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Autore: NakamuraNya    30/09/2013    0 recensioni
Spoiler 3x12. Storia introspettiva su Stiles mentre si sacrifica per il padre divenendo un sacrificio per il Nementon. È la mia prima storia su questo fandom!!! ^^
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cerchio


Originariamente dovevano essere tre capitoli che riportavano l'introspezione anche di Scott ed Allison. L'ispirazione però non mi ha aiutato e quindi ho scritto solo questo. 
Storia scritta per i miei sei anni su EFP!!! ^^


La spilla da sceriffo di suo padre, ha ancora le punte piegate, facendola sembrare più un oggetto trovato su un campo di battaglia che qualcosa usato quotidianamente.
Ricorda perfettamente il giorno in cui suo padre era divenuto sceriffo, di quanto fosse stato fiero di lui, di come ai suoi occhi di bambino era apparso come uno dei suoi supereroi, suo padre per lui era sempre stato un supereroe.
Prima della morte di sua madre, prima dell'alcool. L'aveva visto distruggersi ogni giorno, allora era stato lui a volerlo tirare su perché si sentiva in qualche modo in colpa, forse aveva paura che un giorno a causa delle bottiglie che beveva avrebbe detto quelle parole che lui stesso si diceva: "È tutta colpa tua".
La carica di sceriffo l'aveva tirato su di morale facendolo tornare il padre meraviglioso che aveva sempre avuto.
Con gli anni aveva temuto che a causa di quel ruolo anche suo padre sarebbe morto.
In quel giorno la prospettiva era così vicina da fare male.
Non voleva mettere quella medaglia così rovinata nella tomba di suo padre, l'uomo che la lucidava con tanta cura ogni giorno forse sperando che sua moglie fosse orgogliosa del suo ruolo.
♦ ♦ ♦

