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Autore: _joy    01/10/2013    5 recensioni
[Seguito di "Al di qua dello specchio"]
Vi sono mancati Bella e Caspian?
Niente paura! Ecco il seguito della loro storia, "Al di qua dello specchio".
Li abbiamo lasciati catapultati da Aslan di nuovo a Narnia...e ora?
Si amano, sono felici, stanno per sposarsi.
Il matrimonio c'è, l'amore anche. Cosa interviene a disturbare la loro favola?
Un nemico atipico. Che orchestra un rapimento.
Chi aiuterà Bella a salvare Caspian? State a vedere....
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Eustachio Scrubb, Lucy Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away'
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È un attimo terribile di sospensione quello che vive Lucy.
 
Di sospensione tra il bene e il male, tra il potere e i sentimenti.
Potrebbe facilmente avere ragione della Regina, colpendola velocemente, ma una voce dentro di lei la ferma.
Dopo un attimo che le sembra eterno, Lucy serra la presa sull’elsa del pugnale e deglutisce furiosamente.
«Bella, mi.. mi hai spaventata» dice di getto.
 
L’altra batte le palpebre, perplessa, e fissa il coltello nella mano dell’amica.
Lucy si irrigidisce.
«Io.. Non volevo… Mi hai spaventata, davvero…»
«Certo, scusa» Bella fa un cenno con il capo «sono venuta a cercarti appunto per chiederti scusa»
«Oh, no, no» dice la Valorosa precipitosamente «Sono io che devo scusarmi! Non so cosa mi sia… L’ansia per la battaglia, credo.. Io… non volevo davvero… e…»
«Tranquilla, Lucy, calma… Lo so. Lo so che non è da te»
Segue un attimo di silenzio, poi Arabella domanda:
«Ti va di scendere a mangiare qualcosa e a riposarti? Sarai sfinita…»
Lucy annuisce freneticamente.
«Sì…sì, grazie. Un secondo e scendo»
Bella le sorride e si volta, indietreggiando.
Mentre la guarda allontanarsi, Lucy rilascia il fiato che fino a quel momento ha trattenuto.
«Non l’ho fatto» mormora tra i denti «Non le ho fatto del male. Io non lo farei mai»
 
Le risponde una risatina nella sua mente:
No cara.
Io ti ho impedito di farle del male.
Non è il momento…
Non ancora.
 
*
 
Uscendo dall’infermeria, un Edmund pensieroso si scontra con Eustace.
«Ahia!»
«Ah! Ed, ma perché te ne vai in giro guardando per terra? Senti, tutto a posto?»
«Eh? Ah… sì, sì… Non è successo nulla, in fondo…»
«Nulla?» Eustace sgrana gli occhi «Ma che dici?»
Con sua sorpresa, il cugino arrossisce.
«Insomma, non facciamone una tragedia… Solo per qualche avventata parola, voglio dire…»
«Ma che cavolo dici?»
«Io? Eh… perché, tu cosa…?»
«I lupi!» sbotta Eustace, facendolo trasalire «E… ma perché, tu a cosa pensavi?»
«A niente! Cioè… alla stessa cosa, volevo dire!»
Ma è ancora rosso in viso e il cugino lo osserva perplesso.
«Sicuro? Non è che…Non è che pensavi a Gael, invece?»
«No!» dice Edmund, con troppa foga.
Il ghigno dell’altro non promette nulla di buono.
«Sicuro?»
«Certo! Non fare l’idiota! Che vuoi, piuttosto?»
«Volevo chiederti cosa hai deciso di dire!»
«Dire?»
«Ed, ma sei diventato scemo? Hai preso una botta in testa, per caso?» Eustace abbassa la voce «Stavo parlando della Strega Bianca»
 
Edmund si irrigidisce improvvisamente.
Jadis.
Certo.
Dovevano parlarne… gli sembra così lontano, adesso.
Dopo la cruenta battaglia, dopo la piacevole conversazione con Gael…
Jadis.
 
Non può sottrarsi, lo sa.
Eppure, in lui rispunta il bambino che è stato: insicuro, spaventato, debole.
Solo a sentirne il nome, preferirebbe affondare la testa sotto un cuscino e dormire, dormire finché la situazione non si risolva da sola.
Ma, trattandosi di Jadis, non si risolverà mai da sola, il Giusto lo sa bene.
 
Sospira e annuisce:
«Andiamo, ne parlerò ora a tutti»
 
Ma è già troppo tardi.
 
*
 
Riuniti nella cabina reale, gli amici e Drinian consumano un pasto freddo veloce.
 
