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“Sembro un maschiaccio” fece Myriam guardandosi allo
specchio.
Indossava dei jeans scoloriti, una felpa con cappuccio e
un paio di scarpe da ginnastica che avevano visto giorni migliori.
“Questi vestiti stanno sicuramente meglio a te che a me”
commentò Benji, trattenendo a stento una risata.
Quando era uscita dalla doccia aveva trovato quelle cose
accuratamente piegate sul letto, accanto ad alcuni capi di biancheria intima
sui quali aveva preferito non indagare.
Con sua grande gioia, oltre che sorpresa, nel suo
portafogli aveva fatto capolino niente meno che una American Express Platinum.
Il fatto di non averne mai posseduta una lasciava ad intendere che, in quella
realtà, nulla sembrava lasciato al caso.
In attesa di poter comperare qualcosa di più femminile,
un’idea le balenò nella mente. “Sai cosa potrebbe migliorare il mio aspetto?”
domandò con fare birichino. Cominciava a prenderci gusto.
Benji la guardò incuriosito.
“Il cappellino da portiere della Newteam.” Visto che era
in ballo, tanto valeva ballare no?
Il ragazzo sorrise. “Un vero e proprio tocco di classe”
considerò, facendole segno di seguirlo.
La camera da letto di Benji era ancora più spaziosa della
sua. Incredibilmente ordinata per essere quella di un ragazzo, con trofei e
foto di squadra disseminati ovunque.
“Non so più dove metterle” spiegò lui vedendo che Myriam
prendeva in mano una piccola coppa dorata. “Per fortuna quelle dei campionati
giovanili sono conservate presso la sede della squadra.”
La ragazza stentava ancora a credere che tutto ciò fosse
vero. Avrebbe conosciuto Holly e gli altri, con indosso il mitico berretto con
la “N”!
“Eccolo qua” disse lui dopo aver frugato in un cassetto. Le
si avvicinò e glielo infilò in testa, stringendo un poco la
fibbia sul retro perché le calzasse correttamente. “È stato mio fedele
compagno in tante partite, trattalo con cura” aggiunse con un’espressione dolce
in viso.
Myriam lo fissò trattenendo il respiro. Aveva
l’impressione di conoscerlo da sempre e, in un certo senso, era vero.
“Forza, gli altri ci aspettano” la esortò il ragazzo,
abbassandole la visiera sul naso con fare scherzoso.
Myriam lo seguì a ruota giù per le scale. Non si sentiva
per niente stanca, una doccia rilassante poteva fare miracoli.
“Preparati ad un pomeriggio goliardico” la ammonì Benji
entrando nel garage dove, oltre al suo fuoristrada, erano parcheggiate numerose
macchine. “I ragazzi tendono a lasciarsi andare quando sono in libera uscita.”
Salirono sul suo fuoristrada e lasciarono la villa ad alta
velocità. Si vedeva che Benji era impaziente di giungere a destinazione.
“Siete in vacanza?” domandò poco dopo, curiosa.
“I campionati nazionali si sono conclusi la settimana
scorsa e saremo in vacanza fino al prossimo ritiro” spiegò lui senza prestare
troppa attenzione alla guida. Sembrava conoscere la strada a memoria.
“Quindi vi godrete un po’ di meritato riposo.”
Il ragazzo annuì con il capo. “La partita di qualifica con
la Malaysia è prevista il 10 giugno” aggiunse mentre, qualche minuto dopo, si
fermavano vicino a degli imponenti impianti sportivi.
“Qualifica per cosa?” domandò scendendo dalla macchina.
Benji le dedicò un sorriso comprensivo, con l’aria di chi si
rivolge a un bambino non molto sveglio. “Per i mondiali 2010.”
Myriam deglutì. I mondiali? Gli stessi mondiali per cui si
stava qualificando l’Italia di Marcello Lippi, campione uscente nel 2006?
Si limitò ad assentire debolmente, scendendo dalla
macchina e seguendolo in silenzio. Cercando di distrarsi, si chiese se avrebbe
avuto l’occasione di incontrare l’insopportabile Mark Lenders
e gli altri avversari che la Newteam aveva incrociato
negli anni: Danny Mellow, Ed Warner, Philipp Callaghan, i gemelli Derrick... impossibile
dimenticare le loro performance acrobatiche. Quanti lividi lei e i suoi amici si
erano provocati cercando di imitarli?
