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Autore: Fairy21    26/09/2013    3 recensioni
Trama
Come si può passare dalle stalle alle stelle?
E poi di nuovo dalle stelle alle stalle?
Be questo è quello che è successo a me. Forse nelle stalle non si sta poi così male. Qui si conoscono persone importanti come lui, Derek, il ragazzo misterioso che mi ha fatto innamorare al primo sguardo, l’amore vero e puro, quello che ti fa toccare il cielo con un dito.
Ma se fossi più attratta dall’amore delle stelle?
Quello che mi ha fatto conoscere Luck, il ragazzo più bello della scuola che si da tante arie ma in fin dei conti può permetterselo?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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NLDL

<< Lila, Lila, svegliati è tardi devi andare a scuola, non hai sentito la sveglia? >> chiede mamma.

<< Mamma ti prego chiudi le finestre, resto a letto ancora un po’ e poi mi alzo >>rispondo ancora dormendo.

<< Lila sono le 7.45 e l’autobus sarà qui tra poco, sbrigati >> dicono.

<< C-cosa? Le 7.45? Non può essere mi ero appisolata un momento e… >> rispondo sconvolta balzando giù dal letto.

Mi sbrigo più che posso, metto i primi vestiti che trovo nell’armadio, lego i capelli in una lunga treccia e m’incammino verso la fermata dell’autobus rosicchiando un toast. Lo vedo arrivare e salgo su al volo, per poco non lo perdevo. Appena arrivata sull’autobus, vedo Alice in fondo e mi siedo accanto a lei. Io e Alice siamo amiche fin da quando sono arrivata qua a Millville. Lei abita due isolati prima di dove vivo io quindi in pratica siamo cresciute insieme. Alice è per me più di un’amica, è una sorella, qualcuno di cui mi posso fidare e raccontare tutto di me.

<< Ehi Lila, come stai? Sembri stanca che ti è successo? >>dice vedendomi.

<< Ciao ho fatto una corsa da casa per prendere l’autobus in tempo, non ho sentito la sveglia >> rispondo.

<< Tipico di te >> dice scherzosa.

Mi offre una cuffia dell’ipod e insieme ascoltiamo le nostre canzoni preferite. Amo la musica, non potrei vivere senza. Mentre scendo dall’autobus per entrare a scuola con Alice vedo Samantha, mia sorella, con le sue “amiche”. Io le definirei più tirapiedi ma per lei sono delle buone, care e vecchie amiche. Sam non prende l’autobus, lei ha sempre un passaggio o dal suo nuovo ragazzo che cambia ogni settimana o da una delle sue “amiche”. Ed io invece no, devo prendere l’autobus o i mezzi pubblici per spostarmi o fare qualsiasi cosa. In realtà ho la patente da due anni e i miei mi avevano regalato una macchina per il mio sedicesimo compleanno, ma sono un disastro con la guida, così è lì in garage e probabilmente Sam la vorrà subito dopo aver preso la patente, cioè tra poco.

Io e Alice le passiamo davanti ma lei quando è con qualcuno non ci guarda nemmeno, ovvio ne potrebbe risentire la sua reputazione. Arriviamo in classe, ci sediamo ai nostri posti ed eccolo che arriva lui, Luck Miller, il tipo più bello della scuola. Lui ed io siamo nella stessa aula di chimica e stranamente lui mi parla, anche se solo prima dei test in classe. Vabbè ma almeno lui si è accorto che esisto, in effetti, è venuto a casa qualche volta a cena quando era fidanzato con Sam, quindi come poteva non notarmi. È stato davvero imbarazzante. Vederlo seduto difronte a me a tavola a mangiare il famoso arrosto della mamma che cucina solo per occasioni speciali. Per fortuna la “coppietta” è durata poco, come del resto tutte le storie di Sam.

Lei ha una lista lunga chilometri di fidanzati, io solo il titolo “I miei amori” e basta. Tutto il resto della pagina è bianco. 

 

È bello tornare a casa dopo una lunga giornata di scuola, soprattutto oggi che torna papà. È da circa tre settimane che non ci vediamo e non vedo l’ora che arrivi. Lui è un famoso avvocato newyorkese ma è stato costretto a trasferirsi qui a Millville dopo aver perso una causa a New York che gli è quasi costata la carriera.

<< Lila la porta >> urla mamma dalla cucina.

<< Arrivo >> rispondo.

Corro giù per le scale più veloce che posso per aprire la porta e… non è papà.

