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Autore: topoleone    27/09/2013    0 recensioni
Era nata come OS, ma quest'uomo mi ossessiona. Passa il tempo e ci sono fatti che mi fanno involontariamente scrivere pensieri su di lui. Così decido di far diventare la OS originaria, la prima di una piccola serie, da aggiornare di tanto in tanto.
Un assaggio di trama:
OS n. 1: Approfittando di una piccola pausa tra un volo e l’altro, il giovane british actor più famoso del momento, fa visita ad una coppia di amici. L’incontro diventa un'occasione per giocare a fare una breve intervita su alcuni dettagli della vita sentimentale del ragazzo. Ma cosa può succedere se anche la sua partner ha risposto a simili domande? La curiosità è femmina, ma anche il nostro Rob avrà di che penare nell’attesa....
OS n. 2: due vite, 2 momenti e 1 incontro. Piccoli frammenti di due personaggi sconosciuti che per uno strano caso si incrociano su un set. (Contiene nomi di personaggi realmente esistenti, personaggi di fantasia e fatti più o meno realmente accaduti ed altri inventati).
OS n. 3: Rob alle prese come selezionatore del personale : )
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2. And the best kiss goes to…

Montmartre 2008

“Hai sentito che culo quelle di Vancouver? Te l’ho detto che dovevamo nascere sotto la bandiera a stelle e strisce!.”
Vivere con Chloé Mortaud (detta Cocò) è un bene e un male. Nel primo caso perché rappresenta il tentativo di sganciarmi dalla mia famiglia, economicamente parlando; nel secondo caso perché incentiva a vivere in modo pazzo, da vere adolescenti.
La differenza sostanziale tra noi è soltanto una questione anagrafica. Io ho sedici anni e Cocò due di più. Ci hanno chiesto di andare a vivere assieme per motivi di lavoro. E in pochi mesi siamo diventate una comune di aspiranti modelle. Dicono che sia più semplice gestirci se viviamo tutte sotto lo stesso tetto.
Le altre due coinquiline fisse sono Morgane Dubled (23 anni), Noémie Lenoir (29 anni), ma loro sono già su un altro pianeta rispetto a noi e credo che presto si trasferiranno in altre città; poi ci sono altre colleghe che arrivano da tutta Europa per brevi periodi e che per mancanza di tempo restano delle presenze sbiadite.
“Terra chiama Ameliè”.
Ovviamente non mi chiamo Ameliè, ma è il soprannome che mi hanno affibbiato le mie simpatiche colleghe, visto che ho la propensione a perdermi nei miei pensieri, oltre che ad avere un’adorazione particolare per la colonna sonora di quel film.
“Sì ti ho sentita. E adesso che si fa?”
Purtroppo anch’io sono una vittima di quel fandom sfegatato che popola il web e che fa impennare gli indici di vendita nelle librerie. Di solito non leggo, preferisco guardare un film al cinema o ascoltare musica, ma Cocò mi ha stressato così tanto che due mesi fa ho ceduto ed ho cominciato a leggere Twilight. Il giorno dopo aver cominciato il libro Cocò mi ha presa a calci in culo perché ho dovuto ammettere di aver passato la notte in bianco per finirlo tutto. Non vi dico sul set come mi ha trattato Janette la truccatrice. Ricordo le sue precise parole:
“Pasticcino, solo perché sei giovane queste occhiaie ti donano, ma vedi che non si ripeta più, altrimenti poco ci stanno a trovarne un’altra che ti sostituisca”.
Janette, non è propriamente una stronza, ma può diventarlo in base a quanto suo marito la soddisfi a letto. Suo marito è il fotografo che sta cercando di farmi apparire naturale davanti alla macchina da presa, mentre scatta in continuazione.
“Lily, ricorda che il tuo obiettivo è apparire così” e mi lancia l’ultima copia di Vanity Fair; non occorre che mi dica a che pagina devo andare, basta vedere la copertina. Due ragazzi molto complici guardano intensamente l’obiettivo. Non sorridono; raramente un modello sorride, ma loro sono attori.
OH MIODDIOOOOOO SONO I 2 CHE DARANNO VITA AL MONDO A CUI MI HA INIZIATO CHLOE’! Li guardo meglio e devo ammettere che lui è un tipo abbastanza carino.



