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Autore: __Tiffany    24/09/2013    1 recensioni
Un Sehun poco propenso allo studio con l'odio verso qualunque professore.
Un Luhan troppo bello e bravo per esistere.
Piccoli desideri che fanno cambiare idea il piccolo alunno dalla lingua lunga.
E un bacio che fa perdere la testa al maggiore.
"Ti concedo un desiderio, ok?" a quelle parole il moro si risvegliò dal suo stato catatonico e prestò più attenzione, all'altro.
Luhan lo sapeva.
Batava dire quella parola magica e chiunque diventava subito attratto come le falene dalla luce; una cosa impressionante!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prima di incomminciare vorrrei dedicarla a una persona speciale e ringraziarne un'altra.
Quindi ... Ringrazio la unnie Haneul per avermi ispirato a scrivere la one-shot che è stata divisa
E ringrazio anche akima che con grande pazienza, e forza di volontà l'ha corretta e divisa in tanti pezzetti =)
Spero che la fanfiction vi piaccia e che recensirete e la seguirete in molti.
Grazie.
__Tiffany
Altra cosa. Legenda:
Luhan: Viola.




Di cose che lo schifavano ce ne erano tante, forse troppe per una sola persona.
Ora a pensarci ne avrebbe potute elencare moltissime, ma semplicemente una parola gli venne in mente, data la posizione in cui si trovava: i professori.
Di tutte le materie, età e specie.
Lo importunavano e basta, a loro non bastavano mai gli estenuanti sforzi di una persona per meritarsi un buon voto, a loro non bastava mai semplicemente.
Volevano sempre di più, sempre di più, così da potersi vantare di avere la classe migliore dell'intero istituto.
L'unica pecca per quei poveri idioti era ritrovarsi una pecora nera in classe, e qui entrava in gioco lui.
Gli importava di molte cose, tante a dir la verità, come tutti i ragazzi gli piaceva la musica, ed era anche piuttosto bravo a ballare ma, forse fortunatamente, la madre che gli diede il gene della musica si dimenticò di mettergli a fianco anche quello dell'impegno scolastico e, a detta sua, se si nasce già senza voglia di intraprendere un minimo percorso di studio è praticamente impossibile farcela in futuro.
Lui era così, senza voglie particolari, solo quella estrema rabbia che gli pervadeva il corpo ogni qual volta quella scena si ripresentava ai suoi occhi.
Maltrattamenti.
Era così che in quella scuola veniva risolta la “nullafacenza”, così chiamata da tutti i balordi che vi lavoravano all'interno.
Ogni qual volta si presentasse un ragazzo come lui: con la voglia di studio lasciata alla spalle, veniva preso provvedimento, ovvero il ragazzo in questione veniva picchiato a suon di ceffoni davanti all'intera classe, muta.
Non si sapeva nulla all'esterno, vigeva l'omertà, pena l'allontanamento dalla scuola e la messa in giro di una cattiva parola per quell'alunno con la lingua lunga.
E Sehun li odiava. Per questo e per tante altre cose, lui li odiava da morire.
"Oh Sehun, anche oggi il suo quaderno manca, perché mai mi chiedo? Non conosce forse la regola di doverne portare uno con l'attinente materia quando questa viene a presentarsi?" domandò sarcasticamente il professore mentre Sehun non muoveva un muscolo, anche quella volta non aveva fatto i compiti, non che si fosse dimenticato, lo faceva semplicemente per dispetto.
L'uomo di questo se ne era accorto ma mai occupato più di tanto, che le persone li facessero da loro o li copiassero da altri non era affar suo.
Se erano inutili li bocciava, se erano bravi se li doveva subire sino all'ultimo anno.
E poi tra questi c'erano quelli come il caro signor Oh, per lui l'argomento compiti era un qualcosa di troppo grosso e sostanzioso per poter occupare anche solo una pagina del proprio vocabolario.
"Oh Sehun vuole essere bocciato quest'anno, per caso?", Sehun si limitò ad un'alzata di spalle, pieno segno del menefreghismo.
Il professore capì perfettamente l'antifona, e impossibilitato ad attirare la sua attenzione pensò di mandarlo nell'unico posto in cui non potesse fare di testa propria.
"Vada dal preside, adesso per cortesia" e il ragazzo prese la sua roba, poca e quasi nulla vista l'assenza di “partecipazione” alle lezioni.
