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Autore: Shainareth    25/09/2013    1 recensioni
In preda allo stress, Garu si reca da un improvvisato psicologo nel tentativo di distendere i nervi e, se possibile, anche di far chiarezza in se stesso.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Garu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PSICOANALISI




Doveva essere stato colto da un esaurimento nervoso, non c’era altra spiegazione. E come poteva non essere così, vista la vita tutt’altro che tranquilla che conduceva?
   «Perché, quali preoccupazioni può mai avere un ragazzino della tua età?»
   Steso sul lettino, Garu lanciò uno sguardo eloquente al suo improvvisato analista, il caro, buon, vecchio Santa Claus. Davvero non si era mai accorto che era costantemente disturbato da, nell’ordine: Abyo, con la sua fissa per gli allenamenti e le sfide corpo a corpo, nonostante le buscasse ogni volta; Tobe, con la sua fissa per una fantomatica vendetta che ancora non aveva trovato soddisfazione; Pucca, con la sua fissa per… beh, per lui.
   «Beh, è una fanciulla molto graziosa», si complimentò Santa, seduto sulla sua poltrona, mentre si aggiustava gli occhiali sul naso e annotava chissà cosa sul suo taccuino. «Non trovi anche tu?»
   Garu ruotò gli occhi verso l’alto e incrociò le braccia sul petto. D’accordo, poteva anche riconoscere che Pucca era carina, però questo non le dava alcun diritto di dare per scontate determinate cose. Anzitutto che lui volesse dedicarle ogni attimo del suo tempo. Non lo sapeva, lei, che c’erano questioni più importanti a cui pensare? Garu aveva un obiettivo ben preciso, nella vita: quello di allenarsi costantemente al fine di diventare un ninja forte e abile abbastanza da poter riscattare l’onore della propria famiglia.
   «Oh, oh, oh!» sghignazzò Santa, facendogli saltare i nervi. Cosa c’era da ridere su una cosa tanto seria?! «Guarda il lato positivo della faccenda», cominciò a spiegargli l’anziano… dottore. «A furia di scappare da lei, ti alleni anche più del solito e con risultati anche migliori, visto… ehm… l’avversario con cui hai a che fare.»
   Il ragazzo corrucciò la fronte, lo sguardo fisso nel vuoto: in effetti non aveva mai considerato la cosa da quel punto di vista. Pucca era decisamente più forte e temibile di Abyo e Tobe messi insieme, una sorta di inarrestabile carro armato umano a cui il più delle volte nemmeno lui riusciva a sfuggire.
   «Lo vedi?» insistette Santa, soddisfatto. «Anche tu riconosci il suo valore.»
   Lo dimostrava il fatto che, se Pucca era stata eletta Piccola Miss Sooga, durante l’ultimo concorso tenutosi al villaggio, era stato proprio per merito di Garu, membro della giuria insieme allo stesso Santa e a Bruce, rimasto fortemente stupito e ammirato dalle sue tecniche di combattimento e dalla sua innata agilità. Quando occorreva, il giovane ninja sapeva essere molto obiettivo.
   «E poi, Pucca è anche tanto premurosa, soprattutto con te.»
   Anche questo Garu poteva riconoscerlo, benché non fossero state poche le volte in cui gli eccessi di premurosità di quella scalmanata lo avevano danneggiato anziché aiutato. Tuttavia, anche se spesso si arrabbiava con lei, sapeva che Pucca non era mai armata di cattive intenzioni e che, anzi, tutto quello che faceva era sempre e solo per il suo bene – o almeno così avrebbe dovuto essere.
   «Vi vedo spesso insieme, anche quando non ti insegue per le vie del villaggio.»
   Oltre che obiettivo, Garu sapeva anche essere sincero. In effetti, quando Pucca se ne stava buona e tranquilla, non era affatto male averla intorno. Anzi, la trovava persino una compagnia piacevole e divertente. Una buona amica, tutto sommato.
   Sentì di nuovo la risata di Santa e gli lanciò un’occhiata in tralice. «Stai cambiando idea, vero?» Inarcò un sopracciglio, perplesso. «Su Pucca, intendo», specificò l’altro, tutto entusiasta.
   Garu balzò a sedere, fissandolo con aria minacciosa. Che domande faceva, quel vecchio rimbambito?! Certo che no! Non l’avrebbe mai fatto, perché, pur con tutte le sue belle qualità, Pucca rimaneva una grandissima scocciatrice, capace unicamente di irrompere nella sua quiete! E poi, c’era davvero bisogno di parlare di quel suo dannatissimo vizio?!
   Preso in contropiede, Santa strabuzzò gli occhi. «Quale vizio?»
   Vide il suo paziente arrossire vistosamente, tornare ad intrecciare le braccia al petto e distogliere lo sguardo, puntandolo sui propri piedi che penzolavano a mezz’aria dal lettino su cui si era accomodato all’inizio della seduta. Possibile che Santa non sapesse qual era il più grande crimine di Pucca? Lo conoscevano tutti, al villaggio, e forse non soltanto lì. Insomma, anche se gli altri la trovavano una cosa romantica e divertente, a Garu proprio non andava giù che Pucca lo assalisse ogni volta e lo tormentasse in cerca di un bacio o due. Per la miseria, le labbra che venivano puntualmente mordicchiate erano sue, non di quella là!
   Quella confessione dovette costargli parecchio imbarazzo, pensò Santa, scrutandolo attentamente. Tuttavia, non poté fare a meno di sospirare contrariato mentre chiudeva il blocchetto degli appunti e lo guardava, ticchettando l’estremità della penna contro il bordo del taccuino. Incuriosito da quell’atteggiamento, Garu occhieggiò nella sua direzione, nonostante il rossore ancora presente sul suo viso: la seduta era già finita?
   Quindi, Santa parlò, dando la sua disinteressatissima opinione. «Ragazzino… Non è che in realtà te la tiri un po’ troppo?»












Io dico di sì, anche se temo che Garu non sarà molto d'accordo con il parere del suo improvvisato psicologo. :°D
Piccola sciocchezza che mi ha colta mentre preparavo il pranzo. Naturalmente, non potevo ignorarla e lasciarla solo per me. ♥
Shainareth





  
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