New York 24 luglio 2012
  
Inutile dirlo, questa città esercita su di me un particolare fascino. Da quando abbiamo girato Remember me, non faccio che tornarci per contemplare Ground Zero. E ogni volta un brivido mi gela la schiena. Mi chiedo “se fossi veramente stato in quell’edificio, avrei avuto il culo di salvarmi o sarei finito in una lapide commemorativa come gli altri?”. Per fortuna la gente non è ancora riuscita a defraudarmi anche di questo segreto. Oggi però non vedo l’ora di tornare a casa per rivedere la mia Kiki. Cannes mi sembra lontana anni luce e, tra le sue e le mie promozioni, comincia a mancarmi terribilmente. Sto cercando invano copioni che prevedano trilogie interessanti solo per buttarle là l’idea di lavorare ancora assieme. La verità è che odio dover sparire per settimane e non cambia molto se a dover partire è lei.
Prima che la gente cominci a chiedersi chi è quel coglione con la suoneria di Elvis, rispondo a mia madre.       
“Ciao piccolo come stai?” Sembra in apprensione, ma è uno stato emotivo comune a molte madri quando il loro figlio più piccolo si trova in un altro continente (o anche solo a un tiro di schioppo da casa).    
“Direi bene. Indovina dove sono?” Era un rito ormai, ogni volta che andavo a New York e lei mi sorprendeva con una delle sue telefonate recitavamo quelle stesse battute. Non oggi però.
“Di nuovo? È già la seconda volta in un mese”. Forse cominciavo ad essere patetico.
“Che ci vuoi fare ma’, lei mi manca e così mi sembra di ammazzare il tempo”
“Hai visto Kris?”
“Beh, lo sai che sta tornando a casa. Ma ti prometto che te la saluto stasera”.
“Sì sì, amore mi raccomando fatti forza.”
Quella rientrava di diritto nella telefonata più stramba di mia madre, sembrava sotto effetto di stupefacenti.
Poco dopo la suoneria mi risveglia di nuovo dal mio paradiso di ricordi. Non ci riesco proprio, a poche ore dal suo arrivo la testa è piena di lei e mi trovo a desiderarla come l’aria che respiro.
Due ore dopo sto ancora camminando per le strade meno battute di NY, ma non sono più sereno, per niente. Comincio a controllare impaziente l’orario aspettando il mio volo. Perché non c’è nulla di strano se ho sentito mia madre o Tom, o Liz o Sam, Nick e Ruth poi sono sempre lì a tempestarci di chiamate per proporci nuove sceneggiature e Katy è una pazza scatenata sempre pronta a far baldoria; la cosa che mi fa impazzire è che tutti quanti mi hanno chiamato in queste ultime due ore. E quel che è peggio è che nessuno mi ha detto nulla. Ma tutti volevano sapere quanto tornava a casa Kris.

 
***
Cafè de Flore maggio 2009   

“Forse abbiamo sbagliato posto, era meglio andare all’Harry’s New York bar!”
“E che sarà mai Lil, lo sapevi che sarebbe arrivato questo momento, tutte passiamo per il battesimo del fuoco”
Sì, ma io speravo comunque di evitarlo, anche perché non avrei mai avuto il coraggio di sottoporre a mio padre quella lista. Eppure uno dei miei due genitori doveva firmarla.
“Chloè con che faccia mi presento a casa per chiedergli il permesso di andare alla ENSBA?”
Continuo a ripercorrere la lista firmata dal professor François Boisrond e dal mio agente; non ce la faccio proprio ad evitare che gli occhi cadano là. Tra tutte, continuano a saltar fuori dal foglio le parole corso di nudo artistico e possibilità di collaborare per pubblicità di articoli erotici.
Certo non è detto che debba succedere proprio a me, ma chi cazzo firmerebbe una liberatoria dove acconsente che sua figlia, ancora minorenne apra le gambe davanti ad un’intera classe di studenti, per farsi ritrarre i peli pubici?
“Lil, mal che vada te la firmo io!”
“Come se mio padre non lo sospettasse?” No, no dovevo evitare che quella lista arrivasse a lui.
“Facciamo così, stasera facciamo serata svacco sul divano e ci ubriachiamo un po’, tanto le altre sono via e ne riparliamo domani. Ovviamente sai bene che non è contemplato un tuo rifiuto.”
Cocò, la mia migliore amica. Con quella prospettiva forse sarei riuscita a sopravvivere a quella giornata allucinante.
E davanti alla mia unica trasgressione della giornata, una cioccolata bianca con panna (lo so che fa caldo, ma il tempo atmosferico è solo un banale dettaglio; in questi casi, l’unica cosa che mi fa ragionare è una tazza fumante, possibilmente altamente calorica e che si fottano quelli che hanno scritto le tremila postille sul mio contratto!) mi trovo a fantasticare, come altre migliaia di ragazze: chissà se quei due stanno veramente assieme…

