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Autore: Proserpina_    27/09/2013    0 recensioni
Magnus prese la mano di Alec, e in un batter d’occhio, si dissolsero nella nebbia fredda dell’alba di New York.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tutto l'hotel rimbombava ormai dei rumori della guerriglia tra i mondani vestiti di grigio e i Nephilim, aiutati dai nascosti. Un ragazzo -con gli occhi gialli e le unghie affilate come quelle della compagna accanto a lui- si gettò ringhiando su un uomo, che urlava mentre i denti del figlio della luna affondavano come coltelli nella sua carne. Kyle si voltò, pulendosi il sangue dalla bocca, per cercare Maia. Ormai, in quella stanza, non vi era più nessuno. Stava per uscire quando un gemito richiamò la sua attenzione. Un respiro - talmente sottomesso che solo grazie al suo udito sarebbe riuscito a sentire- cercava l'aria in quella stanza decadente, cosparsa di calcestruzzo, intonaco, cadaveri e sangue. Kyle s'avvicinò alla fonte del flebile rumore, e più avanzava verso la cavità nella parete, più i lamenti si facevano vivaci e terribili. Il ragazzo estrasse dalla cintura un pugnale con lo stemma del Preator Lupis, pronto ad affrontare la nuova minaccia in agguato.
Ma quel che vide, fu ben peggio di un demone superiore o di un vampiro affamato di sangue.
Nella cavità del muro c'era una culla. Una di quelle culle che si montano suoi passeggini, col manico e i gancetti per tenere fermo il piccolo. Non somigliava ad una di quelle che avevano trovato nella camera al lato opposto. Questo sembrava un semplice bambino neonato -spaventato e mal nutrito- con gravi problemi di respirazione. Ma tutti i bambini sembravano innocenti come questo, fino a che non aprì gli occhi, puntandoli sul ragazzo che teneva ancora il pugnale stretto in mano. Il piccolo puntò i suoi occhi dritti in quelli di Kyle, lasciandolo ammutolito, senza parole. Molte volte aveva sentito parlare dei terribili occhi neri di Jonathan -il fratello demoniaco di Clary- e lui stesso aveva appena visto una decina di cadaveri di neonati con gli stessi pozzi neri al posto delle iridi. Ma il piccolo che lo guardava con intensità estenuante, aveva gli occhi azzurri, color cobalto, intensi, come non ne aveva mai visti. Impietrito, Kyle osservava il piccolo. Nonostante il colore accesso degli occhi, era assolutamente umano. Un cucciolo mondano, si capiva dal piccolo cuore che batteva a mille, spaventato dal lupo che gli stava davanti. Kyle fece per abbattere il coltello sul bambino. Ma contro ogni aspettativa, lo lasciò cadere per terra, piegandosi sulla culla. Una volta preso in braccio il cucciolo mondano, lo avvolse in una coperta annerita di cenere, prima di nasconderlo alla vista sotto la camicia lisa a maniche corte che aveva in dosso.
 
Lo stregone si fece largo tra la folla di Cacciatori che si assiepavano nella hall dell’hotel, alla ricerca del ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli corvini. E fu un sollievo, notare come anche in quella baraonda di gente, Magnus riuscisse a scorgere la sagoma stanca di Alexander, poggiato ad una colonna in un angolo. Gli andò in contro e lo strinse a sé “Come hai potuto andartene così senza neanche dirmelo... Avrei potuto aiutarti..” Alec si staccò da lui “Piantala” disse infastidito. “Scusami. Non me ne sarei dovuto andare, sarei dovuto restare insieme a te. Camille se n'è andata. Nessuno ha la più pallida idea di dove sia, e dato che tu non sai individuare i vampiri..” la voce dello Stregone si smorzò, come se non fosse importante ciò che stesse dicendo, come se non fossero quelle le cose che avrebbe voluto di ad Alec in quel momento.
Gli sembrò comunque di notare lo sguardo del ragazzo ammorbidirsi “Non importa, lei non conta. So che stavi solo cercando di renderti utile. E poi non sono arrabbiato con te perchè te ne sei andato dalla festa”.
Lo stregone aggrottò leggermente le sopracciglia “però arrabbiato lo eri comunque, lo so. Ed è per questo che ero così preoccupato. Scappare via così e mettersi in pericolo solo per rabbia nei miei confronti..” Magnus non sapeva più che dire, era felice di avere Alec sano e salvo davanti ai suoi occhi.
“Sono uno Shadowhunters Magnus, è questo che faccio, tu non c'entri. La prossima volta innamorati di un assicuratore, oppure …” Magnus gli tappò immediatamente la bocca con un bacio. Un bacio, che non ammetteva repliche. “Alexander, non ci sarà una prossima volta.” Disse serio, guardando negli occhi il suo ragazzo. Uno sguardo, e la tempesta che erano gli occhi di Alec, avevano già sommerso i due in un nuovo bacio, passionale e colmo delle cose non dette che sarebbero così venute a galla.
 
