Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Ricorda la storia  |      
Autore: kymyit    27/09/2013    2 recensioni
Se gli avessero domandato se fosse l’avesse ritenuto possibile, Piemon avrebbe scommesso di sì.
Se qualcuno gli avesse chiesto se il ragazzo che amava fosse stato capace di uccidere qualcuno, lui avrebbe risposto di sì. Se se ne fosse presentata l’occasione l’avrebbe fatto, era inutile pensare che, solo perché era un digiprescelto, Yamato non si sarebbe mai macchiato le mani.
Erano in guerra, le variabili sono troppe. Lo sapevano entrambi, lo aveva sempre messo in guardia, aveva sempre tentato di metterlo al corrente di ciò che la morte comportava.
Ma Piemon era un digimon, Yamato un umano.
I digimon muoiono scomponendosi in dati, spariscono e possono vivere nuovamente, in un futuro vicino o lontano, nessuno sa quando.
I corpi umani non si scompongono in cristalli lucenti, si decompongono lentamente e prima ancora restano immobili e rigidi, come bare di carne e ossa, ma vuote. Molti di loro credono le loro anime risorgeranno un giorno, in un mondo migliore, altri pensano che, come i digimon, rinasceranno, ma con corpi nuovi e menti nuove, una prospettiva che riteneva spaventosa.
Bussò alla sua porta, ma l’unica risposta che udì fu un gemito soffocato di disperazione.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Piemon/Piedmon, Yamato Ishida/Matt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Two Lonely Stars'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fandom: Digimon
Pairing: Piedmon/Yamato (Proposto da Roe_Coffee per il gruppo Fanfiction Challenges II)
Prompt: omicidio...
Note: Questa one shot è ambientata in un futuro prossimo. Dopo la seconda serie. Io direi anche molto dopo, a discrezione personale, insomma. Vi lascio alle note post fic. Buona lettura ^^



I feel it deep within
It's just beneath the skin
I must confess that I feel like a Monster
(Monster, Skillet)