“And the best kiss goes to…” saltiamo come pazze sul divano. Quel bacio non bacio vale più di mille dichiarazioni. Lei recita, lui no. Lui la vorrebbe baciare sul serio. Andiamo Stewart, accontentalo! Ripenso al loro primo Vanity Fair. Quel ragazzo diventa più bono col passare del tempo, proprio come l’invecchiare del vino. Mi trovo a pensare al sapore delle sue labbra, ma scaccio quel pensiero. Non lo farei nemmeno per lavoro; sono un tipo monogamo e non bacerei l’uomo di un’altra nemmeno per finzione. Per quello mi va bene lavorare coi modelli che non hanno quasi mai legami stabili.

 
MOMA 19 settembre 2012
  
Ancora New York…ma questa volta sono S-O-L-O. sono quasi due mesi che lei non c’è più e mi sto ancorando a David per non pensare a cosa succederà tra poche ore. Non sono pronto per il plotone di esecuzione che mi aspetta.
“Ehi Rob!” la voce di Caithlin mi riporta coi piedi per terra. Abbiamo legato molto durante le riprese di Cosmopolis. Ma per quanto mi sforzi di pensare a lei, non riesco a vederla diversamente da come è: una cara amica, figlia di un amico.
“Cat, arrivo”. Mi guarda con compassione, poi si avventa su di me e mi stampa un bacio sulle labbra.
“Andrà tutto bene, Dav è con te, pensa al film, pensa solo a quello e al sushi che ci spazzoleremo in santa pace quando avranno finito con la loro tortura.
Ecco, già solo il fatto che abbia tirato in ballo il sushi mi fa rilassare. Ormai è diventato un appuntamento fisso, con o senza Kristen. Se nessuno ha impegni ci riuniamo da David e Cat, una volta al mese e mangiamo fino a star male…ovviamente per modo di dire. Sorrido, mentre i flash mi accecano. Sto pensando all’ultima gara tra me e Cat. Non so come faccia quella ragazza ad ingurgitare così tanta salsa di soia e sake. È peggio dei personaggi dei manga giapponesi!

 
***
2 luglio 2011 École Nationale Supérieure des Beaux-Arts (ENSBA)           

Lascio cadere il lenzuolo e sento un brusio tra le varie postazioni. Mi viene da ridere, ma devo stare seria. Nessuno di quei ragazzi sa che oggi è il mio compleanno eppure mi vedono così intimamente. Mio papà non sa ancora che è il terzo anno che mi chiamano per farlo; alla fine con la complicità di Cocò abbiamo deciso di falsificare la firma di mia madre, senza dire nulla del contratto, sperando che nessuno tirasse mai in ballo l’argomento in presenza dei miei genitori.
Doveva essere un rito di passaggio, ma ci ho preso gusto, forse perché quelle immagini non usciranno mai da quelle mura imponenti così ricche di storia. Certo che passerò un compleanno alternativo, tra carboncini e filtri vari. Nel pomeriggio infatti mi aspetta il professor Faigenbaum; devo ringraziare lui se sono riuscita a posare nuda, ma con un gran bel paio di stivali. Adoro quella foto, anche se è stato uno strazio lasciarmi andare. Per fortuna con la complicità di Cocò siamo riuscite a trascinare quel buffo professore sul set, per darmi forza, e alla fine ne è uscito uno scatto buono.
“Lil, che piacere rivederti!”
“Ciao Patrick”
A volte mi trovo a pensare quanto sia strano parlare con lui quando poso con le cosce aperte, distesa su una panca o appoggiata ad un separé. Ci guardiamo come esseri asessuati e parliamo del più e del meno mentre gli studenti cercano di delineare le mie forme.
“Complimenti per la nuova campagna e per il film”
“Grazie. E a casa come procede?” ormai la gravidanza di sua figlia doveva essere agli sgoccioli.
“Tutto bene, non vedo l’ora di fotografare la piccola!” Poverina, con un nonno di quel calibro non avrebbe perso nemmeno un forogramma della sua vita.
Dopo un’intera giornata tra quelle mura, il mio compleanno sta volando e corro verso casa. Sospiro, so che mi mancherà tutto questo.