Il Nephilim strinse convulsamente le braccia attorno allo stregone, ignorando il freddo marmo della colonna al quale era appoggiato. Ignorando persino il gruppo di cacciatori –tra cui sua madre- che gli osservavano con malcelato disgusto. Ignorando le ferite e i lividi che gli riempivano il corpo dopo la battaglia di quella sera, ignaro il tutto al fuor ché di Magnus.
Dopo giorni di continui litigi e momenti di imbarazzo, finalmente tutto sembrava così perfetto ad Alexander, che si sentì quasi rigenerare, come se quel brutto periodo, non ci fosse mai stato per davvero, come se quelle ultime settimane fossero state un brutto sogno.  Ma il suo sogno ad occhi aperti fu interrotto da qualcuno che si schiariva la voce. Alec si staccò di mala voglia, non poco sorpreso di trovarsi davanti Maia “Maia, è successo qualcosa?” detta così la frase sembrò dannatamente stupida alle stesse orecchie del Nephilim. Quella notte, era successo di tutto. La ragazza, che indossava ancora i resti del vestito che aveva indossato alla festa, scosse la testa, guardandosi attorno con circospezione “Ho bisogno che veniate con me. E’ importante. “ disse con fare sbrigativo la figlia della luna “senza che diciate nulla a nessuno!” Esclamò in fretta nel notare che Alec stava per fare un segno agli altri. Il cacciatore alzò un sopracciglio, guardando poi il suo compagno, che era rimasto sbigottito e sorpreso quanto lui. Magnus scosse la testa, prima di prendere Alec per mano e seguire Maia fuori dal locale.
 
Maia aprì non senza fatica la porta antipanico che dava sul retro dell’hotel, in quello che doveva essere il retro delle cucine e delle lavanderie. Kyle era seduto su una vecchia ventola d’aria unta d’olio, e dietro di lui nascondeva qualcosa alla vista dei tre ragazzi che erano appena arrivati nel vicolo chiuso. Maia notò subito lo scambio di occhiate tra il Nephilim e lo stregone, ma decise non darlo a vedere. Nuovamente si schiarì la voce, senza riuscire a formulare una frase coerente nella sua testa “Magnus, Alec … D-dobbiamo chiedervi una cosa.” Iniziò balbettando, cercando di sottecchi il sostegno di Kyle “abbiamo trovato una cosa che va tenuta al sicuro da tutti. Non possiamo consegnarla ai Nephilim, gli farebbero del male. Ma non possiamo nemmeno tenerla io e Kyle … “ continuò arrossendo vistosamente “Il Praetor non me lo permetterebbe” aggiunse Kyle in suo aiuto, che fino ad ora se n’era rimasto zitto. “Potremmo chiederlo a Jocelyn e Luke… Ma sembrerebbe indelicato. Nessuno può eseguire questo compito meglio di voi. “ concluse la ragazza, mordendosi un labbro. Magnus e Alec la guardavano senza capire. Insomma, cosa voleva da loro? “Kyle, devi farglielo vedere.” Disse rivolta al ragazzo, il quale, dopo una piccola esitazione, si spostò rivelando un piccolo bambino, che dormiva tranquillamente dentro ad una culla.
 
