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Autore: Flin815    27/09/2013    2 recensioni
Ecco come ho immaginato la notte di Peeta e Katniss, dopo il festino alla Cornucopia. Buona lettura!!!
"Lo guardo dormire incantata. E' così bello quando dorme. Si può percepire la sua bontà, guardandolo anche addormentato. Gli accarezzo la testa con una mano, e con un movimento lento, gli scosto una ciocca di capelli, proseguendo con una carezza alla sua guancia.
Ormai è semi-cosciente credo, perché comincia a girarsi col corpo, e presto ci troviamo faccia a faccia.
Le sue mani mi cercano e trovato il mio fianco, mi attirano a lui. Io rispondo alla stretta intrecciando le mie gambe con le sue.
Nascondo un sorrisino malizioso, perché so per certo che Peeta da sveglio non prenderebbe mai una simile iniziativa, anzi... s' imbarazzerebbe molto.
Eppure glie lo lascio fare senza pormi troppe domande."
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Questa è la mia prima storia e non è nulla di speciale! Ma per me è stato veramente emozionante scriverla e poi pubblicarla... Perciò, vi prego: abbiate pietà di me! ahaha Buona lettura! Ci vediamo sotto ;)
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Premessa: OS, OOC che racconta cosa è accaduto secondo me, la notte seguente al 'festino alla Cornucopia'. Ma la visione di questa parte della storia è presa dal film, per questo ho inserito la dicitura Movieverse e non troverete legami con il libro.



