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Autore: DazedAndConfused    30/09/2013    3 recensioni
[James Dean]
"La giacca rossa di James si stava gonfiando sotto il vento, rendendolo di fatto un Jim Stark – quel Jim Stark che faceva le corse clandestine per non fare la figura del coniglio con le altre gang di adolescenti e che stava scalpitando impaziente sulle pellicole che dovevano ancora essere distribuite ai cinema."
Omaggio a James Dean, scomparso il 30 settembre 1955.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Live fast, die young and have a good-looking corpse



Un bambino portò il lenzuolo bianco

alle cinque della sera.

Una sporta di calce già pronta

alle cinque della sera.

 

Erano le 13.30 quando James Dean uscì da Patsy’s Pizza e salì al volo sulla Little Bastard, sorridendo tra sé e sé: quella mattina era stata revisionata per benino e ora era più lustra che mai.

Lasciò una carezza sul volante, dopodiché mise in moto e sghignazzò compiaciuto nel sentire il motore fare le fusa come una gatta in calore.

L’auto schizzò sull’asfalto, mangiandoselo senza troppe cerimonie, e James ripensò alle parole che suo zio gli aveva rivolto qualche minuto prima.

“Stai attento, cavalchi una bomba” gli aveva detto, e lui era scoppiato a ridere.

“È la mia bambina.” aveva replicato, inforcando gli occhiali da sole e salutando lui e il padre con un cenno veloce.

Però, ora che il motore stava girando, non era più sicuro se il vezzeggiativo da lui precedentemente adottato fosse adatto ad una macchina del genere.

Se le leggi lo avessero permesso se la sarebbe sposata, quella piccola bastarda, questo era poco ma sicuro – anche solo per dare ad Hollywood l’ennesima bravata firmata Dean per cui storcere il naso.

Soprattutto per quello.

 

Già combatton la colomba e il leopardo

alle cinque della sera.

E una coscia con un corno desolato

alle cinque della sera.

 

Wütherich era al suo fianco e aveva trattenuto le risa quando, alle 15.30, James aveva provato a fare lo splendido con lo sbirro della stradale che voleva multarlo per eccesso di velocità.

Nonostante avesse rivelato di essere sotto contratto con la Warner Bros., il poliziotto non aveva battuto ciglio, costringendolo così a firmare il verbale e incassare il colpo – non gli piaceva firmare autografi per quel motivo, gli stava capitando un po’ troppo spesso per i suoi gusti.

Dopo un’ora e mezza avevano parcheggiato la Porsche davanti ad una stazione di servizio e aspettato che Hickman e Roth facessero lo stesso con la station-wagon su cui li stavano seguendo; dopodiché erano entrati e James aveva comprato una Coca e mangiato una delle mele che Hickman s’era portato appresso. 

S’era messo d’accordo con un altro tizio che conosceva – e che a sua volta stava andando a correre a Salinas – per cenare a Paso Robles, e poi era uscito dal locale con gli altri.

Li aspettavano più di trenta miglia poco affollate e praticamente tutte in rettilineo, così avevano deciso di non fare più soste e di darsi direttamente appuntamento al circuito di Salinas.

James ne avrebbe approfittato per tirare a dovere il motore, più per diletto personale che per l’esigenza di esercitarsi prima della gara vera e propria.

 

Cominciarono i suoni di bordone

alle cinque della sera.

Le campane d'arsenico e il fumo

alle cinque della sera.

 

Dopo meno di un’ora il sole aveva iniziato a tuffarsi dietro l’orizzonte e la carrozzeria della Little Bastard – solitamente bianca come la luna – in quel momento scintillava di un bell’amaranto.

La macchina filava sull’asfalto che era una meraviglia, comandata a dovere dal piede di James che, manco a dirlo, pareva incollato sull’acceleratore.

Wütherich gli era accanto e continuava a dispensare innumerevoli consigli da mettere in pratica durante la gara, e non perse il filo del discorso nemmeno quando James aveva azzardato un sorpasso un po’ troppo spericolato, costringendo la vettura che arrivava dalla corsia opposta ad accostare.

James aveva smesso di starlo a sentire da un bel pezzo: per quanto Wütherich fosse un buon meccanico, questo non faceva di lui anche un ottimo pilota.

Strinse il volante con più impeto e diede gas un altro paio di volte, l’adrenalina che gli pompava nelle vene con maggior intensità ogni volta che il motore gli regalava un rombo sempre più fragoroso.

Erano solo lui e la sua bambina, e nessun altro.

 

Negli angoli gruppi di silenzio

alle cinque della sera.