<< Tiffany >> dico aprendo la porta.

<<  Ciao Lila, Sam è in casa? >> chiede.

<<  Sì, prego accomodati >> rispondo.

Chiamo Sam per avvisarla della presenza di Tiffany, ma sono delusa che non è papà. Controllo il telefono per vedere se ci sono delle chiamate, ma niente, me lo aveva promesso.

La notte passa in fretta e appena mi sveglio il mio primo pensiero è papà. Avevamo programmato questo weekend fin dalla sua partenza su cosa avremmo fatto e quanto ci saremmo divertiti insieme. Controllo il telefono e trovo un sms. Papà.

“Scusa tesoro non c’è l’ho fatta a venire, ci vediamo sabato prossimo, Baci papà.”

Ecco lo sapevo mi ha dato buca di nuovo, proprio oggi che per noi è un giorno importante. Oggi arrivano i nonni da New York. È da Natale che non li vedo e mi fa piacere poterli riabbracciare, anche se loro non sono stati molto carini con me. Da quando è nata Sam, nonno Richard e nonna Margaret (da lei ho ereditato il mio secondo nome) hanno cominciato ad avere più interesse per lei. Forse perché Sam è sempre stata una bambina dolce e raffinata, proprio come loro ed io il maschiaccio di famiglia. Be perché loro sono ecco… benestanti. Si dice così che è ricco, no? Io odio i ricchi, quelli che pensano di poter comprare tutto con il denaro, che tutto gira intorno ai soldi e al lusso. Be, in effetti, la casa dei nonni a New York è una reggia rispetto alla nostra. Ma una cosa non si può comprare con i soldi: l’affetto dei propri cari. Tipo il mio se potessero, comprerebbero anche quello! Voglio bene ai nonni ma non sopporterei mai di vivere con loro. È per questo che quando vengono in visita qui da noi io e papà ci divertiamo a prenderli in giro. È l’unico che mi capisce. Sì ma oggi non sarà così, non oggi. Sono sola e papà non è qui.

<< Lila, Sam venite, sono arrivati i nonni >> urla mamma dall’ingresso.

<< Arriviamo >> rispondo.

Ed eccoli lì seduti sul divano, perfetti, senza un capello fuori posto; anche mamma si è sistemata e ovviamente anche Sam. Io a confronto sembro uscita dallo zoo.

<< Nonni come state? >> chiedo.

<<  Lila, tesoro, come sei cresciuta, sei cambiata sai >> mi dice la nonna stritolandomi.

Aspetta ma che significa? Sono cambiata in meglio o in peggio?

<< Nonno sempre in forma eh? >> dico salutandolo.

<<  Io sì, sempre >> risponde.

Io? Perché si è soffermato sul pronunciarlo? Perché io no?

A salvare la situazione arriva mamma con il caffè, altrimenti gli avrei risposto e non so se sarei riuscita a controllarmi.

Il weekend passa in fretta e per fortuna stanno per andarsene. Finalmente. Sì domani dovrò tornare a scuola, ma almeno casa mia ritornerà “normale”.

 

 

<< Alice non ci credo, non può essere vero >> dico.

<<  Lila ti dico di sì, sono in tour e venerdì saranno qui >> risponde.

<< Sarebbe fichissimo vederli dal vivo >> dico stupita.

Wow i Blu Rock a Millville, il mio gruppo preferito sarà qui.

<<  Sarà impossibile però trovare i biglietti >> continuo.

<<  E qui ti sbagli >> risponde.

<<  Perché, hai i biglietti? >> chiedo.

<<  No, no, io no, ma Cathy sì >> risponde.

<< Cathy ha i biglietti? E come li ha avuti? >> chiedo.

<<  Il manager della band conosce suo padre e in cambio della sua sponsorizzazione gli ha regalato tre biglietti >> risponde.

<<  Non ci posso credere e due sono per noi? >> chiedo.

<< Ovviamente, Cathy ci vuole bene, sa quanto ci teniamo >> risponde.

<<  Devo chiamarla per ringraziarla, a dopo >> dico riattaccando.

Sono al settimo cielo, i Blu Rock qui e li potrò vedere dal vivo. È un sogno, ditemi che non mi risveglierò.

<< Cathy? >> dico.

<< Scommetto che hai parlato con Alice, non è vero? >> chiede.

<< Infatti, non so come ringraziarti, farò di tutto per ricambiare il favore >> rispondo.

