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Autore: stillyna    24/09/2013    7 recensioni
[Seconda classificata al "Dragon Ball Z Contest- Le riserve" di Triz93]
"Non si può mai sapere cosa riserverà un nuovo giorno"
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Dr. Brief, Mrs. Brief, Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: stillyna
Titolo: L’invenzione più bella
Personaggio: Coniugi Brief
Contesto: Nascita di Trunks
Note: Questa storia partecipa al Dragon Ball Z contest di Triz 93. Ho cercato di interpretare la nascita di Trunks dal punto di vista dei nonni - che spero di non aver reso OOC. Niente, spero di aver fatto un buon lavoro ^^


L’invenzione più bella

Non si può mai sapere cosa riserverà un nuovo giorno.
Riguardo a quella sera, il signor Brief era convinto che l’avrebbe passata come tutte le altre: chino sul tavolo di lavoro, nel suo caro laboratorio, allietato dalla sola compagnia delle sue - spesso stravaganti quanto geniali - idee e dei suoi aiutanti robotici. Per quanto amasse quel posto e le meravigliose invenzioni che la sua mente riusciva sovente a partorire, gli sembrava che in quel momento ogni sforzo di produrre qualcosa di decente fosse del tutto vano.
Era completamente immerso nel suo frenetico girovagare per l’immensa stanza, cacciavite alla mano, sperando nell’istantaneo lampo di genio, quando un urlo improvviso squarciò quel frullare di pensieri e ipotesi che affollavano da ore la sua testa. Si trattava del suo nome, pronunciato ansiosamente dalla voce squillante della moglie.
Neanche a dirsi, la donna si era già letteralmente fiondata nell’oasi del marito, che le era quasi grato di aver interrotto quello stato di incertezza e perplessità che in così poco tempo lo aveva del tutto pervaso; anche se, tuttavia, quell’entrata ad effetto - unita all’aria poco rilassante che la sua dolce consorte emanava saltellando a destra e sinistra in preda all’agitazione - lo aveva preso alla sprovvista, allarmandolo non poco.

«Presto tesoro, corri, dobbiamo muoverci! Il bambino sta per nascere!»
«C-come?» fu l’unica cosa che riuscì a farfugliare, sbigottito, mentre in pochi secondi l’energica Bunny lo riportò alla realtà.
«All’ospedale, forza! La nostra bambina sta per diventare mamma!»

La sorpresa era davvero incontenibile. Mancava ancora qualche giorno alla data prevista per il parto, non si sarebbe mai aspettato di dover mollare tutto in quell’ora tarda della notte per precipitarsi in fretta e furia all’ospedale.

                                                                                                                                     ***
Ancora incredulo, osservava le sue donne entrare in quella stanza, ai suoi occhi così triste e vuota, mentre fiducioso si ripeteva che proprio lì dentro la sua Bulma avrebbe dato alla luce il suo primo nipotino - o nipotina, chissà.
L’immagine della sua piccola, l’orgoglio della famiglia, distesa su una barella in preda alle contrazioni, lo devastava. Si chiedeva quanto avrebbe sofferto, per quanto tempo la natura l’avrebbe sottoposta a un tale supplizio.
Desiderava tantissimo poter andare con lei, ma l’istinto gli consigliava di starle alla larga. In un momento delicato come quello, l’emozione sarebbe stata troppa: meglio evitare lo svenimento, memore del parto dell’amata moglie.
Fortunatamente, la signora Brief era abbastanza forte per sopperire anche al suo sostegno.
Dopo un infinito andirivieni lungo il corridoio, decise di porre fine a quello strazio sedendosi su una delle tante sedie in plastica allineate, scegliendone una proprio di fronte alla porta della sala parto. Che fossero stati sessanta minuti o dodici ore, era più che intenzionato a non smettere di puntare quella dannata porta, pensando all’enorme gioia che avrebbe provato vedendo il tanto atteso nuovo membro della famiglia.

                                                                                                                                    ***
La scena cui gli adorabili coniugi Brief si apprestavano ad assistere, non gli avrebbe mai più abbandonati: sapevano che l’avrebbero portata per sempre nella loro memoria, scolpita in un recondito angolo del loro cuore.
Separati solo da un sottile vetro, osservarono a lungo la loro adorata Bulma, stremata ma sempre bellissima, mentre col cuore alle stelle stringeva a sé il piccolo Trunks - come stabilito nel caso si fosse trovata ad accudire un bel maschietto.
Le bastò un solo sguardo per irradiarsi di quella luce propria solo di una madre, che scaturì poi nel più spontaneo e sincero dei sorrisi.
La coppia aveva volutamente scelto di lasciarla sola col bambino: si trattava di un momento madre-figlio molto intenso e unico. Quel momento in cui, solitamente, la madre e il padre iniziavano a fare conoscenza della propria creatura.
Nonostante la situazione della ragazza fosse diversa, ritrovandosi a dover crescere il piccolo senza l’aiuto di un compagno, i suoi genitori preferirono comunque non intromettersi in quella sorta di incantesimo che doveva riguardare soltanto lei e il bimbo.
«Ormai è diventata grande, Bunny.» pronunciò emozionato quanto nostalgico il signor Brief, stringendo con forza la mano della signora che tristemente annuì, le lacrime agli occhi ben visibili.
                                                                                                                                ***
Non si può mai sapere cosa riserverà un nuovo giorno.
La sera prima, il signor Brief trafficava nel suo laboratorio con un cacciavite in mano e un vuoto da colmare.
La mattina seguente, invece, l’eccentrico scienziato era seduto sul bordo del letto d’ospedale della figlia assieme alla compagna, mentre cullava dolcemente quel buffo pargoletto dagli occhioni azzurri.
Quella specie di crisi d’inventiva era svanita tanto rapidamente quanto lo era stato il suo arrivo: l’improvvisa nascita di Trunks lo aveva davvero riempito, letteralmente. Era visibilmente entusiasta ed euforico; ribolliva di numerose fantastiche nuove idee, da sperimentare prima possibile, tutte dedicate all’infanzia ormai prossima del nipotino. Notò che più lo osservava, più il suo animo si rasserenava.

«Ti somiglia sai, caro?» cinguettò d’un tratto la signora Brief, assolutamente presa dal suo ruolo di neo-nonna, mentre avvicinò il viso a quello del bebè per donargli una lieve carezza. Spezzò così l’attimo di silenzio che si era temporaneamente creato, riportando l’allegria all’atmosfera.
A quell’affermazione, l’uomo non poté fare a meno di sorridere orgoglioso. Bulma ricambiò quella sorta di sguardo complice e riprese il piccolo fra le braccia. Si appoggiò poi alla spalla del padre, che amorevolmente la strinse da un lato, mentre Bunny imitò la figlia posandosi dall’altro.
Beato dal calore delle persone che amava, il signor Brief si rese conto che, per quanto si sforzasse di creare apparecchi sofisticati di ultima generazione, in realtà aveva sempre avuto tutto ciò di cui aveva bisogno davanti agli occhi.

Loro, l’invenzione più bella.

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