Si diresse verso quel corridoio tanto conosciuto, come del resto era anche la destinazione.
Il preside in questione non era altri che il suo caro zietto.
Camminò lentamente, non era stanco o sfaticato, voleva godersi l'attimo di tranquillità che avrebbe preceduto quelle, tanto note quanto imparate a memoria, ramanzine.
Arrivò ed aprì la porta ignorando chiunque in quel momento vi fosse all'interno, e si sedette sulla poltroncina adita a lui, siccome passava la gran parte delle ore scolastiche in quella stanza suo zio aveva messo una poltrona tutta per lui così da accoglierlo senza far scomodare nessuno dei “malcapitati del momento”.
"Sehun, Sehun, Sehun. Che devo fare con te Oh Sehun?" domandò lo zio, Sehun gli rivolse una veloce occhiata divertita.
Quanto gli piaceva giocare?
Tanto, soprattutto se le persone pensavano che inseguendolo avrebbero potuto stufarlo e fargli così pronunciare quelle fastidiose parole: “Ok, lo faccio”; ma ovviamente era più facile insegnare ad un cavallo come camminare su due gambe.
"Nulla, io non do fastidio a te, tu non dai fastidio a me, credo che le cose siano molto semplici" rispose voltando pagina, se non sbagliava quello tra le mani era un fumetto?
Beh, di sicuro era noioso; l'aveva racimolato nella libreria personale di suo zio giusto un momento prima, che avesse pessimi gusti non ci pioveva.
"No, sto parlando seriamente Sehun. Non puoi continuare così ma sai, a proposito di questo, conosco una persona che fa al caso tuo! Sono sicuro che andrete d'accordo. È poco più grande di te, frequenta l'università ed è il figlio di un mio amico che si è trasferito un paio di anni fa dalla Cina" e iniziò a spiegargli le “straordinarie” doti di questo ragazzo.
Sehun era poco niente interessato, si limitava a recitare.
Si, stava fingendo di ascoltarlo, e dopo anni di allenamento quotidiano la sua recitazione stava migliorando sempre di più.
Forse avrebbe potuto fare l'attore, così si sarebbe finalmente tolto da quel posto che di umano aveva ben poco.
Della continua spiegazione, altamente esaltante, di suo zio capì solo qualche sprazzo.
Il ragazzo si chiamava Lu Han, non aveva ben capito quanti anni avesse perché suo zio si era intestardito su un unico argomento da una buona mezz'ora.
Continuava a parlare di un non so quale premio che il ragazzo aveva vinto per le sue doti.
"Se se se, zio va bene, ho capito; ma non ne ho affatto bisogno, sono a posto così" ovviamente la sua risposta vene percepita a metà dallo zio che, esaltato ancora di più, cercò il numero del ragazzo per contattarlo.
Nel mentre Sehun, ormai scoraggiato a doversi subire anche questa magagna, scelse un libro dallo scaffale poco più distante da quello dei documenti.
Un libro attirò la sua attenzione, semplice non molto spesso, il titolo gli sembrava un qualcosa di molto attinente alla sua situazione.
Incompreso”, era il titolo del libro, piuttosto vecchio, ma dopo tutto per certe cose non esiste una barriera temporale.


Il Giorno Seguente:

"Sehun, vieni qui devo parlarti!” ma sua madre cominciò lo stesso, a quanto pare era parecchio eccitata per qualcosa, e magari la risposta la sapeva anche lui.
“Ho appena parlato con tuo zio, mi ha parlato di questo suo amico: ha un figlio che potrebbe aiutarti con la scuola, e indovina.... Viene oggi! Quindi sistema la tua stanza, dagli una ripulita... e magari dalla anche a te" gli disse la madre, aveva allargato le narici come un maiale, lo faceva solo quando voleva fargli capire l'antifona: puzzi, indi lavati!
Ritornò in camera e mise a posto i vestiti che giacevano a terra da tempi immemori, raccolse i cd sparsi sulla scrivania, e cercò di nascondere la biancheria sporca un po' sotto il letto e un po' nei vari cassettoni dell'armadio.
Tra le mille mila cose che gli capitarono tra le mani, dalle matite ai bicchieri di plastica ancora incrostati di una qualsiasi cosa ci era finita dentro, trovò una foto.
