Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: dragon_queen    25/09/2013    0 recensioni
"Feci viaggiare lo sguardo per il cielo scuro, sul quale spiccavano tante e infinite stelle. Conoscevo l'astronomia, il vecchio Einar me l'aveva insegnata. Fissando quindi la posizione degli astri, riuscivo ad intuire il nome del pianeta sul quale in quel momento mi trovavo, a quel punto più che sicura che non fosse il mio: Midgard.
D'improvviso delle luci in lontananza, segno che gli abitanti di quel mondo non avevano tardato ad accorgersi del mio arrivo. Che avrei dovuto fare?
Combattere e proteggermi o arrendermi e aspettare di scoprire il mio destino?"
* * * * * * *
Rebekka è una ragazza combattiva, ma che, coinvolta in un'avventura più grande di lei, incontrerà qualcuno che la farà capitolare. Non ha ricordi del suo passato, ma sa che nasconde qualcosa di importante. E se poi infiliamo anche una strana convivenza con alcuni dei nostri Vendicatori e il dio degli inganni, allora sarà tutta da ridere. E Loki troverà finalmente qualcuno che saprà guardare al di là delle sue malefatte?
* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
La prima parte della storia sarà attinente al film, mentre la seconda tutta di mia invenzione.
Spero di vedere qualche recensione, positiva o negativa :3 :3
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







Bastarono quelle poche parole a far evaporare l'aria dai mie polmoni, mentre il cuore letteralmente si fermava. Il cervello gridava alle gambe di muoversi e correre il più lontano possibile da quel posto, ma quelle non volevano saperne.

Sentivo le voci attorno a me divenire sempre più flebili e lontane, mentre il mio sguardo era rimasto fisso sul mio vecchio maestro, o meglio, su quello che sarebbe potuto diventare da un momento all'altro il mio assassino.

Pareva che nessuno facesse più caso a me, come se d'mprovviso fossi divenuta trasparente e impalpabile. Vedevo Tony che si gettava furioso contro il vecchio Einar, mentre Rogers lo tratteneva per evitare che facesse qualche sciocchezza; Thor, di fronte a me che mi nascondeva quasi totalmente dietro la sua schiena, la testa leggermente incassata nelle spalle, le mani strette a pugno, mentre probabilmente si stava trattenendo dal non raggiungere Tony nel suo tentativo di conciare per le feste quel ciarlatano; Nat e Barton semplicemente non facevano niente, se ne stavano in un angolo della stanza. La mia amica, almeno, pareva sconvolta quasi quanto me; Banner aveva lasciato la stanza, non so se per la sua o per la nostra sicurezza.

E Loki? Ah, già, lui se ne era andato dopo che gli avevo gridato in faccia un odio che in realtà non provavo, ma che in quel momento mi era sembrata la soluzione più giusta, il sentimento migliore al quale attaccarmi.

In quel momento però avevo bisogno di lui, della sua faccia tosta, della sua voce che aveva il potere di rassicurarmi e farmi incazzare allo stesso tempo. Mi meravigliai di me stessa: da quando ero diventata così dipendente dalla sua presenza al mio fianco?

Forse da quando lui per me era diventato l'unico appiglio ancora integro della mia vita prima di arrivare sulla Terra. Certo, c'era anche Thor, ma non era la stessa cosa. Volevo bene al vichingo di Asgard, ma era più un affetto fraterno, un calore di un familiare, mentre con Loki c'era di più.

Lui si era perduto tempo prima, ma grazie a me e ai nostri ricordi era tornato quello che ricordavo, quello che avevo amato e, mi doleva ammetterlo, avevo imparato ad amare.

-Perchè?- chiesi ad un tratto, quasi un sospiro, per questo nessuno mi sentì.

-Perchè?!?- ripetei, stavolta alzando la voce per farmi notare dai presenti.

Ehi, sono ancora qui, non sono sparita nel nulla...

-Principessa, ciò che racchiudete è troppo pericoloso. Sapevo cosa sarebbe significato l'imposizione dei sigilli su di voi, per questo avevo tentato di far ragionare vostro padre...-

-Sono io che ho scelto, adesso lo ricordo. L'ho fatto per salvare il nostro popolo, il nostro mondo e voi eravate anche disposti ad uccidermi? Mi vergogno terribilmente di aver condiviso un passato con delle persone tanto vili, mi fate schifo!!- e detto questo, o meglio, urlato, finalmente il mio corpo rispose ai comandi del cervello e me ne andai veloce da quella stanza, la quale stava divenendo soffocante e decisamente sovraffolata.

