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Autore: GogoWills    29/09/2013    1 recensioni
"Quanto potrò, tutto il tempo che potrò"
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Sdraiata sul letto della mia stanza, tenevo le braccia incrociate dietro la testa, guardando il soffitto.
I pensieri mi martellavano il cervello come poche volte mi era successo in quel periodo.
La mia vita stava rotolando giù dal precipizio, e io non riuscivo proprio a fermarla.
Avevo passato la giornata davanti la porta della stanza d'ospedale di mia madre, poi ero tornata a casa con la pioggia ed ero crollata su quel letto esausta.
Dio com'ero stanca di quella vita, di quel posto, di quelle persone.
In pochi mesi avevo perso quello che avevo costruito con tanta fatica: gli amici, la scuola, i corsi di pianoforte, tutto.
Non potevo contare su nessuno, era come se mi fossi svegliata da un sogno.
Mi sentivo proprio così.. Confusa, lenta, irritata.
Mia sorella dice che le cose cambieranno, che bisogna crederci alle svolte, che prima o poi quel momento arriva per tutti.
Io alle sue parole non ci credevo affatto, mi sembrava di vivere dentro una bolla, dove quello che è fuori, resta dov'è.
Mentre continuavo a pensare a tutto questo, crollai di nuovo e sta volta fino alla mattina seguente.
Mi svegliai, e dopo essermi preparata uscii di casa, e tornai in ospedale. 
Mi sedetti sulle scale dell'ingresso e mi accesi una sigaretta, quando vidi due scarpe da ginnastica fermarsi sul mio stesso scalino.
Si era seduto vicino a me un ragazzo, aveva i capelli scuri e lisci con la frangia che gli copriva lo sguardo.
"Ciao, ti disturbo?"
Lo guardai confusa per un pò, poi feci segno di no con la testa.
"Come stai?"
"Non bene, ma tiro avanti..e tu?"
"Beh, anche io. Basta fare un pò di corsa agli ostacoli che poi le cose migliorano."
In tutti quei mesi lui era stato il primo a chiedermi come stavo, e quindi mi limitai ad annuire senza dire altro.
Il ragazzo si alzò poco dopo, e mi sorrise.
"Devo andare, ciao"
"Ciao".
Lo vidi andare via e poi mi alzai anch'io, per andarmene.
Il giorno dopo, ero seduta sulle stesse scale, e lui tornò a farmi compagnia.
Parlavamo di tutto, io mi sfogavo con lui e lui si sfogava con me, eppure non conoscevo neanche il suo nome.
Ci ritrovammo lì anche il giorno seguente, e quello dopo ancora.
Con i mesi, mia madre uscì dall'ospedale ed io mantenni i contatti con Alex.
Era così che si chiamava, me lo aveva detto il giorno che aveva deciso di partire per Londra e mollare tutti.
Quel giorno mi disperai, piansi come una bambina..
"Non cambiera nulla" mi ripeteva, e io non ci credevo.
Avevo trovato qualcuno e se ne stava andando di nuovo.
In cinque mesi dal nostro primo incontro su quelle scale io e lui eravamo diventati una cosa sola.
Passavamo le giornate insieme, a casa sua e poi a casa mia.
Dormivamo abbracciati, ci preparavo la colazione, io andavo perfino a trovarlo a scuola.
Ci regalavo ogni tipo di attenzione, non esisteva giorno senza la presenza dell'uno o dell'altra. Non poteva lasciarmi, ma per lui Londra rappresentava una grande occasione, una grande opportunità.
La sua vita era parallela alla mia, e potevamo dire di essere stanchi di viverla in quel modo entrambi.
Dalla notizia della sua partenza litigammo per circa un mese, lui spariva e io mi disperavo.
Lui doveva badare a suo fratello, io a mia madre, e questo ci allontanava.
Quando avevamo la possibilità di parlare io lo attaccavo, gli facevo ogni tipo di dispetto per farlo arrabbiare, cercavo di farmi vedere.
Ricordo che una sera, presa dalla rabbia gli dissi che mi piaceva, che provavo qualcosa di molto più profondo di un amicizia.
Lo avevo baciato e lui mi aveva lasciata fare.
Dopo quel bacio mi aveva stretta forte, così forte che riuscivo a sentire il suo cuore battere, poi mi disse: "Sono qui, sono ancora qui" - "Per quanto?" - "Quanto potrò, tutto il tempo che potrò" - "Volevo solo stare al centro dell'attenzione. Delle tue, più che altro" - "Non conta.. guarda l'Africa. Si trova al centro del mondo, eppure questo non le giova affatto. Non importa dove, l'importante è esserci" - " E tornerai?" - "Tornerò, e ti porterò via con me. La mia occasione è anche la tua, e allora saremo finalmente in due."
Sapete una cosa?
Io credevo che nella vita non esistessero persone che ti restano accanto per sempre, e in parte è vero.. ma ci sono persone che anche se non ti sono accanto tu puoi sentirle comunque, perchè cel'hai negli occhi, nell'odore, nella pelle.
  
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