Non è strano che dormano insieme, ma è strano come Nagisa si stringa in quel modo e Rei, in tutta sincerità, non sa bene come comportarsi.

È abituato ai suoi slanci d'affetto improvvisi, agli abbracci e a farsi rubare gli occhiali, ma il contesto è quello che lo agita.

Il giorno prima hanno litigato, si sono riappacificati ed ha affrontato Rin.

Ma più di questo, Nagisa gli ha detto che è speciale, insostituibile. A ripensarci ha di nuovo il batticuore e si muove istintivamente all'indietro, come se il ragazzo potesse sentirlo. Odia essere un adolescente. Odia gli sbalzi ormonali e i momenti di apparente stupidità che questi gli causano, rendendolo ridicolo.

E non capisce.

Non capisce se, dietro quell'apparente dichiarazione di amicizia, ci sia altro. Se i propri siano solo voli pindarici destinati ad una caduta rovinosa.

Perché Nagisa non è bello, non è aggraziato, riesce ad essere impacciato negli abbracci e rischiare di mandarlo a terra per la maggior parte del tempo, eppure Rei lo guarda con ammirazione, il cuore che batte all'impazzata nei momenti in cui sono soli e si dice che farà una stupidaggine, come abbracciarlo per primo o baciarlo.

È ormai un po' di tempo che sogna quelle labbra. Da quando l'ha salvato dal mare, in un gesto tecnico più che affettuoso come la rianimazione bocca a bocca.

Ha sperato di trovare il coraggio per baciarlo nel momento stesso in cui si è reso conto che Nagisa ha avuto davvero paura. La successiva stupida gelosia ne è conseguenza diretta.

“Rei-chan.” mormora il ragazzo biondo, assonnato, aprendo appena gli occhi ed apparendo adorabile come un cucciolo. Ma non è solo adorabile, per Rei. Non è un fratellino da accudire, non riesce a vederlo in quel modo da un po'.

Nagisa è divertente e buffo -non può dimenticare la sua interpretazione del pinguino- e lo fa sentire bene, nonostante la tempesta che si agita nel suo petto quando parla di un passato di cui non fa parte.

Rei si è scoperto possessivo e non può che sospirare mentre il compagno di classe si stringe ulteriormente al suo petto. Si sente arrossire, nel buio della stanza e si chiede come si sia sentito mentre litigavano, mentre sminuiva la loro amicizia.

“Mi dispiace.” sussurra, cingendolo morbidamente con un braccio ed appoggiando appena la guancia alla sua testa. Lo sente prendere un respiro, come se non sapesse cosa rispondere e lo anticipa.

Deve assumersi le proprie responsabilità.

“Non avrei voluto dubitare di te. E litigare.” riesce a dire, prima che il maggiore scatti all'indietro per scuotere la testa e guardarlo con un'espressione seria che vede di rado.

“Non è colpa tua, Rei-chan! Avrei dovuto capire che eri triste! Avrei dovuto parlare meno di Rin-chan!” sbotta, scuotendo la testa ancora una volta come per sottolineare che gli dispiace davvero.

Rei imita quel gesto, arrossendo nella luce grigia della stanza e ritrovandosi ad osservare Nagisa da vicino, senza occhiali ad aiutarlo a metterlo a fuoco.

“Avrei dovuto capire prima che... uhm...” si blocca, incapace di ripetere quello che il biondo gli ha detto con tanta semplicità.

Lui stesso sembra esitare un momento, prima di sorridergli.

“Che sei importante per me?” domanda e il ragazzo con gli occhiali annuisce, desiderando infilarsi con la testa dentro la federa per sbollire l'imbarazzo. Invece cerca di riaggiustarsi gli occhiali e finisce per avvicinarsi ulteriormente, la miopia che sfuma tutto ciò che potrebbe esistere intorno a loro.

Gli sembra di avere un macigno sul petto e l'energia che avrebbe dopo una vittoria. Vorrebbe saltellare e scappare, ma se ne sta immobile a guardarlo, il calore che si diffonde da un organo che non esiste, al centro del torace, fino alla punta delle dita.

Non è logico né bello, sentirsi così, sballottato da sentimenti che lo riempono di meraviglia e paura.

“Scusami.” sussurra di nuovo.

“Rei-chan! Ti ho già detto che non...!” esclama un po' troppo forte Nagisa, interrotto da un paio di labbra che lo zittiscono.

Scusami, Nagisa, se non riesco mai ad accontentarmi, se sono ingordo di ogni cosa che mi fai provare.

Scusami, di solito sono logico e moderato.

Il bacio non dura che pochi secondi, gli occhi di Rei si aprono a fatica, dopo, convinti di trovare nel rosa del biondo qualcosa che non riuscirebbe a sopportare.

“Anche tu sei importante.” soffia appena, allontanandosi, spaventato dall'idea di vedersi allontanare con disgusto. Le attenzioni di Nagisa, i suoi abbracci, le notti passate insieme... le ha scambiate per qualcosa in cui spera, ne è ormai convinto.

Ma il ragazzo rimane immobile a fissarlo, per alcuni lunghissimi secondi e Rei vede sorpresa e gioia, in quel rosa. Nessun disgusto, nessun segno che si sente tradito dal compagno di classe.

Nagisa è felice, appena prima di stringersi al suo petto, le mani che si aggrappano al suo pigiama, nella schiena, quasi graffiandolo per l'impeto.

“Rei-chan!” esclama, nascosto nella stoffa, stretto abbastanza da avere una voce buffa.

E Rei non può crederci, ma può finalmente stringere quel ragazzo come desidera da tempo, senza paura di essere frainteso.

“Ti voglio bene, Rei-chan.” aggiunge il biondo, emozionato, facendolo arrossire, anche se non è la prima volta che lo sente.

È la prima volta, però, che significa qualcosa di profondo e sconosciuto, spaventoso e meraviglioso, come un oceano.

Ed è la prima volta che Rei, esitante e borbottante, la testa che gira per la felicità, risponde sinceramente.