Forever.

Prologo.

Corpi che si muovevano ovunque, appiccicati e sudati.

L'aria del locale si era fatta pesante, nell'aria aleggiava un odore di alchool, erba e sudore.

Courtney aveva legato i lunghi capelli marroni in uno chignon disordinato e continuava a strusciarsi addosso ad un ragazzo, non vedeva chi fosse, aveva la vista appannata.

Introdusse la mano nei pantaloni del ragazzo, che non protestò affatto.

Probabilmente erano entrambi troppo ubriachi anche per pensare, le labbra di lui saettarono verso il suo collo, lasciandoci un segno rosso-violaceo.

Era partita Animal, di Hardwell. La discoteca sembrava una jungla, e la canzone dai ritmi folli rendeva l'idea.

Nessuno dei due era capace di fare qualche passo senza cadere, era una scena penosa.

Due ragazzi di 19 anni, avvinghiati, che barcollano e mugugnano cose senza senso.

Quella non era Courtney, Courtney ne sarebbe rimasta disgustata.

"Vieni con me, piccola." le sussurrò l'altro, mentre la caricava in spalla, con poca delicatezza.

Courtney si svegliò con un gran mal di testa. La sbronza della sera prima la stava ripagando.

-Che ore sono?!- c'era qualcun'altro con lei, quella voce assomigliava terribilmente a quella del suo idolo. "Ah, sarà la sbronza" pensò Court, mentre scioglieva la coda della sera prima.

-Non ne ho idea. Ora toglimi una curiosità... chi sei?-

-Giriamoci al 3. Così l'impatto sarà uguale per entrambi.- Saggia decisione.

-Mi sento fissato con tutti i poster.- ridacchiò il tipo.

-Belieber, problemi?-

-No no. 1...2...3.- A Courtney si fermò il cuore. Dio.

-Altro che impatto uguale per tutti e due!- ansimò lei. -Sicuro di non essere la sagoma che ho comprato ieri?-

-No. Mi dispiace.- la ragazza giocherellava con la catenella che portava al collo. -Avrei voluto incontrarti ad un concerto. Dirti che per me sei tutto e che mi fai sorridere. Non in questo modo- Justin si mise il cappellino "Tosa".

-Anche io.-

-Facciamo come se non sia successo nulla. Ok?- il ragazzo la guardò per un secondo.

-E quindi io adesso vado.- concluse sorridendo. -Vai.- rispose Courtney con una punta di delusione. Justin si rivestì e, lentamente, uscì dalla casa. Lasciando Courtney sul divano.

-Comunque sono Courtney.-

-Piacere Courtney, Justin. Justin Bieber.-

-T-ti lascio il mio numero, magari mi faccio "perdonare" offrendoti qualcosa da Starbucks- le sussurò poi lui.

Con un rapido gesto le prese il braccio e iniziò a scrivere cifre.

A Courtney si era fermato il cuore.

NON DOVEVA ESSERE VERO.

La mora era seduta ad un tavolino di Starbucks, giocando nervosamente con una ciocca dei suoi capelli.

Appena vide entrare il ragazzo le mancò un battito. E ora?

Justin si sedette difronte a lei, sorridendole.

-Allora, cosa devi dirmi?- chiese, provando a cammuffare il nervosismo nella sua voce.

-Justin. Non sono la tipica fan che cerca i suoi 15 minuti di fama... ma- si interrupe sentendosi dannatamente stupida.

Forse lo era, forse era solo debole.

-Ma?- la incitò a continuare, sentendo il colletto della maglia stringersi sempre più intorno al collo.

-Justin. Sono incinta.- Il ragazzo sgranò gli occhi nocciola, imprecando silenziosamente.

Courtney davanti a lui aspettava solo un segno, qualcosa che le facesse capire come l'avesse presa. Iniziò a sentire un nodo alla gola,che piano piano salì sempre più, fino a farle mancare l'aria.

-E mi sento stupida. Perchè hai la tua carriera, perchè sei il mio idolo e non voglio farti questo.- Justin le accarezzò una guancia coperta di lentiggini.

-Non l'hai generato da sola.- le sussurrò dolcemente. -Non è solo colpa tua.- provò a sviare la tensione, tentando di "discolparsi".

-Hai un fidanzato?-

-Avevo. Poi gli ho detto che ero incinta di Justin Bieber e mi ha riso in faccia. Con tanto di insulti in allegato.-

-Non può essere suo?-

- Era in Giappone, sai, fa il restler.-

-Se è veramente tuo che farai?- chiese Court.

-Il padre.- erano bastate due parole, a far sciogliere il cuore di Courtney.