“Benjamin Price, non si salutano più le amiche?” chiese
improvvisamente una voce femminile alle loro spalle.
“Patty!” salutò il ragazzo voltandosi. Una bella ragazza
mora gli si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia.
“Come stai campione?”
Myriam osservò divertita la fidanzata storica di Holly,
colei che aveva suscitato la sua gelosia tanti anni addietro.
“Non ci presenti il tuo amico?” chiese una seconda ragazza
giunta nel frattempo, che però Myriam non riconobbe.
“Ciao Susie, di quale amico stai
parlando?” domandò Benji guardandosi intorno.
La ragazza gli diede una leggera gomitata nel fianco in
direzione di Myriam.
“Il mio amico si chiama Myriam” precisò Benji con
un sogghigno malizioso, prima di fare le dovute presentazioni.
Susie la guardò con maggiore attenzione e avvampò. “Devi
scusarmi! Il fatto è che, vestita così...”
“Non preoccuparti” la rassicurò lei, “non è la prima volta
che succede.”
Benji la guardò stupito. “Ti hanno già scambiata per un
uomo?”
Fu la volta di Myriam di arrossire. “Di solito mi capita
quando mi vesto in modo sportivo. L’altezza e i capelli corti non sono
caratteristiche molto diffuse fra noi donne.”
Benji scoppiò a ridere e lei di rimando gli fece la
linguaccia, senza però nascondere una punta di divertimento.
“Non dargli retta” le disse Patty stringendole la mano. “A
quanto ricordi sei la prima ragazza che si degna di presentarci,” ammiccò quindi rivolta a Benji.
“Farò finta di non aver sentito,”
ribatté lui correndo verso il bordo campo.
Patty gli lanciò uno sguardo affettuoso. “Non cambierà
mai” disse rivolgendosi a Myriam. “È più testardo di un mulo.”
“Come vi siete conosciuti?” le chiese Susie mentre si
avvicinavano al campo di gioco.
“In aeroporto, mi sono sentita poco bene e mi ha
soccorso.”
“Che carino!” commentò Susie allegramente. “Se non sapessi
che stiamo parlando di Benji lo definirei un incontro piuttosto romantico.”
Myriam quasi non udì le sue parole. A qualche metro da lei
si trovava la vecchia guardia della Newteam. Riconobbe subito Holly e Bruce. Accanto
a loro si trovavano, presumibilmente, Tom Becker, Paul Diamond, Ted Carter,
Johnny Mason e tutti gli altri... aveva cominciato ad abituarsi alla presenza
di Benji, ma vedere il gruppo al completo faceva un certo effetto.
“Ragazzi!” chiamò Patty a gran voce. “Venite qua per
favore!”
Si voltarono tutti contemporaneamente. Nonostante gli anni
trascorsi, l’ascendente della loro ex manager era rimasto invariato.
“Patty c’è bisogno di urlare a
questo modo?” chiese Bruce avvicinandosi per primo. “Non siamo mica sordi.”
“Non lamentarti Harper” lo rimproverò lei con aria di
finta minaccia. “Volevo presentarvi una persona molto speciale.”
Decine di occhi si spostarono da lei a Myriam, unico
elemento estraneo alla situazione.
“Lei è Myriam, la fidanzata di Benji. Comportatevi bene, o
almeno cercate di non fare gli zoticoni come al solito.”
La ragazza la guardò senza capire, e per un attimo nessuno
disse nulla.
“Non posso crederci” esclamò per primo Holly correndo
verso il portiere che, nel frattempo, si era allontanato per prendere un paio
di guanti. “Finalmente ti sei deciso a mettere la testa a posto!”
Al commento di Holly, condito da un’energica pacca sulla
spalla, si aggiunsero in men che non si dica quelli
degli altri compagni di squadra. Myriam non aveva idea di che pesci prendere e
preferì che fosse Benji a gestire la situazione.
