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Autore: sareschia93    24/09/2013    1 recensioni
"Sei speciale Viola!"- le diceva sempre suo padre quando era piccola. Ma lei non si considerava tale, specialmente se quelle parole provenivano da suo padre. Viola pensava di essere una ragazza come tante, una ragazza però con un passato difficile. L'amore non faceva per lei, non poteva permetterselo, non poteva fidarsi di qualcuno e poi soffrire. Fino a quando non incontrò lui, Samuel.
Samuel stravolgerà la sua vita, così come lei farà altrettanto con la sua...ma anche Samuel nasconde un passato doloroso.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                                                   Prologo
 
La nostra vita è un insieme di momenti e di scelte. Ognuno di noi è la somma di tutti i momenti che abbiamo vissuto, con le persone che abbiamo conosciuto, e questi momenti diventano la nostra storia, definiscono chi siamo. Io so esattamente chi sono, quei momenti mi hanno segnata profondamente e irrimidiabilmente. Non credo nel destino, penso piuttosto che siamo noi ad essere il nostro destino, siamo noi a scegliere quale strada intraprendere…e tutte le scelte che ho compiuto mi hanno portato da lui. Era una fredda e piovosa giornata di dicembre, me ne stavo lì infreddolita ad aspettare il pullman alla fermata, che ovviamente era in ritardo. Odiavo la pioggia e odiavo prendere il pullman, odiavo prendere il pullman con la pioggia. Beatrice ed Alessia mi aspettavano al nostro bar preferito di Torino ed io ero in ritardo per colpa di quel stramaledetto pullman che era in ritardo di ben 10 minuti. Per ingannare il tempo continuavo a ripetermi che questi erano gli ultimi fastidi, poi avrei avuto la mia macchina, e fantasticavo immaginando me stessa alla guida della mia Cinquecento nuova di zecca, magari non era proprio nuova perché era di seconda mano, ma era in buonissimo stato.
Finalmente arrivò il pullman, chiusi l’ombrello e nell’attimo in cui l’autista aprì le porte cigolanti mi inzuppai completamente, la giornata non poteva essere peggiore. Dopo circa mezz’ora buona riuscii a raggiungere il bar dove avrei trovato le mie amiche, ma non appena aprii la porta mi accorsi che era affollatissimo e dato che c’erano due piani sarei dovuta mettermi a cercarle. Ma eccole lì, che si sbracciavano come pazze per farsi vedere.
“Sei in super ritardo, ma che ti è successo?!” - mi chiese Bea con la sua solita “finezza.”
“Lasciamo perdere…il pullman è arrivato con più di dieci minuti di ritardo, ci ha messo un’eternità ad arrivare per via della pioggia e io sono bagnata zuppa” - dissi piagnucolando mentre mi sedevo.
“Povera, dai adesso l’importante è che sei riuscita ad arrivare, vedrai che con una cioccolata calda passa tutto! - mi confortò Ale, lei sì che era comprensiva.
“Ragazze io vado in bagno a ricompormi, se dovesse arrivare la cameriera le dite che prendo una cioccolata calda per piacere?
“Certo!” - mi risposero Ale e Bea in coro.

Quando tornai c’era un cameriere, e non la nostra solita cameriera ,che prendeva l’ordinazione, doveva essere nuovo perché non l’avevo mai visto. Alzò lo sguardo dal taccuino per chiedermi che cosa prendessi e rimasi imbambolata, catturata dal suo sguardo e dal suo sorriso. Sembrava avere una luce nei suoi profondi occhi verdi e aveva un sorriso così solare e affascinante da far arrossire chiunque, mentre una massa di capelli castani gli incorniciava il viso perfetto.
“Una cioc…cioccolata calda grazie!” – risposi diventando tutta rossa.
Ovviamente Bea non si fece mancare l’occasione per dire quello che pensava senza pensarci troppo. - “Mamma mia che figo!” Non so che gli farei…!!” - esclamò non appena il cameriere si allontanò.
“Bea ma ti sembra il caso? Potrebbe averti sentito!”
“E anche se fosse? Gli ho solo fatto un complimento, e poi Viola guarda che ti ho vista come lo guardavi!”
“Non lo guardavo proprio in nessun modo!” - sentii le guance infiammarsi.
“Si si dici sempre così, dici che non puoi e non vuoi stare con qualcuno, che l’amore non fa per te, ma gli occhi ce li hai anche tu!”
“Dai Bea lasciala in pace, veniamo ora alle questioni serie. Passiamo alla scommessa di oggi?”

Io e le mie pazze amiche avevamo iniziato per scherzo da qualche tempo un gioco di…scommesse. Non pensate male, e soprattutto non ridete di noi, ma era il nostro modo di divertirci e di farci regali. Il gioco consisteva nell’inventare un’azione assolutamente folle e imbarazzante da fare, e a sorte estrarre chi avrebbe dovuto fare la scommessa, se la si portava a termine si riceveva dalle altre due un regalo, qualsiasi cosa volessi nel limite dell’impossibile e del costoso ovviamente, se invece non la si portava a termine bisognava affrontare una penitenza, che spesso era peggiore della scommessa stessa. Di solito usavamo tre bigliettini, in uno c’era scritto “Tocca a te scegliere la scommessa!” nell’altro “Tocca a te pagare la scommessa, tesoro!” ,e il terzo era bianco. Li mischiavamo e ne pescavamo uno a testa.
Lo so era un gioco folle da morire e direi anche perverso, ma eravamo tre ragazze ventenni pazze e spericolate.