“Auguri Lil!!”
“Grazie Chloè”
“Piangi di già?”
Come diavolo si fa a non piangere di fronte ad una festa di comple-addio? Ci sono tutti: la mia famiglia, anche zia Trudy che ha la veneranda età di 96 anni, le mie nuove e già ex coinquiline, il mio ragazzo. Tutti pronti ad augurarmi un buon compleanno e un nuovo inizio di carriera a New York.
Sono frastornata e quando li saluto vorrei dover avere quel casino di avanzi e piatti sporchi tipico dei film hollywoodiani, e invece ci siamo solo io e Cocò.
“Mi mancherai Lil, ma ti prometto che appena riesco mi trasferisco a Los Angeles da mia nonna, così saremo quasi vicine di casa”.
“Ci conto”
“E poi sarai nel mondo di Patty, mi raccomando vedi di trovarlo e di farti fare un autografo per me!”
Nonostante il costante avanzare in punta di piedi nel mondo degli adulti era bello mantenere quel tocco di follia adolescenziale. Il nostro mondo di Patty, meglio noto come Robert Douglas Thomas Pattinson, scorreva da anni sui binari della finzione e della vita reale, anche se la mia cotta per lui era svanita con l’arrivo di Etienne.
Etienne…per fortuna alla fine ha deciso di seguirmi, anche se dovrà aspettare di terminare l’ultimo semestre all’università.


Londra Thanksgiving 2012

C’è un po’ di tensione nell’aria. Siamo da soli in casa, ma presto ci saranno tutti.
“Rob, credi che sia stata una buona idea decidere di passare 7 giorni a casa con i tuoi?” dio quanto mi erano mancati i suoi occhi da cerbiatto impaurito. Tanto spavalda e forte sotto le luci della ribalta, quanto fragile nella vita di tutti i giorni.
“mi ami?”
“certo che sì!” Dovevo sentirglielo dire ogni giorno.
“Allora abbiamo fatto bene” e in più era solo grazie all’intervento di Lizzy se i miei avevano deciso di assecondarmi in quel percorso tortuoso del “ti concedo una seconda possibilità”.
“Rob, quanto tempo abbiamo ancora?” diavolo di donna, bastava una sua domanda dall’aria innocente per incendiarmi. Ho fame di lei, sempre, ovunque.
Stringo le sue mani mentre mi abbandono in lei.
“Robby, Kris, c’è nessuno?” merda sono tornati prima.
“Arriviamo!” ci guardiamo complici, ridiamo e ci rivestiamo in fretta. La bacio sulla fronte e scendiamo cercando di far finta che non sia successo nulla. Ma chissà perché fingere nella vita reale non riesce bene a nessun attore…quasi mai…