“Ragazzi, calmatevi. Ragazzi!” tentò di
richiamarli all’ordine lui, palesemente in impaccio. Incrociò lo sguardo
di una Myriam paonazza, prima di proseguire. “Non vorrei deludervi, ma ci siamo
conosciuti oggi in aeroporto.”
L’allegro vociare si interruppe di colpo, e tutti gli
occhi puntarono nuovamente la ragazza, il cui unico desiderio era quello di
sprofondare sotto terra.
“Ricordate? Si è sentita male e l’abbiamo
portata in infermeria,” spiegò Benji rivolto a Holly e
Bruce.
“Quella tutta elegante?” chiese quest’ultimo guardandola
meglio sotto il berretto.
“Già” confermò Myriam, cercando di frenare i battiti del
suo cuore. Che situazione delirante. “So che può sembrare strano, Benji mi ha
prestato alcuni suoi vestiti perché non avevo un cambio con me.”
“Piacere di conoscerti,” le
sorrise Holly porgendole le mano con fare cordiale. “Questi simpaticoni sono,
nell’ordine, Bruce, Tom, Paul, Johnny, Ted, Bob e Alan.”
I ragazzi fecero eco con svariati “ciao” accompagnati da
altrettante strette di mano.
“Il piacere è mio” rispose Myriam, felice di non essere
più al centro dello stupore generale. “Mi dispiace di aver interrotto i vostri
allenamenti.”
“Non ti preoccupare” fece Tom strizzando l’occhio, “è
stato un diversivo piacevole.”
“Allora?” li esortò Benji infilandosi i guanti. “Volete
fare due tiri in porta o preferite continuare a spettegolare?”
I ragazzi lo seguirono in campo ridacchiando fra loro. Il
capitano era visibilmente piccato, meglio non infierire. Almeno per il momento.
Le ragazze presero posto sugli spalti cercando un posto
all’ombra, sebbene il sole fosse già basso nel cielo.
“Perdonami Myriam, non volevo metterti in imbarazzo” disse
Patty, posandole una mano sul braccio. Sembrava mortificata. “Il fatto è che
siete arrivati insieme, portavi il suo cappellino e come al solito sono stata
precipitosa.”
La ragazza scosse il capo. “Non preoccuparti, non è
successo nulla.”
“Sai che colpo impalmare Benji?” scherzò Susie. Myriam la
guardò senza capire. “Price è considerato da tutti pressoché inavvicinabile,
come ogni scapolo d’oro che si rispetti. La stampa scandalistica gli attribuisce
continui flirt con donne che spesso nemmeno conosce.”
“Con il passare del tempo ci ha fatto il callo, per quanto
gli capiti ancora di prendersela con qualche
giornalista invadente” proseguì Patty con espressione assorta. “E’ sempre stato
un tipo solitario, ma siamo convinte che prima o poi cambierà idea.”
Myriam le guardò in silenzio. Quelle affermazioni erano
perfettamente in linea con il personaggio, almeno sulla carta. Il ragazzo con
il quale aveva trascorso le ultime ore era stato a dir poco adorabile.
“Posso chiederti una cosa?” chiese rivolta a Patty. La
ragazza annuì. “Poco fa hai detto che, vedendo questo berretto, hai pensato che
stessi con Benji. Come mai?”
Patty sgranò gli occhi, quasi indecisa se risponderle. “Quello
non è un berretto qualsiasi, è il
berretto. Lo riconoscerei fra mille,” aggiunse con
timore quasi reverenziale. “Si tratta di un oggetto al quale Benji tiene
moltissimo. Lo ha accompagnato in tutte le sue traversie con la Newteam e, a
detta di Holly, non l’ha mai abbandonato nel corso dei primi anni in Germania.” Lo sguardo di Patty fissò il vuoto. “Deve essere stato un
periodo difficile per lui, dall’altra parte del mondo, lontano da tutto e da
tutti. All’epoca era poco più di un bambino.”
Myriam si tolse il cappellino e lo guardò con attenzione.
Aveva l’aria un po’ logora, ma il rosso sembrava aver resistito egregiamente
agli innumerevoli lavaggi subiti.
