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Autore: kogarashi    26/03/2008    9 recensioni
E Misty a quelle parole si rese conto che non avrebbe potuto dire “Lo credevo anche io” perché si sarebbe sentita stupida, e avrebbe riaperto una ferita che nonostante gli anni continuava a sanguinare ancora, così si limitò a sorridere, mentre lui continuava a narrare ciò che era successo durante quel lunghissimo periodo nel quale si erano persi di vista.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il destino cambia per un nonnulla, la stessa vita all’inizio può sembrare ciò che alla fine non è…

The Illusions of Destiny

 

 

 

 

Il destino cambia per un nonnulla, la stessa vita all’inizio può sembrare ciò che alla fine non è…

 

Solo quando ci scontriamo con la dura e cruda realtà ci rendiamo conto di quanto siamo stati stupidi ad illuderci di situazioni…di parole…di emozioni…
Emozioni che irrimediabilmente sfuggono come polline al vento fra le nostre mani, come la stessa vita di ogni singolo essere umano…incapaci di essere forti, mentre queste prendono il sopravvento su di noi…e sul nostro cuore.

 

 

*

 

Nel panorama che contornava un bellissimo giardino ricco di fiori e giovani alberi una giovane coppia passeggiava tranquilla.

 

Una giovane donna dai capelli rossi lunghi e sinuosi camminava a braccetto ad un ragazzo, radiosa e serena, mentre un bambino dai capelli rossi come il tramonto correva felice davanti a loro, rincorrendo qualcosa o qualcuno che a quell’età viene semplicemente chiamato “amico immaginario”.

 

“Fa attenzione a dove metti i piedi Wallace” disse il padre, un ragazzo dai capelli castani e gli occhi neri come la pece, mentre la ragazza invece guardava dolcemente il bambino, e quando questo cadde, si staccò gentilmente dall’uomo, andando dal bambino e aiutandolo.

 

“Tutto bene?” chiese con voce argentina ed estremamente dolce pulendogli le mani dalla terra che gli si era appiccicata sopra.

 

Il bambino annuì poco convinto, e pochi secondi dopo scoppiò a piangere, cercando conforto fra le braccia della donna che lo accolse con affetto.

 

“Mammaaaa…”

 

L’uomo sorrise dolcemente a quella scena e andò dal figlio indicandogli un piccolo chiosco di gelati e facendo tornare il sorriso sul viso del piccolo.

 

“Siii!!! Il gelato!”

 

Padre e figlio si diressero verso il chiosco, mentre la donna decise di sedersi su una panchina, di fronte al piccolo parco giochi immerso nel verde del giardino.

 

Fu in quel momento che una dolce bambina dai capelli corti e neri andò da lei e la donna la guardò sorpresa, notando solo in un secondo momento che la bambina guardava un piccolo pallone rosa che con tutta probabilità era rotolato proprio sotto alla panchina.

 

La donna si chinò gentilmente, prendendo il pallone e porgendolo alla bambina, la quale ringraziò educatamente, proprio mentre un uomo, probabilmente il padre, dai capelli neri e sbarazzini le stava raggiungendo preoccupato.

 

E per poco il cuore della donna non si fermò…

 

“A…Ash?”

 

“Ciao Misty…”

 

 

*

 

 

“Ti rendi conto? Quando eravamo giovani tutti credevano che saremmo finiti con lo stare insieme, assurdo vero?” disse Ash ridendo bonariamente mentre con lo sguardo vigile controllava la figlia a qualche metro di distanza.

 

E Misty a quelle parole si rese conto che non avrebbe potuto dire “Lo credevo anche io” perché si sarebbe sentita stupida, e avrebbe riaperto una ferita che nonostante gli anni continuava a sanguinare ancora, così si limitò a sorridere, mentre lui continuava a narrare ciò che era successo durante quel lunghissimo periodo nel quale si erano persi di vista.

 

Quel pezzo di vita che lei si era irrimediabilmente persa… 

 

Quel giorno ormai lontano, quando si erano salutati su quella biforcazione fra Cerulean e la prossima tappa di Ash, avrebbe messo sul fuoco non solo la mano, ma tutta se stessa nella convinzione che si sarebbero rivisti.

 

Eppure quello era stato il loro addio definitivo, perché da quel giorno non si erano più visti, almeno fino a ora.

 

“Mi stai ascoltando Misty?” chiese Ash mentre la figlia scartava allegramente una caramella offertale dal padre, prima di tornare a giocare.

 

Si certo…” disse, continuando però a viaggiare con la mente nei ricordi, fino a che una domanda non si creò nella sua testa,  e le parole le uscirono di getto, senza che potesse fermarle, senza che potesse continuare ad andare avanti senza aver saputo la risposta.

 

“Ash…”

 

“Mh?”

 

“Pensi…che se non ci fossimo persi di vista, le cose sarebbero andate diversamente?”

 

E Ash non seppe cosa dire…non in quel momento, e per un attimo Misty fu sicura di aver visto il sorriso, la stessa sicurezza spavalda del ragazzo incrinarsi mentre abbassava la testa, cercando un pretesto per non incrociare i suoi occhi verdi.

 

“Io…non lo so…” rispose imbarazzato e con la voce lievemente tremante.

 

E per Misty questo fu sufficiente.

 

“Mi ha fatto piacere parlare con te…incontrarti ancora una volta…” e si alzò, voltandosi.

 

Fece un passo in avanti, trattenendo a stento le lacrime, quelle dannate lacrime che ancora le salivano agli occhi quando ricordava i bei momenti passati con lui…momenti ormai appartenenti a quella sottilissima soglia della vita chiamata passato, dove le cose, le situazioni, le persone ne vengono trascinate, non potendo più tornare indietro.

 

“A…aspetta…” disse Ash prendendo istintivamente un polso di Misty e notando solo in quel momento quanto fosse sottile, quanto lei stessa fosse fragile.

 

“Si…dimmi?” chiese lei voltandosi e obbligandosi ad essere serena, a sorridere…

 

“Grazie…di essere stata mia amica…”

 

Entrambi con il viso basso si allontanarono, nascondendo un amaro sorriso…e forse maledicendo solo in quel momento il destino…rendendosi conto solo troppo tardi di come le scelte, giuste o sbagliate che siano, condizionino per sempre il nostro cammino, rischiando di allontanarci anche dalle persone alle quali vogliamo bene.

 

“Addio Ash…” un sussurro detto al vento, un sussurro detto a se stessa mentre il piccolo Wallace correva felice verso di lei ridendo ingenuamente con il gelato fra le manine, mentre nel suo cuore qualcosa si stava sgretolando, sciogliendosi come ghiaccio al sole. 

 

 

 

FINE                                                                                                    

ò___ò l’ho scritta di getto ieri notte…mentre guardavo al buio Mai Dire Martedì…(stile d’annunzio quando cieco scriveva il notturno) e rileggendola non me la sono sentita di cambiarla…in poche parole questa cosa obbrobriosa accade subito dopo l’arrivederci che si danno al bivio fra cerulean e la frontiera lotta… .___.’’ Ok…è depressiva al max lo so…ç__ç però…io sono fatta così…ù__ù/ però le scrivo le fic dove quei due finiscono insieme né! ah...ho tagliato il pezzo dell'abbraccio, si, perchè c'era anche questo pezzo...perchè essendo grandi e ormai con delle vite proprie non mi sembrava giusto che si abbracciassero...per di + davanti ai figli...scusate

 

  
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