 
***
Manhattan 2012
“Non ci posso credere, ne sei sicura?” sono al telefono con la mia migliore amica. Alla fine Chloè non è ancora venuta a trovarmi, in compenso convivo con stabilmente con Etienne e per ora va alla grande.
“Qui non si parla d’altro e credo che a breve la notizia farà il giro del mondo”. Patriottiche fino alla fine, noi ragazze francesi facevamo il tifo per quella coppia. Dopo tutti quegli anni e due figli non posso credere che uno dei miei attori preferiti abbia deciso di correr dietro ad una ragazzina.
“Lil, ci vediamo sul set ok?”
“Ehi torna indietro!” il suo sorriso malizioso mi fa impazzire. Lo bacio e nelle orecchie Cocò mi insulta per l’affronto. Rido.
“Lil, c’è una cosa che volevo dirti, so che per te non è importante come un tempo, ma…”
“E dai Chloè non farla lunga, sarò contenta per te, come sempre”
“Ok, mi serve un abbraccio a distanza, anche se a breve arriverò lì per FARE UN PROVINO PER LA NUOVA CAMPAGNA DI DIOR HOMME!”
“Ma che bello e sai già chi sarà il testimonial maschile?” già mi immagino i soliti modelli super palestrati che ammiccano. Li vedo tutti i giorni e ci lavoro pure assieme. Quasi tutti finti come i ritocchi per eliminare tatuaggi e cicatrici.
“Diciamo che lui è l’unica cosa certa. Rullino i tamburi…”
“Dai Cocò che devo andare a lavorare” solo ora realizzo che mi sta chiamando nel cuore della sua notte.
“Mr Pattinson!” ma dai! Finalmente dopo anni di bave lunghe come la scia delle lumache avrà la sua occasione di conoscerlo. Per quanto mi riguarda però sono ancora sconvolta dalla fine dell’amore tra Depp e la Paradise.
“Congratulazioni!”
“Beh in realtà non mi hanno ancora scelta, ma comunque potremo stare un po’ assieme io e te.”
“Ci conto e chissà che sia la volta buona!” Cocò mi manca un sacco.
Arrivo sul set in anticipo di soli 5 minuti. Praticamente in ritardo. Oggi mi dirigerà Etienne e per quanto cerchi di essere professionale, sento la tensione sessuale tra noi. Non vedo l’ora di tornare a casa e fare un bel po’ di sano sesso tra le nostre lenzuola di seta.
Sono pronta per il ciack quando mi accorgo della mano della nuova assistente che lascia la coscia del mio ragazzo. Sono una gelosa quindi mi scaldo in un attimo, ma dovrò rimandare la mia sfuriata. Ora devo far funzionare tutto senza allungare i tempi. Mi piace che funzioni tutto al primo tentativo.
Così ripenso a Chloè e alla sua possibilità di lavorare con il “nuovo” sex symbol di Hollywood. Non la invidio neanche un po’.
Finiamo che è già ora di pranzo, ma il mio ragazzo mi saluta perché ha già un altro impegno di lavoro. Lo aspetterò a casa. Nel frattempo mi è pure passata l’arrabbiatura, ma so che ci scherzeremo sopra tra un’insalata e il dessert.
Mi sono addormentata senza rendermene conto, lo stomaco brontola e devo farlo tacere. Se Vicky mi vedesse adesso mi lincerebbe: la senape sta colando sulle piastrelle e il mio hot dog è troppo buono. Ho ancora fame e mi mangio il gelato direttamente dal secchiello: pistacchio! Lo adoro. Ho ancora il cucchiaio in bocca quando sento la porta di casa aprirsi.
Etienne è ubriaco.
Lo aiuto a lavarsi, lo metto a letto e lo accarezzo. Non mi interessa se ha bevuto è tutto il giorno che ho voglia di lui ed ho intenzione di essere molto egoista. E poi sta rispondendo nonostante i bicchieri di bourbon e, credo wisky. Credo sia il sesso migliore che abbiamo fatto da quando stiamo insieme.
“Oh Kimberly, scopi alla grande!”
è un secondo, forse meno, mi blocco. Chi cazzo è Kimberly?! Faccio mente locale e le sinapsi mi restituiscono una rapida immagine di una morettina abbastanza slavata. Alt alt, è quella morettina slavata; peggio, è la mano di quella morettina slavata.
Ci metto meno di 5 minuti a raccattare la sua roba dall’armadio a metterla in un sacco della spazzatura e a riempirlo di cazzotti per farlo svegliare.
“Porco schifoso, pezzo di merda. Maledetta quella volta che siamo nati sotto la stessa bandiera”
Credo che domani non si ricorderà nemmeno delle mie insolenze; io invece so che avrò una ferita permanente. Il tradimento non è contemplato nel mio personale contratto d’amore.
Il giorno dopo esco di casa e me lo trovo tra i piedi. Ha dormito sullo zerbino umido di pioggia, assieme alle sue cose.
Mi portano le chiavi del nuovo portone sul set, mentre comunico a Vicky e agli altri che ho intenzione di prendermi un lungo periodo di ferie.


Loz Feliz 13 maggio 2013

Che compleanno di merda, sono di nuovo S-O-L-O e questa volta non ci sarà un seguito. E’ da quando hanno confermato che si farà Biancaneve2 che non mi levo dalla testa l’immagine di Kiki tra le braccia di Sanders; e ancor peggio mi tornano sibilline alcune sue risposte nelle intervite. Cose come: "Io amo andare oltre, spaventarmi. Volevo davvero fare quelle scene di sesso. Finché si è onesti non c'è niente di cui vergognarsi", che il mio cervello ha registrato, senza che io lo volessi e che ora mi ripropone in maniera alquanto bastarda.
ONESTA’, lo sto facendo per questo, onestà verso me stesso.
Ma l’unico pensiero mentre carico nel pick up la mia roba è che, mai Los Feliz è mai stato un posto più triste. E davanti a me c’è solo l’appuntamento con Dior, prima di aspettare i nuovi film e vagliare le proposte per altri lavori.
“Pronto.” Liz è sempre la prima a consolarmi, probabilmente mandata avanti da mamma, che non ha il coraggio di sentire i miei sfoghi. Sto di merda.
“Bro’, vedi di scollare il culo da dovunque esso sia posato e vatti divertire” Lizzy sta diventando peggio dei pararazzi, non so proprio come faccia a capire come e dove sto.
“Te l’ha detto lei?” pronunciare il suo nome, già solo pensarlo mi provoca ustioni ai ventricoli.
Diciamo che c’è stata una triplice intesa tra Kiki, Nick e Ruth”. La triade perfetta in tema di questioni spinose.
“Non chiamarla Kiki”
“Ok. Ma il resto non cambia.”
“Buona notte Elisabeth”
Guidare non è mai stato il mio sport preferito, ma mi prudono un sacco le mani, così le stacco un attimo, rischiando di finire sull’altra corsia. La prossima volta devo ricordarmi di non guidare subito dopo la fine di una storia d’amore.
Guardo distratto la rubrica e inoltro la chiamata.
“Nick perché cazzo hai chiamato Lizzy?”
“Un giorno mi ringrazierai; ora ho da fare, tu esci, ma non fare stronzate.”
“Nick, Nick, brutto….” Farabutto mentecatto.
Rido isterico nell’abitacolo buio e silenzioso pensando al tipo di stronzate che causerebbero un infarto al mio agente. Cazzo avrei voglia di una scopata liberatoria, ma sono famoso e non posso nemmeno entrare in un bordello senza che mezzo pianeta lo venga a sapere! Ecco questa è la stronzata suprema che devo evitare.
E passano i secondi i minuti e le ore.

