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Autore: VirgyCatnip91    30/09/2013    2 recensioni
Il sole entra dalla finestra della nostra camera, è caldo e profuma di primavera, proprio come il cuscino di Katniss. Lei non c è , non stamattina.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati cinque anni.

Dalla fine della dittatura, della guerra, dagli Hunger Games. 

Sono passati cinque anni.

Un nuovo inizio, un ritorno alle origini, lo sbocciare di una primula dalle ceneri.

Una vita che ricomincia nonostante le ferite, le bruciature e gli incubi. Nel mio caso, dei miei stessi ricordi.

Il sole entra dalla finestra della nostra camera, è caldo e profuma di primavera, proprio come il cuscino di Katniss. Lei non c è , non stamattina.
I primi tempi, quando mi svegliavo e non la trovavo accanto a me, ero terrorizzato. Mi sembrava di essere tornato in quella cella umida e fredda, dove la sua presenza volava via attimo dopo attimo. Quando credevo di non averla mai conosciuta. Allora mi stringevo i polsi, come avessi ancora le manette e ritornavo in me. Il dolore fisico cacciava quello mentale. Ero felice che lei non mi vedesse.

Adesso so che non devo preoccuparmi, che è al sicuro nel silenzio dei boschi, all’ombra dei suoi alberi, nella spensieratezza dei suoi ricordi felici: la voce del padre, il silenzio dei passi di Gale durante la caccia, il sorriso di Prim mentre si prendeva cura di Lady e il fuoco acceso nella sua vecchia casa, davanti al quale sua madre aspettava il suo ritorno.

Ha bisogno di tutto questo, per non dimenticare. Come io ho bisogno di sentire l’impasto del pane tra le mie mani, di immaginare una torta e crearla dal nulla, di un pennello e di una tela bianca.

Così mi alzo e comincio a preparare le foccaccine al formaggio. So che gli piace sentirne l’odore quando torna dalla caccia.

Di solito passo anche a svegliare Haymitch e gli porto qualcosa da mangiare, ma ieri è arrivato il nuovo carico di liquore dalla città, quindi credo dormirà fino a tardo pomeriggio.
Ancora non riesce a disintossicarsi, non del tutto. Ma forse, questo è il suo modo per non dimenticare.  Almeno adesso si occupa delle oche; credo che sia per ricominciare, per non pensare a tutti quei ragazzi a cui ha fatto da mentore. Le oche sanno cavarsela quando lui non ce la fa, i ragazzi non ci sono riusciti.

Mentre il pane e le focacce sono in forno, esco a prendere un po’ di aria fresca del mattino. Innaffio le primule. Adesso abbiamo le aiuole piene. Di solito è Katniss che si occupa del giardino.
Mi piace guardarla dalla finestra della cucina, quando aggiunge il concime al terreno, taglia i rami secchi e accarezza i petali dei fiori. E’ come se fosse in un altro mondo, è in pace, è felice. Sorride.
Come quando Le portava a casa le mentine o Le aggiustava la camicetta nella gonna. So che sta passando del tempo con Prim.

Dopo, si siede sul piccolo dondolo e ammira il prato. Ogni primavera sbocciano “colori”. Margherite, viole, soffioni e il mio preferito..il dente di leone. Credo sia anche il suo. Mi piace pensare, che ogni volta si ricordi del nostro primo incontro, del pane e di quel pomeriggio a scuola. Poi in silenzio mi avvicino, mi siedo accanto a lei, a volte le porto dei biscotti, e passiamo così i pomeriggi. Non disturbo i suoi pensieri e lei non disturba i miei. Voglio solo che sappia che sono lì.

