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Autore: Sygna    24/09/2013    0 recensioni
Angelo e Michela. Un colpo di fulmine. Una scintilla. Un amore. E poi?
(una recensione è importante, sono agli inizi)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La ragazza svoltò a destra e si lanciò in un altro corridoio, i lunghi capelli castani fluttuavano nell’aria. Si fermò un attimo, strinse la presa sul libro viola che aveva in mano, e alzò gli occhi verdi al soffitto.
- Mi sento in galera qua dentro.
Abbassò lo sguardo sul libro e se lo rigirò tra le mani.
- Una corretta evasione sarebbe come quella descritta qui, Alice nel paese delle Meraviglie - sorrise e riprese a camminare - che stupidi pensieri.
Camminò per un’altra manciata di secondi, finché la sua testa sbatté contro la spalla di un ragazzo.
- Non ti ho visto! Scusa. - disse lei, abbassò di nuovo lo sguardo - Mi è caduto il libro.
- Per forza, ti fissavi le scarpe - si abbassò per raccogliere il libro. - Come ti chiami?
- Michela. - girò la testa verso sinistra e riprese la camminata.
Lui allungò la mano sulla maglietta della ragazza all’ altezza della spalla.
- Aspetta Michela, non vuoi sapere come mi chiamo?
Lei si voltò e lo guardò dalla testa ai piedi, si soffermò sui capelli corvini.
- No, i ragazzi vestiti da rapper mi fanno pena. - pensò tra se.
- Certo, dimmi… Come ti chiami? - disse, invece.
- Io sono Angelo, piacere! - inarcò le labbra, i denti bianchi si strinsero in un sorriso, tese la mano a mezz’aria.
Lei ricambiò la stretta di mano, si girò e se ne andò. Lui rimase con la mano tesa, gli occhi blu luccicavano ed erano rivolti verso i capelli di lei, che camminava e si faceva largo tra la folla di studenti.
Angelo si sentì colpito sulla spalla, si girò e pose lo sguardo su quello di un ragazzo dietro di lui.
- Che cazzo vuoi oh? - ringhiò Angelo.
- Ti eri imbambolato a guardare quella! Pensavo ti fossi innamorato!
- Quella, ha un nome! - chiuse la mano a pugno.
- Che a me non interessa.
- Senti, Piero, oggi non c’ho sbatti di starti a sentire.
- Sti cazzi!
Angelo strinse la mano, e pochi attimi dopo Piero si ritrovò con uno zigomo arrossato e pulsante, sputò sul pavimento, e gli si lanciò addosso.
Due ragazzi afferrarono Piero dalle spalle, spostarono la loro presa sulle braccia e lo spinsero dietro di loro.
- Vattene dai! - disse uno dei due.
Angelo lo guardò andare via.
- Stronzo - ansimò - ringrazia che ti hanno salvato sti due deficienti.

*

Angelo entrò in classe, si guardò in giro, si avvicinò al suo posto e si sedette. Una ragazza lo seguì e lo imitò e si sedette a fianco a lui.
La lezione iniziò.
- Mi sembri parecchio imbambolato oggi… - sussurrò la ragazza.
- Ha un nome fantastico. Ha dei capelli fantastici. Stava leggendo un libro... -
- Fantastico! - esclamò la ragazza.
- Esatto! fantastico.
La ragazza scosse la testa.
- Sei proprio cotto Angi, chi è questa?
- Una ragazza.
- E quando l’avresti conosciuta?
- Oggi!
- Oggi? - alzò la voce.
- Voi due là in fondo, silenzio! - urlò la professoressa.
- Si ma voglio rivederla all’ uscita. Andrò lì e le chiederò di uscire con me oggi pomeriggio! - sussurrò.
- E se non vuole?
- Le chiederò un appuntamento per un altro pomeriggio, è ovvio!
- Che colpo di fulmine! - sbuffò lei, incrociò le braccia e voltò il viso verso la professoressa.
Prese la penna rossa e scrisse “Michela” sul banco. Passò il resto dell’ ora a fissare quel nome.
Appena la campanella suonò corse in testa a tutti i suoi compagni, superò il resto della massa di studenti che cercavano di guadagnare l’ uscita.
- Un colpo di fulmine, si. Io la amo. - ansimò.
Superò il portone d’ ingresso. Intanto Michela varcava il cancello e si avvicinava alla strada.
- Eccola! - si fermò a guardarla, poi riprese la corsa.
Si sentì un rumore di clacson, una macchina apparve dal nulla e travolse la ragazza.
Angelo si fermò.
La gente iniziò ad accalcarsi vicino al corpo, qualcuno gridava che la macchina non si era fermata, qualcuno piangeva, qualcuno correva per avvertire altre persone.
Lui rimase lì, prima dell’ uscita dal cancello ad osservare la scena, che man mano si riempiva sempre di più di gente.
Riprese lucidità e capì cos’era successo.
- E’ morta! - gridò qualcuno da in mezzo alla folla.

Dagli occhi di Angelo cadevano lacrime, che superavano la guancia, entravano nel solco delle labbra, oppure scendevano lungo il collo.
- Michela. Un colpo di fulmine, un amore. - disse Angelo. Si accasciò a terra in ginocchio.
  
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