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Autore: Demolition    29/09/2013    3 recensioni
«Andiamo, perché non hai ancora chiamato Hunter?»
Quel nome fa tremare Sebastian. Lo fa tremare perché gli ricorda occhiate lanciate di nascosto. Gli ricorda baci strappati sotto il vischio e le lamentele di Hunter poi, perché lui non è “neanche lontanamente bi-curioso” . Gli ricorda gli scoppi di rabbia improvvisi e le lacrime che poi versava nel suo letto freddo. Gli ricorda quanto lui sia fragile e quanto sia dolorosamente facile innamorarsi.
Huntbastian // SPOILER 5X01
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: non sono miei, purtroppo, quindi scrivo solo perché non ho una vita sociale.
 


    



Ci sono quei meravigliosi attimi, nella vita, dove tutto rallenta. Dove il tempo si dilata, la mente si offusca e le orecchie fischiano. Dove si è immersi in un momento perfetto, dove ogni rumore si annulla e i colori si mescolano.
Dove è così facile immaginare che qualcuno, un giorno, sarà lì per lui, su quella scalinata, per dargli finalmente una possibilità, per permettergli di mostrare il vero Sebastian, la fragilità oltre la corazza. 
Ma nessuno è lì per lui e, cosa ancora più dolorosa, Sebastian è consapevole che nessuno sarà mai lì per lui, a guardarlo raggiante ed innamorato. Nel modo in cui Blaine guarda Kurt, insomma.
Di tutto questo Sebastian si accorge quando un petalo di rosa cade sul suo naso, scuotendolo per un attimo dal torpore di quel magico momento.
Batte forte le mani, Sebastian, ed è sincero perché sa che loro lo meritano. Che loro non verranno mai divisi, che loro non incasineranno ogni cosa. Comportarsi bene con Blaine è stato difficile, ma ogni sforzo viene ripagato nel momento in cui il ragazzo lo stringe a sé in un abbraccio onesto.
«Grazie, Sebastian» gli sussurra Blaine, colmo di gratitudine.
E l’Usignolo ricambia silenziosamente, perché sa che ora l’altro lo considera un amico. Sa che Blaine gli ha dato una seconda occasione.
 