 

La giacca rossa di James si stava gonfiando sotto il vento, rendendolo di fatto un Jim Stark – quel Jim Stark che faceva le corse clandestine per non fare la figura del coniglio con le altre gang di adolescenti e che stava scalpitando impaziente sulle pellicole che dovevano ancora essere distribuite ai cinema.

Rebel Without a Cause sarebbe stato proiettato per la prima volta solamente il 27 ottobre, ma James già sapeva di avere in tasca il passepartout che gli avrebbe spalancato i portoni dell’Olimpo cinematografico.

E allora Brando non avrebbe più avuto alcuna scusa per fare lo stronzo con lui, nossignore.

 

Quando venne il sudore di neve

alle cinque della sera,

quando l'arena si coperse di iodio

alle cinque della sera,

la morte pose le uova nella ferita

alle cinque della sera.

 

Erano le 17.59 quando la Little Bastard arrivò all’incrocio con la Highway 41 e si ritrovò tra i piedi un’insulsa Ford Custom Deluxe Edition che, bicolore com’era, pareva inzuppata in una tazza di latte e cacao.

James non fece in tempo a frenare e, contro i quasi 1900 kg dell’altra vettura, la Porsche non poté nulla: s’accartocciò come una foglia rinsecchita – come se il suo pilota fosse stato l’ultimo degli stronzi.

 

Una bara con ruote è il letto

alle cinque della sera.

Ossa e flauti suonano nelle sue orecchie

alle cinque della sera.

 

Il tizio che guidava la Ford era uscito dalla propria auto barcollando, ma praticamente illeso: se non fosse stato per il sangue che gli stava uscendo dal naso, si sarebbe potuto benissimo definire come un normalissimo studente che stava facendo ritorno a casa.

Wütherich invece era parecchio frastornato, ma anche lui poteva ritenersi più o meno intero: l’assenza della cintura di sicurezza nel posto vicino al guidatore, paradossalmente, era stata la sua salvezza.

Sempre a terra, si voltò per vedere in che condizioni versava James e si pentì immediatamente di averlo fatto.

 

La stanza s'iridava d'agonia

alle cinque della sera.

Da lontano già viene la cancrena

alle cinque della sera.

 

La morte li aveva seguiti durante tutto il tragitto e sorpassati senza alcuna pietà, senza dar loro il tempo di rendersene conto.

Per un solo minuto James era riuscito a fare propria una delle sue poesie preferite, quella che aveva ricopiato febbrilmente su un foglio e che teneva sempre conservata tra le pagine di Morte nel pomeriggio di Hemingway.

Alle cinque della sera James Dean era infatti rimasto infilzato dal volante della Little Bastard – la sua bambina, quella che non avrebbe mai dovuto tradirlo – quasi fosse stato un torero alle prese con una corrida motorizzata.

 

Tromba di giglio per i verdi inguini

alle cinque della sera.

Le ferite bruciavan come soli

alle cinque della sera.

 

Vennero a prenderlo venti minuti dopo e impiegarono un sacco di tempo ad estrarlo dalla carcassa della macchina: la gamba destra era rimasta incastrata tra le lamiere, come se la Little Bastard non volesse affatto lasciarsi separare dal proprio padre – dal proprio amante.

Quando i barellieri erano finalmente riusciti a ficcarlo sull’ambulanza, James era già in stato d’incoscienza e il sangue gli si era raggrumato scompostamente sulla t-shirt che un tempo era stata bianca: gli occhi chiusi, il bel volto tumefatto e l’osso del collo ormai irrimediabilmente spezzato sussultarono qualche minuto dopo, quando la corsa disperata verso l’ospedale s’interruppe per via di uno stupido tamponamento che servì soltanto a far perdere ulteriore tempo.

Venti minuti dopo venne dichiarato morto.

 

Se avesse potuto aprir bocca, James se ne sarebbe venuto fuori con una delle sue solite osservazioni taglienti; lui che era solito ripetere la famosa battuta de I Bassifondi di San Francisco che diceva: “Vivi in fretta, muori giovane e sii un cadavere bello da vedere”, avrebbe sicuramente avuto da ridire a proposito del proprio collo miseramente spezzato.

Non poté farlo; nel giro di otto giorni venne interrato e la gente iniziò a conoscerlo solo a partire dalla fine di ottobre, quando Jim Stark fece finalmente il proprio debutto sul grande schermo.

Di lui non restavano altro che un film appena uscito nelle sale e uno girato malvolentieri ma che avrebbe ulteriormente contribuito a consacrarlo per sempre al mondo del cinema, chiacchiere sulle sue innumerevoli stranezze e sugli altrettanto ambigui flirt, una Pubblicità Progresso sulla sicurezza stradale in cui ironicamente incitava gli altri guidatori a fare attenzione perché “la vita che salvate potrebbe essere la mia”, tutti i presupposti per far nascere una vera icona e un Piccolo Principe che in fondo non aveva mai trovato il proprio pianeta e che era stato costretto ad accontentarsi di una tomba nel profondo dell’Indiana.