Ero letteralmente distrutta. Sentivo la spossatezza prendere a poco a poco possesso del mio corpo, mentre le lacrime presero a sgorgare limpide dai miei occhi arrossati. Le tempie premevano, come se l'uragano di pensieri che avevo nella testa stesse minacciando di farmela esplodere.

D'improvviso, quando ormai le gambe non volevano più saperne di reggere il mio peso e la mia andatura, mi lasciai scivolare contro la parete di uno dei corridoi stretti ed isolati nel quale mi ero ritrovata, portandomi le ginocchia al petto e scoppiando a piangere come una bambina.

Anni di frustrazioni e sentimenti trattenuti per fare di me la figura forte che volevo rappresentare sfumarono in pochi secondi, lasciandomi fragile e indifesa. Sentivo il potere dentro di me scalciare per esplodere, ma se lo avessi accontentato probabilmente avrei abbattuto il secondo Elivelivolo dell'agenzia e poi chi lo sentiva Fury?

Inconsapevolmente sorrisi.

D'un tratto avvertii dei passi, leggeri, come se avessero timore che io li sentissi. In fondo ero in un corridoio isolato, semibuio, sola con i miei pensieri. Come avrei fatto a non accorgermi di un'altra persona insieme a me?

-Sei venuto a cercarmi?- chiesi, senza alzare la testa.

-Per la seconda volta, vorrei intendere. Non l'ho mai fatto per nessuno, quindi ritieniti fortunata, ragazzina-

Nonostante avesse usato il suo solito tono tagliente, non me ne curai, anzi, mi misi letteralmente a ridere.

-Fortunata? Beh, forse mi ci vorrebbe davvero un po' di fortuna-

Poi, finalmente, lo fissai negli occhi, i miei che ancora versavano lacrime.

-Come mi hai trovato, Loki?-

-Sei luminosa, Becky. Ti vedrebbe anche un cieco-

Subito mi guardai le mani, le quali erano circondate da un tenue alone blu e solo allora mi accorsi che anche tutto il mio corpo era nelle stesse condizioni.

-Aspetta...- dissi, dopodichè chiusi gli occhi e mi concentrai, tornando immediatamente normale.

Sentii la presenza del moro più vicina, sino a quando non lo vidi mentre si sedeva accanto a me, la schiena poggiata al muro, le gambe poco decorosamente stese a terra e le mani in grembo. Il soffitto era per lui qualcosa di interessante, dato che pareva osservarlo con estrema attenzione. Lo guardai per un secondo: mi pareva stanco, affaticato, frustrato.

-Ti sei comportata nuovamente come una bambina- disse ad un tratto, facendomi irrigidire.

-Senti da che pulpito, il dio che ha quasi devastato un pianeta solo per far dispetto al fratello- risposi, imbronciandomi e incrociando le braccia sul petto.

-E tu allora? Hai sbroccato come una pazza, saltandomi letteralmente addosso quando io avevo solo intenzione di aiutarti. O forse avevi qualche altra idea?-

Vidi sul suo profilo aprirsi un sorrisetto che pareva malizioso, mentre mi guardava con la coda dell'occhio.

-Ma come ti permetti? Dove è andato a finire il tuo animo nobile di bel principe?- chiesi, mentre mi lasciavo sfuggire un nuovo sorriso.

-Per te c'è mai stato quel principe?-

Lo fissai, senza capire. Il suo sguardo pareva improvvisamente essere diventato triste e preoccupato.

-Che intendi?-

-Che se non ci fossimo rincontrati, tu mi avresti mai cercato?-

-Loki, mi avevano fatto dimenticare ogni cosa, compresa la tua esistenza. Ma questo non significa che per me tu non fossi mai stato un principe o qualunque cosa di simile ti venga in mente-

-Sai, tu sei stata la prima, e forse l'unica, a riuscire a vedere che nell'ombra del mio perfetto fratello si nascondesse qualcuno che non fosse lui. Tu mi hai fatto scoprire cosa significava amare davvero e, quando ho provato a fare di quell'utopia qualcosa di vero, mi sei semplicemente fuggita dalle mani. Con la tua scomparsa la mia mente ha preferito rifugiarsi nella follia e nell'oscurità. Quando poi ti ho rivisto ho faticato a riconoscerti, ho pensato che tu mi odiassi, è bastato uno sguardo per capirlo. E, credimi: ne sono stato contento. Trattarti male era l'unica cosa per tenerti lontano da me, in quanto sapevo che, se i tuoi passati sentimenti fossero stati solo in parte veritieri come i miei, probabilmente saresti finita con il tornare da me e io non potevo permetterlo. Era troppo pericoloso, ma non sono comunque riuscito a tenerti al sicuro, dato che, vederti lontana e distante, mi faceva solo provare ancora più odio verso me stesso-

Rimasi ad ascoltarlo senza fiatare, come se a pronunciare quelle parole fosse stato qualcun'altro. Come potevo pensare che quello fosse lo stesso Loki?