“Gli ho chiesto io di prestarmelo” precisò, incerta sul da
farsi. Conscia di quanto la sua presenza fosse fuori luogo, voleva evitare a
Benji inutili chiacchiere infondate.
“Un dettaglio secondario” replicò Susie ridendo. “Pensa
che una volta ho provato a toglierglielo per gioco e
per poco non ci restavo secca.”
“È vero” fece Patty unendosi all’amica. “Negli anni si è
radicata in noi la convinzione che solo sua moglie sarebbe riuscita nell’impresa.”
Myriam le guardò sbigottita, stringendolo istintivamente
fra le dita.
“Alcune sue fan ucciderebbero pur di averlo” proseguì
Susie. “Ora che ci penso, credo sia la prima volta che
vedo Benji senza.”
“Legge della celebrità” scherzò Patty. “Ora ha il suo
modello griffato, è probabile che la Nike
lo obblighi a portarlo anche sotto la doccia.”
Myriam volse lo sguardo verso il campo e osservò Benji
attentamente. Tra i pali della porta tornava ad essere il protagonista dell’anime che aveva colorato la sua infanzia. Severo e
inflessibile, sebbene si trattasse di una scherzosa partita fra amici.
“Sei mai stata in Giappone prima d’ora?” le chiese Patty
porgendole una bibita presa poco prima dal distributore.
“No, anche se sognavo da tempo di visitare il vostro
splendido paese” rispose Myriam, ringraziandola con un sorriso. Non aveva
mangiato nulla da quella mattina, eppure non aveva fame.
La domanda di Patty le aveva ricordato che quello non era
un viaggio di piacere, e un Giappone ben diverso l’avrebbe accolta se il giorno
prima fosse salita su un aereo alla volta di Tokyo. Era terrorizzata all’idea
di essersi volatilizzata dal volo per Milano. Cosa avrebbero pensato i suoi
colleghi? E i suoi famigliari?
Non avendo alcun potere decisionale in proposito, sperava
con tutta se stessa che la vita proseguisse invariata nella sua dimensione,
come in Ritorno al futuro. Al suo
rientro avrebbe ritrovato una realtà lievemente alterata, ma nessuno si sarebbe
allarmato per la sua assenza.
Si augurava inoltre che, una volta compreso il motivo per cui
era stata trascinata in quel mondo, sarebbe riuscita a tornare a casa. Come da
copione.
“Che ne dite se stasera andiamo a mangiare un boccone
tutti insieme?”
Mentre era immersa nei suoi pensieri, i ragazzi avevano
smesso di giocare. Holly si era avvicinato alle tre ragazze e cercava di
asciugarsi il sudore con un minuscolo asciugamano rosa.
“Dove hai preso quell’affare?” domandò Patty con fare
sospettoso.
“Me lo ha regalato una ragazza mentre venivo qui” rispose Holly chinandosi verso di lei. “Se aspettassi
te farei la fine di un barbone,” aggiunse con aria di
finto sdegno.
Senza farselo ripetere due volte, Patty scavalcò la
ringhiera che la separava dal campo. “Holly se ti prendo...”
“Figuriamoci” la canzonò lui correndo verso gli
spogliatoi.
“Quei due sono incredibili” commentò Paul, passandosi sulla
fronte un asciugamano dalle dimensioni e dal colore del tutto
normali.
“Patty si è innamorata di Holly dal primo momento che lo
ha visto” spiegò Susie rivolta a Myriam, “il che è accaduto più o meno una vita
fa.”
“E lui ci ha messo più o meno una vita per rendersene
conto,” aggiunse Paul divertito.
“Allora, cena tutti insieme?” li
interruppe Bruce togliendosi i parastinchi.
“Mi sembra il minimo, sono mesi che non facciamo baldoria,” rispose Johnny stiracchiandosi, prima di soppesare Myriam
con lo sguardo. “Ho sentito che Benji ti ospiterà nei prossimi giorni.”
“Non so come avrei fatto senza di lui” si affrettò a
rispondere lei, cercando di buttare acqua sul fuoco. “Il medico che mi ha
visitata ha detto che non dovevo lasciare l’aeroporto da sola e lui si è
proposto di darmi un passaggio.”
