MOMENTS
La verità che nascondo agli occhi
Un
dolce aroma di caffè latte, una torta con le
fragole e il ricordo del tuo volto che pervade la mia mente. Sai Nana,
non
passa giorno senza che io ridisegni con la mente il tuo volto pervaso
da un
iridescente sorriso che mi fa percepire il tuo affetto. In quel sogno
ad occhi
aperti tu mi abbracci con dolcezza. Mi stringi con fermezza sul tuo
corpo,
riscaldando il mio. E mi sussurri poi all’orecchio:
“Va tutto bene”.
Una frase all’apparenza banale e frivola, tuttavia quella
semplice frase mi
sarebbe bastata per darmi la forza di cui avevo bisogno per rialzarmi
da terra
e dal cupo oblio in cui ancora adesso io sto inevitabilmente
precipitando.
Quella semplice frase mi sarebbe bastata per adirare le nubi grigie che
affollano il mio cuore, pieno di dubbi e di incertezze.
Come mai non sei qui con me, Nana?
Ora che ho davvero bisogno della tua vicinanza, perché te ne
sei andata?
Lo so, la colpa di tutto è stata mia.
Dopotutto sono solo un'egocentrica sciocca che non è stata
in grado di
comprendere quanto ciò che ho fatto, potesse ferire le
persone che davvero
amavo e che desideravo che mi restassero accanto.
Nana, ricordi il giorno del nostro primo incontro?
Era una fredda notte e il vento soffiava inquieto portando con se una
birbante
neve che candida come un fiore, imbiancava tutto ciò che le
stava intorno.
In quella fredda notte, su quell’affollato treno, le nostre
vite
s’incrociarono.
Due ragazze della stessa età all’apparenza molto
diverse tra loro, sedute l’una
accanto all’altra ed entrambe con lo stesso nome e la
medesima destinazione:
Tokyo.
Ripensandoci, penso sia stato proprio il fato a farci incontrare e a
farci
ritrovare in quel magico appartamento, che con mia grande sorpresa si
rivelò
essere il 707.
Se mi abbandono alle reminiscenze del passato, c'è una cosa
non potrò mai
scordarmi, il giorno in cui ti sentii cantare per la prima volta. Te lo
ricordi?
Quella sera Nobu bussò alla nostra porta con in mano i tuoi
bagagli. Ti fece
ascoltare una melodia che aveva da poco creato e tu entusiasta ti
mettesti a
cantare sopra il tavolo, accompagnata dalla sua chitarra elettrica.
Cantavi
quella canzone senza testo, in un inglese immaginario e senza
accorgertene la
tua voce mi percosse il cuore e mi imprigionò a
sé.
Anche se volessi non potrei mai dimenticare quella sera.
Sai Nana, non avrei mai creduto che tu potessi diventare
così importante per
me.
Sei come la luce nella mia oscurità, sei pura e limpida come
l’acqua di
sorgente.
Sei discreta e riservata, sincera e diretta. E cerchi di emergere dalla
gente
comune che vive nella nebbia e non ti lasci influenzare da chi ti sta
intorno.
Tante volte ho desiderato essere come te, ma nessuno è in
grado di plagiarti.
Tu sei unica, sei speciale.
Io invece… di ragazze come me ne è pieno il
mondo!
E la volubilità, come ben saprai è sicuramente il
mio peggior difetto.
Sono ingenua e anche se non lo do a vedere, sono ancora molto legata a
quello
che la gente può pensare di me ed è per questo
che tendo ad essere ossessionata
dalle apparenze e non emergo dalla massa perché anche io ne
faccio parte.
Inoltre, spesso mi faccio travolgere dalle situazioni senza prima
pensare alle
conseguenze che queste avrebbero.
Vivere senza artifici è davvero la cosa più
difficile di questo mondo.
A tuo confronto, Nana, sono solo una sciocca ragazzina che ha ancora
bisogno di
crescere e maturare. Difficile credere che due persone tanto diverse
fra loro
riescano ad andare d’accordo.
Nonostante abbia sempre reputato importante la nostra amicizia, ancora
una
volta non sono riuscita ad affrontare la realtà delle cose e
sono scappata,
scappata da te, Nana.
Non sono riuscita ad affrontare il tuo sguardo che traboccante
d'amarezza mi
supplicava di dargli una risposta plausibile al mio comportamento
così
terribilmente irrazionale.
Ormai non riesco più a guardarmi allo specchio. Non come
vorrei.
Mi sento così vuota e così miserabile.
Ho perso tutto. Ne sono pienamente consapevole, ed è proprio
per questo che
avverto questa gelida morsa stringere il mio petto con così
tanta forza da
farmi male.
Quanto dolore ti ho causato a causa del mio cieco egoismo?
Sono seduta su questo tavolo così spartano e impugnando
tremante la penna cerco
di spiegarti le mie ragioni. Mi porto una mano al ventre e una
stranissima
sensazione mai provata prima d’ora mi assale.
Dentro di me una nuova vita sta prendendo forma.
Avrò un bambino, Nana.
Un bambino tutto mio, un piccolo e dolce esserino che giorno dopo
giorno
cresce, diventando parte del mio corpo e sangue del mio sangue.
Non m’importa se il figlio sia di Takumi, quello che voglio
è poterlo far
nascere, e dargli tutto l’amore che una madre possa offrirgli.
Voglio poterlo vedere compiere i suoi primi passi, voglio poter sentire
la sua
timida vocina quando la prima volta mi chiamerà
“mamma”, voglio poter vederlo
crescere ed essergli accanto in ogni istante della sua vita.
Lo so, ho sbagliato.
Avrei dovuto parlartene, Nana.
Avrei dovuto agire con maturità confidarmi con te, e avrei
dovuto far chiarezza
con Nobu, perché lui meritava più di tutti, la
mia più totale sincerità.
Invece, sopraffatta dalla paura di essere mal giudicata, sono scappata
come una
vile codarda.
Fino a quel momento non avevo mai capito di essere una persona
così tanto
insicura e crudele.
Potrai mai perdonarmi, Nana?
Potrò mai essere perdonata per tutti i miei stupidi errori?
Forse un giorno riuscirò a pensare a Nobu senza essere
divorata dai sensi di
colpa... Adesso però è ancora troppo presto. E se
immagino il volto aggraziato
di Nobu l'unica cosa che sento è un dolore lancinante al
petto. Mi aveva
offerto la strada per la felicità, donandomi un affetto
sincero e così genuino
da essere davvero abbagliante. Eppure ho scioccamente infranto quella
felicità
conquistata con grande fatica, per un colpo di testa improvviso
tradendo la
fiducia di Nobu nel modo più meschino.
Nella mia testa sento ancora il rombo dei bicchieri con le fragole
andare in
frantumi.
I frammenti di quei bicchieri, come i pezzi dei tuoi sogni sgretolatosi
bruscamente, pugnalano il mio petto e intarsiano un dolore impossibile
da
dimenticare.
Il mio volto che ieri era felice, oggi è triste.
La persona che ieri era forte e allegra ora è solo
un’ombra e oggi si mostra
essere debole e fragile.
Ma anche nei giorni in cui mi sembra di essere sconfitta dalla
tristezza, i
ricordi dei giorni trascorsi con te Nana, mi tornano alla mente e mi
sostengono
ancora e ancora.
E senza rendermene conto continuo giorno dopo giorno, a invocare il tuo
nome.
– Hachiko –