Ritraeva lui con i suoi pochi e più stretti amici: Jong In, Chanyeol, KyungSoo e Baekhyun, si ricordava bene di quel giorno; erano andati alle rive del fiume Han per fare un un picnic totalmente offerto a spese di KyungSoo e Baekhyun, gli unici che sapevano cucinare qualcosa che non risultasse poltiglia o cibo per maiali.
Si era divertito molto quel giorno, lo ricordava perfettamente soprattutto si ricordava di come si fosse sentito solo quando erano tutti tornati a casa, Baekhyun e Chanyeol insieme mano nella mano, più felici che mai, e Kai e KyungSoo abbracciati, per scaldarsi dicevano loro, peccato che i loro abbracci avvenissero sia d'estate quando si soffocava che d'inverno al calduccio della stufa, in pratica le tecniche di depistaggio di Jong In erano assolutamente inutili, tutti sapevano di loro.
Insomma, tutti sistemati e ben occupati, meno lui.
Si ricompose tornando a fissare i residui di sporcizia sparsi nel il suo ambiente vitale.
Le due librerie piene di libri d'avventura e d'azione, chiunque poteva dire che non gli interessasse la scuola ma non che non adorasse leggere, soprattutto quei generi.
Essere trasportati in un altro mondo, dove la giustizia viene ricompensata e acclamata mentre la feccia torna alle sue fogne, e si può respirare l'aria della libertà.
Sul letto giacevano il telefono, rigorosamente spento per evitare interruzioni sgradevoli, non che fosse sempre spento, ma gli piaceva far credere di essere scomparso, irreperibile, anche per un solo giorno.
Sulla scrivania, che stava ripulendo dalle scartoffie, comparvero il mac e l'Ipad.
Che fosse uno all'antica non c'era neanche da pensarlo, come dire che era un fanatico della scienza elettronica era un semplice eufemismo.
Si ricordò di quella volta che ascoltando la musica aveva finito per addormentarsi sul davanzale della finestra e il giorno dopo era stato svegliato da un Jong In particolarmente raggiante e in piena crisi d'amore verso il mondo.
Si lasciò cadere mollemente sul letto, stando ben attento a non rompere i suoi adorati cd ed amici elettronici.
Sentì il campanello suonare e la porta d'ingresso aprirsi di conseguenza pochi istanti dopo, la ignorò bellamente, se lo cercavano la porta era aperta e lui non si muoveva di li.
"Allora... Luhan, giusto? Io sono Baek Ah Yeon-ah, sono la sorella dell'amico di tuo padre, ricordi Baek Jin Woo-yah, si?" sentì la voce di sua madre in modo cristallino forse un po' troppo acuta ed evidentemente eccitata, prese l'Ipad e dopo essersi messo velocemente le cuffie mise una canzone a caso, cercò di ignorare il più possibile le due voci che stavano salendo le scale, chiuse gli occhi ed inspirò a fondo.
"Si certo, è stato lui a parlare con mia madre ieri, se non sbaglio", sbuffò sentendo ancora le voci dei due ben nitide, non aveva voglia di alzarsi e chiudere la porta così alzò di poco il volume, non gli piacevano le cose troppo alte, infondo.
Anche se passava molto tempo con quelle gallinacce di Jong In, Chanyeol e Baekhyun che strillavano al mondo i loro pensieri e non si escludevano dal rompere le palle ai poveri malcapitati nelle loro grinfie, l'unico che si salvava della combriccola era KyungSoo, era una persona tranquilla e pacifica, in più riusciva sempre a calmare il proprio fidanzato a dovere, già per quello aveva un futuro nell'intelligence americana.
"Si, e grazie di essere venuto con così poco preavviso. Sai Sehun-ah ha realmente bisogno di aiuto, e già vedendoti penso che sarai tu quello a riportargli la testa sulle spalle" grugnì sentendo la madre pronunciare quelle parole, ma continuò a giocare a Final Fantasy, imperterrito.
L'aveva scaricato un paio di settimane prima e si era subito appassionato, tanto che aveva obbligato anche ai suoi amici a prenderlo.
"Si figuri! Spero solo di esserne in grado" storse le labbra sentendo quell'insopportabile vocina, era troppo smielata per i suoi gusti.
"OH SEHUN-AH" la voce della madre arrivò incredibilmente chiara e forte alle sue orecchie, si tolse le cuffie e mise in pausa il gioco, per poi alzare con tutta calma la testa e notare la madre davanti alla porta della sua stanza accompagnata da un ragazzo incredibilmente carino, dai capelli caramello e il viso infantile e delicato, gli sorrise; era perfetto.
