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Autore: anchelapioggiatisorrideva    30/09/2013    1 recensioni
Sophie Moore era musica.
Era musica nei suoi occhi color del ghiaccio,
era musica nelle sue lentiggini simili a costellazioni,
era musica nei suoi capelli rosso fuoco,
era musica nel suo sorriso timido contornato da due fossette,
era musica nei suoi capelli scompigliati la mattina appena alzata,
era musica nell'accarezzare il suo gatto grigio,
era musica nell'attraversare la strada mano nella mano con sua sorella minore,
era musica nel suo annusare i fiori esposti fuori dal fioraio,
era musica nell’illuminarsi dei suoi occhi alla vista della cioccolata,
era musica nel preparare il pranzo quando la mamma non era in casa,
era musica nel passeggiare per i corridoi della scuola senza essere notata,
era musica nel suo essere invisibile,
era musica nel suo nascondersi dalle persone,
era musica nel suo corrugare le sopracciglia mentre svolgeva un esercizio di matematica,
era musica nell'allontanare la gente,
era musica nei suoi "ti amo",
era musica nel suoi baci rubati,
era musica nei suoi abbracci stretti, […]
era musica nel suo combattere contro il mondo,
era musica nel suo lottare per la vita,
era musica nel suo stringere i denti ed andare avanti.
Lei era semplicemente musica.
La sua musica.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A mamma e papà.
Vi voglio bene.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Eravamo speciali: due boccioli nati su un tenero ramoscello,
destinati a vivere e morire insieme,
 alimentati dalla stessa linfa...
bastava poco perché  le nostre corolle si schiudessero,
lasciando accarezzare i loro petali vellutati dai raggi di sole e dalle gocce di rugiada,
ma un alito di vento ha reciso quel ramo.
Si è spezzato senza far rumore, la natura dormiva e nessuno se n'è accorto...
nessuno tranne  il mio cuore.

 
-Mio dolcissimo Quattr’Occhi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
PARTE I
 
UNA STORIA DA RACCONTARE
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Prefazione.
 
 
 
Sophie prese il pesante vocabolario rivestito in pelle nera, consumata dal tempo, e lo poggiò sulla scrivania in legno della sua stanza. Aprì una pagina a caso, e prese a sfogliare le pagine sottili fino ad arrivare alla lettera “C”. Fece scorrere lo sguardo sulla pagina, alla ricerca della parola da lei desiderata, e quando la trovò, sorrise soddisfatta.
Prese la matita, la temperò nel cestino evitando così di spargere il temperato sulla scrivania, poggiò delicatamente la punta sottile sulla superficie del foglio e cominciò a scrivere.
 
Coraggio: Forza d’animo nell’affrontare il pericolo o nell’avviare difficili imprese.
 
Storse la bocca alla definizione proposta dal vocabolario, e, sospirando, aggiunse una piccola nota sotto.
 
*Coraggio: Forza d’animo nell’affrontare se stessi, la vita, la felicità, il dolore (fisico ed emotivo) e qualunque altra sfumatura lontanamente simile all’emozione e a ciò che è la vita.
 
Rilesse attentamente le parole scritte dalla sua stessa mano, e sorrise soddisfatta.
Ecco, cos’è il coraggio. Pensò fra sé e sé.
Riprese in mano il vocabolario, e ricominciò a sfogliare le pagine, sempre nella sezione della lettera “C”. Prese nuovamente in mano la matita quando trovò la parola che stava cercando.
 
Combattere: -scrisse lentamente- Far battaglia, opporsi, contrastare, cercar di vincere.
 
Guardò corrucciata quell’insieme di parole, osservando come rendessero il significato del verbo “combattere” senza legarsi davvero tra loro in una frase di senso compiuto. Ribelli, indipendenti, eppure legate tra loro da qualcosa di invisibile, da una misera virgola. Dovette però aggiungere, suo malgrado, una seconda annotazione alla base del foglio.
 
*Combattere: Aver coraggio, far battaglia, vincere.
 
Così è decisamente meglio. Pensò soddisfatta.
Rivolse nuovamente la sua attenzione al grande vocabolario impolverato, e prese a cercare la lettera “A”. Fece scorrere il dito sulla pagina, e lo picchiettò sulla superficie quando trovò la terza parola da riportare sul foglio. Poggiò ancora una volta la punta della matita sul foglio bianco, e guardò con dolcezza la superficie lattea.
 
Amore: Sentimento di affetto vivo, trasporto dell’animo verso una persona o una cosa; profonda tenerezza, devozione.
 
Sophie piantò il suo sguardo color ghiaccio sull’inchiostro ancora umido, e dipinse un’espressione disgustata sul suo volto.
Che brutto modo per descrivere l’amore. Pensò.
Fece l’ennesima annotazione alla base della pagina, questa volta con più decisione nel premere la penna sul foglio.
 
*Amore: Ragione del nostro sorriso, ragione per cui il nostro cuore inizia a battere, e ragione per cui esso continuerà a farlo.
 
Lesse attentamente quella sua annotazione, e sorrise impercettibilmente.
Prese tremante il vocabolario, per l’ultima volta, e passò alla lettera “M”. Cercò con sguardo impaurito quella parola, la parola per cui ora le tremavano le gambe, e per cui il cuore aveva cominciato a batterle velocemente.
 
Morte: -scrisse con calligrafia instabile-  Fine.
 
Osservò pensierosa la breve descrizione, prima di portare lo sguardo oltre la finestra, nel cielo stellato. E decise che andava bene così, quella volta non c’era bisogno di nessuna annotazione. La morte era semplicemente quello, la fine. La fine di tutto.
La fine del coraggio, perché non c’è coraggioso che possa combattere la morte.
La fine dell’amore, perché non c’è innamorato abbastanza forte da sopravvivere alla morte.
 
Ma alla fine non c’è una sola storia che non cominci dalla fine,
ed ora tutti conosciamo il significato della parola “fine”.
E’ semplicemente la morte. 
  
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