30/09/2013
5 recensioniBraccia inumane stringono senza pietà,togliendomi il fiato,la libertá,la vita.Il loro odore malsano,di rosa,mi penetra il cervello e mi annebbia la mente.Strizzo debolmente gli occhi,non voglio svenire.Non voglio morire.
Voglio vivere con Annie.Al Distretto Quattro,dove sono nato e dove vorrei che nascessero i miei figli.Voglio rivedere il mare,risentire l'odore della salsedine,nuotare fra i suoi flutti fino a far dolere i muscoli.Voglio uscire da qui e rivedere il sole.
Sento il fiato dell'ibrido sul collo,caldo e implacabile,e anche quello sà di rosa.Mi riporta per pochi istanti alla realtá.
E la realtá è che non rivedrò mai più nè Annie,nè il Distretto Quattro.Né tantomeno il mare.
La bava dell'ibrido mi cade sul collo,bruciandolo di dolorose speranze negate e di promesse che non potrò mai mantenere.
Chiudo gli occhi.
Non voglio morire impaurito.Così penso ad Annie.
Amore,amore mio.
Potrai mai perdonarmi?
Chi ci sará a tenerti al sicuro se io non ci sarò?
Chi?
Chi ti stringerà forte sotto le coperte,per difenderti da qualunque cosa?
Chi ti bacierá per distruggere tutti i tuoi incubi?
Chi?
Tu immagino vestita di verde,come al nostro matrimonio,amore mio.Che ridi,che balli,che finalmente senti di essere parte di qualcosa.
Ti immagino in una camicia da notte non tua,troppo larga per il tuo esile corpo,che mi abbracci nel nostro letto e mi mormori il 'Ti amo' più bello del mondo.
Ti immagino nelle settimane successive alle nozze,sempre con una mano tesa verso di me e l'altra sulla pancia,delicata come il tocco di un angelo custode,che accarezza quasi senza accorgersene.I tuoi occhi,in quei giorni,sembravano custodire il segreto più bello e più dolce del mondo.E lì realizzo,le lacrime agli occhi,proprio mentre l'ibrido sferra il suo colpo mortale verso il mio collo.
La mia Annie era incinta.