Alec rimase letteralmente a bocca aperta. Aveva ascoltato senza capire minimamente cosa volessero i due nascosti da loro. E ora si ritrovava a guardare uno di quei piccoli mostri che quei fanatici di Lilith avevano provato a trasformare in demoni. Sentì il sangue defluire dal suo viso e la testa girargli come su una giostra. “Ma siete impazziti!?” esclamò con rabbia crescente “Proteggere uno di quei cosi, di quegli orribili mostri! Pensavo che fossero tutti morti!.” Alec decisamente non poteva crederci. Come potevano essere davvero così stupidi quei due da pensare di poter salvare una di quelle creature? Non avevano forse visto che razza di mostro era diventato Sebastian? Aveva quasi distrutto la loro città, aveva ucciso Max. Quelle creature non meritavano di vivere. “Dammelo. Lo consegneremo al Conclave. Altrimenti, me ne sbarazzerò io.” Disse con voce autoritaria il Nephilim. “Aspetta Alec, non è come pensi!” esclamò mai, mettendosi innanzi a lui. “E’ solo un bambino!” “Non è un bambino, è un mostro! Magnus, diglielo tu!” disse il cacciatore serrando i pugni. “Non lo so Alec, non ha tracce di energia demoniaca su di sé …” ammise incerto o stregone, avvicinandosi al bambino e trascinando con se il compagno “questo, è proprio un bambino.” Sentenziò, guardando grave Alexander. E proprio in quel momento, il piccolo aprì gli occhi, come richiamato dalle voci nel vicolo.
 
Alec guardò incredulo il compagno, prima di spostare la sua attenzione sul piccolo nella culla, trovando il neonato che lo osservava. Due grandi occhi azzurri, intensi ed abbaglianti come i suoi, lo fissavano con curiosità, mentre il piccolo agitava le manine, tentando di prendere una mosca che s’era messa a volare sopra la culla. Il Nephilim si appoggiò pesantemente allo stregone accanto a lui “Ha gli occhi azzurri.” Disse incredulo ed allarmato. L’istinto lo portò a fare un passo avanti, e poi un altro e un altro ancora. Prese il piccolo tra le braccia, con fare così naturale che lo fece spaventare. Il cucciolo era leggerissimo e caldo tra le braccia del ragazzo, mentre quest’ultimo lo osservava. Il neonato era denutrito ed emaciato, ma nonostante tutto sembrava sano. La coperta in cui era avvolto il piccolo era bucata in più punti. Magnus, ancora sconvolto, si avvicinò al compagno, tendendo le mani verso il piccolo, per meglio coprirlo. Fece per alzare la copertina quando urlò “Per Raziel, Alec!” per poco il Nephilim non lasciò cadere il bambino per terra “Guardagli la pancia, guardagli la pancia!” esclamò nuovamente Magnus, in preda ad una crisi isterica “Non ha l’ombelico.” Sussurrò poggiandosi al muro. Alec tolse del tutto la coperta, scoprendo il bambino, che protestò iniziando a piangere. Sul suo corpo non vi era segno di ombelico e i piccoli piedini, avevano le dita palmate. “M-magnus… è uno stregone, vero?” chiese incerto Alec al suo ragazzo. Quest’ultimo annuì.
 
“Allora, vi renderete cura di lui? Almeno fino a quando non gli troveremo una casa?” chiese Kyle, interrompendo il silenzio che s’era creato dopo la scoperta della natura del piccolo. Magnus e Alec si scambiarono una lunga occhiata.
“Penso che William sia un bellissimo nome …” sorrise timidamente Alec, mentre lo stregone annuiva. “Andiamo Alexander, dobbiamo portare te e William al sicuro.” Sorrise di rimando al compagno. “E in quanto a voi due…” continuò indicando i due figli della luna. “ah, niente. Lasciate stare. “ disse scuotendo la testa. Prese la mano di Alec, e in un batter d’occhio, si dissolsero nella nebbia fredda dell’alba di New York.



 
Salve a tutti! Questo è il primo racconto che pubblico -con non poca difficoltà- e spero vi sia piaciuto ^^
nell'attesa della prossima ispirazione, ringrazio il mio guru spirituale per avermi aiutato! Come farei senza di te? <3
  
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