C’è molto silenzio.
Gael si è seduta vicino a Bella, ignorando Lucy, e a nulla sono valsi i garbati tentativi di Bella di tirare la Valorosa vicino a loro.
Lucy mangia con gli occhi rossi e chini sul piatto, in silenzio.
Penelope è imbarazzata per la sua uscita infelice della mattina e guarda preoccupata ora Gael, ora Lucy.
Eustace non le presta attenzione, preoccupato da quello che Edmund sta per dire.
Drinian, scuro in volto, pensa alle perdite subite e ogni scuote il capo, brontolando tra sé.
 
Poi, Edmund si alza e dall’aria scura dipinta sul suo volto tutti capiscono che non ci sono buone notizie.
Lui esordisce dopo un attimo:
«Ragazzi, mi dispiace ma dobbiamo parlare di una questione molto pericolosa»
«I lupi?» chiede ansiosa Penelope.
«No, no, Pen. I lupi ormai sono un problema risolto. C’è un’altra questione di cui volevo parlarvi, ma che il loro attacco mi ha costretto a rimandare»
Tace per un attimo e poi dice, in tono forzatamente neutro:
«Si tratta della Strega Bianca»
 
Un bicchiere cade a terra con fragore.
 
Lucy, pallidissima, alza due occhi sgranati sul viso del fratello.
Lui non dà segno di aver notato nulla.
«Eustace ha sentito la sua voce dopo essere stato colpito dai massi nella caverna del gigante: è caduto in un sonno dal quale è stato molto difficile svegliarsi. E l’ha riconosciuta. E me lo è venuto a dire»
Il Giusto osserva le reazioni degli amici: Lucy serra i pugni freneticamente, Penelope si copre la bocca con le mani.
«Eustace… perché non me lo hai detto?» mormora, triste.
Lui le circonda le spalle con un braccio.
«Tesoro, non volevo spaventarti, mi dispiace» risponde «Volevo parlarne con Edmund, prima, per esserne sicuro»
«Ma…» obietta lei.
«Pen, ascoltami» interviene Edmund «Eustace è molto gentile a glissare sull’argomento, ma devi sapere che lo ha detto a me perché io conosco bene Jadis. Quando ero piccolo, al tempo del nostro primo viaggio a Narnia, l’ho aiutata nei suoi piani»
Penelope sussulta.
Edmund le racconta brevemente la storia, interrotto dalle proteste di Drinian:
«Maestà, vi prego… non dovete dipingervi in questo modo! Voi siete coraggioso e…»
«Grazie, amico mio, ma quello che è giusto è giusto» risponde «Io ho sbagliato ed è giusto dirlo. Aslan mi ha perdonato, i miei fratelli anche. Ho lottato contro Jadis, dopo. Ma ho sbagliato comunque a fidarmi di lei»
Un silenzio pesante accoglie quelle parole e il Giusto sorride, amaro:
«E comunque, non fate queste facce, insomma! Non dovreste dire “Oh ma figurati Ed non conosciamo nessuno più figo di te”?»
Eustace ride, Gael annuisce.
Edmund la guarda per un attimo, poi distoglie lo sguardo.
Penelope applaude.
«Bene, grazie. Dunque, ho omesso di dirvi che l’ho sentita anche io»
Un coro di strilli accoglie quelle parole.
«Per favore, calma!» Edmund alza appena la voce per ripristinare l’ordine «Sì, l’ho sentita in sogno…amesso che si possa parlare di sogni, quando è coinvolta lei. Sarebbe meglio dire incubi. Comunque… è successo quando eravamo sotto l’effetto del Fiore del Sonno. Nemmeno io riuscivo a svegliarmi e…bè, sentivo che mi chiamava»
«In che senso ti chiamava?» chiede Penelope, attonita.
«Pen, devi sapere che, al tempo del nostro primo viaggio a Narnia, Aslan e Jadis si sono affrontati in uno scontro mortale. Io avevo tradito i miei fratelli per lei… Ma non glieli ho consegnati e lei mi imprigionò, furente. Secondo le leggi di Narnia, i traditori devono essere messi a morte»
I suoi occhi scuri si posarono gravi sul viso attonito dell’amica, mentre continuava:
«Ma Aslan mi salvò: si offrì a Jadis al mio posto, fu ucciso al mio posto»
«Cosa? Aslan?» urla Penelope «Ma.. ma lui…»
«Sì, lui non è morto. La morte non poteva prendere un innocente. E, malgrado quello che ho fatto, malgrado il mio peccato… Aslan mi ha perdonato. E ha attaccato Jadis, e ha vinto»
«Ma quindi Jadis è morta!»
Edmund sospira.
«No, Pen. Non so spiegartelo, ma io credo che Aslan non le permetta più di entrare a Narnia nella sua forma corporea. Deve essere debole… ma, purtroppo, trattandosi di Jadis, sappiate che è pericolosa anche così»
«Ma… se non ha un corpo, cosa può farci?»
Penelope sembra scettica, ma Edmund è chiaramente preoccupato.
«Jadis agisce manipolando i dubbi, le paure e i desideri più oscuri che sono in ogni uomo, Pen… praticamente, non ti punta una spada alla testa, ma fa sì che sia tu stesso a fare quello che lei vuole»
«Come possiamo contrastare un essere che non ha corpo?» interviene Bella «Come possiamo anche solo vederla?»
«Ottima domanda. Non possiamo. E, quando la sentite che vi parla… è già troppo tardi. Si è già insinuata in voi. E, a quel punto, potete solo lottare»
Gli sguardi rivolti a lui sono di orrore puro.
«Amici, non è impossibile!» li rincuora Edmund «Guardate Eustace… guardate me! Ci siamo svegliati! Tutti ce la possiamo fare! Aslan è con noi, non dimenticatelo. È lui la nostra forza. Se e quando Jadis vi parlerà, pensate ad Aslan, a Caspian, alla nostra missione. Credete in lui e ricordate i vostri punti fermi: l’amore per le persone care, l’amore per Narnia. È quello che vi farà sopravvivere alla Strega Bianca. Jadis non può nulla contro la fede, contro l’amore!»
Il suo discorso vibrante sembra rincuorare gli amici, che poi, a malincuore, si separano per occuparsi delle varie attività che richiedono la loro attenzione.
Tutti, in cuori loro, vorrebbero rimanere uniti, perché sono sicuri che, uniti, sarebbe più facile contrastare la strega.
Il buio e la notte acquistano un nuovo connotato inquietante per gli amici di Narnia.
 
