27/09/2013
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-Lasciatemi!-. Jean guardò verso il punto da dove proveniva l’implorazione. Una giovane donna era caduta per terra, la borsetta stretta al petto come uno scudo e sopra di lei incombevano due uomini dall’espressione volgare. Ridevano sguaiatamente, ma per la strada nessuno si era fermato ad aiutare la donna. Le persone passavano spazientite da tutto quel trambusto, senza però alzare gli occhi dalla punta delle loro scarpe. Una massa di automi che non vogliono vedere e si rifiutano di ascoltare. La donna ora piangeva e continuava a strillare. Jean non era un automa. Lei aveva gli occhi e aveva le orecchie e non riusciva a farsene una ragione. Si strinse nel suo lungo cappotto nero, di pelle, e con passo deciso si diresse verso i due uomini e la povera donna. –Ehi!- esclamò e prima ancora che l’uomo più vicino a lei, quello più grosso, avesse il tempo di girarsi, gli tirò un pugno al viso fracassandogli il naso. L’uomo urlò di sorpresa portandosi le mani al viso. L’amico, che aveva osservato la scena stupito dall’incredibile forza della ragazzina, si lanciò all’attacco, ma questa gli sferrò un calcio allo stomaco e una gomitata alla faccia, rompendo anche il suo naso.
L’uomo più grosso ruggì e prese la rincorsa, spalancando le braccia come se volesse abbracciare la ragazzina. Ma tutto ciò che ottenne fu di cadere per terra perché Jean aveva fatto un salto e ora fluttuava sopra la testa dei due malviventi.
-È uno di quei mostri- gridò l’uomo a terra e rimettendosi in piedi se la diede a gambe, seguito dall’amico. Jean tornò con i piedi per terra e concentrò la sua attenzione sulla donna che la osservava terrificata.
-Stai bene?- le chiese, ma la donna indietreggiò urlando –Va via mostro!-.
Jean non era stupita e nemmeno offesa, era abituata a queste forma di gratitudini, ma visto che si stava formando una piccola folla di curiosi decise di seguire il consiglio della donna e se ne andò.
Le persone non amavano quelli diversi e chissà come avrebbero potuto reagire.
Lei aveva stampata in mente una scena dove il Mostro di Frankenstein veniva inseguito dalla folla inferocita e non poteva fare a meno di sentirsi un po’ come quella creatura. Non si sentiva però offesa o triste per questo. Amava i suoi poteri, adorava essere quello che era, ma riusciva a capire la diffidenza delle persone, per cui non le odiava come il Mostro di Frankenstein odiava coloro che non lo comprendevano e che lo disprezzavano per il suo aspetto. Jean era fermamente convinta del bene e il bene era aiutare chi ne aveva bisogno, anche se questi poi l’avrebbero chiamata mostro, anche se avrebbero avuto paura di lei, anche se come ringraziamento le avrebbero dato la caccia.
Ok, ho finito il primo capitolo e sono abbastanza soddisfatta XD Sono nuova di qui perciò siate buoni ma non risparmiate i vostri commenti e critiche :) Leggerò tutti i vostri commenti sperando di migliorare quindi fatevi sotto!!