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Autore: HelloDarknessMyOldFriend    30/09/2013    2 recensioni
John Winston Lennon. Chiunque lo conosce, anzi: chiunque conosce colui che finge di essere. Ovvero il tipo tosto di Liverpool, il gradasso a cui tutto è concesso, quando è fuori casa.
Perché, passando la soglia del cancello di casa di zia Mimi, è tra i ragazzi più rispettati del posto. È merito suo, delle sue continue dispute, delle sue scenate; anche se, più che rispetto, è una sorta di paura che hanno i suoi 'amici'.
Paura di essere scherniti da lui, capace di ridicolizzare chiunque, solo per dimostrare che lui non ha paura di nulla e nessuno, che non ha sensi di colpa. Un menefreghista, in teoria.
Veramente, tutto ciò non è altro che una maschera, dovuta ai problemi famigliari che ebbe da piccolo. Crescendo decise di diffidare, essere freddo,non affezionarsi a nessuno. Vi chiederete: perché? non è mica una passeggiata essere stato abbandonato dal padre all'età di cinque anni. Meglio prevenire, che curare; Meglio non avere rapporti confidenziali, che essere abbandonati per la seconda volta.
Anzi, per la terza. Sua madre, Julia, per motivi a lui sconosciuti, lo cedette a sua sorella, Mimi, la quale lo crebbe tra musica regole ferree. Quindi, tecnicamente, entrambi i genitori abbandonarono il piccolino. Un ragazzo poco complicato, lui.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Nuovo personaggio, Paul McCartney , Pete Best
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Da quando Zio George morì, per John fu ancora più difficile restare a casa, con quella lagna della zia. 
Suo marito era totalmente differente da lei. Forse usava un'approccio diverso con John, infatti andavano d'accordo. Zio George, giorni prima di morire improvvisamente, gli regalò un'armonica a bocca. Era l'unico che stimolava la vena artistica di John, in svariati modi. Adesso che non c'è più, ovviamente, il ragazzo riesce a stento a sopportare le continue ramanzine della zia, il suo disprezzo per ogni singola cosa da lui fatta, la sua freddezza.


 Così, dopo l'ennesimo battibecco con la zia sulle diverse opinioni riguardo l'utilità della musica, John decise di uscire,per staccare la spina e, magari, sfogare la sua rabbia su qualche moccioso mai conosciuto.
Troncò velocemente la 'conversazione' con Mary Elizabeth (zia Mimi), stufo del fatto che, qualunque cosa lui faccia, venga giudicata inutile, mediocre o, semplicemente, ignorata con indifferenza. -Nessuno mi capisce. MA PERCHE'?  la musica è la mia unica via di fuga, perché dobbiamo essere in disaccordo anche su questa?! Lei è impossibile. E nessuno mi capisce. No, forse..forse qualcuno si, ma- interruppe il ragionamento tra se, dopo essere entrato in camera e aver visto i suoi occhiali.

A lui son sempre piaciuti. Gli davano un'aria alla Buddy Holly, uno dei suoi tanti idoli. Ma, grazie alla zia che gli ripeteva continuamente di indossarli, cominciò ad odiarli. Li guardò con disprezzo, li prese e li scaraventò violentemente sul letto, sfogandosi su di essi, non potendo fare lo stesso con la gente. 

Sospirò voltandosi, prese le sue inseparabili sigarette e camminò verso la porta. Infilò il suo giubbotto di pelle, decisamente stretto, ed uscì di casa sbattendo la porta,ignorando la presenza della zia, che lo seguì con lo sguardo, in silenzio.

In cuor suo lei odiava alzare la voce, ma doveva. Si sentiva in dovere di placare l'animo ribelle di suo nipote, ma non ne era davvero in grado. Ovviamente il modo giusto per educare qualcuno non è gridargli continuamente in testa. Le doleva il cuore ogni volta che veniva lasciata sola, che suo nipote andava via, con completo menefreghismo. John, infatti, era cieco, non vedeva l'espressione dispiaciuta della zia (anche perchè lui evitava il suo sguardo, mentre lei tentava di non farglielo notare), non intuiva nulla. Avvolte, volutamente o non, era ancor più cieco di quanto non lo fosse già. Ecco perché la zia gli ricordava continuamente di indossare gli occhiali, non solo a causa dei gradi mancanti..ma ormai a lui ogni singola parola da parte sua sembrava carica di disprezzo, una critica, un'ordine. E lui adorava infrangere le regole, ignorare gli ordini con sfacciataggine.

Il cielo di Liverpool quel giorno era stranamente limpido, percorso da qualche nuvola, si, ma nulla di questo potrebbe interessare a John. Sarebbe uscito di casa anche durante un diluvio, una tempesta, una bufera. Nulla e nessuno avrebbe potuto trattenerlo in quella topaia, con..lei. La causa della sua continua inquietudine. 

Quel giorno, mentre passeggiava, immerso nei suoi pensieri, con le mani affondate nelle tasche del suo giubbotto di pelle nero e con la pancia vuota, si fermò di botto davanti a un conoscente, nel quale riconobbe un amico. Era Paul McCartney, Paul James McCartney, il penultimo acquisto nella band di cui era fondatore. 

Nulla di che, un gruppetto da strapazzo che idolatra Elvis, Buddy Holly ed altri artisti. Dei ragazzi limitati a fare stupide cover e improvvisazioni skiffle. Paul era entrato poco tempo fa nel gruppo. Rappresentò fin dall'inizio l'elemento eccelso del gruppo. Quando i due vennero presentati, John sottovalutò distrattamente il talento del ragazzo più piccolo. 

Suonò Twenty Flight Rock, e solo allora il ragazzo dal naso aquilino capì che Paul era un giovane talento. Venne colpito dalla sua voce, dal suo perfezionismo con la chitarra e poi..sapeva anche accordarla! S Sembrava come se lui conoscesse Paul da tempo, ci fu fin dall'inizio una certa armonia tra i due. 

Come se Paul avesse il potere di tenere a bada John..con lui, stranamente, sapeva di poter levare quella stupida maschera. Scosse impercettibilmente la testa, sentendosi leggermente idiota per quella considerazione.

Appena si riconobbero, Paul gli sorrise ampiamente , John sfilò le mani dal giubbotto e si strinsero pattandosi appena, felici di essersi incontrati in circostanze diverse dalle solite.







Note dell'autrice: 
Buon pomeriggio, gente! Beh, è la mia prima storia qui. E, personalmente, non mi giudico affatto una brava scrittrice. Si, la mia autostima è sempre così alta. CC:  Comunque, non sta a me giudicare. Sono gradite le critiche, buone o cattive. 
Al prossimo capitolo! che sarà.....quando avrò altro tempo.

BYE-BYE, GUYS! 
  
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