Se gli avessero domandato se fosse l’avesse ritenuto possibile, Piemon avrebbe scommesso di sì.
Se qualcuno gli avesse chiesto se il ragazzo che amava fosse stato capace di uccidere qualcuno, lui avrebbe risposto di sì. Se se ne fosse presentata l’occasione l’avrebbe fatto, era inutile pensare che, solo perché era un digiprescelto, Yamato non si sarebbe mai macchiato le mani.
Erano in guerra, le variabili sono troppe. Lo sapevano entrambi, lo aveva sempre messo in guardia, aveva sempre tentato di metterlo al corrente di ciò che la morte comportava.
Ma Piemon era un digimon, Yamato un umano.
I digimon muoiono scomponendosi in dati, spariscono e possono vivere nuovamente, in un futuro vicino o lontano, nessuno sa quando.
I corpi umani non si scompongono in cristalli lucenti, si decompongono lentamente e prima ancora restano immobili e rigidi, come bare di carne e ossa, ma vuote. Molti di loro credono le loro anime risorgeranno un giorno, in un mondo migliore, altri pensano che, come i digimon, rinasceranno, ma con corpi nuovi e menti nuove, una prospettiva che riteneva spaventosa.
Bussò alla sua porta, ma l’unica risposta che udì fu un gemito soffocato di disperazione. Si copriva la bocca, pensò, soffocava il dolore, ma lui poteva sentirlo comunque.
Piemon entrò nella stanza senza attendere il permesso del suo occupante, ignorò la sua supplica -Lasciami solo, per favore.-
Tentava di mostrarsi forte, che testardo, ma la sua voce incrinata era così poco credibile.
Lo raggiunse obbligandosi a camminare lentamente, ostentando la calma.
Yamato sedeva a terra, nascosto fra il letto sfatto e il muro. I suoi capelli erano in completo disordine e gli abiti stropicciati e strappati in più punti. Si era persino mangiato le unghie fino a sanguinare.
Ma ciò che lo colpì maggiormente, fu il suo viso.
Piemon lo conosceva da molto, molto tempo, ormai, ma mai aveva visto il suo volto in quelle condizioni.
-Ti prego, esci.- gli chiese flebilmente, con occhi supplichevoli. Occhi terribilmente arrossati e ancora colmi di lacrime, occhi colpevoli. Le guance rigate dal pianto recente e le labbra segnate dai morsi.
Non aveva voluto saperne di condividere quel dolore, si era tormentato a lungo e lui, lui l’aveva lasciato solo a distruggersi in quella stanza, per tutta la notte.
Glielo aveva chiesto lui ma…
Piemon si sentì molto più colpevole di lui, perché non aveva pensato che fosse così terribile. Pensava, s’illudeva, che Yamato si sarebbe semplicemente messo a letto e avrebbe riflettuto a lungo su quanto aveva fatto. In quel momento la differenza fra loro divenne tanto evidente da apparire come un muro insormontabile.
Era vero: un digimon non può comprendere appieno un essere umano.
Lui aveva convissuto con la morte per secoli, uccidendo o morendo a sua volta, ormai aveva dimenticato il sapore delle lacrime e la paura. E comunque, aveva sempre pensato che senza un corpo da piangere il tormento fosse maggiore. A quanto pare si sbagliava.
-Mi guardava.- disse Yamato. -Ha continuato a guardarmi… - continuò, stringendosi tremante fra le spalle, artigliandosi la pelle con le unghie rosicate a sangue.
-Io… -
Piemon si sedette accanto a lui e, afferrandogli il capo, lo costrinse a poggiarsi sul suo petto.
-Non avevi scelta.- gli disse.
-Forse potevo tramortirlo.-
-Ti avrebbe ucciso lui.- gli disse.
-Ma forse… -
-Se non l’avessi ucciso ti avrebbe ucciso, poi avrebbe fatto del male a Kiyoshi. Hai ucciso per salvare tuo figlio, non per divertimento.-
I tremiti del digiprescelto per un attimo parvero cessare. Tirò su col naso e si accomodò meglio accanto al digimon.
-Già… - disse, comunque poco convinto.
Il digimon lo strinse a sé con maggior forza, per rassicurarlo, per impedirgli di cedere al senso di colpa. Non capiva, non capiva davvero perché Yamato piangesse la morte di quell’uomo.
Erano in guerra, umani, digimon, un po’ tutti, col passare degli anni e il poter accedere facilmente gli uni al mondo degli altri, si erano formate e scontrate fazioni diverse. Nuovi ordini si erano costituiti e nuovi nemici avevano minacciato la pace.
I digiprescelti avevano sempre messo freno a questi eccessi di potere, a questi colpi di testa di nuovi conquistatori. In uno di questi scontri, Kiyoshi era stato rapito.
Piemon e Yamato avevano avuto tre figli: Kiyoshi, Yuzo e Meiko. Il primogenito era molto più simile a Yamato di quanto i folti capelli castani e i denti appuntiti lasciassero intendere. Kiyoshi non aveva visto suo padre uccidere un uomo per salvarlo. Non aveva visto Yamato tagliargli la gola con gli occhi dilatati dalla rabbia. No, Kiyoshi era svenuto, attaccato a una macchina, era diventato una cavia per gli esperimenti di uno scienziato senza scrupoli.
L’uomo aveva fatto molte teorie, molti calcoli, aveva in mente un progetto grandioso e Piemon poteva capirne la portata studiando i suoi appunti. Ciò che l’uomo non aveva messo in conto fu che Yamato Ishida era un padre e che come tale avrebbe ucciso per salvare i suoi figli o il suo compagno.
Perciò quando il ragazzo gli tagliò la gola, colmo di rabbia nel vedere il suo primogenito ridotto ad un oggetto, a misero mezzo di potere, lo scienziato lo fissò con occhi spalancati, increduli, terrorizzati.
Si era aggrappato a lui, mentre la vita gli scivolava via. Era rimasto a fissarlo, anche dopo che la sua anima non c’era più e, scemata la rabbia, al digiprescelto non restò che la contemplazione del suo gesto.
Aveva assassinato un uomo.
-Io… io… - balbettò…
Era ormai adulto, ma piangeva come un bambino. Piemon lo strinse con maggior forza a sé, pregando che non continuasse a struggersi così tanto.
-Lo so, non volevi.- gli disse baciandolo sul capo -Nessuno pensa che tu sia una persona cattiva.-
Yamato tirò su col naso.
-Io… io ho desiderato ucciderlo… - ammise, con lo sguardo perso nel vuoto.
-Hai salvato tuo figlio.-
-Ho ucciso a sangue freddo.-
-No, non è così.- lo smentì il Padrone delle Tenebre.
Per quanto si ostentasse a dimostrargli il contrario, però, Yamato era fin troppo testardo.
-Non è così.- gli ripeté senza smettere di abbracciarlo e baciarlo. Voleva farlo sentire al sicuro, protetto e non giudicato. Yamato era sempre molto duro con se stesso, a volte anche troppo. In quell’occasione poi…
Lui purtroppo non poteva capire davvero appieno, poteva provarci, ma con scarso successo.
Quell’uomo lui l’avrebbe ucciso senza pensarci due volte e nel modo più crudele possibile. Piemon avrebbe riso guardandolo morire, aggrappato disperatamente alla vita. Era un assassino efferato, anche se ormai combatteva per il bene, ciò non voleva dire che era cambiato radicalmente. Non avrebbe ucciso più per gusto o per portare a termine i suoi piani da conquistatore del mondo, ma se l’avesse fatto non avrebbe versato una lacrima.
In quel momento però, col compagno stretto fra le braccia, così fragile, così sconvolto, Piemon si lasciò sopraffare dallo sconforto e dal pianto. Vedere Yamato in quelle condizioni senza poter fare nulla per consolarlo era molto più difficile e frustrante da affrontare di uno scontro all’ultimo sangue.
Non poteva fare nulla, solo il tempo avrebbe lenito quel dolore, risanato quella ferita. Yamato era forte, in questo lui confidava.






Note: Beh, ormai sapete chi è Kiyoshi, comunque, è uno dei bimbi nati dalle uova nella fic "Delirante matrimonio a Las Vegas". Meiko è la bimba che nasce a seguito della notte di nozze.
Kiyoshi significa "calmo" (di carattere). E' un bonaccione, infatti. Ma è anche un patito di bistecche e carne varia.
Yuzo (se si conta Reseph, da un altra mia fic) sarebbe il terzo figlio di Yama, perciò il suo nome non è poi così scelto a caso... ok, lo scelsi perché mi piaceva >_< E' un tipo difficilino, molto orgoglioso (tanto tsundere).
Meiko è scritto con gli ideogrammi di "bocciolo" e "bambina/o" anche questo scelto un po' a caso in realtà. Ma essendo la piccolina di casa rende bene l'idea. I due papà ne vanno pazzi, infatti pur essendo una peste le basta un sorrisino e le perdonano molte cose.
Grazie Roe per il prompt!! ^_-
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: kymyit