Lucy, da sola, va nuovamente a sedersi sul ponte del Veliero e, in silenzio, ascolta il battito furioso del suo cuore.
Jadis è già lì, con lei.
Allora… sulla base di quello che ha detto Edmund, Jadis l’ha trovata perché la sua fede in Aslan non è più così forte e limpida?
Com’è possibile?
Lei, che ha sempre avuto un legame speciale con il grande Leone, anche ai tempi del secondo viaggio a Narnia dei Pevensie: nessuno dei suoi fratelli riusciva a vederlo, ma lei sì.
Aslan, dove sei? – invoca Lucy, in silenzio.
Ma nessuna risposta giunge nell’immobilità della sera.
 
Quella notte, Lucy la passa sul ponte, da sola.
Ha paura a scendere in cabina e non può spiegare a nessuno il motivo della sua ansia.
Ricorda lo scatto avuto in presenza di Bella quella mattina ed è terrorizzata che, rivedendola, quella brama di farle del male si ripresenti.
Forse sarebbe stato meglio confessare a Edmund i suoi timori… ma come poteva farlo?
A tratti la sua mente è lucida e snebbiata e, in quei momenti, Lucy ha più paura.
Poi, quando l’ansia la sommerge, assieme al timore per tutti loro e alla paura per Caspian, è la voce di Jadis a parlarle.
Lucy cerca di non ascoltare, tenta di non cedere alle sue lusinghe, ma è così difficile…
È come lottare contro dei gorghi spaventosi che ti risucchiano senza che tu riesca ad opporti; come annegare in un mare nero e senza fondo.
Alterna momenti di veglia a incubi crudeli, brividi a una stanchezza spossante.
Assicurato alla sua cintura, il pugnale brilla alla luce delle stelle.
 
 
«Maestà! Maestà!»
Lucy si sveglia sentendo una voce che la chiama, preoccupata.
Batte le palpebre e fa una smorfia, constatando che le fanno male tutte le articolazioni.
Un momento dopo le è chiaro il perché: ha dormito sul ponte, accovacciata a terra.
Si solleva e, pur odiandosi per questo, allunga la mano per accertarsi di avere ancora il pugnale.
Lo ha.
Molto bene.
Alza gli occhi sul viso preoccupato di Drinian.
«Maestà, state bene?» chiede l’uomo.
Lei annuisce, un po’ intontita.
«Perché siete qui fuori? Voi… La notte è umida, avreste dovuto dormire in cabina!»
Lucy non sa come dirgli che la cabina, al momento, è il posto meno sicuro, per lei e soprattutto per le altre sue occupanti.
E poi lì c’è Gael, che è arrabbiata con lei.
Sospira e scuote il capo.
«Grazie, Drinian, tutto bene…. Non volevo, ma mi sono addormentata. Forse ero più stanca di quello che credevo»
Lui annuisce, cupo.
«Sono giorni duri, Maestà. E, dopo quello che re Edmund ci ha detto…» scuote il capo e mormora «Vorrei solo che avessimo già ritrovato il nostro re»
Lucy si alza in piedi.
«Vedrai che lo troveremo, Drinian, te lo prometto. Lo troveremo e lo riporteremo a Narnia e lui starà bene. Abbi fede!»
L’uomo le sorride e sembra commosso.
«Grazie, Maestà. Siete sempre stata una fonte di grande consolazione, per tutti noi. Un esempio, vorrei dire»
Lucy sorride per ringraziarlo, mentre lui si allontana, ma all’improvviso una voce nella sua testa la gela:
 