-Sei un idiota- mi limitai a rispondere, lasciandolo in un certo senso spiazzato.

Dopo tutta quella sua spontanea confessione probabilmente si sarebbe aspettato altrettanto da me, ma io ero completamente nel panico, bloccata, la mente vuota.

Lo sentii ridere come mai aveva fatto.

-E' una risposta degna di te, piccola Rebekka-

Per Odino, come adoravo quando mi chiamava con quel vezzeggiativo...

Poi all'improvviso il tepore del momento fu sostituito dalla rigidità della dura realtà che stava per piombarci addosso come un meteorite.

-Tu sai non è vero chi è il Titano?-

-Qualcuno di pericoloso e, se davvero sta venendo qui, allora per Midgard non ci sarà niente da fare-

-Non possiamo permetterlo- dissi io.

Lui mi fissò intensamente negli occhi, facendomi rabbrividire.

-Rebekka, tu sai il motivo per il quale lui sta venendo, non è vero?-

Io distolsi lo sguardo.

-Perchè mi chiedi qualcosa del quale sai già la risposta?-

-Hai fatto un patto con lui?-

Pareva agitato, visibilmente preoccupato, come se mi stesse facendo quella domanda solo per circostanza, conoscendo ovviamente la risposta.

-Non voglio risponderti, Loki-

-Lo hai fatto per salvarmi?-

Io di scatto mi alzai, in quanto volevo troncare lì quella conversazione. Non riuscii però a muovere un passo in quanto lui, afferrandomi, mi incastrò contro la parete, non lasciandomi via di fuga. I suoi occhi di ghiaccio erano puntati nei miei, ammonitori, ma allo stesso tempo colmi di una profonda disperazione.

-Rispondimi Rebekka- mi disse, anche se le sue parole risuonavano molto come un ordine.

Io rimasi in silenzio, voltando semplicemente la testa per non guardarlo. Non avrei potuto sostenere quel suo sguardo senza infine cedere e non ne avevo l'intenzione, non quella volta.

-Rispondimi, per Odino!!- ripetè lui, afferrandomi bruscamente il mento e facendomi voltare di nuovo il viso.

Non ebbi il tempo di rispondere, se mai ne avessi avuto la tentazione, dato che l'auricolare all'orecchio, gracchiò.

-Che c'è?- chiesi, irritata, ancora con la mole di Loki che mi opprimeva.

-Novità, cara. Tu e il piccolo cervo fareste meglio a raggiungerci- disse la voce di Stark, visibilmente divertita.

-Ma come...-

Notai solo in quel momento una piccola spia verde luminosa lampeggiare in un angolo buio del corridoio, segno che là si trovava una telecamera.

-Dunque, se avete finito...-

-Arriviamo!!-

 

Ci aspettavano tutti sul ponte principale, attorno all'ormai familiare tavolo rotondo.

-Avete finito di amoreggiare, piccioncini?- chiese Tony non appena entrammo.

-Taci, Stark!!- lo ammonì Loki.

Io lo fulminai con lo sguardo.

-Allora che novità?- chiesi, sedendomi.

-Quando te ne sei andata come una furia, il vecchio ci ha rivelato che potrebbe esserci una soluzione al nostro piccolo problema alieno-

-Bene, sentiamo-

-Si tratta di un macchinario, qualcosa che ci è possibile costruire anche qui nonostante i progetti siano di Alfheirm. Questo sfrutterà la potenza del Tesseract, unita a quella della chiave, per creare una barriera attorno al pianeta abbastanza potente per fermare il Titano e farlo allontanare-

-Dunque, cosa stiamo aspettando?-

-Abbiamo un mese prima che la fine giunga e tu devi prepararti-

-Che significa?-

-Il macchinario si basa tutto sulle onde celebrali, impulsi elettrici che si devono fondere con quelli che emette il cubo. Devi riuscire ad entrare in simbiosi con il Tesseract- spiegò Banner.

-D'accordo- risposi, alzandomi.

-Dove stai andando?-

-A farmi una doccia. Dopotutto ho un mese e sono sicura di riuscire. Quindi se per voi va bene, mi ritiro. Ci vediamo tra un mese...- e detto questo sparii tra i corridoi dell'Eliveivolo.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: dragon_queen