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Autore: _itsforgabbe    01/10/2013    3 recensioni
Appoggiò la testa sul cuscino e poi allungando le braccia si aggrovigliò alla vita di Magnus “vieni qui” sussurrò con il volto contro il suo fianco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera bellezze, sono due giorni che sono in preda all'influenza, e ieri mi è venuta l'ispirazione, quindi eccomi qui che pubblico un'altra OS Malec.
Questa storia è senza tante pretese e non una delle migliori, l oammetto, ma aspeo che vi piaccia comunqure (:
Spero che la leggiate volentieri e ricordo che una recensione non guasta mai (:
Detto ciò vi saluto,
Baci Giada.


 

Erano le dieci di sera, il cielo era buio e ormai l'estate stava lasciando il posto all'autunno.
Le foglie degli alberi da verdi e brillanti stavano diventando gialle e senza vita, cadendo dai rami senza fare il minimo rumore.
Alec era nella sua stanza, sdraiato sotto le calde coperte senza aver bevuto la tisana, ormai divenuta fredda, che sua madre gli aveva preparato per fargli passare l'influenza.
Ormai era un mese che ogni sera abbandonava l'Istituto per andare a rifugiarsi nel loft del suo ragazzo.
Fra le lunghe braccia di Magnus si sentiva protetto, gli incubi che lo tormentavano ormai dal giorno della morte del fratellino non riuscivano a raggiungerlo e per poche ore riusciva ad estraniarsi dalla brutta e insopportabile situazione familiare che ormai si era creata.
Erano due notti che non andava da Magnus, però tutte le sere si scambiavano dei messaggi su ciò che avevano fatto durante la giornata e cose simili.
Alec chiuse gli occhi e si rigirò per l'ennesima volta fra le coperte quando sentì il suo cellulare vibrare. Era arrivato un messaggio, sapeva già chi fosse.
Sullo schermo spiccava il nome Magnus, schiacciando un semplice tasto aprì e lesse il messaggio:

Aprì la finestra di camera tua :)

Il giovane nephilim confuso fece ciò che gli aveva chiesto di fare il suo fidanzato e dopo due secondi vide degli occhi felini prendere forma tra le fronde dell'albero che fiancheggiava la sua camera.
“Magnus che ci fai qui?” chiese stupito, vide che lo stregone scosse leggermente la testa “passavo per caso. Secondo te che ci faccio qui? Ora spostati e fammi entrare”.
Dopo aver chiuso la finestra dietro di se Alec rimase a fissare Magnus “ciao” disse semplicemente, non si aspettava una sua visita.
Dopo un'attenta occhiata il sorriso di Magnus si fece largo sul suo volto “Alexander, solitamente sei bianco ma la tua cera è decisamente cadaverica stasera” soffocò una risata e fece per avvicinarsi al suo fidanzato ma questo si voltò ed andò a chiudere la porta della stanza a chiave “anch'io sono così felice di vederti, pasticcino” aggiunse diventando rosso in volto.
Lo stregone senza attendere Alec, o chiedere il permesso, andò a sedersi sul letto, appoggiando la schiena alla testiera e allungando davanti a sé le gambe “scherzi a parte, stai un po' meglio ora?” chiese facendoli segno di andare a sdraiarsi accanto a lui.
“Magnus, è solo influenza, niente di che...” disse brusco il giovane ma poi vedendo lo sguardo premuroso dello stregone andò a stendersi al suo fianco “...però si sto meglio, grazie per avermelo chiesto” aggiunse in tono più dolce.
Appoggiò la testa sul cuscino e poi allungando le braccia si aggrovigliò alla vita di Magnus “vieni qui” sussurrò con il volto contro il suo fianco.
Un attimo dopo i due amanti si trovarono faccia a faccia, il cacciatore appoggiò le sue labbra su quelle sottili dello stregone lasciando un leggero e dolce bacio a stampo “se mio padre ti vedesse qui, nel letto con me, probabilmente si sentirebbe male” constatò tristemente dopo essersi scostato dal volto di Magnus quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
Lo stregone venne preso contro piede, Alec non si esponeva mai così tanto, non sapeva che dirgli, doveva trovare qualcosa per confortarlo così disse le prime cose che gli vennero in mente “ma Robert non c'è, quindi io potrò importunare il suo bel figlio finchè vorrò”, dalle labbra soffici e piene di Alec sfuggì una risata.
“Uhm... si prospetta una serata interessante allora” rispose il moro allungandosi verso il fidanzato per baciarlo facendo scorrere le su lunghe e fredde dita contro la schiena calda di Magnus, ma questo lo fermò “no, non con Maryse in giro per l'Istituto, tu non puoi capire la soggezione che fa quella donna!” rispose quest'ultimo per giustificarsi dall'averlo fermato.
Il nephilim si scostò “sei... un idiota! E' di mia madre che stai parlando” disse mentre gli dava una spintarella, “lo so bene di chi sto parlando zuccherino mio”.
In quel momento si sentì il rumore di tacchi avvicinarsi alla stanza, Alec guardò Magnus “parli del diavolo...” lo stregone si accigliò “è di tua madre che stai parlando!” e in quel momento la voce di Maryse arrivò alle loro orecchie “Alexander, hai bevuto la tisana? Posso prendere la tazza?”.
Il giovane dagli occhi blu sussurrò allo stregone di nascondersi nel bagno e questo fece ciò che gli aveva detto senza obbiettare.
“Si mamma, adesso te la porto” prese la tazza, aprì la finestra e ne buttò il contenuto fuori.
Andò ad aprire la porta e si ritrovò gli occhi azzurri di sua madre puntati addosso per poi andare a perquisire la stanza “pensavo ci fosse Izzy, ti ho sentito parlare con qualcuno”, il giovane deglutì a vuoto e diventando rosso in volto scosse la testa per negare tutto ciò.
Maryse sollevò un sopracciglio, il significato era sotto inteso, non ci credeva, “sta- stavo parlando con Magnus al telefono” si giustificò Alec diventando ancora più rosso se possibile.
Lo sguardo di sua madre di ammorbidì “spero la tisana faccia effetto, buona notte Alec”.
In un certo senso si sentiva sollevato che i suoi genitori facessero finta che la sua relazione con Magnus non esistesse, non doveva mai dare spiegazioni o giustificazioni di ciò che faceva la sera o dove passava tutta la notte, ma dall'altra parte odiava il fatto con non riuscivano a capirlo.
L'avevano solo etichettato come il figlio “sbagliato”, come se fosse sbagliato amare qualcuno, anche se del tuo stesso sesso.
Richiudendosi la porta alle spalle Alec si diresse nuovamente verso il letto “s'interessano dei loro figli solo quando vogliono” sentenziò senza il minimo rimorso, “non dire così Alexander” gli sussurrò lo stregone all'orecchio che era uscito dal bagno appena Maryse se n'era andata, “è la verità” detto ciò prese Magnus per mano e lo portò a letto con lui.
I due amanti si accoccolarono sotto le coperte in un groviglio di braccia e gambe, “do' mattina ti ritroverò qui?” sussurro Alec sulla pelle morbida e sensibile del collo del suo fidanzato “decisamente si, non voglio passare un'altra notte senza stringerti fra le mie braccia e vederti dormire” rispose lo stregone dolcemente, il cacciatore si scostò dal suo collo e andò a lasciare un lungo bacio su quelle labbra che per sempre avrebbe amato.
Quella notte si sarebbero addormentati così, tra coccole, baci e parole d'amore sussurrate appena, come se il loro amore fosse un bene talmente prezioso di cui nessuno sarebbe dovuto venirne a conoscenza.

  
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