Ancora S-O-L-O.
Mi diverto a leggere le stronzate che scrivono da quando Kristen non fa più parte del nostro “e vissero felici e contenti”, mi dipingono come un Duroy che non sono, per fortuna i fidanzati di Katy, Riley e Cat mi concedono il beneficio del dubbio, nonostante le insinuazioni e alcune foto un po’ così.
E’ soprattutto la presenza di Cat e di David che mi rende più facile la vita sul nuovo set.
“Ehi Casanova, hai saputo chi ti affiancherà nel film Dior?”
Cat sa sempre tutto.
“Ovviamente no. Sembra che abbiano il terrore che io rilasci dichiarazioni a destra e a manca, rivelando i segreti della nuova campagna”
Mi mette in mano una busta gialla, e mi lascia alle riprese chiedendomi di aprirla soltanto a casa.
Sono curioso di sapere che cosa ha ideato Caithlin questa volta, la sua creatività non ha limiti. Dal peso dovrebbero essere delle foto.
Finalmente a casa mi scolo una birra, il pensiero di Kristen mi ossessiona da ore. Chissà cosa starà facendo. Mi tornano in mente le parole di Katy “non aprire internet, mai più!”.
decido di seguire il suo consiglio, almeno per questa volta, così tiro fuori la busta di Cat. La apro e mi trovo a contemplare una decisamente modella a me sconosciuta. Ha un bel fisico, ma non le somiglia nemmeno un po’; mi chiedo se sia lei la mia collega per un giorno.