<<  Non serve, ci vediamo il venerdì pomeriggio così ci potremo preparare per bene, magari chiamo la mia estetista di fiducia >>dice.

<< Perfetto, a venerdì allora >>dico riattaccando.

 

 

La settimana passa lentamente, forse per l’ansia del concerto, ma finalmente stasera li vedrò.  Passo a prendere Alice e insieme prendiamo l’autobus per andare a casa di Cathy. Lei vive fuori città, per questo non ci vediamo spesso. Arrivati davanti al cancello di casa sua, si scorge l’enorme villa. Si capisce che è ricca. Però Cathy è l’eccezione che conferma la regola, lei non se la tira come la maggior parte delle persone “benestanti”.

<< Cathy, siamo noi >> diciamo all’unisono al citofono.

<< La signorina Bermut arriva subito >> risponde la sua governante.

Appena arriva Cathy ci conduce verso camera sua. Ad aspettarci c’era qualcuno: l’estetista e il parrucchiere di fiducia di Cathy. Ci prepariamo tutte e tre e non mi lasciano capacità di scelta. Hanno deciso tutto loro, ma mi fido dei loro gusti. Un abitino nero ricco di balze, i capelli ondulati, sciolti al vento e un tacco che non avrei ma pensato di indossare. Quando mi guardo allo specchio, non mi riconosco. Non sono io. Io non sono bella. Questo look non mi rappresenta, è più vicino a quello di Sam. Cathy prende la sua auto e tutte e tre ci dirigiamo verso lo stadio, dove si esibiranno i Blu Rock. Appena arriviamo ci mettiamo in fila per entrare. Durante la lunga ed estenuante attesa, noto un gruppo di ragazzi che mi sembra di conoscere. Per la confusione non riesco a capire chi siano. Ma certo, è Luck e il suo seguito. Fantastico, adesso anche lui mi vedrà così. Dovrebbe farmi piacere che lui, proprio Luck sia qui, ma perché? Non pensavo gli piacessero i Blu Rock. Lui non mi nota, forse non mi riconosce nemmeno. Finalmente la fila si muove e riusciamo a entrare.

Il concerto è fantastico, peccato che sia durato poco. Be tre ore di concerto, però per me sono volate. È quasi l’una e devo essere a casa al massimo tra mezz’ora. Ci dirigiamo verso la macchina ma non possiamo. È scoppiata una rissa, giù al parcheggio e quindi non possiamo andare via. Volano calci, pugni, ma tra la confusione riesco a scorgere lui, Luck. Sembra molto aggressivo, non conoscevo questa parte di lui. Be in realtà non so niente di lui, non lo conosco nemmeno, Però ha un non so ché di affascinante. Forse è il suo essere misterioso che mi attrae. Per fortuna arriva la sicurezza a fermare la rissa, così potremo raggiungere la macchina. Appoggiato sul cofano della nostra auto, c’è un gruppo di ragazzi. Sono loro. È Luck. Ci avviciniamo per cercare di farli spostare e lui mi vede. Il suo sguardo è diverso rispetto a quello di quando mi chiede le risposte durante i test a scuola. Lui mi guarda, guarda me.

<<  Ci conosciamo? >> chiede.

<< Sì, siamo nella stessa aula di chimica >> rispondo imbarazzata.

<< Non mi ricordo una ragazza così bella in classe con me, come ti chiami? >>chiede.

<< Lila >> rispondo.

<< Lila, Lila non mi dice niente >>dice.

<< Sono la sorella di Samantha Montgomery >>rispondo.

<< Samantha? Tu sei quella Lila? Non sembri nemmeno tu >>dice sorpreso.

<< Ah, bene, lo prendo come un complimento >>rispondo.

<< Voleva esserlo, bene allora ci si vede a scuola, Lila >> dice.

<< Ciao Luck >>termino.

No. Ho detto il suo nome senza che lui si sia nemmeno presentato. Ora sembrerò una delle sue aspiranti ammiratrici. Speriamo che non se ne sia accorto. Si spostano dall’auto e ci lasciano passare, così che Cathy ci possa riaccompagnare a casa. Finalmente aggiungerei. Appena arrivo a casa, mamma è sul divano, forse mi stava aspettando. Sono in ritardo di quasi un’ora, sarà arrabbiata con me.

<< Lila tesoro, ero in pensiero per te >> dice vedendomi arrivare.

Wow, lei era in pensiero per me. Stasera non sembra abbia bevuto, forse perché domani tornerà papà. Perché sì, domani verrà papà, non mi darà buca di nuovo.