Non so perché, ma mi vuole accanto. Sono convinto che mi ami, perché me lo ripete spesso, come se dovesse convincermi che questa è la realtà. A volte ripenso a quello che aveva detto Gale, quel giorno a Capitol City : “Tra noi due, Katniss sceglierà quello che ritiene indispensabile alla sua sopravvivenza”.
All’inizio pensavo a cosa avrei potuto offrirle in più di Gale. Lui la conosceva da sempre, condivideva le sue stesse passioni, aveva provveduto alla sua famiglia fino alla fine. Non lo odiavo per questo, sapevo che faceva parte di lei, volevo fosse felice. Ma la gelosia mi uccideva da sempre, da quando li ho visti camminare per la prima volta insieme, in corridoio, a scuola. E’ per colpa della gelosia che la stavo perdendo una volta, non ci parlavamo neanche più. Mi mancava così tanto che mi ripromisi che non mi importava se era indecisa, se non mi avesse mai amato veramente come la amavo io, volevo solo che ritornasse a guardarmi negli occhi e che vedesse la persona che non l’ avrebbe mai lasciata e che l’ avrebbe protetta a costo della vita. Come lei poi ha fatto con me.

Forse è proprio questo che ci lega, questo bisogno che abbiamo di dimenticare i viaggi nell’ arena e di ricordare le persone che ci hanno aiutato ad arrivare fin qui. Vivi e insieme.

I giochi ci hanno unito nel male e nel bene. Hanno cambiato il nostro modo di vedere le cose. Il desiderio di ribellarci a Capitol City, non con fucili e Hovercraft , ma facendo ciò che è giusto per le persone che amiamo e rimanendo noi stessi. Questo ha abbattuto le forze nemiche.

Questo ci ha fatto ritrovare.

Mi viene in mente mio padre, quel pomeriggio che gli raccontai di Katniss  e lui mi rivelò che aveva una cotta per sua madre ma lei aveva scelto un minatore. Mio padre … mi manca così tanto. Lui non parlava molto e non mi diceva spesso che mi voleva bene, ma lo sentivo vicino. Lo sento vicino ogni volta che cucino. Credo che sia contento di vedermi con Katniss. Non saprò mai, invece, cosa ci trovò in mia madre e perché la sposò.

Sposarmi … la scatoletta che ho in tasca pesa sempre di più.

Sono così immerso nei miei pensieri e nel disegno della torta, che non mi accorgo del rientro di Katniss finché non mi abbraccia. Sento il suo respiro caldo sul collo.
Ehi, buongiorno. A cosa pensi di bello? Stai sorridendo come fossi l’uomo più felice del mondo
Sorrido? Può essere. Sono contento che sia di buon umore. Mi giro e la bacio. Ogni volta mi sembra la prima volta.
Certo che sono l’uomo più felice del mondo! Come è andata la caccia?”
Molto bene! Stamattina ho beccato un cervo. Thom mi ha aiutato a portarlo fin qui con il suo camion. E’ stato molto gentile, sembra molto felice. Più tardi preparo un po’ di stufato, così lo porterò anche ad Haymitch. Scommetto che non riesce a reggersi neanche in piedi. Forse vuole presenziare alla cerimonia dopotutto.”
La cerimonia. Le nozze di Delly e Thom. Non si erano mai parlati prima di tornare nel distretto 12. Ma sembra che lui l’ abbia aiutata molto con il fratellino. Si sposeranno la prossima settimana e, nonostante vogliano che sia una cosa molto intima, credo che, alla fine, quasi tutti i sopravvissuti parteciperanno.
Io e Katniss gli regaleremo la torta di nozze, ma ogni cittadino del distretto metterà  a disposizione le proprie capacità per organizzare tutto. E’ il primo evento di questa portata dalla fine della guerra. Sono tutti molto eccitati. Sembra che il mondo mi stia dicendo che è il momento giusto.
Forse sì. Che ne dici, basteranno tre piani?”
“Credo di sì. Ma lo sai che non me ne intendo affatto. La apprezzeremo tutti comunque, sei bravissimo”
E’ seduta di fronte a me. Sorride come per prendermi in giro mentre mangiucchia le focacce. 
La amo così tanto. Non so come farò a dirglielo. Ho paura che sia troppo presto e sì, una parte di me ha una paura enorme che mi respinga. Probabilmente perché so come la pensa sull’ argomento. O almeno come la pensava. Non ne abbiamo parlato molto “dopo”. Credo di fissarla da un po’, perché mi chiede:
Cosa c’è? “ sembra preoccupata.
Niente” sorrido e gli faccio una linguaccia, per evitare che mi scopra.
Ok Ok. Farò finta di crederti. Ti lascio alla tua torta. Ho bisogno di un bagno
Mi da un bacio sulla guancia e sale di sopra.

