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Autore: ParalyzedArtwork    25/09/2013    0 recensioni
Quanti di noi la notte, da piccioli, speravano di incontrare babbo natale? Quanti di noi ancora oggi si rintanano sotto le coperte per paura dell'uomo nero?
Se lui, invece, avesse solo bisogno di qualcuno che crede in lui?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Babbo Natale, Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch, Sandman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella notte di natale, da piccoli, chiudevamo gli occhietti e facendo finta di dormire aspettavamo quel grand euomo vestito di rosso arrivare con il sacco dei giocattoi. Tenevamo duro più a lungo che potessimo, immaginando il suo arrivo e cosa avremmo potuto fare, magari andare da lui e scambiare qualche chiacchiera o rimanere immobili mentre lui lasciava i giochi. Tendevamo l'orecchio al massimo per sentire il suo arrivo. L'arrivo di quella festività di cui, spesso, Mamma e Papà ci raccontavano. Come accadeva ció per tutte le altre festività o spiritelli, per esempio la Fatina dei Denti o il Coniglietto Pasquale. Ancora oggi molti di noi lo fanno, magari non aspettano loro, ma é un gesto che spesso accade. Alle volte speriamo di avere solo conferma in un dubbio o un brutto avvenimento; come un incubo. Sì, come quando sei nel letto e ti rifuggì sotto le coperte perchè hai paura dell'uomo nero, e sai che lui é lì in un angoletto ma tu hai la certezza di essere al sicuro. Per questo, perché ancora oggi crediamo a loro che esistono: Silenziosi, svolgono il loro lavoro nell'ombra, mentre noi li aspettiamo invano. Li aspettiamo tutti, sfidandoli, temendoli o amandoli. Li aspettiamo ogni notte, senza mai farci caso.
 

Le festività erano ormai quasi tutte passate e ci si stava avvicinando al freddo Natale. I bambini urlavano il suo nome ed escogitavano piani per poterlo vedere di notte, ed intanto tra un piano e l'altro quando iniziava a nevicare rimanevano immobili a cercare di capire dove si trovasse lo spirito delle nevi. Jack Frost si divertiva a vederli e regalava ai bambini qualche scherzo per fargli capire che lui era veramente lì, mentre Babbo Natale si dava da fare per gli ultimo ritocchi. Il Coniglio Pasquale non si vedeva quasi più in giro, ogni tanto si poteva vedere a stento Dentolina che raccoglieva qua e là qualche dentino con Sandman che regalava bei sogni ai bambini. Ormai il Re di questo momento era Jack Frost. Ma lui dov'era? Era dov'unque qualcuno credesse, dovunque esistesse il pianto, anche se ormai era difficile che qualcuno credesse a lui. Ma qualcuno c'era.

 

Era la notte della vigilia di Natale, cadeva sopra le case un leggero nevischio e piano piano Sandman regalava sogni ai bambini. Passó anche di lì, ma non trovó nessuno, ancora. In una casetta della città, c'era una bambina che con la sua copertina cercava di tornare a letto. Non aveva preso molto sonno quella sera, aveva ancora voglia di giocare con le bambole ma sua madre non aveva voluto sentire obiezioni. Era una bambina di circa cinque anni che portava sempre delle codine. Ma ció che non le permetteva di dormire era il ritorno del papà da un viaggio di lavoro. Voleva aspettata alzata e continuava a dimenarsi nel letto, con la sua copertina, a fare avanti ed indietro per il bagno o la cucina, sempre attenta a non farsi sentire. Quando era a letto continuava a coprirsi fino alla testa con le coperte ed a fingere che stesse dormendo. Lei aveva paura. Un giorno il suo papà le aveva raccontato la storia dell'uomo nero: un grande omone vestito di nero, che sapeva mimetizzarsi nell'ombra e regalava incubi ovunque di notte. La bambina era rimasta spaventata ma il papà le aveva detto un trucchetto: se si sarebbe coperta per bene con le coperte, lui non avrebbe potuto farle niente, e dopo grazie allo spiritello della sabbia avrebbe passato sogni tranquilli. Sarebbe bastato chiamarlo e con la sua polvere l'avrebbe messa al sicuro. Conosceva Sandman ma non gli piaceva, l'idea della sabbia sparsa sulla testa le faceva venire l'orticaria. La mamma lo aveva sgridato dicendogli di smettere di terrorizzare la bambina, lui si era messo a ridere e le aveva dato un bacio sulla fronte.
 

La notte era ormai calata e la bambina non riusciva a prendere sonno, continuava a rigirarsi sotto le coperte. Si era accucciata di fianco ed aspettava; ma ad un certo punto sentì un rumore. Passi lenti, vellutati. Si alzò di scatto sperando fosse suo padre ma vide solamente un uomo vestito di nero che la fissava pietrificato. L'uomo si ricompose e fece apparire il suo cavallino. La bambina lo squadrava e si avvicinó alla ringhiera inferiore del letto continuando a fissarlo e lui agitó, avvicinandola a lei, la mano sperando di farla cadere in un sonno profondo e regalarle un incubo, ma la sua mano fu colpita da scariche di energia blu.
- Non puoi avvicinarti. Le coperte mi proteggono- Disse la bambina - Tu sei l'uomo nero? -  
Pitch spiazzato disse - In persona - Nel modo più sibillante che potesse come un serpente per incutere più timore, ma la bambina sembrava non avere paura.
- Mi regalerai tantI sogni cattivi? - Disse
- Non dovresti dormire? -
- Sai papà dice che l'uomo nero viene a trovare i bambini capricciosi, ma le coperte riescono a difenderci -
Il disinteresse sul volto di Pitch cambió e il suo sguardo si illuminó - Davvero, tu credi in me? -
- Si,perché? Papá dice che anche i cattivi esistono, ma infondo non sono tanto cattivi -
Si era seduto sulla sedia a dondolo nella stanza della bambina mentre lei era scesa dal letto cercando di a venirgli incontro. Aveva una mano sulla fronte, era stanco.
- Sai i bambini non credono in me, preferiscono credere a lui - e con un dito indicó alla finestra Sandman 
- Lui regala bei sogni -
- Bleah, la sabbia- gli salì sulle gambe e si accovacció
- Sai quando nessuno crede in te.. Tu sparisci -
- Ma io credo in te - gli diede un bacio sulla guancia - Regalami un incubo -
la vecchia legenda le fece chiudere gli occhi e roteó il dito sopra la sua testolina. Fece cadere delle flebili ombre sopra la sua testa e le regaló un incubo leggero. Una litigata tra amiche.


Verso le sei della mattina sentí delle mani che la gingevano e la portavano a letto; quando aprì gli occhi e provó a biascicare parole riguardanti la leggenda e il sogno, una voce gli disse che adesso era al sicuro. Era il suo papà tornato da un viaggio di lavoro dopo circa sette mesi.

   
 
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