 
***
New York – Londra 2013

“Posso accompagnarti?” mi sento ancora in colpa ad aver “soffiato”il posto alla mia amica, ma in fondo non è colpa mia se Nan all’ultimo momento ha fatto il mio nome. Per quanto mi riguarda avrei lasciato volentieri la parte a Chloè pur di non rivedere Kimberly. Dentro o fuori dal letto quella ragazza stava facendo strada e anche se Etienne era un capitolo chiuso da un pezzo non mi piaceva incontrarla nei corridoi.
“Sei sicura?”
“Certo Lil, e poi visto il cambio dell’ultima ora mi hanno assicurato un buon contratto con Chanel. Quindi vengo solo per vederlo da vicino” Sapere che sarebbe stata di nuovo il volto di Chanel mi rincuora, moltissimo.
Così arriviamo sul set con più di un’ora di anticipo; Cocò mi fa evitare Kimberly per un soffio e si chiude con me in camerino dove mi concedo un caffè bollente. Arrivano per il trucco e parrucco, mentre l’assistente di Nan mi spiega quello che devo fare. Niente?!
E’ la prima volta che mi chiedono di improvvisare. O meglio lui reciterà un copione, io invece devo solo assecondarlo, per mostrare emozioni più vere.
Chloè mi riempie la testa di aneddoti sul bell’attore e di tutto quello che mi sono persa della sua carriera in questi anni. Il mio interesse per lui è sparito il giorno in cui mi sono imbarcata per New York anni prima, allontanandomi dalla mia amica. Non sta più con la Stewart?! Eccone un altro con la sindrome di Depp!
Attori, tutti uguali! Peggio: uomini tutti maiali!
I miei pensieri sbattono fuori le parole di Cocò. Non sento più cosa mi sta dicendo.
E’ ora di andare a lavorare. Cominceremo dalle esterne visto che la giornata è buona e soprattutto visto che dovrò mettere i piedi sulla sabbia fredda dell’oceano.
Nan è già all’opera con i suoi studi di luce, scatta all’impazzata cogliendo il ragazzo in posizioni del tutto naturali. Accidenti è più fotogenico di un modello!
Mi avvicino e lo guardo, poi cerco con gli occhi la mia amica che si è seduta in fondo alla saletta. Sorride beatamente cotta.
L’assistente di Nan li interrompe. È strano, ma mi sembra quasi di disturbare.
“Robert ti presento Camille Rowe la tua co-star”
Dalla sua stretta di mano traspare tutto il suo essere britannico; la presa è salda eppure mi sembra titubante, probabilmente nemmeno sa chi sono. Ma i suoi occhi sfavillano, come se ridesse di me.
Il fatto di non sapere nulla di ciò che accadrà mi fa sentire una ragazzina impacciata; ma mi godo la giornata e mi sembra quasi di stare in compagnia di un amico. Tra uno scatto e l’altro viene fuori il suo English Humor, è quasi infantile, ma mi fa ridere. È una buona compagnia. Il tempo vola e torniamo in studio, dove mi fanno un restyling completo.
Lui mi sta già aspettando nella vasca da bagno, e fuma. Lo raggiungo e sento una strana tensione nell’aria. Come se si aspettassero qualcosa in particolare. Nan scatta senza sosta e spero che tra i mille ci sia lo scatto giusto per Dior. Gli chiedo di lasciarmi fare un tiro e mi siedo sul water, come se fosse uno sgabello.
“Buona la prima” stanno scherzando?!
Sto ancora cercando di capire cosa è successo che Gillian, l’assistente di Nan, mi spiega a grandi linee cosa devo fare adesso. Robert è già in posizione, immobile.
“Ok che la posso fare”. Anche se non è previsto da copione mi fanno spogliare e rivestire davanti a lui. Ho solo il seno scoperto, l’ho fatto altre volte..a dire il vero ho fatto molto di più. Ma è come se fossi nuda per la prima volta. E mi vegogno di farlo davanti ai suoi occhi. Penso a cosa sia potuto cambiare in quelle poche ore, ma il regista ci ferma di nuovo. E ci tocca tornare sul mini set del bagno. Giriamo senza logica. Mi sento ubriaca e mi chiedo cosa ne verrà fuori. Come se mi avesse letto nel pensiero Robert mi spiega che ci sarà solo la metà di quelle scene e che stanno provando varie storie. Non sono io l’attrice; annuisco, con poca convinzione.
“Fidati di me e fatti guidare”
“Bene ragazzi pronti per il bacio!” bacio?! Io quello non lo bacio!
“Ehm non si era parlato di baci.”
“Tranquilla Camille, sarà veloce” veloce o no io un uomo non lo bacio per almeno altri 100 anni!
Poi succede che lui mi guarda e sembra un bambino perduto e mi esce così senza pensare
“O là là” improvvisamente è bello vedere che non sono la sola in difficoltà. Ma non sono io l’attrice, quindi per lui deve essere peggio trovarsi a disagio.
“Mi prendi in giro?”
“Andiamo sei tu l’attore, dicono che baci bene sul set”
“Pronti via” e lui mi butta sul letto e mi accarezza la guancia e il tocco di quelle mani grandi mi spaventa. Non me lo immaginavo così. Mi dà fastidio sentire che il mio corpo vorrebbe assecondarlo. Adiamo Lil sta solo recitando!
Poi i suoi occhi mi inchiodano e non so come mi trovo con la sua lingua che avvolge la mia. Sta fingendo e lo fa talmente bene che convince tutti.
E’ buona la prima, ma ci fanno stare su quel set ancora per degli interminabili minuti.
“Bene ragazzi ci vediamo per scegliere le foto. Grazie Camille, tu puoi andare”. Mi congedo da tutti e stringo la mano a Robert che mi guarda in modo strano.
Oserei dire quasi spavaldo.
Chloè mi sta aspettando fuori; è uscita ormai da ore. Andiamo a cena dove mi bombarda di domande alle quali non so perché non trovo le risposte. Non so nemmeno dirle se bacia bene. Beh sì, oggettivamente mi sembra baci bene, ma è la prima volta che mi bacia un attore. È la prima volta che mi pare di aver baciato.


