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Autore: Rexam    28/09/2013    3 recensioni
Non succede mai niente nel piccolo e sperduto paese toscano di Olovara, ma quando un cadavere viene rinvenuto nella biblioteca cittadina, gli animi degli abitanti rimangono turbati. Numerosi personaggi tentano di dare una spiegazione ad eventi che sembrano connessi, mentre i membri di un'oscura organizzazione a stampo mafioso, detti "crepuscolari", sembrano avere un ruolo centrale da giocare nelle vicende. E alla fine i fatti mostreranno che, nonostante la morte... l'odio non muore mai!
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

Fruscio di pagine. Odore di carta. Patricia Corei vive in questo mondo. Almeno dalle sette del mattino alle diciannove e trenta di sera, sei giorni la settimana, domeniche escluse. Non aveva la più pallida idea di cosa l’aveva portata ad accettare quell’incarico, cinque mesi prima. La retribuzione era ottima, il posto di lavoro assolutamente tranquillo. Forse troppo tranquillo. Ad Olovara, piccolo paese sperduto nelle campagne toscane, a nessuno piaceva parlare troppo. Ognuno si faceva i fatti suoi, e tutti erano contenti così. Da dietro al bancone della biblioteca che si era trovata a gestire passava le sue giornate oscillando fra la noia e il tedio. La stragrande maggioranza degli abitanti di Olovara era composta da persone anziane, cresciute in un’epoca in cui il sapere non era ancora così diffuso come oggi, che si godevano le loro giornate al sole spettegolando dei pochi giovani del villaggio. Quando accadeva qualcosa, immediatamente tutto il paese ne veniva a conoscenza. Sembrava quasi che ci fosse una fitta rete di spie che andava mandando messaggi di casa in casa sulle novità del giorno. Che erano sempre poche, sia chiaro. Ad Olovara non succedeva mai niente. Niente. I ragazzini andavano alla scuola della Piazza Centrale e le giovani madri si occupavano di rassettare la casa, mentre il resto della città si riversava al lavoro nei campi o in qualche piccolo ufficio e le vecchie signore si muovevano in massa verso la chiesa. Il parroco, padre Alberto Dini, era un uomo un po’ burbero, con le sopracciglia che sembravano scrutare perennemente nell’animo dei fedeli. Durante le omelie il suo vocione sovrastava la navata centrale, catturando l’attenzione. Tutti erano ritti verso di lui, sembrava un maestro che spiegava un’importante lezione senza ammettere alcuna distrazione. La chiesa di cui padre Dini si occupava era immensa, sicuramente l’edificio più alto e magnificente (per non dire l’unico) di Olovara. Aveva una facciata gotica, con un piccolo rosone al centro, e una forma slanciata verso il cielo. All’interno i due piccoli transetti montavano in maniera proporzionale rispetto alla navata centrale. Il fondo della chiesa era sopraelevato, con l’altare che campeggiava sopra di esso e, dietro, un mezzo semicerchio di pietra chiudeva l’edificio. Ad ogni colonna laterale della navata, erano appesi quadri ritraenti le XIV stazioni della Via Crucis.
Patricia Corei si era laureata con lode due anni prima in Lettere e Filosofia all’estero. Dopo gli studi, si era dedicata a piccoli lavoretti come collaboratrice e segretaria, e aveva anche pubblicato qualche articolo su alcune riviste minori. Niente di decisamente importante, ma stava ancora aspettando la “grande occasione”…  anche se ci stava mettendo un po’ ad arrivare! Nel frattempo, quando le era stato proposto di lavorare come bibliotecaria, dopo aver visto la retribuzione e credendo che un periodo di stabilità economica le avrebbe giovato, non aveva saputo dire di no. Aveva qualche rimpianto, ma con ancora tutta una vita davanti sapeva che prima o poi qualcosa che avrebbe destato la sua attenzione sarebbe comparso.
Era la fine di novembre. Un freddo pungente, annunciando l’inverno, aveva attanagliato Olovara in una morsa. Patricia indossava una maglia di lana verde e un paio di jeans. I lunghi capelli castani, leggermente mossi, si posavano sulle sue spalle, e i suoi freddi occhi neri si muovevano continuamente da un libro all’altro, catalogando scrupolosamente ogni tomo.
Quel giorno Patricia si trovava nella fila sette, scaffale B. Stava mettendo a posto una collezione di libri che trattavano la condizione della donna nel Medioevo. Aveva sfogliato distrattamente qualcuno di quei volumi ed era rimasta sorpresa da come molti luoghi comuni venissero scardinati. A quanto pare fu proprio in quel periodo che, per la prima volta, le donne avevano acquisito il diritto di voto nelle assemblee cittadine, cominciato ad agire in proprio, gestendo negozi, pagando le imposte, e svolgendo ruoli anche di maestre e farmaciste. All’epoca del Feudalesimo, nelle classi elevate, la regina era addirittura incoronata, se necessario, come se si trattasse di un re: l’uomo e la donna erano in un piano di parità.
Nelle aule della biblioteca regnava il silenzio più assoluto. Aveva visto un uomo di mezza età entrare nella Terza Sala Lettura, subito dopo un anziano signore aveva preso un libro dalla fila nove e si era diretto nella Seconda Sala Lettura. Mentre dall’inizio della giornata uno studente ed una studentessa stavano consultando alcuni libri nella Prima Sala Lettura. Una giornata noiosa come tutte le altre insomma.
All’improvviso, Patricia udì un urlo soffocato provenire dal lato delle Sale Lettura. Un rantolo lamentoso e inquietante, un tonfo sordo, poi scese nuovamente il silenzio. “Che qualcuno si sia sentito male?”, pensò. Lasciò il suo lavoro, appoggiò i libri che aveva in mano per terra e andò a controllare a passo svelto cosa fosse accaduto. Entrò nella Terza Sala Lettura, la più vicina, per vedere se fosse tutto in ordine. Con sua sorpresa, l’uomo di mezza età che aveva visto prima si era accasciato a terra, gli occhi erano aperti e sbarrati. Sul tavolo era aperta una copia della Sacra Bibbia. Una pagina del libro era stata irrimediabilmente strappata.


L'Angolo dell'Autore
Ciao a tutti! Come vedete, ho deciso di scrivere una seconda storia gialla. Mi sono divertito moltissimo nella prima (che se qualcuno si fosse perso può trovare nel mio profilo, al titolo "Il Forum dei Giallisti") perciò ho deciso di riprovarci! E questa volta voglio mostrare come, in un giallo, i protagonisti sono gli eventi stessi, non una persona nè un detective nè altro, che comunque compariranno, insieme ad una presenza massiccia di elementi del genere. Spero di riuscirci a dovere! Nel frattempo mi auguro che questo primo capitolo vi sia piaciuto e, se avete critiche (positive o negative) è graditissimo un commento! Alla prossima!
  
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