Ciao, sono Kat e sono innamorata. Sono innamorata da 9 anni della stessa spendida ragazza. Amo tutto di lei. Conosco ogni centimetro del suo corpo e della sua mente. Ogni suo vizio, ogni sua abitudine. I capelli sono color del fuoco, e gli occhi ricordano la cioccolata. Il viso lentigginoso e infantile. L'ho conosciuta nella stessa biblioteca dove vado ogni venerdì. Leggeva un libro di cucina, e io ridevo per le smorfie che faceva mentre cercava di capire i termini tecnici. ''Hey'' Lei ha alzato gli occhi dal libro, si è tirata su gli occhiali e tutto il mio coraggio è andato a farsi fottere. Il maglione decisamente troppo grande per il suo fisico minuto. Abbiamo legato subito. ''Ti va di prendere un gelato?'' Dopo qualche sguardo, ero già persa. L'amavo, l'amo. Passavamo le serate a guardare film stupidi, mangiare, fare l'amore. Cazzo, l'amore con lei è qualcosa di magico. Mi ricordo ancora la prima volta. ''Sono vergine'' Non avevo paura di quelle parole. ''Non farà male, te lo prometto'' Si era lasciata andare, aveva liberato l'animale che era in lei. Non era più Emily, era qualcosa di ancora meglio. I suoi gemiti delicati mi fanno impazzire, i suoi sospiri lenti e profondi. In pochi minuti eravamo già una cosa sola. La sua pelle profumava di rosa. Una delle notti più belle della mia vita. Dopo due settimane da quella notte le ho chiesto di essere la mia ragazza e un suo bacio mi aveva confermato che lei provava lo stesso per me. Ogni giorno con lei era, è meraviglioso. Si era trasferita da me dopo poco. Viviamo ancora nello stesso squallido appartamentino, troppo pieno d'amore. Quando prepara le torte è buffa come pochi. Con un grembiule rosa che le cinge i fianchi, i capelli legati sporchi di farina. Prende la ciotola piena di impasto immangiabile sottobraccio, con l'altro mescola e va in giro per la casa muovendo delicatamente la vita a ritmo della musica. Una roba che mi fa impazzire. Io arrivo da dietro, le avvolgo le braccia attorno al corpo e le bacio il collo. Lei mi bacia teneramente la fronte e torna alla sua torta che immancabilmente finirà carbonizzata. ''Adottiamo un bambino?'' Lei mi guarda, sorride e prende ancora vino. E' una maestra d'asilo. Quando torna a casa il pomeriggio ci sdraiamo sul divano, l'abbraccio e lei mi racconta la sua giornata. Mi diverto sempre a sentire come quei bambini la fanno disperare. La bacio. ''Pensa a quando dovremo crescere i nostri bambini'' Lei ridacchia in un modo delizioso. ''Quanti ne vuoi?'' Faccio finta di contare fino a trenta. Emily giocherella teneramente con i miei capelli. La bacio una, due, tre volte. ''Tantissimi, una squarda da baseball'' Scappa dalla mia presa, si alza e corre a nascondersi. Io so dove si nasconde ma ogni volta fingo di non saperlo. Andiamo avanti per due minuti, poi la trovo e la butto sul letto. La tengo per i polsi, cercando di non farle del male. Le bacio il collo, il petto, la vita sottile. Lei ride per il solletico e rido anche io. Mi fa così felice. Accende la musica, balla per me. Vuole fare mosse sensuali, ma risulta solo goffa e impacciata. La musica accellera e ci scateniamo. Saltiamo sul letto, cantiamo a squarciagola, agitiamo ogni parte di noi. La canzone finisce e noi cadiamo, stanche e sudate, sul letto. Ridiamo ancora. Il fiato spezzato. Voglio crescere con lei, diventare grande, vecchie. Voglio svegliarmi la mattina con lei a fianco. Voglio insegnare ai nostri figli che l'amore non è tra uomo e donna, maschio e femmina. L'amore è ovunque e tra chiunque.