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Autore: _Veronik_    27/09/2013    4 recensioni
Avete presente l'ultimo MV di G-Dragon? Crooked? Personalmente io l'ho amato. Ed è per questo che ho deciso di scriverci una ff.
Cosa accadrebbe se GD fosse come nel video? Triste e solo. Sono certa che ogni VIP vorrebbe andare a consolarlo. E se una di loro, incontrandolo per caso, lo facesse per davvero diventando anche la sua migliore amica?
è la mia prima ff. Spero vi piaccia!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: G-Dragon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 Quando sei in paradiso ma ti senti morire dentro


Alex POV
Nonostante fossero solo le 12 e 30 di notte la serata al club per una diciassettenne con il coprifuoco come il mio stava per terminare. I miei in realtà quella sera non sarebbero neanche tornati a casa ma c’era comunque un piccolo problema chiamato sorella che era pronta a fare la spia a qualsiasi regola dei miei io infrangessi. Quella notte i miei sarebbero rimasti a dormire da mia zia Eva, dopo averla visitata nel pomeriggio, perché troppo lontani da Seoul per tornare ad un’ora decente. Avevo già saluto le mie amiche per poi avviarmi a piedi a casa che era solo a cinque minuti dal club, quando decisi di entrare nel bagno unisex del locale. Non avrei mai immaginato di imbattermi in quello che vidi quella sera quando aprii la porta bianca che di bianco era rimasto ben poco dopo anni di pulizie scadenti. A terra, poggiato al muro sporco, era seduto un ragazzo biondo con il viso chinato in basso da cui lacrime senza sosta scendevano accompagnate dai lamenti disperati del suo pianto. Sembrò non accorgersi di me, poiché rimase a terra con il viso tra le mani o semplicemente non gli importava che fossi lì. Stavo per uscire velocemente dalla stanza quando notai una cosa. La maglia nera a mezzemaniche lasciava scoperte le braccia da cui riconobbi diversi tatuaggi. Due di essi erano della stessa lingua del mio paese natale; dicevano: “vita dolce” e “moderato”. Mi sembrò di perdere un battito quando mi resi conto che lì davanti a me era accasciato G-Dragon, uno dei cantanti più famosi del Sud Corea, il mio cantante preferito. O forse persi un colpo per la consapevolezza che in quel momento sembrava così disperato e preso da un pianto che per me non aveva spiegazioni. D’istinto gli corsi incontro abbassandomi alla sua altezza. Sentii il suo alito puzzare di alcool e di qualcos’altro che non riconobbi in quel momento, mentre ero lì a pochi centimetri da lui non sapendo cosa dire e fare. Fu lui a interrompere il silenzio colmo di lamenti.
-vai via!- gridò scansandomi a malo modo con una mano mentre con l’altra continuava a coprirsi il volto bagnato.
-cosa è successo?- chiesi io come se fossimo amici di vecchia data e non dando peso a quello che mi aveva detto poco prima.
-cosa è successo?! È successo che sono uno stupido. Mi fido ciecamente delle persone che mi sono accanto non rendendomi conto che sono tutte false! Tutte! Sono solo. E questo non lo posso cambiare- non mi sarei mai aspettata una confessione da lui. Soprattutto perché per lui ero solo una sconosciuta. Mi sentii male a quelle parole. Non c’era niente di più sbagliato.
- non è vero, non  dire così. Non so cosa sia successo ma solo perché qualcuno ti ha ferito non significa che lo faranno tutti. Hai i tuoi amici! Hai i Big Bang! Loro non ti abbandonerebbero mai. Hai le VIP, loro ti vogliono bene davvero-
-Non dire cazzate! Per loro sono solo G-Dragon, il cantante, il fashion icon, una persona da amare dietro lo schermo del computer! E i Big Bang- disse interrompendosi solo per fare una risata nervosa –potremmo sembrare fratelli davanti le telecamere ma dietro mi odia tutti-
-non dire queste cose! Sono assurdità!- questa volta gridai io non potevo credere che stesse dicendo davvero quelle cose. Gli si era fuso il cervello per caso?! Ora ero certa che fosse ubriaco. Troppo ubriaco. Ma cosa gli diceva la testa quella sera?! Dovevo portarlo via di lì prima che combinasse qualche guaio, sempre se non ne aveva già fatti.
-alzati. Ti porto a casa- dissi mettendomi in piedi e allungandogli una mano per aiutarlo.
-chi sei tu per darmi ordini- mi chiese visibilmente infastidito.
-una persona che a tua sorpresa che anche se non ti conosce davvero ti vuole bene e non vuole che finisci nei gossip di domani. Perché se non te ne sei accorto, nel mondo non esistono solo persone false- dissi spazientita. Lui prese la mia mano e si alzò sena dire niente; poi accadde quello che avevo previsto. Cadde. Era troppo ubriaco per reggersi in piedi. Fu solo grazie ad un miracolo che ci ritrovammo sul ciglio della strada aspettando che un taxi passasse dopo aver fermato una rissa che il rapper stava per scatenare. Fortunatamente nessuno si accorse che fosse G-Dragon la persona che cercavo di non far cadere e molto presto salimmo sul veicolo.
-ricordi l’indirizzo di casa?- chiesi guardandolo.
-certo! Non sono mica scemo- no, infatti sei ubriaco! Pensai alzando gli occhi al cielo. Disse l’indirizzo al tassista e dopo dieci minuti di lungo silenzio ci fermammo davanti un grande appartamento. Una volta scesi dalla macchina e oltrepassato il cancello seguimmo un vialetto prima di fermarci davanti al portone. Il ragazzo prese delle chiavi dalla tasca posteriore dei pantaloni ed aprì la porta. Entrammo nella casa e Ji Yong accese le luci. Eravamo nel salone. Si avvicino al grande divano nero in pelle e ci si lasciò cadere sopra. Mi guardai intorno. C’era un grande televisore di fronte il divano mentre la sua sinistra era occupata da una lunga vetrata che dava alla piscina esterna. C’erano mobili bianchi ad arredare la casa e quadri artistici sulle pareti. Mi avvicinai al ragazzo steso sul divano e mi sedetti accanto a lui. Non sapevo cosa fare o quale fosse il mio “grandioso” piano ma almeno avevo evitato una catastrofe. Il suo cellulare squillo. Lo estrasse dai pantaloni solo per riattaccare e continuare a riposare sul divano. Non vidi chi lo chiamò.
-perché lo hai fatto?- chiese improvvisamente Ji Yong interrompendo i miei pensieri.
-perché non avrei dovuto?- chiesi io in risposta.
-perché non mi conosci. Perché nessuno lo avrebbe fatto. Una VIP avrebbe approfittato della situazione e mi avrebbe portato a letto. Probabilmente non me ne sarei neanche accorto- confesso con gli occhi chiusi.
-ma quanto hai bevuto?- chiesi ridendo per abbassare un po’ la tensione. Ma sembro più un suono strozzato che una risata.
-casomai ma quanto ho fumato!- disse semplicemente. Per dire una cosa del genera alla prima persona a portata di mano doveva aver fumato parecchio. Ma in quel momento non ci feci caso. La mia mente cercava di trovare un alternativa alle parole che aveva detto. Non poteva essere vero. Non poteva averlo fatto di nuovo.
-ti sei drogato?- chiesi con voce strozzata.
-la vita è una merda! In qualche modo devi pur godertela-
-drogandoti??- gridai alzandomi in piedi –ad ogni cosa che ti va male fai così??-
-se lo facessi ogni volta che qualcosa mi va male lo farei tutti i giorni- rispose senza importarsi dei miei rimproveri.
-cosa ti è successo?- chiesi calmandomi e risedendomi al mio posto.
-cazzi miei!- rispose scorbutico. Poi si alzò e sparì oltre la porta. Guardai confusa il punto in cui era scomparso per sentire poco dopo il rumore di acqua scivolare a terra. Era andato a farsi una doccia. Non sapevo che fare. Poteva almeno dirmi qualcosa prima di andare in bagno. Come “sparisci!” o “aspettami qui”. Vidi l’orario sul cellulare. Era tardi. Molto tardi. Se non fossi rientrata immediatamente a casa mia sorella lo avrebbe detto ai miei.
 