“Un bel colpo di fortuna” proseguì Johnny con uno strano
tono di voce. “E’ risaputo che a Tokyo non esistono né taxi né alberghi.”
“Johnny che vuoi dire?” domandò Susie, stupita dal
comportamento dell’amico.
“Niente, lascia stare” concluse lui prima di allontanarsi.
“Non farci caso” cercò di sdrammatizzare Susie, “sono
tutti strani oggi, il troppo allenarsi gli da alla testa.”
Myriam scosse lievemente il capo, come a dire che era
tutto ok. La diffidenza del ragazzo era più che comprensibile. Per quanto ne
sapevano poteva essere la spia di qualche squadra avversaria o, peggio ancora,
una giornalista in incognito.
“È bello avere una ragazza in più a cena,”
disse Bruce circondandole le spalle con disinvoltura. “Posso avere l’onore di
farti da cavaliere?”
“Ma se prima non l’hai nemmeno riconosciuta” si interpose
fra loro un Tom fresco di doccia. “Oggi non ero in aeroporto con voi e devo
recuperare il tempo perso.”
Myriam rise alla vista dei due ragazzi che bisticciavano.
Una boccata d’aria fresca per distrarla dai pensieri che le affollavano la
mente.
“Se Benji non ha nulla in contrario” ribatté allegramente,
mentre Tom faceva notare a Bruce che doveva lavarsi prima di provare a corteggiare
una qualunque ragazza.
“A che proposito?” chiese il ragazzo alzandosi in piedi
dopo essersi allacciato le scarpe. Era davvero carino con i capelli bagnati.
Più alto dei suoi compagni di squadra, aveva delle bellissime spalle e
l’espressione del suo viso, solitamente messa in ombra dalla visiera, era acuta
e penetrante.
Si può sapere a cosa
stai pensando? si rimproverò Myriam cercando di riprendere le fila del discorso.
“Holly ha proposto di andare a cena insieme” intervenne
Tom che, nel frattempo, era riuscito a liberarsi di Bruce. “Se per te non è un
problema, mi sarei offerto di accompagnare Myriam.”
Benji li guardò con un’espressione indecifrabile.
“Figurati, se a lei fa piacere.”
“Da Minako come al solito?” propose Bob che, fino a quel
momento, era stato in disparte. “Sono mesi che sogno di mangiare del sushi
preparato come si deve.”
“Ok, prima però dovrei fare un salto a casa” disse Benji,
lanciando una rapida occhiata all’orologio. “Ci vediamo direttamente lì.”
I ragazzi annuirono più o meno tutti contemporaneamente.
“Hai problemi ad andare in moto?” chiese Tom rivolto a
Myriam mentre si dirigevano verso il parcheggio.
Tom Becker? In moto?
“No, figurati” rispose Myriam, stupita all’idea del
ragazzo in versione centauro. Da Mark Lenders se lo sarebbe aspettato, non
certo dal giovane Tom.
“Tieni, metti questo” disse porgendole un casco integrale.
“Grazie” rispose mentre se lo allacciava e infilava il
cappellino rosso sotto la felpa. Cercò di ignorare il vago senso di delusione
provato alla vista di Benji che saliva in macchina senza di lei. Le attenzioni
che Tom le stava rivolgendo non sembravano colpirlo in modo particolare.
“È molto bella” commentò inforcando la Yamaha R1 rosso e argento (2) che doveva avere al massimo qualche mese di vita.
“Nami ringrazia” rispose il
ragazzo sopra il rombo del motore.
“Le hai dato un nome?” chiese Myriam sorpresa. Aveva
penato non poco per convincere il suo ex – all’epoca in cui stavano insieme - a
dare un nome alla sua nuova moto. La profonda convinzione, non molto diffusa,
che anche gli oggetti avessero una loro anima l’accompagnava da quando era
piccola.
“Certamente” gridò il ragazzo abbassandosi la visiera. “Reggiti
forte!”
Note:
(2) http://www.yamaha-motor.it/products/Motocicli/supersport/yzf_r1.jsp
¨ ¨ ¨
Cast della FF
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principali, in ordine di apparizione: in questo capitolo ci sono diverse new entry^^