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Autore: LevyMc    24/09/2013    2 recensioni
La vita è dura e ci pone dinanzi delle scelte ardue, dalle quali non possiamo scappare. A chi dare la precedenza, a se stessi oppure all'altro? Per certe domande come questa c'è una sola risposta, che non è "entrambi".
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E' tutto molto confuso, le immagini, i suoni, le appaiono distorti e rallentati.
C'è un imprevisto durante la missione, incrociano una banda pericolosa di maghi di una Gilda oscura.
Gajeel riesce a batterne immediatamente alcuni, ma l'ultimo sembra essere particolarmente ostico e gli da' qualche noia.
I due combattono fino allo sfinimento, ormai hanno quasi esaurito entrambi il potere magico.
Il mago oscuro ad un tratto si accorge della presenza della ragazza. E' così minuta che non l'ha notata prima, nascosta com'era dietro una roccia.
Si lecca le labbra con sguardo gelido e si avvicina a grandi falcate verso la sua nuova preda, ignorando gli attacchi ormai deboli del Dragon Slayer,
che sembra essere al limite delle proprie forze.
Ad un tratto la giovane maga vede venirle incontro come una furia il suo compagno e sta per pronunciare il suo nome in un sussurro speranzoso, 
poi sente un'intensa pressione alla bocca dello stomaco che le toglie il respiro. 
Da questo momento diventa tutto buio, tutto confuso. Ha perso i sensi, ma in parte riesce ancora a capire quello che accade. 
Qualcuno la sta sollevando e si è gettato in una frenetica fuga con lei tra le braccia. Si sente sballottare.
La voce roca e trascinata del suo compagno le sta dicendo qualcosa, ma lei capta solo qualche pezzo.
"Scusa, ora stai buona. Ci penso io." Questo è tutto ciò che lei riesce a sentire, poi si sente adagiare a terra con infinita delicatezza,
ma allo stesso tempo molto sbrigativamente. "Ci penso io, Levy." Le dice lui, ancora.
La ragazza crolla in un sonno disperato contro il suo volere poco dopo aver sentito il grido di battaglia di Gajeel.

Quando riapre gli occhi intorno a sé non si avverte nessuna presenza, non si ode alcun rumore.
Si guarda intorno con la testa ancora dolorante. E' stata adagiata tra gli arbusti nel tentativo di nasconderla. 
E' stato senz'altro Gajeel, ma di lui non vi è traccia. A dire il vero non si vede neanche il mago di prima, quello che li ha attaccati.
Levy si alza a fatica, ma il desiderio di ritrovare il suo compagno non le fa sentire il dolore.
Da un lato c'è il corpo privo di vita del mago oscuro che ha cercato di ucciderli.
Deve essere stato davvero uno scontro terribile perché è quasi irriconoscibile. 
Continua a correre, cerca il suo compagno con tutte le sue forze.
Pochi metri, solo pochi metri e l'ha trovato. 
Ma la sensazione che prova nel vederlo non è felicità mista ad imbarazzo, come al solito. 
Questa volta è una sensazione orribile, di oppressione, di paura.
Senza neanche rendersene conto sta già correndo verso di lui, che sta seduto con la schiena appoggiata contro una roccia, 
con la testa penzolante. Potrebbe sembrare addormentato, se non fosse che ha un'enorme squarcio nel petto, che ancora non smette di sanguinare.
Un sangue viscoso e così scuro da sembrare nero.
"Gajeel! Gajeel!" Lei continua a chiamarlo, a scuoterlo. Il pianto oramai isterico la scuote con forti singhiozzi.
Ormai lo sa. Non risponderà mai, perché il suo Gajeel se ne è già andato. Non tornerà. Non le sorriderà più.
Posa una mano sulla guancia fredda e pallida di lui. Lo riesce ad immaginare mentre si accascia lì, privo di forze, che sorride al cielo e con quel fare 
egocentrico e sbruffone dice:"Ti ho protetta anche questa volta, visto?"
Poi singhiozza di nuovo al pensiero del suo amato che chiude gli occhi per sempre, da solo, in quel luogo sporco di sangue.
Lui certamente ha pensato solo a proteggerla, lei questo lo sa. Lui ha sempre protetto solo lei, senza curarsi d'altro.
Levy apre appena la bocca che è sformata da una smorfia di dolore e con un gemito soffocato posa le sue labbra su quelle di Gajeel ed esercita una 
lieve e stentata pressione. Interrompe quasi subito il contatto, poi rimane a fissare le grandi mani dell'altro.
Ne prende una tra le sue. Sono così pesanti e fredde. Vi appoggia contro la guancia e lascia scorrere l'ultima lacrima.
«Sei scorretto, Gajeel. Mi hai lasciata da sola. Non è giusto.»

  
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