La gente urlava fuori dalla Cattedrale.
Si percepivano bene la rabbia, lo sdegno.
Veneziano le sentiva come il caldo afoso, normale per una giornata estiva di fine luglio.
Sentiva anche un altro sentimento, ogni urlo lanciato al cielo era come una speranza che si spezzava. Una sorte di rassegnazione della gente, che stavolta era convinta di aver perso tutto.
Uscì a fatica quando la funzione finì, il popolo spingeva, lanciava insulti, ma lui non capiva.
Di sfuggita vide suo fratello Lovino e gli corse incontro.
Quando lo raggiunse, con sorpresa vide che anche lui provava rabbia nei suoi confronti ma non lo dava a vedere.
“Perché?” era una semplice domanda, ma racchiudeva tutte l’emozioni di quella giornata.
“Mi dispiace Veneziano, Palermo non ti vuole”
“Cosa potrei fare per rimediare?”
“Vattene”
Anno 2012
Veneziano tornò, cocciuto com’era penso che vent’anni fossero un tempo sufficiente per stare lontano da lì, lui voleva bene a suo fratello. Perché non potevano più parlarsi?
Tornò nello stesso luogo, nello stesso giorno, trovò come sempre il caldo afoso ad aspettarlo, e suo fratello.
“Ti avevo detto di andartene, cosa ci fai qui?”disse Lovino con una nota di rimprovero.
“Io voglio tornare!”
“Per tornare prima devi capire una cosa”
“Che cosa?”
“Che Palermo, di rosso, ha visto solo il sangue” e se ne andò.
Veneziano non capì, nemmeno quella volta.
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Sandy_Malfoy94