In realtà continuo a rigirarmi la matita tra le mani e il mio cervello non sembra voler collaborare.

Faccio spesso torte, anche molto complesse, ma era da tanto che non ne facevo una per un matrimonio. Per il giorno più felice di due persone a cui tengo.
Quella volta non so neanche come ci ero riuscito. Le mie mani si muovevano spinte dalla passione per quel lavoro e perché conoscevo bene a chi era destinata. Volevo che la ricordassero per sempre. Loro facevano parte delle persone che mi avevano salvato. Anche se allora non lo capivo, perché mi avevano trasformato in qualcosa di irriconoscibile. Estraneo perfino per me.
Finnick e Annie.
All’improvviso so cosa fare. O almeno cosa mi possa aiutare.
Mi alzo e vado verso il camino. Di solito lo lasciamo sul davanzale vicino alle fotografie dei nostri cari. Il Libro. Quello che io, Katniss e Haymitch abbiamo scritto per ricordare tutto ciò che Capitol City e gli Hunger Games ci hanno portato via.
So che sfogliandolo mi verrà in mente qualcosa. Un particolare sul distretto 12 e sulle nostre famiglie che ora mi sfugge. Solo che non è lì.

All’improvviso la sento piangere. “Katniss” sussurro.

La trovo nella “nostra” stanza. Un tempo era quella degli ospiti. Adesso contiene quasi tutti i miei quadri e anche lo scatolone con gli effetti personali di Katniss, che arrivò 5 anni fa direttamente dal distretto 13. Non l’ha mai svuotato. E io non l’ho mai toccato. A parte una volta.
E’ seduta per terra. E’ evidente che non è neanche arrivata al bagno. Io mi siedo accanto a lei. Sta guardando una foto del matrimonio di Finnick e Annie. Anche lei stava pensando a loro.
Ehi”
Non mi risponde. Ma le lacrime continuano a solcare il suo viso. Allora mi limito a raccontare.
Sai non credo di avertelo mai detto ma, quel giorno, prima della parata dei tributi, ero sceso subito dopo di te. Quando ti vidi parlare con lui non mi avvicinai. Non so cosa mi bloccò. Lo conoscevo, naturalmente, come il più grande conquistatore di tutta Panem. E mi dava fastidio il fatto che avesse messo gli occhi su di te. Insomma … ci mancava solo lui!! Forse volevo solo vedere come reagivi alle sue provocazioni. Immaginavo che non fosse il tuo tipo, ma chi poteva dirlo.
Sono stato uno stupido, comunque, non mi sono mai sbagliato di più in vita mia. E’ una delle persone più belle che abbia conosciuto. La sua generosità e il sacrificio per le persone che ha amato. E’ da ammirare. Mi piace ricordarlo mentre pesca o nuota. E mi sarebbe piaciuto partecipare al suo matrimonio”.

Katniss non mi guarda ancora, ma non piange più. Fissa uno dei miei quadri. Non mi ero accorto che era lì. L’ avevo fatto tempo fa. Rappresentava le mani intrecciate di un uomo e di una donna. Intorno a loro c’ era solo un colore: Il verde mare.  La mano di lei aveva una corda sottile intorno al polso. Era uno dei particolari che mi ricordavo di Annie e mi piaceva pensare che Finnick non gli avrebbe mai lasciato quella mano.  Forse così lui mi avrebbe perdonato. Mi sono sempre pentito di quello che dissi quel giorno, a mensa, nel distretto 13 e non ero mai riuscito a scusarmi. Volevo regalarlo ad Annie e al suo bambino ma non c è stata occasione.