Il resto?

 

Il resto era morte e solo morte

alle cinque della sera.


 

 

 

Note autrice

Il 30 settembre 1955, senza saperlo, il mondo perse uno degli attori più promettenti dell’epoca e guadagnò una leggenda: James Dean infatti morì a soli 24 anni.

Sono tante le voci e le leggende che circolano su di lui, sulla Little Bastard e sul suo particolare stile di vita, ma se c’è una cosa che mi fa incazzare fuor di misura è quando mi si viene a dire che Dean non fosse in grado di recitare: certo, come no! Ha solo rivoluzionato il metodo di recitazione standard di Hollywood, che volete che sia!

Era un bellissimo ragazzo, su questo non ci sono dubbi, ma questa non è una scusa sufficiente a sminuire le sue abilità: la scena improvvisata di East of Eden in cui abbraccia disperato il padre, il mitico “You’re tearing me apart!” di Rebel Without a Cause, la straordinaria interpretazione del ruolo di Jett Rink in Giant (un ventiquattrenne che interpreta i panni di uno di sessanta-settanta… strabiliante!)… voglio dire, non sono cazzatine che possono essere tranquillamente accantonate dalla scusa “eh, però lui era un bel ragazzo”.

Questo mio omaggio è quindi rivolto all’uomo James Dean, non solo alla leggenda, perché ormai ho imparato ad apprezzarlo per tutte le sfumature – belle e meno belle – del suo carattere.

Live fast, darlin’.

 

Precisazioni varie:

v  Il titolo della fanfiction è una battuta tratta dal film I bassifondi di San Francisco, che ho citato anche verso la fine della storia.

v  La poesia che ho citato lungo tutta la fanfiction è La cogida y la muerte di Federico García Lorca: era la poesia preferita di James Dean, che la ricopiò su un foglio e la conservò dentro ad una copia di Morte nel pomeriggio di Ernest Hemingway. Il componimento venne scritto da García Lorca in onore di Ignacio Sánchez Mejías, un torero morto nel 1931.

v  Era risaputo che a Dean stessero stretti tutti i cerimoniali e le raffinatezze di Hollywood così, quando poteva, faceva di tutto per mettere in imbarazzo l’establishment cinematografico.

v  Rolf Wütherich era un meccanico amico di James e coinvolto con lui nell’incidente; Bill Hickman era un altro suo amico che lavorava come stunt-man, mentre Sanford H. Roth era un fotografo che avrebbe dovuto scattare varie foto a Dean durante la gara… questi ultimi lo seguivano su una station-wagon.

v  Anche la storia della multa era vera: Dean confessò al poliziotto di essere un attore e di aver fatto correre un po’ troppo la Porsche perché lo stava aspettando una gara, ma questi non batté ciglio e gliela fece lo stesso. La firma di James fu l’ultimo autografo che fece.

v  Il giorno in cui morì, James era veramente vestito in maniera molto simile allo stile adottato nella pellicola Rebel Without a Cause.

v  È nota l’ammirazione sconfinata che Dean nutriva nei confronti di Marlon Brando, ed è altrettanto famoso il fatto che quest’ultimo non sopportasse James e il fatto che egli lo considerasse il proprio idolo da imitare in tutto e per tutto.

v  La Little Bastard era una macchina da corsa e, in quanto tale, sprovvista di cintura di sicurezza nel sedile accanto a quello del guidatore: paradossalmente, fu proprio questo particolare a salvare la vita di Wütherich.

v  Il collo spezzato, la gamba incastrata, il tamponamento dell’ambulanza e il ripetere spesso la battuta de I bassifondi di San Francisco sono tutti particolari veri.

v  Il film appena uscito nelle sale è Rebel Without a Cause, mentre quello girato malvolentieri è Giant (sono note le liti sul set tra Dean e Rock Hudson).

v  È da anni che si vocifera sull’orientamento sessuale di Dean: c’è chi sostiene la sua incrollabile eterosessualità, chi lo accusa di essere un omosessuale represso e chi invece opta per una più “democratica” bisessualità.

v  La famosissima Pubblicità Progresso (nonché l’ultima intervista di James) è questa (inizia a 1:27).

v  Il suo libro preferito era Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.

 

Ringrazio infinitamente chi leggerà questa cosuccia insignificante e, perché no?, magari mi lascerà un paio di righe, giusto per farmi sapere com’è :’D 

 

Dazed;

   
 
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