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Autore: barbygio    27/03/2008    2 recensioni
...La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare!!! Le ragazze sono come le mele sugli alberi. Aggiunta la secoda parte del terzo capitolo inizia dal trattino Le migliori sono sulla cima dell'albero. -William Shakespeare-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 1
WE CAN BE HEROES

Note dell'autrice:

Ciao a tutti, questa è la mia prima fan fiction: parla di una ragazza e un gruppo di amiche che vivono appassionate del film Moulin Rouge, che come i protagonista del film voglio imparare cosa significa amare e lasciarsi amare.
La vicenda inizialmente si svolge a San Francisco, il resto devo ancora pensarci intanto ditemi cosa ne pensate.
Buona lettura, baci Giorgia (Vostra Onnipotenza per le mie adorate mater).
Ringrazio prima di tutto le mie Mater: Kela, Vanessola ed Erikuzza, ^^ vi adoro e vi voglio bene, grazie per tutto;
poi vorrei ringraziare le persone che mi hanno ispirato più di tutte: Dante, Concettina e la nostra adora RENNA ( se non ci fosse lei Dante non sarebbe così "interessante").

Capitolo 1 Eccomi...

Sono qui nella mia stanza sdraiata sul letto, stanca dopo un'altra giornata alla Robinson High School pensando alle vacanze che si stanno avvicinando.

Mi chiamo Meredith e vivo in una bellissima città della California, a San Francisco; ho diciotto anni e sono molto felice perché non vedo l'ora di vedere la mia macchina nuova.
I miei tornati dalle vacanze in Spagna mi hanno regalato la macchina una bellissima Porche decappottabile color blu elettrico; abito in centro a San Francisco e ho una camera piena di poster, che stò ammirando in questo momento, e riuscirei anche ad addormentarmi se non per un piccolo inconveniente: la mia  PERFIDA SORELLINA XD.
Come suo solito arriva in camera correndo e inizia a saltare sul mio letto ridendo e urlando.

“Ginevra per favore sparisci, vorrei rilassarmi”. Si è vero Ginevra è un nome italiano ma il mio babbo è di origini italiane si chiamo Marco e ha incontrato mia mamma Christine, quando era in vacanza in Francia.
“Si mammina” ribatté la peste;
“Ok lo hai voluto tu, poi non frignare” gridai avvicinandomi al letto e iniziando a fargli il solletico.
“Me ne vado, se, mi vieni a preparare la merenda”.
“Va bene basta che poi non torni a rompere come tuo solito”, in men che non si dica non era più in stanza, stava già correndo giù per le scale verso la cucina.
Mi voltai verso il computer e mi accorsi che mi era arrivata un e-mail, il mittente mi era famigliare ma non ero sicura, per questo iniziai a leggere:

“ Ciao Meredith, volevo farti sapere, che organizzo una festa a casa mia, per il mio compleanno, fammi sapere al più presto se puoi e vuoi venire, attendo tue risposte,
saluti William ”.

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah ” gridai appena lessi il nome, non ci potevo credere il ragazzo più carino della scuola mi aveva invitato alla sua festa di compleanno.
Velocissima come sempre arrivò su mia sorella: “ma cos'è successo sono arrivati gli ufo a portare via il mostro che abita qui?!?!”
“No sgorbio, al massimo portano via te e ti mettono in cella di isolamento perchè non ti sopportano neanche loro” risposi sbattendogli la porta in faccia.
“Meredith e la mia merenda?” urlò iniziando a piangere.
Non potevo sopportare le sue urla e i suoi pianti, quindi decisi di scendere a preparare la merenda per tutte e tu e poi, finalmente stare in pace, chiusa, nella mia stanza e cercare di chiamare Molly per riferirgli della mia grandiosa “avventura”.
Appena finita la mia merenda presi il bicchiere e la bottiglia di succo e corsi in camera; presi al volo il telefono e mi sdraiai sul letto componendo il numero di Molly.

“...Il numero da lei chiamato è impegnato in un'altra conversazione ...”
come immaginavo, Molly è al telefono e posso immaginare anche con chi, Edward.
Edward è il ragazzo di Molly da quando si sono fidanzati passano le ore al telefono.

Si può dire che io  e Molly siamo ormai due sorelle (sempre meglio della peste di nome Ginevra); ci conosciamo da quando avevamo 4 o 5 anni e da li non ci siamo mai separate, eravamo indivisibili; abbiamo frequentato le stesse scuole e le stesse compagnie, ma al solo pensiero che lei l'anno prossimo si potrebbe trasferire in Francia mi viene da piangere. Ma ora basta pensare al futuro devo assolutamente parlare con Molly a qualunque costo.

