diventava sempre più regolare, ma il suo viso era ancora smunto e provato.
E negli occhi si poteva leggere la paura. La paura di chi è consapevole di un fatto terribile.
-Dovete contattare subito il presidente… contattate Lyndon Johnson, Jacqueline… penso che sia successo qualcosa di terribile... voglio sapere che loro stanno bene-
Le guardie e la stessa Janet esitarono, spiazzati dalle richieste apparentemente stralunate dell’uomo.
-Signore…-
-Che state aspettando?-
America si mise una mano sul petto come a regolare il cuore. A contenere il panico.
-Voi… non state… siete sicuro di…-
America gli urlò praticamente contro, come una bestia ferita –Andate! Subito!-
Gli uomini corsero fuori dalla stanza dandosi reciprocamente degli ordini mentre Janet si avvicinò piano al Rappresentante, che tremava ancora, scosso da quello che gli era accaduto.
-Alfred- gli accarezzò il braccio, cercando di essere il più cortese possibile –che cosa ti è accaduto?-
America la guardò con la coda dell’occhio e pronunciò parole che sapevano di amaro
-Penso di essere sul punto… penso che qualcosa di terribile sia appena accaduto Janet-
La donna sbianco a quelle parole.
Perchè risuonavano cariche di verità.
-Penso, anzi so... che il nostro paese stia per affrontare un momento particolarmente tragico-
America le rivolse uno sguardo mesto
-Forse solo il primo di una lunga serie-



* America nella sua spiritosaggine ha adattato un celebre verso shakespeariano, sostituendo “Romani” con “Americani”.
 
* Il diminutivo di Kennedy
 
* Adlai Stevenson II, ambasciatore USA all’ONU, e famoso per la sua energica presa di posizione durante la crisi missilistica di Cuba
 
* Claudia Alta "Lady Bird" Taylor Johnson, moglie del successore di Kennedy, Lyndon B. Johnson, e all’epoca Second Lady degli USA




Angolo dell'autore:

Allora per questo capitolo si è capito che la palla sta a me. Dal prossimo, la Maestra delle Cerimonie sarà Sokew86, per il momento accontentatevi XD.
Penserete "Ma come? Ci ha fatto un pistolotto introduttivo che a momenti mettevamo la flebo per finire di leggerlo e ora ci ripropina il suo solito metodo?".
Abbiate pazienza.
Però in effetti è vero. Il primo Universo che incontriamo è il mio.
Terra-1, ospita infatti non solo questa storia su America (la prima che scrivo con lui come protagonista assoluto tra l'altro), ma anche tutte le mie storie di Hetalia che firmo con il nome JhonSavor, perchè tutte loro sono in continuity e hanno come elemento comune il "Senso Storico".
Ovvero la Storia con all'interno le Nazioni di Hetalia, privati del loro carattere demenziale e storicizzati fin dalle loro origini.
Ci sarebbero molte cose da dire su questo mia particolare interpretazione, perchè i ruoli dei Rappresentanti all'interno della società, i loro rapporti interpersonali, gli eventi che hanno vissuto sono anche molto diversi da come uno è abituato a vederli nell'anime.
Però secondo me sono interessanti anche così.
Essenzialmente posso dire questo: le Nazioni sono come delle istituzioni. Partecipano agli apparati di governo (che vari nel corso dei secoli), sono al centro della vita politica, militare dei Regni che rappresentano, e soprattutto ne Legalizzano il potere. Perchè essi sono la manifestazione fisica del popolo, a cui sono legati da un profondo legame empatico a doppio taglio.
Sono personaggi incredibili e tutti sanno chi sono. Agiscono alla luce del sole.
Se devo dire una cosa che mi è particolarmente piaciuta di scrivere in questa maniera, è stato la possibilità di sviluppare i legami di parentela che esistono e intercorrono tra vari Rappresentanti.
Va beh, vi ho annoiato anche troppo.
Fatemi sapere cosa ne pensate e per piacere leggete e commentate anche il prossimo cap. che è scritto dalla mia collega.
Una parcondicio, bilaterale XD.

Saluti e ringraziamenti: JhonSavor



 
  
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