Oh, sì, che grande dote hai mia cara.
È importante per una regina farsi amare…
E, dopo la lotta con i lupi, hai anche reso chiaro che sai farti temere…
 
No! – urla Lucy in silenzio, orripilata – Io non sono così! Io non voglio uccidere!
 
Davvero? – una risatina divertita – Lancia via il pugnale, allora. Liberati di me, se riesci… Ma non puoi, Lucy, perché io ti rivelo solo quello che è già nel tuo cuore: non sono io che ti comando, sei tu che liberi quello che hai nell’animo…e  come puoi liberarti del tuo cuore?
 
Lucy si morde le labbra a sangue.
Possibile?
Possibile che in lei alberghino tali sentimenti?
 
La Valorosa scende sottocoperta e va a procurarsi una razione di cibo, che consuma sola, nascondendosi nella stiva.
Le sembra che ogni marinaio che incrocia il suo sguardo la fissi spaventato.
Sto diventando paranoica – si ripete.
Eppure, scopre che non vuole compagnia umana.
Gli uomini la annoiano.
Gli uomini non le servono.
Gli amici non le servono.
Non che si preoccupino di lei, a quanto pare.
 
Nella stiva, si lascia scivolare a terra e chiude gli occhi.
Sa cosa desidera, lo sa dalla prima volta che lo ha visto.
Che sia magia nera o no, che sia pericoloso o no, che sia vero o no…
Lei vuole vederlo.
Caspian.
 
Lucy libera la mente e si concentra: dentro di lei, non sa bene come, sa cosa deve fare.
Si concentra sul pensiero del re e, all’improvviso, si trova di nuovo a volare nel cielo.
È di nuovo il corvo.
Sente l’aria fresca della mattina sfiorare le sue piume, assapora la libertà di volare nell’aria che si tinge di rosa pallido.
Ed eccolo.
Un castello solitario.
Con una certezza infallibile, Lucy sa che Lilliandil si trova lì.
E il corvo vola sulle mura, si avvicina alle torri merlate, fino a posarsi sul davanzale di un’alta finestra.
Dentro, la Stella Azzurra è seduta davanti a uno specchio e si pettina i lunghi capelli biondi.
Non sembra avere altre preoccupazioni.
Dopo un po’, posa la spazzola, si alza ed esce dalla stanza.
Il corvo apre le ali e vola verso una torre solitaria, dove è già stato prima.
Ed eccola, la prigione di Caspian il Liberatore.
Come nelle precedenti visioni di Lucy, il re giace pallido e immoto sul letto.
Le candele bruciano dolcemente, ormai consumate.
La stanza si tinge dei colori dell’alba.
Quando Lilliandil fa il suo ingresso, un piccolo gnomo emerge dall’ombra e si inchina.
Lei si siede accanto al letto, contemplando in silenzio il viso del giovane immobile.
Il silenzio si protrae a lungo.
Poi, la stella allunga la mano a prendere quella del re e intreccia le dita con quelle di lui.
«Dunque, mio caro» dice, nel silenzio «Ecco a cosa ti ha condotto la tua ostinazione…»
Il suo tono compiaciuto fa infuriare Lucy.
Il corvo gracchia, cattivo, e si avventa nella stanza.
Lilliandil grida, sorpresa, e l’uccello le si avventa contro, beccandola con ferocia.
La stella grida e grida ancora, mentre un taglio zampilla da una profonda ferita sulla sua mano, con la quale è riuscita a ripararsi gli occhi.
Nella furia, il corvo non vede lo gnomo, che lo colpisce brutalmente ad un’ala; allora grida di dolore si alza in volo, inseguito dalle maledizioni di Lilliandil.
 
