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Autore: f9v5    30/09/2013    7 recensioni
Dunque, per chi non dovesse saperlo, idrofobia vuol dire "paura dell'acqua", come immagino sarà ovvio a tutti che è di questo che soffre il nostro Sonic.
Amy si occuperà di aiutare il suo caro riccio blu nel superare questa paura, riuscirà nel tentativo?
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Amy si era messa in testa che il suo caro fidanzato doveva superare la sua benedetta fobia dell’acqua, e quale modo migliore se non imparare a nuotare?!
Il problema? Amy aveva preso un salvagente in una mano e il martello nell'altra: con una gli porgeva quel cerchio di gomma rigonfio d’aria e con l’altra reggeva l’arma con cui l’aveva “gentilmente” invitato ad indossare il cerchio gonfio d’aria ed entrare in acqua.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Rose, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi piace il mare? Io ne vado pazzo − dalla riva.
                                                                     (Douglas Jerrold)
 
 
Sonic si sentiva teso come una corda di violino in quel momento.
La brezza marina gli carezzava leggermente il volto, smuovendogli i capelli e l’acqua gli bagnava i piedi, per poi ritirarsi verso il mare, lasciandosi dietro un po’ di schiuma.
Era il mare, il posto in cui non avrebbe mai voluto essere; avrebbe anche pagato pur di andarsene da lì.
Amy si era messa in testa che il suo caro fidanzato doveva superare la sua benedetta fobia dell’acqua, e quale modo migliore se non imparare a nuotare?!
Il problema? Amy aveva preso un salvagente in una mano e il martello nell’altra: con una gli porgeva quel cerchio di gomma rigonfio d’aria e con l’altra reggeva l’arma con cui l’aveva “gentilmente” invitato ad indossare il cerchio gonfio d’aria ed entrare in acqua.
Sonic avrebbe avuto parecchio da ridire su quella situazione, ma la sua “dolce” metà non era esattamente una di quelle persone che accettavano discussioni, tutt’al più si limitava a sentire, peccato che non ascoltasse.
Prima Amy era testarda, ma da quando stavano insieme era diventata più noncurante delle proteste altrui.
Sonic capì che aveva avuto un brutto effetto su di lei e nei giorni successivi non mancò di autorimproverarsi per quel fatto.
Aggiungendo il “simpatico” martello, sempre tenuto saldamente da lei, non restavano molte opzioni.
Avrebbe sempre potuto correre via, tanto la velocità non era una cosa in cui difettava, al contrario; peccato che Amy avesse come installato nel suo cervello una specie di sensore “Trova-Sonic”, che le permetteva di localizzare il riccio blu ovunque egli si nascondesse.
Sarebbe anche potuto fuggire in capo al mondo, lei lo avrebbe trovato.
In breve, anche la fuga era un’opzione da scartare, avrebbe solo fatto arrabbiare la ragazza e, come diretta conseguenza, peggiorare le cose.
Sonic pregò Chaos affinché trovasse un modo per salvargli la pellaccia; sapeva di non poter ricevere risposta, eppure gli sembrò quasi di sentire un AH-AH che lo prendeva per i fondelli.
-Andiamo bene.- mormorò sconsolato, se le cose potevano peggiorare, non riusciva proprio a immaginarsi in che modo.
Si voltò verso Amy, rivolgendole uno sguardo da cucciolo implorante e bisognoso di comprensione, di solito funzionava quando voleva ottenere qualcosa da lei.
-Scordatelo, tesoro, non ci casco stavolta, ho promesso che ti avrei insegnato a nuotare e non mi rimangerò la parola.- che l’aveva scambiata, per una fessacchiotta che si lascia intortare da chiunque? Solo perché lo amava non significava che sarebbe stata disposta a soprassedere ad ogni suo colpo di testa.
Quella volta sarebbe stato lui ad ascoltare lei.
-Almeno puoi venire qui in acqua con me?- si sarebbe sentito più sicuro.
-Mi dispiace, ma no. Se venissi lì, tu ti attaccheresti a me come una cozza allo scoglio (non che la prospettiva mi dispiaccia tanto)e così non impareresti un bel niente. Quindi, per cominciare, dovrai riuscire ad andare a piedi almeno fino a dove riesci a toccare. Facciamo un passo alla volta.- spiegò lei e non c’era modo di ribattere.
Dannazione alla verità dei fatti.
Capendo di aver esaurito ogni possibile carta da giocare, Sonic si voltò nuovamente verso l’immensa massa di acqua salata e le lanciò uno sguardo di sfida.
Si sistemò meglio la ciambella di salvataggio e cominciò ad andare incontro al pericolo.
Un passo, fino a lì tutto bene.
Due passi, ancora niente di preoccupante.
Tre passi, calpestò una pietra, la mandò mentalmente a quel paese.
Quattro passi, sentì un pizzico sul pollice del piede destro, un dannato granchio di passaggio lo aveva pizzicato, probabilmente stava pure ridendo di lui; oh, sarebbe tornato a cercarlo e lo avrebbe mangiato per cena.
Cinque passi, di nuovo calma piatta.
Sei passi, acqua vicinissima alle spalle.
Sette passi, come il numero dei Chaos Emerald, poteva bastare.
Sonic deglutì, si guardò intorno, non era andata poi così male.
Si voltò verso la spiaggia, Amy gli stava sorridendo incoraggiante, sapeva che poteva farcela.
Sonic dal canto suo, si sentì gasato.
-Ha, beccatela in quel posto stupido mare, e io che mi preoccupavo inutilmente, cosa pensi di farmi ora eh?-
Mezzo secondo dopo Sonic sgranò gli occhi fino a farli sembrare due palle biliardo quando vide una gigantesca onda dirigersi verso di lui.
Socchiuse gi occhi -Fanculo. Chaos, perché oggi sono così sfigato?-
Ad Angel Island, all’interno del Master Emerald, Chaos, se avesse potuto parlare, gli avrebbe risposto -Non prendertela con me, è solo che uscito il tuo nome.-
  
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