Ale mischiò i bigliettini dentro la scatolina, ci fece pescare per prima a noi e poi pescò anche lei l’ultimo rimasto. Aprii il mio e lessi che toccava a me pagare la scommessa, poi lo mostrai alle ragazze.
“Oggi tocca a te Viola!”- dissero in coro tutte sorridenti.
“Direi che oggi non è proprio la mia giornata fortunata!”
Toccava ad Ale invece scegliere la scommessa. “Uffa, oggi non mi viene niente in mente”.
Appena finì la frese arrivò il cameriere con le nostre ordinazioni e ad Ale venne una folgorazione.
“Ci sono!! La scommessa di oggi consiste nel trattare malissimo il cameriere figo, come se fosse un fidanzato che ti ha fatto stare male e ti ha tradita. Dovrai alzare la voce e dirgli delle cose cattivissime, e dovrai urlare talmente tanto che tutti dovranno sentire. Ah e non potrai mai dirgli che si tratta di una scommessa!”
”Ma sei pazza?? Che figura ci faccio? E poi pensa lui come si potrebbe sentire ad essere trattato così senza nessun motivo davanti a tutti!”
“Bando alle ciance! Questa è la scommessa e la devi pagare altrimenti penitenza!”
“Ben detto, Ale!”- naturalmente Bea era d’accordo con lei.
“Siete proprio perfide, mi vendicherò chiedendovi dei regali straordinari!”
Finimmo le nostre cioccolate e parlammo ancora un po’ sedute al nostro tavolo.
Alessia era come una sorella. Era più piccola di noi di 5 anni e le ero molto affezionata perché eravamo cresciute insieme. Le nostre famiglie abitavano vicine, i nostri palazzi erano l’uno di fronte all’altro. Mi ricordo ancora quando la vidi per la prima volta: mi arrampicai sulla carrozzina per vedere cosa c’era dentro, e vidi un esserino tutto rosso e con una montagna di capelli neri.
Quando compii 10 anni i miei si separarono e io andai a vivere con mia madre, e dopo qualche tempo pure loro si trasferirono in una casa più grande per via del fratellino in arrivo, ma noi restammo amiche.
Eravamo spesso a casa dell’una o dell’altra tanto che i suoi genitori mi consideravano oramai come una terza figlia, e ancora adesso siamo molto legate.
Alle superiori conobbi Beatrice con cui diventai molto amica, le feci conoscere Alessia e così nacque il nostro trio.


Al solo pensiero di dover pagare la scommessa stavo male, ma dovevo farcela, avrei trovato il coraggio.
Ci avvicinammo alla cassa per pagare, Bea ed Ale pagarono prima di me, poi fu il mio turno.
Ok, ci siamo, puoi farcela Viola, puoi farcela, forza e coraggio!
Dopo aver pagato iniziai la messa in scena: “Scusa, prima di andare via posso dirti una cosa?”
Il “cameriere figo”, come noi lo avevamo sopranominato mi rispose molto cordialmente e con un bel sorriso – “Certo, dimmi pure!”
“ Ma non ti vergogni neanche un po’???”- a questo punto il ragazzo rimase di stucco.
“Cosa?  Vergognarmi di cosa?”
“È inutile che fai il finto tonto caro, lo sai benissimo di cosa sto parlando! “– dissi alzando leggermente la voce e facendo contemporaneamente una faccia indignata.
“Scusami, ma proprio non capisco…”
“Sei proprio uno stronzo sai?? Adesso fai pure il finto tonto! Guarda che ti ho visto, ti ho colto in flagrante mentre ti baciavi con una! Stiamo insieme da quando avevamo 15 anni, mi mandavi pure le poesie per sms e tu mi tradisci in questo modo!”
“Stai scherzando vero?”- il poverino non sapeva più cosa dire!
“Sto scherzando?? Mi chiedi se sto scherzando?? Hai pure il coraggio di negare, sei proprio un bastardo! – alzai di molto la voce, in modo che tutti mi avrebbero potuto sentire e nel frattempo sentii quelle due pazze delle mie amiche che soffocavano una risata.
“Guarda che ci deve essere un malinteso!”
“E continui, continui a negare. Ti hanno visto pure le mie amiche sai?? Vero ragazze?” – Bea ed Ale restano un attimo sorprese e poi annuiscono in modo molto convincente. Intanto tutta la gente nel locale comincia a guardarci. – “Dopo tutto quello che mi hai fatto passare, ora anche questo, sono stanca, stanca delle tue bugie, dei tuoi tradimenti…mi hai fatto soffrire abbastanza, ora basta, è finita, non ti azzardare a cercarmi, non cercarmi MAI PIU’!” – scoppiai   in un finto pianto, e immediatamente scappai fuori dal locale.
Appena uscite sfuggii a tutte e tre una fragorosa risata.
“Sei proprio un’attrice da oscar Viola, quel poveretto c’è rimasto malissimo!”
Mentre ci allontanavamo sentii qualcuno avvicinarsi, mi accorsi che era il ragazzo della scommessa, anche Bea ed Ale se ne accorsero e iniziarono ad aumentare il passo, e poi a correre.
Pure il ragazzo iniziò a correre per raggiungerci… - “Aspetta mi devi una spiegazione!!”
Mi fermai di scatto e mi girai, mi faceva davvero pena, la luce nei suoi grandi occhi verdi si era affievolita, ora vi si leggeva solo confusione…- “Mi dispiace non posso, sappi solo che era una cosa che dovevo fare .”-
“Viola andiamo, muoviti!”- gridò Ale facendomi cenno con la mano, così la raggiunsi e il ragazzo rimase lì, in mezzo alla strada.
Non tornammo più in quel locale, e io non rividi più il ragazzo dagli occhi verdi… fino a due anni fa.
 
 
 
                          
  
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