“Non lo ripareranno mai questo ponte” pensò Catherine.
Ma a lei piaceva lo stesso. Ogni mattina usciva un quarto d’ora prima di casa e faceva la strada più lunga per passare su quel ponte un po’ pericolante e senza staccionate o barriere laterali. Beh, dopotutto, a lei piacevano sempre le cose sbagliate. Ma più di tutto, le piacevano sempre le persone sbagliate. Lei invece non piaceva alle persone. C’era questo strano rapporto tra Catherine e il mondo, odiava quasi tutto e quasi tutto odiava lei. Preferiva stare sola che con persone che a lei non piacevano. Stava meglio così.
Questi erano i pensieri a cui si dedicava ogni mattina, mentre passeggiava sul ‘suo’ ponte che affacciava su una distesa di scogli appuntiti e lucenti. Proprio una bella vista.
Ma poi arrivava a scuola, e doveva mettere da parte i suoi pensieri. Non amava la scuola, la maggior parte delle sue compagne di classe erano delle snob insopportabili, non scorreva buon sangue tra loro. Facevano di tutto per la fama, non avevano mai un capello fuori posto, non uscivano mai di casa senza quintali e quintali di trucco, con vestiti, borse e scarpe firmate. Non potevano farsi vedere in giro con persone normali, oh no! Si sarebbe rovinata la loro reputazione!
Era un semplice liceo di provincia, eppure sembrava di stare ad Holliwood, quante star!
Guardò il suo riflesso nella finestra della classe: capelli sciolti, un po’ disordinati, un filo di trucco, ma pelle per niente perfetta, un jeans e una maglietta a mezze maniche, non molto stretta. Una ragazza qualunque, per niente bella, che non attirava l’attenzione e cercava sempre di nascondersi.
“Buongiorno ragazzi, sedetevi su!” Iniziava un’altra giornata.
 
Driiiiin
“A domani ragazzi, non dimenticatevi la ricerca sui Promessi Sposi, mi raccomando! E ricordatevi quello che vi ho detto, nessun foglio stampato o qualche frase scopiazzata da wikipedia. Aprite un libro, almeno una volta nella vostra vita”
Catherine non aveva problemi ad aprire un libro, ne aveva letti tanti nella sua vita. Ancora una volta la tessera della biblioteca si rivelò utile. Adorava quel posto, così tanti libri, tantissime storie diverse raccolte in pagine rilegate. L’odore della carta e dell’inchiostro, un silenzio quasi religioso.. Avrebbe passato ore intere lì dentro. Si diresse verso il reparto contrassegnato dalla lettera “A”. Eccolo lì, Alessanadro Manzoni. Si alzò sulle punte dei piedi per arrivare allo scaffale un po’ troppo in alto. Intanto sentiva dei passi e ad un certo punto qualcuno le arrivò addosso.
“Oh cazzo.. Em, scusami, non ti ho proprio vista, giuro! Stai bene?”