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Autore: Crystal_Snow    26/09/2013    4 recensioni
[[STORIA VECCHIA TERRIBILMENTE SOFFERTA]]
E se i sogni potessero essere percorribili? Se non fossero solo un qualcosa di "astratto"?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Il fruscio del vento mi scompiglia dolcemente i capelli portando con se piccoli petali e sembra che anche il cielo azzurro si muova a ritmo dell’aria. I raggi solari scaldano la terra. Abbasso lo sguardo sulle mie ginocchia adagiate su un immenso prato verde. Accarezzo l’erba fresca e mi alzo sistemandomi i vestiti. Mi incammino verso un punto non definito della pianura sentendomi di una solitudine infinita in mezzo a quel paradiso. La luce del sole si intensifica e devo chiudere gli occhi per non rimanerne abbagliata. Riaprendoli vedo una mano che prende la mia. Un ragazzo biondo ma non vedo bene chi sia a causa dell’abbaglio. Le sue labbra perfette compongono dolcemente la parola “Seguimi”. Finalmente i raggi del sole si ritraggono ma…
«Niji alzati o farai tardi a scuola!»
Dannazione! Scompiglio le lenzuola cercando di sedermi. Era solo un sogno anche se non capisco come il mio cuore possa battere tanto. Scendo barcollando dal letto e guardo la sveglia. Sono in ritardo come sempre. Mi precipito in bagno sbattendo rumorosamente la porta. Da li a poco mi sarebbe aspettata una dura giornata.
«Io esco!» urlo chiudendo la porta di casa.
Mi incammino di buon passo verso la stazione pensando allo strano sogno. Ormai era una specie di routine, ogni sogno che facevo, lo analizzavo ricercandone tutte le sfumature e i significati. Sono così immersa nei miei pensieri che dopo una curva mi ritrovo letteralmente in braccio ad una persona facendo cadere tutti i miei libri.
«Non ci voleva, mi dispiace tanto, scusi!» cerco di giustificarmi alzandomi velocemente e inchinandomi più volte senza avere il coraggio di guardare in faccia quel qualcuno ancora seduto per terra.
«Non preoccuparti » risponde una voce e io finalmente apro gli occhi.
La prima cosa che noto sono dei capelli biondi e lisci probabilmente tinti che contornano il viso di un ragazzo, il quale mi guarda stranito attraverso due grosse lenti. Arrossisco e sbatto le palpebre un paio di volte.
«Ehm, mi dispiace tanto» dico di nuovo inchinandomi profondamente.
«Tranquilla, tranquilla» sorride il tipo dietro gli occhiali.
Ancora parecchio imbarazzata mi chino a raccogliere i libri finiti a terra mentre il biondo si alza. È poco più alto di me e i suoi occhi scuri si bloccano sullo stemma della mia divisa scolastica.
«Vai all’accademia K?»
«Si»
«In questo caso potresti accompagnarmi fin là? Oggi è il mio primo giorno e mi sono perso»
«Volentieri, come ti chiami?»
«Naru»
«Piacere Niji. Sarà meglio muoversi altrimenti arriveremo in ritardo.»
In realtà eravamo già in ritardo di mezz’ora perché quel piccolo incidente mi aveva fatto perdere un sacco di tempo. Arriviamo in stazione e il treno parte davanti ai nostri occhi, era perso.
«Scusami Naru, siamo arrivati troppo tardi » dico scoraggiata abbassando lo sguardo.
«Non importa, non scusarti »
Mi sentivo patetica, continuavo a scusarmi e non riuscivo a fare nulla di giusto. Sospiro. Che giornataccia.
Il biondo comincia ad incamminarsi verso l’uscita e mentre lo seguo a testa bassa un raggio di luce ci colpisce facendomi alzare lo sguardo. Nello stesso momento Naru si gira verso di me e ho un dejavou. I capelli chiari di lui e quelle labbra, il sogno. Mi rilasso mentre lui si avvicina a me.
«Niji, ho la strana sensazione di averti già vista da qualche parte »
«Chi lo sa, forse in un sogno».
«Probabilmente».
Scoppiamo a ridere mentre la luce ci inghiottisce e tenendoci per mano ci incamminiamo verso un nuovo sogno.
 
 
 
 
 
  
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