"Sehun-ah, Luhan-sshi si è offerto di farti da tutor quindi ora alzati, su!" il ragazzo dai capelli castani annuì, si alzò dal letto e dopo aver trattenuto uno sbadiglio si grattò la testa come appena sveglio, camminando con quel suo fare lento e sensuale, come dicevano alcune ragazze della scuola, si portò davanti a quell'angioletto.
"Annyeong, sono Luhan-ah, e sarò il tuo tutor d'ora in poi" disse più grande facendo poi un piccolo inchino, Sehun annuì semplicemente andandosi a sedere sulla sua scrivania, era ordinata e quasi del tutto sgombera come se di solito fosse usata per fare i compiti; strano.
A Luhan venne qualche dubbio sulla persona che stava seduta su quella sedia.
Insomma, suo padre gli aveva detto che il cosiddetto Sehun non era di certo un patito dello studio, e in più non si ricordava d'aver mai visto stanze così pulite che appartenessero ad un ragazzo.
La madre li lasciò soli e dopo aver sospirato a lungo Luhan decise si iniziare a rompere il ghiaccio.
"Allora con cosa preferiresti iniziare?" domandò Luhan
"Dal non rompermi le palle, per poi finire col non farti mai più vedere?" rispose sarcasticamente Sehun, certo di averlo offeso e perciò avergli dato un motivo per lasciarlo in pace, ma a contrario delle sue previsioni Luhan sorrise divertito.
"Ok, lo sappiamo tutti che studiare fa schifo, ma ti serve, credimi. Se vuoi sopravvivere nel mondo degli adulti è meglio che ti svegli, sennò puoi benissimo saltare dalla tua finestra, siamo al secondo piano, no? Sicuramente qualcosa ti romperai e così avrai risolto tutti i tuoi problemi: non dovrai più studiare perché sarai in fase di riabilitazione, e nella migliore delle ipotesi, per il tuo caso, potresti addirittura essere così grave da non poter mai più svolgere un lavoro così i soldi ti arriverebbero senza far niente, non ti sembra più semplice? Certo è un po' doloroso ma in fondo se non vuoi studiare e impegnarti questa è la tua unica soluzione!", a contrario delle aspettative del più grande Sehun rimase fisso ed immobile a guardarlo con aria indifferente, e Luhan mise su un tenero broncio. Fece un bel respiro, calmati; e poi si voltò tornando a guardare Sehun.
"Ti va di studiare fuori? Mi sa che stare al chiuso ti rende ancora meno propenso allo studio", e il minore annuì, almeno non sarebbe rimasto a casa.
Sotto dittatura di Luhan prese l'occorrente per studiare e poi uscirono, peccato che piovesse a dirotto, e di farsi la strada con il rischio di bagnarsi non ne aveva la minima intenzione, ma fu costretto a desistere dalle sue intenzioni vedendo che il suo hyung non permetteva repliche.
A pochi isolati distava un bar, sarebbero andati li.

"Scusa" piagnucolò Luhan "Non sapevo che sarebbe piovuto, ma spero che l'acqua ti abbia schiarito le idee, perché non ce ne andremo di qui finché non avrai imparato qualcosa" continuò il maggiore mantenendo sempre un'aria dispiaciuta, a cui Sehun rispose con un'alzata di spalle, non che gli interessasse particolarmente studiare ma pur di renderlo un minimo contento e toglierselo di torno avrebbe fatto di tutto, l'unica cosa che non aveva programmato era che quella tortura chiamata: studio, aveva preso le sembianze di un volto dolce e gentile.
Si sedettero in un tavolino poco distante all'entrata e Luhan estrasse i libri di Sehun pronto per iniziare dall'algebra se non fosse stato per Sehun.
"Non so nulla di nulla, quindi devi partire dall'inizio, piccolo genietto" quel nomignolo infastidì non poco Luhan che borbottò qualcosa a proposito dei bambini maleducati e del posto in cui avrebbe voluto mettergli il “genietto”, ma si ricompose poco dopo. Dovevano studiare, e che cavoli!
Due ore più tardi erano a poco più di dieci pagine dall'inizio, come se non bastasse Sehun aveva iniziato a prendere gusto nell'interrompere il più grande con le solite frasi così innocenti eppure così colpevoli.