Ji Yong POV
Chiusi l’acqua e uscii dalla doccia. Mi coprii con un asciugamano e andai nel salotto dove avevo lasciato quella strana ragazza ma di lei non c’era più traccia. Sul tavolino accanto al portafogli c’era un biglietto: “sono tornata a casa, avevo il coprifuoco. Ho preso dei soldi per il taxi. Te li restituirò se mai ci rincontreremo. Anche se in strane circostanze, è stato bello conoscerti; spero starai meglio e se troverai il coraggio di parlane puoi sempre farlo con me”. Dietro il foglietto c’era un numero di telefono e infine semplicemente ciao. Non avrei mai creduto che una fan se ne sarebbe andata via così da casa mia per uno stupido coprifuoco, ma lei lo aveva fatto. Mi resi conto che effettivamente era tardi, così decisi di andare a dormire consapevole che il giorno dopo ad aspettarmi c’era una lunga giornata di lavoro.
 
Il suono della mia odiosa sveglia mi fece aprire gli occhi come tutte le mattine ma a differenza delle altre quella mattina la mia testa fu avvolta da un dolore pazzesco. Avevo paura che sarebbe esplosa a momenti. Era arrivato il tempo di fare i conti con la sbornia della sera prima. Mi alzai faticosamente e presi una pasticca per alleviare il mal di testa poi mi andai a preparare per andare alla YG. Il lavoro non può aspettare. Prima di uscire notai un foglietto sul tavolino e mi ricordai della ragazza che mi aveva salvato la sera prima da uno dei tanti casini che combinavo solitamente. Non so perché lo feci ma presi cellulare dalla tasche dei pantaloni neri e composi il numero.
 
  
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