Dormiamo da ore e l'unico rumore che sentiamo è il ticchettio della pioggia che si abbatte sulle foglie all'ingresso della grotta.
Una perdita sul soffitto fa trapelare qualche goccia che lenta cade in terra formando una piccola pozzanghera.
Tra le braccia di Peeta mi sento al sicuro.
In tutto quell'orrore: l'arena, la morte della piccola Rue, il presidente Snow che terrorizza i miei sogni... In tutto questo, lui riesce a farmi sentire a casa.
Il suo profumo che ora collego a quello del pane, ha un potere calmante su di me.
Ci siamo addormentati, incuranti del pericolo che stiamo vivendo, cullati dal rumore della pioggia e dalla speranza dataci dalla medicina che ho preso alla Cornucopia.
Non posso fare a meno di pensare a Tresh e di come lui mi abbia protetta di fronte a Clove.
“Questo è per Rue.” ha detto.
Ha mostrato pietà nei miei confronti ed io l'ho apprezzata più di quanto lui possa immaginare.
Se non fosse stato per lui, sarei morta a quest'ora. E con me, anche Peeta.
Sento che la medicina sta facendo effetto, perché la fronte comincia a prudermi. Immagino sia così anche per Peeta.
L'idea che se non fosse stato per Tresh, Peeta sarebbe morto senza la medicina, mi fa rabbrividire. Scuoto la testa e mi rassicuro dal pensiero, guardando il ragazzo steso affianco a me.
Mentre formulo questi pensieri, un cannone mi fa ridestare.
Mi alzo, stando attenta a non svegliare Peeta. Con dolcezza gli porto il braccio che mi stringeva, fino al suo fianco e lascio la presa delicatamente.
Poi mi volto e vado alla fessura sul tetto della grotta senza fare rumore.
Ma è inutile, perché lui si è svegliato ugualmente.
“Katniss che succede? C'è qualcuno fuori?”
Lo vedo agitarsi e allungarsi a fatica, verso un coltello. Lo tranquillizzo all'istante.
“No, siamo al sicuro... ma c'è stato un cannone.”
“Oh...” Lo vedo rilassarsi e mentre cerca di mettersi seduto, la sua espressione si trasforma in qualcosa di più complicato. “Chi... ?”
Io lo guardo facendo un cenno con la testa, per dire che non lo so ancora.
Premo il mio occhio contro la fessura ma l'acqua che sgorga non mi permette di vedere attraverso.
“ Niente... da quel buco non si riesce a vedere. Comunque non ho sentito alcun suono dopo il cannone. E' probabile che lo trasmetteranno in cielo domattina.”
Il mio pensiero va a Faccia di Volpe, a Tresh e a Cato che è rimasto solo e sicuramente ci starà aspettando per vendicarsi di Clove.
Sento Peeta ridacchiare.
Mi volto verso di lui enigmatica, e in risposta lui, mi porta le mani sul viso per pulirmi la guancia.
Mi devo essere sporcata di terra, quando ho cercato di vedere il cielo, dalla fessura.
“Volevi proprio entrarci in quel buco!”
Io sorrido, cercando comunque di contenermi, mentre con la manica mi accarezza la guancia sporca.
“Dì la verità, stavi cercando di rimpicciolirti, ma hai mangiato il biscotto sbagliato?”
Alche rido, cogliendo la citazione di Alice nel paese delle meraviglie. L'avevamo letto a scuola in quarta elementare e quando a fine anno avevamo fatto la recita, a me diedero la parte del Bianconiglio. Odiavo quel costume, perché avevo la coda, i baffi e le orecchie. E mi faceva soffrire terribilmente il caldo.
Fu l'ultima recita a cui partecipai però, perché l'anno seguente morì l'insegnante che ci dirigeva durante le recite.
La maestra che lo sostituì era talmente noiosa invece, che ogni fine d'anno ci permetteva solo di consumare la colazione insieme ai nostri genitori e insegnanti, per discutere del rendimento generale della classe.
Niente più recite.
Dallo sguardo di Peeta capisco che prova una certa malinconia per quel ricordo, esattamente come me. Perciò senza dirgli niente, mi appoggio al suo petto e mi rimetto giù.
Dopo poco, sento la sua mano cingermi la spalla: è calda e forte, piacevole e soporifera.
Sento che mi dice qualcosa del tipo “Dormiamo, è ancora notte.” e in risposta, io che sono già nella fase rem, mugugno e mi stringo ancora più tra le sue braccia.
La mattina seguente, sono la prima a svegliarmi. Sbatto le palpebre leggermente e poi le richiudo sorridendo, cullata da quel respiro calmo che fa muovere il petto di Peeta. Il mio cuscino .
Lo guardo dormire incantata. E' così bello quando dorme. Si può percepire la sua bontà, guardandolo anche addormentato. Gli accarezzo la testa con una mano, e con un movimento lento, gli scosto una ciocca di capelli, proseguendo con una carezza alla sua guancia.
Ormai è semi-cosciente credo, perché comincia a girarsi col corpo, e presto ci troviamo faccia a faccia.
Le sue mani mi cercano e trovato il mio fianco, mi attirano a lui. Io rispondo alla stretta intrecciando le mie gambe con le sue.
Nascondo un sorrisino malizioso, perché so per certo che Peeta da sveglio non prenderebbe mai una simile iniziativa, anzi... s' imbarazzerebbe molto.
Eppure glie lo lascio fare senza pormi troppe domande.
Il contatto col suo petto mi rassicura, e il fondersi dei nostri respiri mi fa arrossire leggermente.
E' così bello. Il suo viso è a solo un paio di centimetri dal mio. I miei occhi si fissano sulle sue labbra, morbide. Ripenso al bacio di ieri sera, a quello che ha smosso dentro di me, e non posso fare a meno di provare un desiderio fortissimo per quelle labbra calde e morbide. Le devo avere, ancora una volta.
Un pensiero nella mia testa mi frena 'Che stai facendo Katniss? Non è il momento per lasciarsi andare. Sveglialo.' Mentre una voce dalla pancia mi implora 'Ti prego, ascolta il tuo cuore, non ignorarlo.'
Decido di ascoltare entrambe le voci.
Allungo un braccio, per afferrare la sua mano e la stringo dolcemente tra le mie dita. Lui comincia a rispondere alla stretta, e presto comincia a muoversi respirando pesantemente e brontolando qualcosa.
Apre gli occhi. Mi vede, è sorpreso.
Gli offro uno dei miei migliori sorrisi e il suo volto si illumina. I suoi occhi raggianti si fissano nei miei. I pochi raggi solari che trapelano nella grotta, fanno brillare quei suoi bellissimi occhi azzurri.
Mi incanto e mi perdo in quell'azzurro scintillante e prima di accorgermi della sua mano che mi accarezza il viso, arrossisco violentemente e distolgo lo sguardo.
Peeta è silenzioso.
Temo che da un momento all'altro vorrà baciarmi. In realtà lo spero.
Poi il suo sguardo cambia, come se ricordasse qualcosa. Mi osserva bene. Sorride.
Lo guardo preoccupata senza capire.
“Katniss...” mi dice “Sei completamente guarita. Non hai più neppure un segno della ferita.”
Non ho il tempo di metabolizzare l'informazione, che corro a guardare la sua gamba.
Sta bene.
E' guarito.
Peeta sta bene, non sta per morire.
Lui è qui, non mi ha lasciato.
E' qui con me. Potremo andarcene a casa.
“Oh mio dio Peeta... tu stai bene!”
“Katniss...” si ferma a guardarmi e di nuovo credo che stia per baciarmi.
Poi si avvicina al mio viso, e poggia la fronte contro la mia. Si morde il labbro inferiore commosso. Mi guarda e noto che ha gli occhi visibilmente lucidi di lacrime. Ma sta sorridendo.
Mi accorgo solo in quel momento che anch'io sto piangendo.
E' una sensazione bellissima. Liberatoria.
“Peeta... siamo l'ultima coppia in gara. Potremo tornare a casa.”
“Potremo tornare a casa... insieme.
A quelle parole una sorta di singhiozzo riecheggia nel mio petto, camuffato con una risata di entrambi.
Ci abbracciamo. Per qualche minuto restiamo a stringerci, piangendo e ridendo allo stesso tempo.
Ringraziando dio di essere l'uno con l'altro.
Una nuova forza ci invade.
E il desiderio di sopravvivere è sopraffatto dal desiderio di far vivere l'altro.


Eccoci qua! Grazie ancora per avermi letto!
Ma poichè questa era la primissima storiella e non era un granchè, vi consiglio di leggere una OS che ho scritto (chiaramente Everlack <3 ): "Rivelazioni e Lettere Notturne". E già che ci siete, anche una Long-Fic che sto scrivendo: "Andrà tutto bene... alla fine!" Le potete trovare sulla mia pagina. ;)
A prestissimo!
Flin



 

  
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