New York 2013

Non ho più rivisto Camille, se non negli scatti che mi aveva dato Cat tempo prima e che per chissà quale motivo non ho avuto il coraggio di buttare via. Camille non è venuta per scegliere gli scatti, ma era come se fosse lì con noi. Mi sono sentito in imbarazzo mentre Nan mostrava a tutti quel bacio in particolare. Ricevevo pacche sulle spalle e i complimenti, ma sinceramente non sapevo il motivo. Mi era venuto naturale baciare quelle labbra piene. Dovevo essere selvaggio così avevo approfittato dando sfogo ad istinti repressi da mesi. Però non mi ricordavo di averle messo la lingua in bocca. E quelle foto lo testimoniavano.
Ripenso a tutti i baci sul set: quello che mi aspettavo però non era successo. Credevo che avrei sentito il sapore di Kristen e sentito le sue guance, invece quella che stavo toccando era la lingua di una modella francese.
Elvis mi annuncia che qualcuno mi sta cercando.
“Ehi Sam quali nuove?”
“Tom fa il bis!” di nuovo incinti?!
“Ottimo, prenoto un volo e si fa festa!”
“Ehi ma che ti è successo?”
“Cosa?”
“Mi sembri diverso. Eppure Lizzy ha detto che sei ancora in buca” ah già il mio lutto.
“Tutto bene Sam. Ordinami una birra che pendo il prossimo volo!” ovviamente non è vero, ma voglio che sappia che ho intenzione di tornare a Londra molto presto.
“Rob, hai l’intervista” mi stanno intimando di rientrare nei ranghi
“Sì, scusate non potevo non rispondere.”
E succede di nuovo, mi fanno una domanda e non riesco a censurarmi. Mi chiedono cosa ho pensato di Camille.
“Potete evitare di mettere questa risposta?” La mia risposta mi spaventa, ma al diavolo! Perché non farglielo sapere visto che inconsciamente i miei pensieri avevano già preso quella direzione? “no scusate, va bene così”.
Londra 2 luglio 2013
“Tom auguri!” chissà se sarò di nuovo io il padrino.
“Girano voci che tu abbia una nuova ragazza amico!” le solite: Katy, Riely, Sia…
“O là là mr Pattinson” le parole di Sam mi bloccano sul posto. Merda lo sanno già tutti?
Saluto i miei amici; li rivedrò in serata e torno a Barnes, dove mi ritrovo con 10 occhi puntati addosso, anche Patty mi guarda stranita. Lizzy sorride, mamma mi abbraccia. Papà non dice nulla, ma il suo silenzio vale più di mille parole. Vic mi mostra un video. Sono io e parlo di lei.
“Non rispondi al telefono?”
“Ciao Nick, tutto bene?”
“Non c’è male. Rob ho in linea una persona che ti cerca” una persona e chi potrà mai essere?
“Pronto!”
“Mi stai prendendo in giro?” E’ il suo accento strano. Mi chiedo come abbia fatto a trovarmi. E adesso cosa le dico?
“Ehi Camille, qual buon vento…”
“Una bufera per te. Ti rendi conto del casino in cui mi hai messa?”
“E tu sai cosa succederà a me?” perché poi se la prendeva tanto, in fondo avevo solo detto che volevo una ragazza francese con i suoi clichè. Mica volevo lei.
“Se non ti uccide qualcun altro lo faccio io.”
“Hai già scelto l’arma del delitto?” Camille ride all’altro capo del telefono e la sua risata mi riporta alla mente i ricordi di quel giorno. Ho ancora il sapore delle sue labbra ed ogni piccola lentiggine torna a costellare il suo profilo delicato e quelle labbra piene e così rosse, mi fanno star male.  
“Scemo. Perché l’hai detto?”
“Perché è la verità” silenzio. Le mie stesse parole mi fanno ancor di più pensare; cosa che non facevo da un po’…
“Perché non mi hai cercata?”
“Perché non credevo di averti impressionata così tanto.”
“Beh pensavo avessi capito che il tuo bacio mi ha colta di sorpresa. E chi è sorpreso non ha il tempo di erigere le dovute difese.”
“Sei troppo intelligente per me, non ti seguo.”
“Dici? Beh in questo caso sappi che non ho mai avuto un ragazzo britannico con tutti i suoi clichè.”
“Camille…” anche il suo nome è una carezza
“Robert…”
“Non stavo recitando con te.” Lo stavo ammettendo davanti a lei.
“Giuro che se va a finire come con Johnny Depp ti riduco in polpette”.
“Me la spieghi questa? Di nuovo non ci arrivo”
“Sì, ma solo se ti presenti a casa mia con una tazza di cioccolata calda con panna”
E precipito definitivamente nella sua chimica nonostante le migliaia di chilometri che presumo di dividano in questo esatto momento e mi accorgo che le risposte che ancora non ho, non le voglio più [cit. rivisitata di “vertigine” – Negrita].
FINE


 
  
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