Si sistemò davanti alla sua vasca piena di ghiaccio, alla sua destra Allison aveva già infilato un piede dentro, la vide sospirare per trattenere il dolore.
Si voltò dietro di se cercando confronto negli occhi verdi di Lydia, la ragazza stringeva le labbra in una linea sottile, gli annuì cercando di dargli forza. Guardò davanti a sé la vasca.
Appoggiò le mani sui bordi, sul palmo della sinistra le punte della stella premevano leggermente, incominciò ad immergersi.
L'acqua era gelata come era da immaginarsi, un gelo che gli entrava dentro le ossa come aghi.
Immerse anche le braccia insieme al busto, l'acqua gli arrivò alla gola bloccandogli per un attimo il respiro.
Erano ormai tutti immersi.
Si voltò verso Scott respirando pesantemente.
«Ad ogni modo... se io non ce la facessi e tu sì, c'è qualcosa che probabilmente devi sapere.»
Vide gli occhi di Scott guardarlo con aria spaventata e sorpresa.
Per quanto nell'ultimo periodo non fossero stati molto vicini il loro legame era ancora forte.
Il suo amico Scott forse non voleva pensare che qualcuno tra loro tre sarebbe potuto morire.
Lui l'aveva subito messo in conto, ovviamente nel suo ottimismo aveva pensato subito a sé stesso, perché lui era l'elemento debole e perché non avrebbe potuto pensare di perdere i suoi amici.
«Tuo padre è in città.»
 Gettò così la bomba che vide far esplodere mille emozioni in Scott, sapeva quanto aveva odiato quel padre così legato alla carriera e di come l'avesse voluto dimenticare.
Si voltò verso Allison, anche lei stava ormai tremando come lui e Scott.
Fissò il suo migliore amico, l'alfa del loro strano branco cercando in lui la forza.
Aveva bisogno del suo coraggio perché sentiva che il proprio si era ormai esaurito, lo vide annuire con quella forza di volontà che aveva acquistato in quel periodo e si sentì più sicuro. 
Le mani di Lydia appoggiate sulle sue spalle erano ben salde, eppure riusciva a percepire il timore per il gesto che si apprestava a compiere.
Negli ultimi tempi in cui le era stato più vicino ha compreso la grande forza e determinazione che sta sotto quell'aria spensierata e di sufficienza, sotto ancora percepisce la paura.
Lydia che l'aveva sempre ignorato per anni e che ora secondo Deaton è la persona con un forte legame con lui.
La sua mente ripensa al bacio che si son dati mentre lui aveva avuto un attacco di panico, era solo per fargli trattenere in fiato aveva detto lei.
Qualcosa che aveva letto da qualche parte, non di certo nelle riviste di alta moda che sfogliava durante l'intervallo, quando non era intenta a rintanarsi con Aiden.
Prima Jackson e poi Aiden, la rossa si sceglieva sempre dei ragazzi particolari, licantropi e stronzi, il fatto che Jackson prima fosse un Kanima non faceva molta differenza.
Ripeté nella sua testa che il legame che li univa era solo amicizia, doveva farlo se no avrebbe avuto il cuore spezzato come era successo alla fine della faccenda del Kanima.
Fece un profondo respiro, cercando di svuotare la sua mente da pensieri poco importanti in quel momento, pensò solo a ritrovare suo padre rinchiuso chissà dove.
Le mani di Lydia lo portarono completamente sott'acqua, lottò contro l'istinto di tornare fuori di prendere l'aria.
Poi sentì l'oscurità di cui parlava Deaton avvolgerlo mentre i battiti del suo cuore battevano più lentamente nelle orecchie.
Non sentì più nulla se non una calma surreale.
Sarà questa la morte?
Gli occhi si riaprono ed era tutto bianco, si sollevò sentendo la gola bruciare, prese una profonda boccata d'aria, si guardò intorno vedendo sia Allison che Scott immersi anche loro ancora nella vasca, anche loro che cercavano di riprendere un respiro regolare.
Il primo a uscire fu Scott, lui lo seguì a ruota poggiando i piedi nudi sul pavimento liscio. Grondava talmente tanta acqua che cadendo formava una pozza ai suoi piedi, si girò la spilla del padre tra le mani sentendola fredda, fu un gesto che gli mise un po' di sicurezza.
Osservò la stanza completamente bianca a parte le vasche e loro completamente vestiti di nero, l'ambiente era pieno di neon vi era un innaturale silenzio che li circondava.
Poi sentì come l'istinto di voltarsi e lo seguì come i suoi due compagni, si chiede se anche loro lo percepivano.
Sul pavimento vi erano anche delle linee grige ma non erano quelle ad attirare il suo sguardo.
La base di quell'albero così maestoso sembrava portarlo a sé, quindi era quello il Nemeton.
Si avvicinò in gruppo con gli altri due, attirati dal potere antico di quella pianta, vi erano delle erbacce che gli crescevano attorno, le radici rompevano il laminato sprofondando chissà dove, gli anelli concentrici erano molti però vi erano profonde spaccature in cui vi era cresciuto del muschio.
Vide Scott sollevarsi la manica della maglia, osservandosi così il tatuaggio che si era fatto poco tempo prima, due anelli concentrici che aveva disegnato sovrappensiero. Quando gli aveva detto che voleva farsi un tatuaggio simile, l'aveva guardato divertito spiegandogli che doveva esserci un significato dietro. A casa di Derek Scott l'aveva spiegato, ma a quanto pareva vi era un significato molto più profondo che neanche il suo amico aveva colto.
Lo vide poggiare la mano sulla base tagliata di quello che un tempo doveva essere un'albero enorme.
Fu buio, più che buio era notte ed era in un bosco, probabilmente nella riserva di Beacon Hills.
Sentì delle voci e si voltò.
«Davvero lo stiamo facendo?»
«Tu sei quello che si lamenta sempre che non succede mai niente in questa città.» Riconobbe la propria voce, forse un po' più infantile e nasale di quanto se la sentiva.
Ricordò il dialogo e riuscì ad associare subito il giorno o per meglio dire la notte.
La notte in cui tutto cambiò, in cui la noiosa cittadina in cui credeva di aver vissuto fino a quel momento era divenuta il posto che stava raggrumando fin troppi eventi sovrannaturali.
Provò malinconia pensando a quei giorni così spensierati.
«Volevo farmi una bella notte di sonno prima degli allenamenti di domani.»
Già, all'allenamento del giorno dopo Scott era stato fantastico formidabile, tanto da farlo divenire il co-capitano della loro squadra di lacrosse e farlo notare da Allison.
Rimpianse per un attimo il loro essere invisibili agli occhi degli altri, la loro normalità di studenti che si giostravano tra compiti e cottarelle.
«Stiles, aspettami. Stiles.»
Si riparò tra gli arbusti, in fondo non sapeva se era possibile essere visti da quel Scott e Stiles del passato.
Si vide muovere convulsamente, cercando di non essere intercettato dai cani della polizia oppure dai fasci di luce delle pile.
Vide la sua faccia stupita mentre un cane gli aveva abbagliato contro e la luce di una torcia gli aveva colpito gli occhi.
«Aspettate, fermi.»
Sentì la voce di suo padre autoritaria mentre impartiva il suo ordine, gli si formò un groppo in gola e si avvicinò.
«Questo piccolo delinquente è mio.»
«Papà! Come stai?»
Sentì la voglia di piangere e di correre ad abbracciare l'uomo appena lo vide portare via il se stesso di quel tempo.
«Bene giovanotto. Ti accompagno alla tua auto.»
Si ricordava perfettamente la ramanzina che gli aveva impartito quella sera, in cuor suo avrebbe desiderato sentirne centinaia di quelle ramanzine piuttosto di non sentire mai più la voce di suo padre.
Ricordò come in un flash l'ultima litigata avuta con il padre prima che scomparisse.
«La mamma mi avrebbe creduto.»
Aveva detto, una cattiveria non voluta e che gli era uscita dalle labbra di getto senza alcun filtro, come a volte gli accadeva con i propri pensieri.
Che stupido cliché da film di serie B, una litigata prima della morte di uno dei due personaggi. Sperò che grazie a tutto quello avrebbe potuto rappacificarsi con il padre.
Indietreggiò scontrandosi contro qualcosa e quando si girò vide il Nemeton. Lo fissò stupito appoggiandosi le mani sopra come per costatare che fosse reale. Così vicino, era lì dove tutto era iniziato era tornato al punto di partenza come un ciclo come un cerchio. Come i cerchi che rappresentavano i vari anni di vita degli alberi, qualcosa gli diceva che quello non sarebbe stato il primo cerchio e che ve ne sarebbero stati altri da richiudere, altri misteri che avrebbe dovuto risolvere.
Tutto ora aveva un senso.
♦ ♦ ♦

Uscì dalla vasca nel proprio periodo e mondo, fu sollevato vedendo che anche Scott ed Allison stavano facendo la stessa cosa.
Tutti e tre erano sopravvissuti, si chiese cosa avessero visto loro.
Si sentiva la gola e i polmoni bruciare, eppure era entusiasta di sapere finalmente dove si trovava il padre, qualcosa gli diceva che c'è l'avrebbero fatta, che li avrebbero salvati.
   
 
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