Cammina tra i corridoi della Dalton, Sebastian, spostando col piede qualche petalo di rosa disseminato qua e là sui pavimenti eleganti. Stringe nervosamente il cellulare tra le dita, domandandosi se valga la pena oltrepassare il limite, azzardare quel passo finale e tristemente irreversibile. Non sente neanche le parole che gli urla Nick che, in preda all’euforia, saltella di qua e di là abbracciando gente a caso.
Questa volta, però, è una voce acuta a riportarlo alla realtà.
«Fermati Mangusta.»
Sebastian si volta e solleva un sopracciglio quando si trova di fronte a nientemeno che il futuro sposo.
«Kurt» lo saluta l’Usignolo con un debole sorriso e poi, senza smentirsi, aggiunge «quel completo è così imbarazzante e gay che vorrei essere etero.»
Kurt ridacchia, lisciandosi la giacca turchese.
«Volevo ringraziarti, Sebastian. So che per te non è stato facile.»
«Cazzate, non ho fatto niente di che» ribatte l’altro, stringendosi nel blazer.
 Non ama che Kurt parli così apertamente dei suoi sentimenti, non gli piace che qualcuno che ha passato un anno ad odiarlo gli sveli quanto semplice sia capirlo. Non gli piace apparire fragile, non gli piace essere un libro aperto. È molto più semplice apparire come il torbido Sebastian, quello che si è fatto iniettare gli ormoni per vincere, quello che ha accecato Blaine con una granita, quello che non ha alcuna regola morale. Né sentimenti.
«Ok, come ti pare» sbuffa Kurt, facendo spallucce «Ma dovresti davvero chiamarlo, se vuoi un consiglio.»
Qualcosa si incrina in Sebastian. La muraglia che fino a quel momento lo ha tenuto al sicuro si sgretola sotto i suoi occhi impotenti e sotto quelli acuti di Kurt, che gli sorride pacifico, ben conscio della lotta interiore che si sta scatenando nell’Usignolo.
«Non so di cosa…» abbozza Sebastian, ma la voce gli trema, tradendolo inevitabilmente.
«Oh, andiamo Bas, non piaci a nessuno quando fai lo stronzo senza cuore, non so se te ne sei accorto!» sbotta Kurt, dandogli una pacca sulla spalla.
«Come diamine fai a…?»
«Ho ancora i miei contatti alla Dalton» scherza Kurt, mordendosi le labbra e poi scoppiando a ridere. «Mi hanno detto che siete palesi.»
«Con quel vestito osceno non dovresti proprio parlare di essere palesi» sbotta l’Usignolo.
«Andiamo, perché non hai ancora chiamato Hunter?»
Quel nome fa tremare Sebastian. Lo fa tremare perché gli ricorda occhiate lanciate di nascosto. Gli ricorda baci strappati sotto il vischio e le lamentele di Hunter poi, perché lui non è  “neanche lontanamente bi-curioso” . Gli ricorda gli scoppi di rabbia improvvisi e le lacrime che poi versava nel suo letto freddo. Gli ricorda quanto lui sia fragile e quanto sia dolorosamente facile innamorarsi.
«Io… io non…  io ho paura» sussurra Sebastian, le labbra secche.
Un’ondata di calore lo invade, quando si rende conto delle sue stesse parole e le guance si colorano immediatamente. Ha superato il limite. Ha fatto quel passo irreversibile.
«Finalmente!» esclama Kurt, scoppiando a ridere «Ho la conferma che sei umano!»
«Smettila» borbotta Sebastian, incrociando le braccia al petto e pianificando velocemente una fuga.
«Chiamalo» ripete il più grande con un ampio sorriso «Chiamalo perché è impossibile che non ricambi.»
L’Usignolo solleva un sopracciglio perché sa che Kurt non lo considera una bella persona.
«Scusa?»
«Esatto, è impossibile che non ricambi. Perché quando ti comporti come un umano, Sebastian, sei buono. E rimpiangerò per tutta la vita queste parole ma non sei neanche male fisicamente, eh.»
«Che checca» commenta acido Sebastian, ma poi si scioglie in un ghigno imbarazzato alla vista dell’altro che alza gli occhi al cielo. «Beh, grazie.»
«Figurati, Mangusta.»
 
 
«Pronto?»
Quella voce è come un pugno nello stomaco. E’ come riaverlo lì, è come sentire ancora il suo profumo dolce. Come se non se ne fosse mai andato, come se non avessero mai rovinato tutto.
«Pronto?» ripete spazientito Hunter dall’altro capo del telefono.
«Sono Bas» sussurra, la bocca secca e i nervi tesi.
«Oh» dice solo Hunter, come se sapesse.  Come se Sebastian non potesse portare altro che brutte notizie.
«Volevo….»
Sebastian balbetta e le parole gli rimangono incastrate nella gola. Quei sentimenti sono tutti lì, che lottano nella sua laringe per uscire, per essere vomitati con foga, per essere accolti o forse rifiutati per sempre.
«Bas, scusa ma non è un buon momento per chiacchierare, mio padre è appena tornato e…»
Ed eccole le parole che si rincorrono, che risalgono verso le sue labbra aride.
«Hunter…»
«… se si accorge che sono al telefono mi fa fuori quindi io… »
«Hunter, io ti amo.»
E’ solo un secondo di silenzio, solo una frazione infinitesima di tempo ma è abbastanza per far morire dentro  Sebastian.
E’ solo un secondo prima che il tu tu tu del telefono gli spezzi il cuore per l’ennesima volta.
 


 
  
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