Quel giorno era diverso. Il suo sorriso era appagato. Credo avesse raggiunto la massima felicità, cosa che, non pensava potesse mai succedere, dopo tutto quello che aveva passato.”
“E tu hai mai provato questa sensazione?”
“Non lo so. Non credo. Forse un giorno … tu?”
Forse un giorno” Sorrido. E lo fa anche lei. “O forse anche ora…” continuo e poi mi avvicino e la bacio.
Adesso o mai più.
Katniss … Ho sempre voluto chiedertelo. Ma non sapevo mai se era il momento giusto, mi sembrava sempre troppo presto o troppo tardi. Non sono sicuro neanche che adesso sia ok … Insomma forse questo non è il posto giusto …”
Stavo farneticando. Come è possibile? Le parole non mi sono mai mancate.
Peeta …”
Vuoi sposarmi, Katniss?” Non riesco a credere di averlo detto. “ Sai cosa intendo … Non voglio andare al Palazzo di giustizia o cose del genere. Voglio solo tostare il pane con te. Come hanno fatto i nostri genitori tempo fa. Non dobbiamo fare per forza una festa e non deve essere adesso o domani. Questo lo deciderai tu, quando sarai pronta. Voglio ci sia questa cosa che ci leghi. Voglio che sia Vero. “

Mi giro a guardarla. Ha le lacrime agli occhi, ma non riesco a capire se sono un residuo della sua tristezza o sono di felicità per quello che le ho appena detto.

Si avvicina ancora di più. Mi accarezza i capelli. Il volto. Le cicatrici provocate dal fuoco, dalle bombe, da Capitol City. Chiudo gli occhi. Il sole entra dalla finestra e ci riscalda. Sono in paradiso.

Si” mi sussurra all’orecchio

Apro gli occhi e la bacio.

E’ un bacio che sa di lacrime, polvere e di ricordi. Una caverna. Una spiaggia. La consapevolezza che saremmo stati insieme anche lì, nelle profondità di Capitol City, con gli ibridi alle calcagna.

Ehi dimenticavo! Questo è per te …” E tiro fuori la scatoletta dalla tasca dei pantaloni.
So cosa si aspettava, speriamo di non averla delusa.
Oh. E’ splendido
Davvero?”
Davvero” Sorride. Anche i suoi occhi lo fanno. Le piace davvero.
Non era un anello. Insomma, ci avevo pensato. Ma lo trovavo scontato e lei non era così. E allora avevo preso la perla, la nostra perla, ne avevo fatto un ciondolo e l’ avevo legata a un braccialetto.
Ho pensato fosse più comodo per te. Per una cacciatrice. E potrai portarlo con te, non ti accorgerai della sua presenza, ma ci sarà sempre. Inoltre, puoi aggiungere quanti ciondoli vuoi. Racconterà la tua vita.”

Mi prende la mano. Anche io ho intenzione di non lasciargliela più. Come Finnick e Annie.

Sono felicissimo. Vorrei urlarlo al mondo. Vorrei correre da mio padre, come quando ero piccolo, e dirgli: “Papà, papà! Ricordi quella ragazza? Quella con le trecce, la figlia del minatore che cantava così bene, che anche gli uccelli si fermavano ad ascoltarlo? Lei mi ha detto di sì! Passerà il resto della sua vita con me!”
A un certo punto Katniss si alza e mi tende la mano.
“ E’ ora dello stufato e soprattutto, di svegliare Haymitch. Credo che il nostro mentore debba sapere che diventerà il testimone alle nostre nozze e che dovrà essere sobrio e pulito”
Mi alzo e rido insieme a lei. Mentre camminiamo mano nella mano alla luce del sole, non riesco a non pensare  che, per quanto ci abbiano provato, nessuno potrà mai farmi dimenticare di Lei.

Lei, che mi ha salvato con un fiore.
 
  
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