“Pronto” disse Molly con quella la sua vocina.
“Ciao Molly sono Meredith, non puoi neanche immaginare che cos'è successo oggi, la cosa più bella della mia vita” risposi orgogliosa e agitata.
“Ok, per prima cosa cerca di calmarti, sei agitatissima, fai un grande respiro e spiegami tutto”
“È una cosa lunghissima, che ne dici di venire da me, mangiamo una pizza con Hannah e poi restate qui a dormire, e domani andiamo a scuola assieme, ti va bene?” proposi felicissima;
“avverto i miei e ti raggiungo in un battibaleno, avverti tu Hannah?”
“Certo ci vediamo tra poco, baci scricciolo”. È vero scricciolo non è un bellissimo soprannome, ma io e Hannah glielo abbiamo dato quando si è messa con Edward, ma in questo momento non mi ricordo il perchè.
Riagganciai la cornetta e mentre stavo per comporre il numero di Hannah, senti la voce di mia madre.
“Meredith scendi immediatamente” mi urlò. Dal tono della sua voce capii che era arrabbiata.
Scesi in salotto e passando davanti alla cucina mi accorsi di aver dimenticato di mettere via il barattolo della nutella.
“Ciao mamma, tutto bene?”
“Non direi proprio, guarda tua sorella che cos'ha combinato”, mi disse indicando la peste.
“Ginny sei un disastro, scordati che ti preparerò altre cose in futuro e per favore non iniziare a piangere, vai a prendere la scopa e inizia a pulire”, gli dissi guardandola dritta nei suoi stupendi occhi verdi.
“Meredith...” aggiunge mia madre guardandomi.
“O capito, non parlare cosi a tua sorella, lo so non aggiungere altro, gli do una mano io a pulire;
a mamma ho invitato qui Molly e Hannah dobbiamo finire dei compiti, ordiniamo una pizza per stasera e loro dopo restano qui a dormire, sei d'accordo?” gli riferii i miei piani per la sera prima che lo venisse a sapere dalla peste.
“Va bene, ma dai una mano a tua sorella”, mi disse mentre andava in camera sua.
“Molly ?!?!?!?! Dormo con voi stasera”gridò la peste iniziando a saltare.
“MI dispiace peste la mia camera è OFF-LIMITS, ciò significa che tu non puoi dormire con noi, ma cosa più importante non ci puoi entrare. Ora fila a pulire che fra poco sono qui”. È vero stavo comandando come mia madre in quel momento ma provate ad avere una sorella come la mia.
In 10 minuti il salotto era tutto pulito, e mi accorsi che non avevo ancora chiamato Hannah per avvisarla, con uno scatto corsi in camera, entrando afferrai il telefono e iniziai a comporre il numero.
“Pronto? Hannah, ciao sono io Meredith, oggi mi è successa una cosa bellissima, che ne dici di venire a casa mia, ordiniamo una pizza e poi restate tu e Molly a dormire da me, domani vi accompagno io a scuola; per te va bene?”
“Ciao Meredith, si va bene sono curiosa di sapere cos'è successo, non è che hai litigato per l'ennesima volta con tua sorella?”
“No figurati, cioè si anche ma il bello non è questo”, gli risposi ridendo un pochino.
“Ok allora mi preparo e ti raggiungo in un battibaleno” mi rispose Hannah.
“Grande allora ci vediamo tra poco, baci Hannah”
“Ciao piccola  a tra poco” mi disse allegramente.

DRINN

Era il campanello della porta, immaginavo che fosse Molly ma in quel momento non potevo proprio andare ad aprire.
“Ginny apri tu per favore, mi sto vestendo”, gli urlai affacciandomi dalla porta.
“Ciao Meredith”, si era Molly, e dome per miracolo non era morta incontrando la mia “adorabile” sorellina.
“Ciao Molly, vieni sono in camera” gli disse col sorriso stampato sulle labbra.
Non c'era più bisogno di spiegare la strada sia a Molly che ad Hannah, la potevano fare anche ad occhi chiusi.
Senti dei passi salire su per le scale, poi udii la vocina di Molly:
“Ciao piccola, come stai? Ti sei calmata vero?!?!?!? Non vogliamo passare tutta la serata a cacciare i bollenti spiriti dalla stanza”, mi disse guardandomi e ridendo.
“Ciao scricciolo, non preoccuparti mi sono calmata, ma se inizi a prendermi in giro anche te mi  potrei arrabbiare e poi altro che spiriti e spiriti”, era sempre così tra di noi, si scherzava sempre.
“Ok la finisco, ma tu piantala di chiamarmi scricciolo, lo sai che non i è mai piaciuto il soprannome che mi avete affibbiato “tu” e Hannah”, qual “tu” non mi era piaciuto molto, ma si ero stata io a chiamarla per la prima volta scricciolo, mi diverto ogni volta che lo sento.

DRINN

Questa era di sicuro Hannah, Molly e io andammo ad aprire alla porta.
“Ciao Hannah tutto bene?” dicemmo io e Molly insieme.
“Ciao Molly, ciao Meredith, si tutto bene, grazie per l'invito, ciao Ginny come stai ?”, Hannah era sempre gentile con mia sorella, quello che non riuscivo a fare io dopo che la peste mi faceva arrabbiare.
“Possiamo andare di sopra, Ginny non provare a venire a romperci, dobbiamo lavorare”, il “lavorare” significava parlare e basta, insomma quello che fanno tutte.
“Dai Meredith racconta cosa ti è successo di così bello per telefonare e farci venire di corsa qui, non che non volessimo è...” mi disse Molly ridacchiando un pochino.
“Ok se volete saperlo subito, vi faccio vedere che cos'ho ricevuto”, le accompagnai al computer e aprii la casella della posta ricevuta; in tre secondi nessuna delle due sapeva più che dire.
  
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