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Autore: OmonimiaCasuale    24/09/2013    1 recensioni
(Necessario aver letto tutto Life per capire bene)
Ricordate Ayumu? La ragazza sensibile e debole che si trovò ad affrontare l'inferno al liceo ma che alla fine credette nel vivere per vivere? Ora tutto è finito. Tante cose sono cambiate e lei è cresciuta. Ma una notizia portata dalla sua migliore amica Miki sta per cambiare le carte in tavola di nuovo...
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Tanto tempo era passato. Ayumu ormai era adulta. Era diventata più forte, più fiduciosa in se stessa e soprattutto non aveva mai più preso in mano il taglierino. La vita tuttavia le aveva riservato tante e tante prove difficili. Fu proprio nel mezzo di una di queste (la ricerca di un nuovo posto come insegnante dopo un ingiusto licenziamento) che Miki capitò di nuovo in città.
Non si erano mai perse di vista: una telefonata, una mail, una vacanza insieme le avevano tenute unite per anni ed anni.
Quel giorno Ayumu era a casa (viveva sola ormai) quanto Miki comparve per farle una sorpresa. Le due si abbracciarono calorosamente e andarono ad accomodarsi in un caffè.
Miki era cambiata molto nel corso degli anni. Sempre bellissima, ma con i capelli corti, gli occhi più tristi da quando suo padre era morto (“E’ stato meglio così” aveva detto lei dopo il funerale) e con una fede nuziale al dito. Tuttavia non erano previsti figli. Lei aveva deciso di non averne mai e suo marito era stato d’accordo.
Ayumu invece non si era sposata:  lei voleva dei figli, Sonoda no. Dopo l’ennesima lite lui se n’era andato senza dire una parola e a sera l’aveva chiamata da Kyoto dicendole che sarebbe rimasto lì per il resto dei suoi giorni. Ayumu gli aveva urlato contro e poi si era messa a piangere. Il giorno dopo era andata a stare un po’ da Miki e aveva superato la cosa.
La vita continua...
Così dopo essere tornata in città aveva finalmente iniziato ad acconsentire ai discreti inviti di un suo vicino di casa e per ora le cose procedevano abbastanza bene con lui.
Quel giorno con Miki si sfogò un po’ sulle domande assurde dei colloqui e sulle avance di uno dei presidi.
“…Ma io gli ho risposto che se voleva quel genere di cose poteva scendere in strada ed entrare in un club. Mi sono alzata e me ne sono andata.”
Miki scoppiò a ridere attirando l’attenzione di alcuni presenti.
“Sei stata grande Ayumu! Davvero grandissima!!!”
“Già.”
Miki sembrava strana quel giorno. Ayumu la conosceva da tanto tempo e lo capì.
“Tu non sei venuta solo per farmi una sorpresa. Vero?”
Lei annuì piano piano e si chinò a bere il succo.
Ayumu attese paziente.
“Immagino che ricordi di Manami, vero?”
“Che domande!” Certo che Ayumu se lo ricordava!
Gli incubi erano finiti da tempo ma certe cose non si dimenticano più.
“E’ morta.”
Ayumu sentì qualcosa di strano. Come se il suo cuore si fosse all’improvviso… Liberato?
“Mentre era in prigione, suo padre è rimasto ucciso in un incidente d’auto. Il nuovo marito della madre ha firmato alcune carte che l’escludevano completamente dal patrimonio di famiglia e una volta fuori lei si è trovata per strada. Per un po’ ha provato ma poi…”
Miki fece un sospiro. Poi alzò le spalle: “Non c’è due senza tre sai Ayumu?”
“Si è uccisa?”
“L’hanno trovata nel fiume e sì, pensano che sia stata una sua volontà.”
Tra le due scese uno strano silenzio. Finirono entrambe le loro bibite e pagarono il conto. Uscirono sempre in silenzio.
“Mi sono sentita molto bene.” Disse Miki all’improvviso.
“Come?”
“Mi sono sentita bene quando ho saputo che era morta…” fece un sorriso malinconico. “Ero triste sì, ma da un lato…. Ayumu… Quando te l’ho detto ti sei sentita liberata vero?”
“C-Cosa? N-No! Che dici?!”
“Te l’ho letto negli occhi. Avevi lo stesso sguardo di quando ti eri tolta con me il peso del taglierino. Ti sentivi al sicuro, libera… Ti sei sentita anche adesso libera vero?”
Le due amiche si fissarono. Ayumu capì che con un no avrebbe mentito più a sé che a Miki. Lei intanto aveva preso un foglio e stava scrivendo sopra qualcosa.
“Questo è il cimitero dove è seppellita. Sono andata sta mattina. Nessuno vi ha portato dei fiori.”
Un taxi si fermò davanti al caffè.
“E’ per me.”
“Te ne vai?”
“Ho il treno tra poco. Devo fare un sacco di cose a casa.”
“Ho capito.”
Si diedero un ultimo abbraccio, più freddo del precedente. Poi Ayumu la osservò allontanarsi. Ancora non lo sapeva, ma da quel giorno si sarebbero viste sempre meno fino a non sentirsi più.
 
Il giorno dopo era nuvolo. Ayumu si sentiva stranamente bene, come se non avesse mai dormito tanto bene dopo anni. Si era vestita e diretta alla metro. Una delle fermate era proprio vicina al cimitero. Lungo la strada per raggiungerlo a piedi era pieno di banchetti con i fiori. Ayumu comprò dei crisantemi bianchi e poi chiese al custode dove era la tomba di Manami Anzai.
Lui la portò lì. Niente fiori, niente lumini. Sola, dimenticata.
Ayumu provò di nuovo uno strano senso di leggerezza e libertà. Qualcosa le diceva che era sbagliato, che non era da lei fare così. Ma l’istinto prese il sopravvento. Poggiò i fiori e si allontanò guardando il cielo. Sorrise e allargò le braccia chiudendo gli occhi. Era felice. Per la prima volta era felice della morte di qualcuno. L'amarezza di fondo non osava più fare capolino nella sua mente.
La vita continua… Migliore di prima….
 
FINE
  
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