All’improvviso, Lucy si ritrova nella stiva, ansimando.
Gronda sudore, il cuore le batte all’impazzata.
Batte le palpebre e cerca di tornare alla realtà.
Era un sogno, o…
 
La porta si spalanca e lei sobbalza.
Edmund si staglia sull’uscio e sospira di sollievo nel vederla.
«Lucy! Mi hai fatto morire di paura, ma ti rendi conto? Nessuno sapeva dov’eri… Ma ti pare il caso di giocare certi scherzi con tutto quello che stiamo passando?»
Lucy tiene gli occhi bassi e cerca di riprendere il controllo mentre il fratello la sgrida.
Negli occhi ha ancora l’immagine di Caspian e in bocca sente uno strano sapore metallico.
Sangue.
Ma sangue di chi?
Di Lilliandil?
 
Fa per alzarsi e grida di dolore, stringendosi la spalla.
Edmund le è subito accanto.
«Che c’è? Cosa succede?»
«Niente…niente!» risponde lei frenetica.
Ma lo sa.
È l’ala, l’ala del corvo che è stata colpita nella torre.
E ora, il suo braccio è ferito: non riesce ad alzarlo, deve appoggiarsi al fratello che la scorta preoccupato in cabina, un po’ rimproverandola e un po’ consolandola.
Ma l’unica cosa che Lucy sente è la voce che, nella sua testa, le ripete:
 
Ci credi, ora, sciocca?
 
Lei serra gli occhi.
Ci crede.
È vero.
Caspian è stato stregato da Lilliandil.
Per un attimo, prova il desiderio struggente di confidarsi con il fratello, di dirgli tutto e di piangere tra le sue braccia per sfogarsi,  per cancellare quel senso di sporcizia che le oscura l’animo.
Ma, di nuovo, esita.
Edmund le crederebbe?
Se no, chi salverà Caspian?
Se sì, il fratello la allontanerebbe dalla missione per proteggerla?
La rimanderebbe a Cair Paravel?
Non può rischiare.
Mentre si tormenta con queste domande, raggiunge la cabina reale.
Dentro, Gael alza gli occhi dalla colazione e subito si alza, mormorando una scusa e uscendo.
Lucy sospira, frustrata.
Bella, pallidissima, sorride a Lucy da una poltrona.
«Tutto bene?» chiede Edmund, preoccupato.
La regina annuisce.
«Niente di che, è solo nausea»
Lui alza gli occhi al cielo e borbotta:
«Le donne, su questa nave, mi faranno impazzire!»
«Ma vedi di stare calmo!» lo apostrofa Penelope, scherzosamente, sorridendo a Lucy «Nemmeno avessi le tue cose!»
La Valorosa sorride debolmente in risposta e si siede pesantemente su una sedia.
«Cosa hai fatto al braccio Lu?» domanda ancora Edmund.
«Niente! Sono… indolenzita perché mi sono addormentata in una posizione scomoda…»
«Perché non hai dormito in cabina, stanotte?» insiste lui.
«Non…mi sono addormentata, e…»
«Dove? Come?»
«Ma la smetti!» ringhia Lucy, con un lampo di furia negli occhi «Chi credi di essere? Nostra madre?»
I due fratelli si fissano in cagnesco ed è Penelope a intervenire:
«Insomma, tutti e due! Già Bella non si sente bene, vedete di stare un po’ calmi, altrimenti andatevene a fare una passeggiata per placare i bollenti spiriti!»
«Ah, ecco la cagnolina fedele della regina!» sbotta Lucy, furiosa.
 
Tutti tacciono, attoniti.
Edmund sgrana gli occhi, Bella si alza e si avvicina a Penelope prendendola sottobraccio.
Ma l’amica fissa tranquilla Lucy e ribatte:
«Puoi dirlo forte! Non mi offendo, farei di tutto per la mia amica. E se pensi di essere così simpatica ancora a lungo la prossima volta magari ti azzanno a una gamba, che ne dici?»
A Lucy tremano le labbra.
«Scusa… Scusa, Pen! Io… non volevo, io…»
Penelope non la degna di un’altra occhiata e si dirige alla porta.
Lì si scontra con Drinian, che sta entrando di corsa.
«Vostra Maestà… terra!» annuncia, affannato.
 

NdA: Buon pomeriggio! 
Mi sento molto in colpa, sto trascurando questa storia che amo molto... vi prometto più impegno... e spero vivamente nel ritrovamento del mio quaderno di appunti, che ho miseramente perso... che fortuna, eh?!
Ricordate la mia pagina facebook per tutti gli aggiornamenti sulle mie storie:
 https://www.facebook.com/SerenaVdwEfp
Buona lettura!

   
 
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