 

 

Mi sveglio con il profumo dei muffin della mamma. Forse papà è già arrivato. Prima di correre giù per le scale mi guardo allo specchio, una cosa nuova per me. Oh mamma, sembro un panda! Ho gli occhi neri dal trucco della scorsa notte. Ero troppo stanca per struccarmi ed ecco il risultato. Cerco di porre riparo ai miei guai post-trucco e scendo in cucina.

<< Papà >> esclamo vedendolo.

<< Lila, amore mio, sono felice di vederti >>dice.

<< Mi sei mancato tanto, dimmi che ti fermerai per un po’ >> chiedo speranzosa.

<< Oggi è il tuo giorno fortunato, perché mi fermerò per un paio di settimane >> risponde.

Lo afferro per il collo e lo stritolo a me. Mi è mancato poterlo fare. Lo faccio solo con lui, con mamma e Sam no.

 

Il tempo con papà passa in fretta, ed è già ora di tornare a scuola. Come ogni giorno, appena arrivo a scuola sono invisibile, nessuno mi guarda, nessuno mi saluta. Però oggi è diverso, Luck mi conosce. E se mi conosce lui, sono quasi popolare! È così che Sam lo è diventata. Appena lo vedo nei corridoi e gli passo accanto, lo saluto, ma lui non ricambia. Forse non mi ha visto. Arrivo in classe e mi passa davanti per andarsi a sedere dietro. Allora prendo coraggio e lo saluto, di nuovo. E di nuovo lui non ricambia. Ma ora è diverso, mi ha guardato negli occhi, non può non avermi visto. Perché non mi saluta? Al concerto era così carino con me, cosa sarà cambiato?

Alla fine delle lezioni decido di parlarne con Alice e Cathy e loro mi danno la risposta più ovvia. Non ero io al concerto, la balenotta dai capelli rossi. Era l’altra parte di me, l’altra Lila, quella che non conosco. La parte bella di me che non sapevo esistesse.

<< Lila non ti merita >> dice Alice.

<< Infatti, Lila, lascia stare >> continua Cathy.

<< E allora chi mi merita? Nessuno, perché nessuno mi vuole >> dico demoralizzata.

<< Non è vero >>dice Alice.

<< Ci tieni davvero a farti notare da Luck? >> dice Cathy.

<<  Sì, è l’unica cosa che desidero adesso >> rispondo.

<< Allora diamo inizio l’operazione NLDL >> dice Alice.

<< Cos’è l’operazione NLDL? >> chiedo incuriosita.

<< Nuovo look di Lila >> risponde.

<< Ci potevamo arrivare >> dice Cathy scherzosa.

Scoppiamo a ridere tutte e tre e con un gesto (quello di tutti per uno e uno per tutti) diamo il via al nostro piano.

Cathy e Alice stilano una specie di giornata tipo che inizia alle sei del mattino.

<< Impossibile ragazze, io non mi sveglierò mai alle 06.30 e poi c’è un’ora e mezza prima di andare a scuola, cosa dovrei fare tutto quel tempo? >> chiedo sbalordita.

<< Lila, hai detto che ci tenevi a farti notare da Luck >> dice Alice.

Annuisco perché in fondo hanno ragione.

<< Allora lascia fare a noi >> termina Cathy.

Alla fine della loro consultazione, cioè due ore di attesa, mi consegnano in pratica quella che sarà la mia vita da domani.

Ore 06.30: Yoga mattutino.

Ore 07.00: Colazione (ovviamente hanno eliminato tutti i grassi e il mio amato cioccolato).

Ore 08.00-16.00: Scuola.

Ovviamente c’è il pranzo in mezzo e al posto del mio amato panino al burro di arachidi ci sono una misera insalatina e un frutto.

Ore 16.00-18.00: Palestra a casa di Cathy.

Ore 18.00-19.00: Compiti.

Il resto della “giornata” è libero. Grazie. Ah e ovviamente cena salutare.

<< Ragazze non pensate davvero che io possa seguire questo ritmo a lungo >> dico.

<< Lo farai per tutto il tempo necessario, fino a eliminare il soprannome “balenotta dai capelli rossi” >> dice Cathy.

<< Tranquilla, ti aiuteremo noi >> mi rassicura Alice.

<<  Va bene, grazie dell’aiuto, a domani >> dico.

Le saluto e mi dirigo verso casa con questo foglio/inferno che da domani diventerà realtà.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                            

 

  
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