"Non ho capito nulla, non è che potresti spiegamelo ancora, darling?"
Mentre il maggiore, sempre paziente e pronto a rispiegargli tutto, iniziava ad innervosirsi Sehun ascoltava, anche se quella cosa l'aveva capita da tempo, e continuava imperterrito ad interromperlo solo per il puro piacere di veder la sua faccia mutare in un modo spaventoso, come se fosse sul dubbio di ammazzarlo all'istante davanti a tutti o il farlo una volta ritornati a casa.
Luhan aveva già capito tutto, quella di Sehun era solo mancanza di voglia nel fare le cose, proprio come i compiti e gli esercizi mai svolti che si trascinava dietro da chissà quanto tempo, e con queste persone la battaglia era persa in partenza, ma infondo a lui non costava niente.
"Sehun-ah, ora potremmo fare anche un paio di esercizi, che dici?" propose Luhan, sorridendo nel vedere il ragazzo ancora concentrato nel ripetere una delle formule che gli aveva spiegato poc'anzi.
"Dico che non mi va, devo sforzarmi a ricordare e pensare alla soluzione, in più ci metto tempo per questo e mi innervosisco se non ricordo le formule, quindi penso proprio che non li farò" detto questo Sehun chiuse il libro con un tonfo.
Luhan lo guardò con la bocca spalancata per poi richiuderla poco dopo, aprì di nuovo il libro e segno alcuni esercizi; punzecchiò Sehun con la matita nel tentativo di richiamare la sua attenzione, caduta al panorama piovoso fuori dal locale, infatti l'alto si voltò verso Luhan che lo stava guardando con i suoi grandi occhi da cerbiatto, e abbassando lo sguardo notò che gli indicava cinque esercizi da completare.
"No" rispose secco il ragazzo dai capelli castani.
"E dai! Sono solo.... quanti?... Cinque, che ti costa farmi contento per soli cinque esercizi in croce?" domandò il maggiore punzecchiandogli ancora il braccio.
Iniziava a dargli fastidio, la punta della matita era sempre più conficcata nella sua pelle.
"No", ribatté ancora una volta.
"Ti concedo un desiderio, ok?" a quelle parole il moro si risvegliò dal suo stato catatonico e prestò più attenzione, all'altro.
Luhan lo sapeva.
Batava dire quella parola magica e chiunque diventava subito attratto come le falene dalla luce; una cosa impressionante!
"Uhm, di cosa si tratta?"
"Se prenderai bei voti, o anche se finirai questi esercizi o, ancora, arriveremo ad un buon punto nello studio ti concederò un desiderio; e allora, e solo allora, potrai chiedermi qualsiasi cosa, ed io la esaudirò" e così dicendo catturò completamente l'attenzione di Sehun si volse per guardare Luhan, il maggiore si sentì immediatamente a disagio.
Lo stava guardando nello stesso modo in cui lui fissava i bicchieri di Bubble Tea; affamato.
"Luhan-ah"
"Dimmi?"
"Se li faccio dovrai esaudire il mio desiderio, qualunque esso sia? Anche se non lo vorrai?" a quelle parole Luhan abbassò il capo, per poi annuire impercettibilmente, dando piena soddisfazione all'altro.
Continuò a tenere la testa china così che la leggera frangia riuscisse, anche se solo in minima parte, a coprirgli il rossore andatosi a creare.
Sehun glieli spostò per potersi godere a pieno quel dolce viso, cosa che fece arrossire e imbarazzare ancora di più il povero Luhan, che pareva aver smesso di respirare.
Poco gli bastò per distogliere l'attenzione del maggiore e concentrarsi sugli esercizi sotto il suo naso, sapeva benissimo come farli, perché infondo quelle cose le aveva ormai imparate anni prima, proprio come sapeva di non avere alcun bisogno di un tutor, ma solo di un qualcosa che lo spronasse a fare degli stupidi esercizi.
In un paio di minuti finì e, soddisfatto come non mai, passò il quaderno a Luhan che ritornato coi piedi per terra iniziò una meticolosa correzione, o per meglio dire “caccia all'errore miracoloso che gli avrebbe salvato la vita”.
Eppure più controllava più si rendeva conto che qualcosa non andava.
No, non è possibile.
Non può accadere proprio a me.
   
 
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